Bellissime notizie giungono dagli Stati Uniti: nella notte italiana, con 52 voti contro 48, il Senato ha confermato la nomina a giudice associato della Corte Suprema di Amy Coney Barrett, nonostante il pesante clima intimidatorio del fronte (anche mediatico) progressista.
Subito dopo la conferma, alla presenza del Presidente degli Stati Uniti, il nuovo giudice ha prestato giuramento davanti al giudice Clarence Thomas (riportiamo sotto il video del giuramento; il video integrale della cerimonia è visibile su YouTube ed il testo del primo discorso).
Di lei ci siamo già occupati (QUI, QUI, QUI, QUI, QUI e QUI): moglie, madre di sette figli, cattolica praticante, apertamente pro-vita e pro-famiglia, allieva del grande giudice Antonin Scalia.
Con lei il fronte originalista si consolida con sei potenziali giudici contro tre: un’altra battaglia vinta per i «valori non negoziabili»; preghiamo affinché si vinca anche quella nella notte tra il 3 ed il 4 novembre.
Qui per un video:
AGGIORNAMENTO DELLE ORE 12:30. Registriamo il disperato e stizzito tweet del prof. Massimo Faggioli, amico dell'inquilino di Santa Marta, sé dicente cattolico militante. Traditori ed amici dei traditori.
Sul fronte AUTENTICAMENTE cattolico – invece – riportiamo due interessanti commenti pubblicati dalla Nuova Bussola Quotidiana, a firma di Valerio Pece e di Ermes Dovico.
L.V.
OGGI IL VOTO IN SENATO
Valerio Pece
È contro l’aborto e per la famiglia, per questo Amy Barrett è profondamente disprezzata. È però anche un simbolo di resistenza al male. Il giudice cattolico salirà alla Corte Suprema nonostante il “fuoco amico” di tanti catto-dem, Faggioli e Ceccanti compresi. Oggi il voto in Senato.
Dopo essere passata sotto le forche caudine delle audizioni (sono arrivati a interrogarla finanche sul riscaldamento climatico) finalmente Amy Coney Barrett oggi riceverà il voto di conferma al Senato per la carica di giudice della Corte Suprema.
CHI HA PAURA DI A.C.B.?
Sappiamo quanto il giudice Barrett, in quanto cattolica, sia considerata “fuori luogo”, non in tono con l’establishment, assolutamente sgradita. E a dirlo sono ormai anche gli addetti ai lavori, i suoi colleghi. È stato infatti un altro giudice, Brian Hagedorn, della Corte Suprema del Wisconsin, a centrare perfettamente il punto su un attacco alla persona che non ha precedenti. Dalle colonne del Wall Street Journal Hagedorn ha dichiarato: «I critici di Amy Coney Barrett stanno imbellettando il loro scetticismo con un pretesto nobile: i giudici non dovrebbero portare le loro opinioni personali in aula. Ma la loro vera preoccupazione è molto più agghiacciante. Le élite culturali americane non sono sicure che a un cristiano fedele possa essere affidata l'interpretazione della legge». Se i media internazionali sembrano in preda ad una crisi di nervi, lo sforzo che ancora bisogna fare è quello di spiegare, fondandolo, il profondo e incontenibile disprezzo verso questa donna: un’operazione dagli evidenti contorni spirituali, e che parte, per forza di cose, dal “fuoco amico”. Vediamo.
LE BUGIE DEL TEOLOGO
Pur di non vederla sedere alla Corte Suprema, il professor Faggioli, docente di Teologia alla Villanova University di Filadelfia, in un'intervista a The Politico invita a interrogarla a fondo sulla sua fede religiosa, benché la Costituzione americana dichiari solennemente che negli Stati Uniti «nessun test religioso sarà mai richiesto come qualifica per qualsiasi ufficio pubblico». Faggioli accusa Barrett di appartenere a un «gruppo cristiano con una struttura interna altamente autoritaria» (la comunità carismatica People of Praise, ndr), per cui chiede che si indaghi a fondo sul “Patto di alleanza” che vige tra i suoi membri. «Qual è la sua natura e la sua portata? Quali sono le conseguenze della sua violazione?", si chiede preoccupato Faggioli. In realtà non ci sarebbe bisogno di ricerche in polverosi archivi vaticani, il "Patto di alleanza" è facilmente consultabile su Google (all’interno, in effetti, ci sono passaggi che alle orecchie dei modernisti di ogni ordine e grado possono suonare decisamente reazionari; come questo: «Ci impegniamo a vivere la nostra vita in vera rettitudine e santità»).
