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venerdì 11 agosto 2023

Alcune testimonianze dei pellegrini di Covadonga #NSC2023

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera numero 950 pubblicata da Paix Liturgique l’8 agosto 2023, in cui – sotto forma di cinque interviste ad altrettanti giovani pellegrini – Pedro Cortés de la Vega racconta l’entusiasmante esperienza dei ragazzi al pellegrinaggio di Nuestra Señora de la Cristiandad España, giunto quest’anno alla sua terza edizione (QUI e QUI su MiL; QUI, QUI, QUI, QUI, QUI e QUI gli scorsi anni).
Si tratta di cinque affreschi delineati con tratti brevi e semplici, ma anche vivi, intensi e sinceri, che fanno emergere esperienze e vitalità di giovani fedeli che rappresentano (e vogliono essere) il futuro della Chiesa e della Cristianità.

L.V.


Al termine del pellegrinaggio di Covadonga, che abbiamo descritto nella nostra precedente lettera [QUI u MiL: N.d.T.], il nostro amico Pedro ha incontrato alcuni dei pellegrini. Ecco una piccola selezione di alcune delle sue conversazioni più edificanti, da cui abbiamo tratto alcune riflessioni.

1. Conversazione con Gabriel, poliziotto di 28 anni

Pedro Cortés de la Vega: Come hai conosciuto la liturgia tradizionale?

Gabriel: Grazie a un amico che mi ha invitato a partecipare a questo pellegrinaggio l’anno scorso. Non sapevo nulla di quello che ho scoperto, né della liturgia né di tutte le sue implicazioni teologiche e morali, ma sono stato totalmente coinvolto e sedotto e da allora, nonostante la mia occupazione professionale mi renda un po’ nomade, cerco di partecipare alle celebrazioni tradizionali ogni domenica e quest’anno sono tornato a Covadonga.

Pedro Cortés de la Vega: E allora?

Gabriel: È un’esperienza straordinaria! Sia per la bellezza delle cerimonie che per lo spirito caloroso e fraterno che regna tra i gruppi, come se fossimo amici da una vita, anche se la maggior parte di noi si conosceva solo da ieri.

Pedro Cortés de la Vega: Ti senti di condividere questa scoperta?

Gabriel: Senza dubbio, e infatti l”ho già fatto quest’anno portando con me un paio di amici che hanno camminato con me, che sono completamente esausti… ma che vogliono già tornare l'’nno prossimo!

Pedro Cortés de la Vega: Come presenteresti la liturgia tradizionale?

Gabriel: Un po’ come il paradiso in terra: bellezza, silenzio, inginocchiarsi davanti a Dio e presentargli le nostre debolezze lontano dal mondo e dal rumore.

2. Conversazione con Teresa, insegnante di 32 anni

Pedro Cortés de la Vega: Quali sono le tue impressioni alla fine di questo pellegrinaggio?

Teresa: Non ho parole… Per me tutto quello che sto vivendo è un dono di Dio… Forse l’organizzazione potrebbe essere migliorata un po’, ma in ogni caso tornerò l’anno prossimo!

Pedro Cortés de la Vega: Cosa l’ha attratta della liturgia tradizionale?

Teresa: Il fervore, la contemplazione, il silenzio… Per me è una pace interiore. Anche se sono Cattolica, credo che se non l’avessi incontrata avrei smesso di praticare.

Pedro Cortés de la Vega: Conosce la liturgia da molto tempo?

Teresa: Per niente. L’ho scoperta per caso a Madrid e all’inizio sono rimasta un po’ sconcertata ma allo stesso tempo colpita. È così profonda. Non riuscivo a seguirla sul mio Messale, ma presto ho capito che non era quella la cosa principale e che bastava essere lì e partecipare con il cuore e con l’anima… e poi a poco a poco tutto è andato al suo posto, per così dire.

Pedro Cortés de la Vega: Ora fai parte di un gruppo?

Teresa: Assolutamente sì, ci riuniamo per parlare, studiare e pregare. Mi sento di nuovo una bambina, desiderosa di imparare.

3. Conversazione con Diego, pittore di 48 anni

Pedro Cortés de la Vega: Come sei venuto a conoscenza del pellegrinaggio?

Diego: In modo sorprendente. Vivo a Oviedo e l’anno scorso ho visto una fila di giovani con striscioni che venivano verso di me, cantando inni. Sono rimasto stupito, perché non avevo mai visto nulla di simile. Avrei voluto seguirli un attimo, ma si muovevano velocemente e non potevo parlare con loro, ma una giovane donna che sembrava occuparsi del traffico mi ha detto dove si sarebbero fermati quella sera. Beh, non ci credereste, visto che ero sorpreso anch’io, ma alla fine del pomeriggio sono andato a incontrarli per parlare con loro.

Pedro Cortés de la Vega: E allora?

Diego: Erano stanchi, ma abbiamo parlato fino a tardi. Ero turbato perché sentivo dei giovani che mi dicevano con convinzione quello che avevo già sentito dire da mia nonna da bambino… E ho deciso di incontrarli dopodomani a Covadonga.

Pedro Cortés de la Vega: E ci sei andato?

Diego: Assolutamente sì, e due giorni dopo sono andato alla loro Santa Messa a Covadonga. Sono rimasto a bocca aperta. Non mi riconoscevo. È stato un incontro con qualcosa di grande, di sublime. Mi sono confessato con un sacerdote – non lo facevo da più di trent’anni.

