Riceviamo e pubblichiamo.
L.V.
Per la libertà della Messa tradizionale
40ª dimostrazione pacifica e di preghiera davanti alla Nunziatura apostolica in Francia
Il 14 maggio scorso, per la quarantesima volta, abbiamo pregato e manifestato davanti alla Nunziatura Apostolica in Francia dalle ore 12 alle ore 12:45.
Abbiamo ricevuto la spiacevole notizia di questo discorso del Papa agli insegnanti e studenti del Pontificio Istituto Liturgico Sant’Anselmo, pronunciato il 7 maggio, giorno della nostra ultima manifestazione (cfr. Lettera della Paix Liturgique 862). Il discorso ha accusato coloro che praticano la liturgia tradizionale di “formalismo”, di farne “una bandiera di divisione” e che “si allontanano dalla Chiesa”. È vero che questo discorso era più una dichiarazione spinta da una personale afflizione che una dichiarazione di intenti di abolire la liturgia antica, come risultava invece chiaro da Traditionis Custodes e dalla Lettera che l’accompagnava.
Abbiamo poi notato con grande gioia che, all’udienza generale di mercoledì 4 maggio, il Papa ha salutato gentilmente le “Madri dei sacerdoti” che celebravano la Messa tradizionale. Dopo il loro lungo pellegrinaggio di 1500 Km, “La via romana”, gli hanno consegnato un pacco di lettere per chiedere la revoca delle misure che ostacolano la celebrazione dell’antica liturgia. In una dichiarazione rilasciata l’11 maggio, la “Via Romana” ha detto di essere “in attesa di un gesto da parte del Santo Padre, sperando che ascolti il grande appello che gli è stato portato”.
Ma allo stesso tempo, l’arcivescovo Roche, prefetto della Congregazione per il Culto Divino, ha annunciato un documento della sua Congregazione sulla “formazione liturgica di tutti i battezzati” - Omnes (omnesmag.com), che sembrano non essere sufficientemente informati sui benefici della nuova liturgia: “Per la prima volta nella storia, dal Concilio Vaticano II, abbiamo [con la Lumen Gentium] nel Magistero una dichiarazione sulla natura della Chiesa”, dice ingenuamente il Prefetto, che continua: “Non è solo il sacerdote a celebrare la Messa, ma tutti i battezzati. […] Secondo la Sacrosanctum Concilium, egli ha il diritto e il dovere di partecipare alla liturgia; ciò contrasta con il rito riportato nel Messale del 1962, dove il sacerdote era considerato il rappresentante di tutti i presenti alla celebrazione della Messa”. E insiste – senza dubbio in modo fondato anche se lo fa da teologo un po’ sommario – sulla differenza tra le due ecclesiologie che stanno alla base delle due liturgie.
Prendiamo dunque atto di quanto ci dice, che ci sono due modi di intendere la Chiesa, così come ci sono due modi di celebrare, ma non accusateci allora di essere noi a iniziare una guerra e di diffondere discordia! Perciò, pacificamente ma incrollabilmente, chiediamo e chiederemo la libertà di pregare secondo la forma che abbiamo ricevuto dalla nostra Madre Chiesa.
Lo facciamo in unione con i fedeli parigini che protestano, di Notre-Dame du Travail (le domeniche alle ore 18), di Saint Georges de La Villette (i mercoledì alle ore 17), di Saint François Xavier (i mercoledì alle ore 19:15) e delle sentinelle davanti agli uffici dell’arcidiocesi.
Vedo che li stanno facendo tremare tutti!
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