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lunedì 24 luglio 2023

Dalla rivista 'Cardinalis': "Intervista del Cardinale Arinze per Cardinalis" (5) #cardinalis

Riceviamo e pubblichiamo ringraziando l'editore.
Abbiamo dato notizia di una rivista (dal felice nome in latino "Cardinalis") che è e sarà inviata ai cardinali di tutto il mondo (QUI e QUI).
Con molto piacere, riceviamo dalla redazione la traduzione autorizzata di alcuni interessanti articoli che possiamo proporre ai nostri lettori.
"Dobbiamo ricordare Papa Benedetto XVI come un grande maestro della Fede Cattolica, un amante della Sacra Liturgia e un promotore del Sacro Sacerdozio. [...] Ho ammirato Papa Benedetto soprattutto per la sua alta statura teologica profondamente cattolica e per la sua chiara evangelizzazione attraverso l'insegnamento e i libri. [...] Ricordo che Papa Benedetto volle rendere più facile la scelta tra il Rito Ordinario (Novus Ordo Missae) e il Rito Straordinario (Rito Tridentino) perché, ha spiegato, il Rito Tridentino ha santificato la Chiesa per secoli e va dunque mantenuto."
Questo articolo è apparso sulla rivista Cardinalis numero 4.
QUI i numeri precedenti su MiL.
Luigi


Intervista del Cardinale Arinze per Cardinalis


1) Eminenza, ci fa un riassunto della sua traiettoria?

Sono nigeriano, nato il 1° novembre 1932 a Eziowelle, nell'arcidiocesi di Onitsha. Sono entrato nel Seminario minore nel 1947, poi nel Bigard Memorial Seminary, a Enugu, nel 1953 e nel Collegio Urbano di Propaganda Fide, a Roma, nel 1955; lì sono stato ordinato sacerdote nel 1958, poi Vescovo ausiliare di Onitsha nel 1965 e sono stato Arcivescovo di Onitsha dal 1967 al 1985; sono stato Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, a Città del Vaticano, dal 1984 al 2002; Poi Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti dal 2002 al 2008; e sono in pensione dal 9 dicembre 2008.


2) Quando ha scoperto la sua vocazione sacerdotale?

Dio sa meglio di chiunque altro quando, con la sua grazia, semina in un uomo il desiderio di diventare sacerdote. Il mio primo desiderio di diventare sacerdote risale agli anni della scuola primaria, in particolare agli anni 1944-1946, grazie a padre Michael Tansi, allora parroco a Dunukofia, che nel 1950 divenne monaco cistercense in Inghilterra; morì lì nel 1964 e fu beatificato nel 1998 da Papa (poi Santo) Giovanni Paolo II in Nigeria.


3) Come ha lavorato con San Giovanni Paolo II? Cosa le è rimasto di questa collaborazione? Ci sono momenti che l'hanno particolarmente segnata?

Sì, durante il pontificato di San Giovanni Paolo II sono stato Presidente del Pont. Consiglio per il Dialogo Interreligioso dal 1984 al 2002 e, successivamente, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. È stata una gioia lavorare sotto la sua guida. Egli, ad esempio, invitava a pranzo il capo di ogni Dicastero due o tre volte l'anno, non tanto per mangiare, quanto per parlare del lavoro svolto e da svolgere. Questo era molto incoraggiante.


4) Lei è stato anche uno stretto collaboratore di Benedetto XVI, da poco scomparso. Cosa pensa che dovremmo ricordare di lui?

Dobbiamo ricordare Papa Benedetto XVI come un grande maestro della Fede Cattolica, un amante della Sacra Liturgia e un promotore del Sacro Sacerdozio.


5) Qual è il tratto della personalità di Benedetto XVI che l'ha maggiormente segnata?

Ho ammirato Papa Benedetto soprattutto per la sua alta statura teologica profondamente cattolica e per la sua chiara evangelizzazione attraverso l'insegnamento e i libri.