Pedro Cortés de la Vega: E poi?

Diego: La parte più difficile è stata quella di convincere mia moglie, che era ancora un po’ praticante e all’inizio non capiva cosa mi stesse succedendo. Ma sono riuscito a convincerla a partecipare al pellegrinaggio di quest’anno e credo che si sia commossa quanto me. In ogni caso, ci siamo impegnati ad aiutare a organizzare il pellegrinaggio dell’anno prossimo, e forse per me sarà più facile, perché non credo di avere l’età per le imprese sportive, ma voglio continuare a partecipare.

4. Conversazione con Juan, studente di 23 anni

Pedro Cortés de la Vega: Come sei venuto a conoscenza del pellegrinaggio?

Juan: Stranamente è stato il mio confessore abituale a farmelo conoscere, avvertendomi di questo pellegrinaggio che non conoscevo. Sono rimasto sorpreso, così ho chiesto in giro e sono andato in pellegrinaggio l’anno scorso. Non sarebbe esagerato dire che sono stato entusiasta dei tre giorni di cammino e di preghiera che ho trascorso con il Capitolo che mi ha accolto.

Pedro Cortés de la Vega: Ne hai parlato ancora con il tuo confessore?

Juan: Assolutamente sì, e sono rimasto sorpreso dalla sua durezza. Secondo lui, avevo fatto una cosa cattiva e dovevo allontanarmi da quelle persone o «avrei perso la fede».

Pedro Cortés de la Vega: Cosa gli hai risposto?

Juan: Che mi sentivo completamente all’opposto di quello che mi diceva e che la mia fede non aveva mai avuto un incontro del genere. Sentivo che avrebbe dovuto dirmi di più se voleva convincermi, ma non mi disse nulla se non di seguire i suoi consigli… e di obbedire. Poiché volevo essere convinto per primo e lui non sapeva come farlo… cambiai confessore.

Pedro Cortés de la Vega: Qual è stato il «plus» della tua scoperta?

Juan: La liturgia, naturalmente! Senza saperlo, sono stato subito sedotto dalla sua grandezza e ancor più perché corrispondeva alla mia fede cattolica. In effetti, ho scoperto ciò che non stavo cercando, ma ciò di cui avevo bisogno per nutrire la mia anima.

5. Conversazione con Maria, studentessa di 21 anni

Pedro Cortés de la Vega: Di dove sei?

Maria: Sono una studentessa di Valencia e proprio all’università ho conosciuto alcuni amici che mi hanno introdotto alla liturgia tradizionale: in seguito mi hanno detto che ero pronta perché spesso mi lamentavo delle Messe studentesche, così banali e pateticamente povere che mi vergognavo un po’ di essere lì. Sembrava di assistere a funzioni per bambini molto piccoli a cui si parlava come se fossero degli idioti. È così che sono stato invitata a partecipare a una Santa Messa tradizionale solenne.

Pedro Cortés de la Vega: Cosa è successo?

Maria: Pensavo di avere un’idea di come potessero essere le cerimonie solenni in latino, perché diversi anni fa avevo già assistito a una di esse durante un pellegrinaggio di famiglia a Roma, ma questa volta è stato completamente diverso, soprattutto per il silenzio che ha avvolto l’assemblea per tutta la durata della celebrazione. Ho avuto l’impressione di avere per la prima volta l’opportunità di stare davanti al Signore che si immola sulla croce. È stato molto duro, ma poi non sono più riuscita a tornare alle altre Messe.

Pedro Cortés de la Vega: Non pretenderai qualcosa?

Maria: Per niente. Con la liturgia tradizionale ho trovato un modo di pregare franco e adulto in cui tutta la mia persona, il mio corpo e la mia anima, erano intelligentemente coinvolti. Oggi non me ne separerei per nulla al mondo. C’è la questione del latino, ma per noi spagnoli non è un problema.

Pedro Cortés de la Vega: E il pellegrinaggio?

Maria: È la seconda volta che partecipo al pellegrinaggio. È uno strano momento di amicizia e di calore umano, ma anche un momento di penitenza molto forte. Credo sia un momento unico che voglio condividere con tutti coloro che mi circondano e che si nutrono di una sorta di poltiglia inconsistente. Infatti, con i miei amici di Valencia, abbiamo invitato tre nuovi pellegrini e speriamo di fare molto meglio l’anno prossimo, creando un gruppo di preghiera che si riunirà durante tutto l’anno.

Riflessioni di Paix Liturgique

1. In Spagna, come in Francia, i fedeli che incontrano la liturgia tradizionale provano uno shock: scoprono un nuovo universo, quello dell’essenziale della fede cattolica.

2. È per «caso», ma più spesso attraverso amici, che questo incontro avviene, confermandoci l’importanza dello zelo missionario che deve ardere nel cuore di tutti i fedeli.

3. Il caso di Juan è una buona dimostrazione del fatto che le persecuzioni intraprese contro l’usus antiquior servono solo a far conoscere questo tesoro della Chiesa a un numero sempre maggiore di fedeli.

2 commenti:

  1. ... C'è posto per tuttti, tutti, tutti...
    E che risposte darà papa Francesco a questi giovani?

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    1. Questi giovani sono due gatti. I giovani cattolici hanno appena dimostrato il loro attaccamento alla Chiesa e al Papa e direi che non ci sono paragoni.

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