TORMENTATO DAL “POPOLO DELLA LODE”
Nella foga anti-Barrett, visto che c'è, oltre a lasciarsi andare a frecciate alla realtà religiosa nata dal cuore di san Escrivá de Balaguer («Alcune persone potrebbero comprensibilmente esitare ad avere un membro di un ordine religioso o l'Opus Dei seduto sulla Corte Suprema»), Faggioli cerca di dipingere il "Popolo della Lode" come una realtà che Papa Francesco non apprezza, anzi, che disdegna profondamente. Utilizzando strumentalmente una frase di Papa Francesco, precisamente il “Discorso del Santo Padre Francesco ai partecipanti al III Convegno Mondiale dei Movimenti e delle Nuove Comunità”, il teologo arriva a dire che il pontefice avversa la realtà cattolica del “Popolo della Lode” perché essa «usurpa la libertà individuale dei suoi membri». Peccato che il discorso papale, com'è ovvio, era naturalmente rivolto a tutte le realtà ecclesiali, a cui il Papa così si rivolgeva: «Per raggiungere la maturità ecclesiale, dunque, mantenete – lo ripeto – la freschezza del carisma, rispettate la libertà delle persone e cercate sempre la comunione». A ulteriore smentita del virulento attacco del professore di teologia, c’è il fatto che nel 2014 il Pontefice argentino ha nominato vescovo ausiliario della città di Portland proprio un membro della comunità People of Praise, mons. Peter Leslie Smith. Attenzione, citiamo l’intervista del teologo Faggioli non tanto per mostrarne il suo completo smacco (a quello ha pensato un puntualissimo articolo di risposta del New York Post) ma per sottolinearne quanto serve alla nostra indagine: la violenza gratuita e “irrazionale” che il giudice cattolico riesce a convogliare su di sé.
SILLOGISMI IMPAZZITI
Identico attacco è quella di Stefano Ceccanti, deputato piddino già responsabile nazionale della Fuci, il quale, pur di attaccare Amy Barrett, sul Riformista arriva a scomodare non solo il Concilio Vaticano II, ma addirittura la Costituzione dogmatica Dei Verbum. Il sillogismo del cattolico democratico Ceccanti – funzionale a dire che la Barrett è fuori dalla Chiesa – è questo: se il giudice Amy Barrett è “testualista” con la Costituzione (ovvero, come spiegato da Stefano Magni, aderente al dettato costituzionale originario), sarà testualista anche con la Bibbia, bypassando così la Dei Verbum, che spinge verso «un approccio ai testi sacri che è anti-testualista». Come faccia Ceccanti a ricavare l’una cosa dall’altra, e addirittura a scrivere che la Barrett è a favore della pena di morte (fa anche questo), Dio solo lo sa. Tra quel “fuoco amico” di cui stiamo citando solo qualche esempio c’è perfino una famosa suora, amatissima da tutti i democratici. È l’influente sister Simone Campbell, che scrive laconica: «Come sorella cattolica che cerca di seguire gli insegnamenti di Papa Francesco, non posso sostenere la nomina di Amy Coney Barrett alla Corte Suprema»
DISTRUGGERE VITA E FAMIGLIA
La verità è che l’ascesa di una donna con sette figli, paladina della famiglia e contraria all’aborto, ha scatenato nel mondo qualcosa che va certamente al di là del razionale. Perché? Sappiamo che sulla famiglia, secondo la profezia di suor Lucia di Fatima, si sta giocando la battaglia finale (il polverone di questi giorni sulle unioni gay sta lì a ricordarcelo; proprio suor Lucia, in una lettera del 12 aprile del 1970, parlava di un «disorientamento diabolico» che «invade il mondo» e che «oramai è entrato anche nella Chiesa»), mentre l’aborto è l’atto diabolico per antonomasia, quello che elimina la creatura che Dio, il vero nemico di Satana, ha amato sino al punto da sacrificare suo Figlio. Impossibile non accorgersi come la sola vista della (bellissima) famiglia di Amy Barrett stia destabilizzando un certo establishment radicale (un delirante commento di Michele Serra è arrivato a descrivere la famiglia del giudice come un «evidente elemento di propaganda politica per una antiabortista convinta», per di più atta a dimostrare la «non sottile intolleranza nei confronti di tutto ciò che non è una bella famiglia americana»). Nello stesso tempo sappiamo che per rafforzare l’azione terrena degli “spiriti del male” (l’espressione è paolina), continua ad essere necessario lo spargimento di sangue innocente. Il fatto, dunque, che certe lobby ed élite abbiano come massima rivendicazione il figlicidio, non può non rendere plasticamente visibile l'azione di Satana anche sul piano politico (e non può non rendere "odioso” chi prova a contenere quest’agenda).
***
UFFICIALE
Ermes Dovico
Con un voto di 52-48 il Senato americano ha confermato la nomina fatta da Donald Trump: Amy Coney Barrett siederà alla Corte Suprema, dove la giudice cattolica e madre di sette figli (due adottati) prenderà il posto della liberal Ruth Bader Ginsburg. Gioia dei gruppi pro vita.
Nella serata di lunedì 26 ottobre, mentre in Italia era già passata la mezzanotte, è arrivata la tanto attesa conferma: Amy Coney Barrett siederà alla Corte Suprema, dove prende il posto rimasto vacante a seguito della morte della liberal Ruth Bader Ginsburg.