6) Lei era prefetto della Congregazione per il Culto divino quando Benedetto XVI pubblicò il motu proprio Summorum Pontificum che liberalizzava l'uso del rito tridentino. Cosa ricorda di quel periodo?

Ricordo che Papa Benedetto volle rendere più facile la scelta tra il Rito Ordinario (Novus Ordo Missae) e il Rito Straordinario (Rito Tridentino) perché, ha spiegato, il Rito Tridentino ha santificato la Chiesa per secoli e va dunque mantenuto.


7) Inizialmente non era molto favorevole al Summorum Pontificum, e oggi?

Inizialmente ero dell'opinione che la scelta tra i due riti dovesse rimanere secondo la condizione adottata sotto Papa Giovanni Paolo II, cioè mantenere il Novus Ordo e permettere talvolta l'Ordo Antiquior, sotto la direzione del Vescovo diocesano, ma non affiancare i due riti, come se la Chiesa rimpiangesse l'introduzione del Novus Ordo. Consideravo che la cosa più importante da fare fosse convincere i sacerdoti a celebrare la Santa Messa secondo il Messale Romano approvato, senza aggiunte o sottrazioni idiosincratiche, senza spingere il proprio ego, senza abusi liturgici. Come potete vedere, non ero molto entusiasta del Summorum Pontificum, ma non ero nemmeno contrario. La mia opinione è ancora la stessa.


8) Cosa pensa della soppressione di questa riforma da parte di Papa Francesco in occasione della pubblicazione della Traditionis Custodes, che ha suscitato forti reazioni?

Dobbiamo presumere che Papa Francesco abbia avuto ottime ragioni per pubblicare la Traditionis Custodes, soprattutto considerando la posizione di alcuni cattolici che non vogliono il Novus Ordo e nemmeno il Concilio Vaticano II, ma insistono solo sul Rito tridentino. Ma bisogna rispettare anche la l’idea di quei cattolici che si sentono più nutriti spiritualmente dal Rito tridentino e che allo stesso tempo rimangono pienamente all'interno dell'unità della Chiesa e non rifiutano il Novus Ordo né il Concilio Vaticano II. Questo può contribuire a spiegare le forti reazioni contro la Traditionis Custodes.


9) Qual è la sua prima impressione del Sinodo sulla sinodalità?

Per quanto riguarda il Sinodo sulla sinodalità, penso che l'incoraggiamento del dialogo, a tutti i livelli, nella Chiesa, sia buono. Bisognerebbe che tutti ascoltassero di più: laici, religiosi, chierici. Se il risultato è che alcuni cattolici vogliono cambiare la costituzione della Chiesa, o modificare uno o più dei dieci comandamenti, allora siamo nei guai. E se la supposizione è che non esista un magistero nella Chiesa (magistero esercitato dal Papa e dai Vescovi in unione con lui), allora siamo nei guai. Il Magistero rimane importante per la Chiesa.


10) Il cardinale Hollerich, relatore generale del Sinodo, ha dichiarato che le posizioni della Chiesa sull'omosessualità sono “errate"; il cardinale Grech, segretario del Sinodo, è noto per essere sensibile a un cambiamento di dottrina su questo punto e i vescovi fiamminghi benedicono le coppie omosessuali. Si percepisce il desiderio di alcuni di cambiare il paradigma. Qual è il suo punto di vista su questo argomento?

L'omosessualità è ben trattata nel Catechismo della Chiesa Cattolica. La tendenza in sé non è condannata. Ma agire secondo questa tendenza è peccaminoso, disordinato, così come è peccaminosa l'attività eterosessuale al di fuori del matrimonio legittimo. L'insegnamento cattolico sull'omosessualità non deve essere cambiato. La Chiesa non ha il potere di benedire le coppie omosessuali. Un documento della Congregazione per la Dottrina della Fede lo dice chiaramente. È uno scandalo che un vescovo o un cardinale parli o scriva come se l'attività omosessuale fosse da approvare.


