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venerdì 9 luglio 2021

Ancora sulle recenti nuove "parrocchie personali", un'analisi di Paix Liturgique

Ecco per i nostri lettori alcune le prime brevi analisi e considerazioni uscite per i tipi di Paix Liturgique in relazioni alle recenti, quasi contemporanee, erezioni canoniche delle parrocchie personali a Ferrara e a Montauban, in Francia.
Con l'occasione rinnoviamo l'auspicio che simili iniziative possano essere presto seguite anche da altri Ordinari, soprattutto nel nostro paese.
Sul punto si confrontino i nostri post QUI1 e QUI2.

AZ


Paix Liturgique
Lettera 806 del 06.07.2021


Libertà della Messa tradizionale: ieri Roma contro i vescovi; oggi i vescovi contro Roma?
L'erezione di due parrocchie personali per la messa tradizionale - Analisi


Il 5 luglio sono state battute due notizie sorprendenti, come dicono i giornalisti dei dispacci di agenzia: l'arcivescovo di Ferrara, in Italia, e il vescovo di Montauban, in Francia, hanno entrambi eretto, nelle loro rispettive diocesi, una parrocchia personale dedicata alla Forma Straordinaria.

Tutto ciò arriva in un momento di estrema tensione sulle questioni tradizionali, con il Santo Padre che ha annunciato ai vescovi d'Italia che avrebbe ritrattato il motu proprio Summorum Pontificum del suo predecessore, e sulla stessa linea, l'annuncio dell'arcivescovo mons. Minnerath di Digione che stava licenziando i sacerdoti della Fraternità San Pietro che servivano un grande gruppo di fedeli tradizionali nella sua diocesi.

Ferrara, un selciato nello stagno pontificio?

Come abbiamo detto nella nostra Lettera 805, l'attuale pontificato sembra essere entrato in una fase difficile. L'opposizione alla sua linea liberale da parte dei conservatori è seguita dal malcontento di coloro che lo hanno sostenuto fino ad ora e che stanno già pensando al futuro. Al punto che un certo numero di vescovi italiani considerati progressisti riterrebbero un errore politico la decisione di rilanciare oggi una guerra liturgica, una guerra che potrebbe aggiungere solo caos al caos.

L'arcivescovo di Ferrara è l'esatto contrario di un tradizionalista (è stato nominato per invertire la tendenza dell'ex arcivescovo mons. Negri; ha partecipato all'esecuzione di Famiglia Christi, una comunità Ecclesia Dei che pratica entrambe le forme liturgiche)
[si veda anche il nostro post QUI].

Eppure, come spiega il sito Le Salon beige (A Ferrara, a differenza di Digione, un segno positivo: Erezione di una parrocchia personale per la forma straordinaria - Le Salon Beige) [si veda anche il nostro post QUI], prendendo atto dell'esistenza di un coetus fidelium existens, di un gruppo esistente di fedeli, l'arcivescovo ha deciso di offrire loro i servizi di una parrocchia personale affidata ad un sacerdote diocesano, che celebrerà la messa quotidiana e domenicale, il triduo pasquale, tutti i sacramenti e tutti i sacramentali nella forma straordinaria. Potranno essere celebrati anche i matrimoni dei fedeli legati alla Fraternità San Pio X. Con la precisazione che a queste funzioni liturgiche è connessa anche la relativa catechesi. La parrocchia in questione sarà la terza eretta in Italia.

Come non vedere, con Le Salon beige, in questa fondazione di una parrocchia tradizionale la conferma della voce secondo la quale un certo numero di prelati italiani piuttosto progressisti sono contrari al siluramento del Summorum Pontificum, e lo stesso papa Bergoglio che si è mostrato estremamente tollerante nei confronti della SSPX


Montauban, una pietra miliare nello stagno dei vescovi progressisti?

Il vescovo di Montauban, mons. Ginoux, che, come l'arcivescovo di Digione, non è lontano dalla pensione, ha preso la stessa decisione: Mons. Ginoux erige una parrocchia personale affidata all'Istituto di Cristo Re - Le Salon Beige [e il nostro post QUI]. La differenza è che Mons. Ginoux è considerato uno dei vescovi più conservatori di Francia.

Ha istituito una parrocchia personale nella forma tradizionale - la quinta in Francia - che ha affidato a una comunità Ecclesia Dei, l'Istituto di Cristo Re, nella chiesa di Gasseras, un sobborgo di Montauban, che un tempo era servita da uno di quei parroci,
don Bouzouls, che conservarono la messa di San Pio V contro ogni previsione dopo il Concilio.

In tal caso il significato dell'evento è un po' diverso. Un certo numero di vescovi, come il vescovo mons. Minnerath, intende approfittare delle prossime decisioni romane per ridurre al massimo la dimensione del Summorum Pontificum. Altri, al contrario, per apertura al mondo tradizionale vivente, per realismo, o per paura di veder rivivere il clima di guerra liturgica aperta che ha lasciato molte ferite non rimarginate in Francia, intendono al contrario perseverare nella politica di pacificazione. Citiamo, senza essere esaustivi, pur precisando che il loro impegno ha intensità diverse: mons. Ginoux, mons. Rey di Fréjus-Toulon, mons. Batut di Blois, mons. Aillet di Bayonne, mons. Bozo di Limoges, mons. Rougé di Nanterre, mons. Brouwet di Lourdes, e lo stesso mons. de Moulins-Beaufort, arcivescovo di Reims e presidente della CEF, che ha nominato due vescovi, Mons. Lebrun di Rouen e Mons. Leborgne di Arras, per stabilire relazioni più regolari con le comunità Ecclesia Dei. E altri ancora.

Il periodo che sta iniziando può essere difficile, anche molto difficile, per la messa tradizionale, ma nulla è certo. In una certa misura, si può dire che nella crisi che si è sviluppata nell'ultimo mese riguardo al Summorum Pontificum, tutti si stanno orientando per un futuro pontificato.



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