Il Senato americano ha quindi confermato, con un voto di 52-48, la giudice nominata da Donald Trump. A nulla sono valse, dunque, le resistenze e i tentativi di boicottaggio del voto messi in atto dal Partito Democratico, che ha cercato in ogni modo di ostacolare l’insediamento della giudice cattolica e madre di sette figli, di cui due adottati ad Haiti, formatasi alla Notre Dame Law School, in cui è stata per anni docente, ed erede (nonché per un anno impiegata nel suo studio) di Antonin Scalia, al quale l'accomuna giuridicamente la dottrina dell'originalismo, cioè l'interpretazione della Costituzione nel suo senso originale.
Alla fine anche la ‘dissidente’ Repubblicana Lisa Murkowski, nota per le sue posizioni abortiste, ha votato per la conferma della Barrett, essendo rimasta convinta delle sue eccellenti qualità professionali. L’unica defezione, attesa, nel Gop è stata quella di Susan Collins, che ha votato contro la conferma.
Diversi gruppi pro vita statunitensi hanno già espresso la loro gioia per il sì definitivo del Senato alla Barrett. «La conferma del giudice Barrett segna un punto di svolta nella lotta per proteggere i bambini non nati e le madri», ha detto Marjorie Dannenfelser, presidente della Susan B. Anthony List. «Il popolo americano - ha aggiunto la Dannenfelser - può ora vedere un barlume di luce alla fine di un tunnel buio, quando la Corte Suprema può finalmente restituire al popolo la possibilità di emanare leggi che riflettono i loro valori e che salvino vite».
Il riferimento è, in primis, alla famigerata sentenza Roe vs Wade che nel 1973, parlando di diritto alla privacy e stravolgendo il senso della Costituzione, ha imposto la legalizzazione dell’aborto in tutti e 50 gli Stati federati, fino allora liberi di disciplinare la materia. Al riguardo di quella decisione, Amy Barrett ha detto più volte che non si tratta di un «super precedente», in quanto non gode del consenso - né a livello giuridico né di opinione pubblica - necessario per considerarlo tale. Tradotto - anche se il tutto va verificato alla prova dei fatti e nel caso se ne presenti l’occasione - significa che la Roe vs Wade può essere ribaltata.
La conferma della Barrett cambia gli equilibri nella Corte Suprema, dove i giudici di area conservatrice (John Roberts, Clarence Thomas, Samuel Alito, Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh e appunto Amy Coney Barrett, gli ultimi tre nominati da Trump) godono adesso di una maggioranza, almeno sulla carta, di 6-3. Scriviamo “sulla carta” perché Roberts ha votato più volte con i liberal, come per esempio nella decisione pro Lgbt di giugno 2020 (in merito ai licenziamenti); e con lui, in quell’occasione, ha votato anche Gorsuch. Lo stesso Kavanaugh ha deluso in più circostanze le aspettative dei pro life, o votando con i liberal o votando nel verso giusto ma adducendo ragioni meramente formali (vedi qui e qui). Inoltre, rimane il timore, nel caso di vittoria di Joe Biden alle presidenziali, che i Dem possano forzare la mano accrescendo - rispetto ai tradizionali nove - il numero dei giudici della Corte Suprema (“pack the court” è l’espressione che si usa negli Stati Uniti), in modo da nominare membri favorevoli alla loro linea politica e spostare di conseguenza gli equilibri. Sul tema, Biden ha eluso una risposta diretta e detto di voler creare «una commissione bipartisan di studiosi» per «riformare» la giustizia federale.
Quel che è certo, comunque, è che intanto la Barrett, per la sua formazione e le sue dichiarazioni pubbliche, rafforza le speranze di vedere difesi il diritto alla vita dal concepimento e la libertà religiosa.
Va notato il fatto che, nonostante la feroce campagna dei Democratici e dell’intera industria abortista contro di lei, il consenso popolare verso la Barrett, dal momento della nomina da parte di Trump, è andato crescendo nei giorni delle sue audizioni al Senato, dove la donna ha risposto anche alle domande più assurde dando prova di grande intelligenza e professionalità. Uno dei più recenti sondaggi, svolto da Morning Consult/Politico sui votanti di ogni area politica, ha trovato favorevoli alla conferma della giudice il 51% degli americani, contro il 28% di contrari.
Ottimo parere di A.M. Valli, pienamente condivisibile:
RispondiElimina“Il cattolico assiste sgomento al ruolo interpretato dal papa. Ma occorre guardare in faccia la realtà, senza paura. Dall’Amoris laetitia al rifiuto di ricevere i cardinali dei dubia, dalla Laudato sì alla firma del documento di Abu Dhabi, dall’accordo segreto con il governo della Cina all’ultima enciclica Fratelli tutti, Francesco ha scelto non di confermare i fratelli nella fede, ma di ingannarli, confermando i lontani nella loro erranza e assecondando i progetti massonici-globalisti. Non a caso questo papa ha ricevuto, anche dopo Fratelli tutti, elogi e apprezzamenti a ripetizione da parte delle logge massoniche.”
https://www.radioromalibera.org/loffensiva-globalista-di-francesco-anche-il-catechismo-e-complottista/
Spero che il gregge cattolico si svegli dalla sua passività o le manovre bergogliane causeranno danni irreparabili .
RispondiEliminaOttimo. Biden non potrà "allargarsi" troppo.
RispondiElimina