11) Oggi sembra esserci una spaccatura tra alcuni vescovi belgi e tedeschi che rappresentano l'ala progressista della Chiesa e i vescovi dell'Europa orientale, dell'Africa e dell'America che sembrano più conservatori. Questa opposizione si riflette nel desiderio dei primi di vedere la Chiesa modificare il suo insegnamento sulla sessualità e sul gender. Pensa che questa situazione sia sostenibile?

Il desiderio di modificare l'insegnamento della Chiesa sulla sessualità e sul gender è sbagliato. L'uomo non ha il potere di modificare l'ordine stabilito da Dio Creatore. I vescovi e i cardinali che vogliono quello che chiamano un cambiamento paradigmatico del sesto e del nono comandamento non sono progressisti. Sono su una dottrina sbagliata. Coloro che insegnano la dottrina cattolica tradizionale sulla castità non sono conservatori. Sono solo nella corretta dottrina cattolica. Due più due fa quattro non è essere conservatori. È solo aritmetica corretta.


12) Sentiamo molto parlare del cammino sinodale tedesco, con il cardinale Müller che parla di "eresie", altri che lo definiscono "scismatico", e persino Papa Francesco sembra aver perso il controllo di questo processo. Pensa che la Chiesa in Germania sia sulla via dello scisma o che sia una strada da percorrere per la Chiesa universale?

Quello che sentiamo sul cammino sinodale tedesco è una cattiva notizia per la Chiesa cattolica. È come minimo eretico e forse pericolosamente sulla strada dello scisma. I leader della Chiesa in Germania non hanno sentito che Papa Francesco ha detto che abbiamo una Chiesa protestante in Germania ma che non abbiamo bisogno di averne un’altra?


13) Papa Francesco sta dando sempre più spazio ai laici, che avranno, ad esempio, la possibilità di votare nell'assemblea sinodale sulla sinodalità. Pensa che questo sia rilevante o teme derive?

L'impegno dei laici nell'evangelizzazione deve essere incoraggiato. Il Papa ha la discrezione di decidere chi vota e chi non vota in un sinodo.


14) Quali sono, secondo lei, le sfide più urgenti che la Chiesa deve affrontare oggi?

Alcune delle sfide che la Chiesa deve affrontare oggi sono: più ascolto del Vangelo, più preghiera, un più chiaro esercizio del magistero da parte del Papa e dei Vescovi, più armonia e unità tra tutti i leader della Chiesa, uno sforzo continuo per proteggere i minori e gli adulti vulnerabili dagli abusi, la fede eucaristica e la conseguente devozione, un maggiore desiderio di distribuire meglio i sacerdoti tra le diocesi che ne hanno di più e quelle che ne hanno di meno, la difesa della famiglia e delle virtù che proteggono il matrimonio e la famiglia, e non permettere che la Chiesa sia spaventata dallo spirito del mondo.


15) Visto che Cardinalis viene letto da tutti i Cardinali, quale messaggio vorrebbe trasmettere ai suoi colleghi?

Amare il Signore Gesù e la sua Chiesa. Serviteli secondo il Vangelo.


16) "Anche i Cardinali assistono il Romano Pontefice (...) con i vari uffici che compiono nell'assistere il Romano Pontefice specialmente nella cura quotidiana di tutta la Chiesa" (Can. 349). Alla luce di questa norma, quale consiglio darebbe al Santo Padre o ai suoi successori?

I Papi sanno che il servizio assegnato loro dal Signore non è facile. I Papi hanno bisogno di tutto il nostro amore, sostegno e aiuto. Papa Francesco ci chiede spesso di non dimenticare di pregare per lui.


La rivista Cardinalis vi offre questo articolo ma abbiamo bisogno del vostro sostegno per informare i cardinali. Potete sostenerci qui: https://sostienici.cardinalis-magazine.com/

1 commento:

  1. Perché avete pubblicato questa intervista? Non è nel vostro stile. A me questo cardinale sembra così equilibrato ...

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