E' uscita poche ore fa un'istruzione della Congregazione per il clero intitolata "La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa".
Prima facie è invereconda: qui il link per il testo dal sito della S. Sede, e qui una sintesi di Vatican News.
Ad una prima veloce lettura il peggio secondo noi è al capitolo IX (dal 94 al 100) sul ruolo dei laici, se pur vi siano presenti alcune raccomandazioni che sembrano però più di forma e destinate a salvar la apparenza venendo però puntulamente disattese.
Ai laici, pur in via del tutto eccezionale, per cause di necessità e nel rispetto di alcune precedenti disposizioni, il Vescovo può affidare incarichi propri dei ministri in sacris (assistere ai matrimoni n. 100, predicare in chiesa o in oratorio - fuori dalla Messa -n. 99, e officiare le esequie 98, 3°).
Immaginiamo quindi cosa potrà accadere in Germania ed in America latina: stanno facendo entrare dalla finestra ciò che il Sinodo - stranamente - era riuscito a tenere fuori dal portone.
Certi documenti vaticani degli ultimi anni sono la dimostrazione empirica che Dio esiste e che è cattolico: se la Chiesa può reggere a disastri simili siamo certi di essere nel giusto.
Qui un commento di Radio Spada (con alcune citazioni interessanti) e sotto il testo del capitolo IX.
Immaginiamo quindi cosa potrà accadere in Germania ed in America latina: stanno facendo entrare dalla finestra ciò che il Sinodo - stranamente - era riuscito a tenere fuori dal portone.
Certi documenti vaticani degli ultimi anni sono la dimostrazione empirica che Dio esiste e che è cattolico: se la Chiesa può reggere a disastri simili siamo certi di essere nel giusto.
Qui un commento di Radio Spada (con alcune citazioni interessanti) e sotto il testo del capitolo IX.
IX. Incarichi e ministeri parrocchiali
94. Oltre alla collaborazione occasionale, che ogni persona di buona volontà – anche i non battezzati – può offrire alle attività quotidiane della parrocchia, esistono alcuni incarichi stabili, in base ai quali i fedeli accolgono la responsabilità per un certo tempo di un servizio
all’interno della comunità parrocchiale. Si può pensare, ad esempio, ai catechisti, ai ministranti, agli educatori che operano in gruppi e associazioni, agli operatori della carità e a quelli che si dedicano ai diversi tipi di consultorio o centro di ascolto, a coloro che visitano i malati.
all’interno della comunità parrocchiale. Si può pensare, ad esempio, ai catechisti, ai ministranti, agli educatori che operano in gruppi e associazioni, agli operatori della carità e a quelli che si dedicano ai diversi tipi di consultorio o centro di ascolto, a coloro che visitano i malati.
95. In ogni caso, nel designare gli incarichi affidati ai diaconi, ai consacrati e ai fedeli laici che ricevono una partecipazione all’esercizio della cura pastorale, occorre usare una terminologia che corrisponda in modo corretto alle funzioni che essi possono esercitare conformemente al loro stato, così da mantenere chiara la differenza essenziale che intercorre tra il sacerdozio comune e il sacerdozio ministeriale, e in modo che sia evidente l’identità dell’impegno ricevuto da ciascuno.
96. In tale senso, innanzitutto, è responsabilità del Vescovo diocesano e, per quanto gli compete, del parroco, che gli incarichi dei diaconi, dei consacrati e dei laici, che hanno ruoli di responsabilità in parrocchia, non siano designati con le espressioni di “parroco”, “co-parroco”, “pastore”, “cappellano”, “moderatore”, “coordinatore”, “responsabile parrocchiale” o con altre denominazioni simili[141], riservate dal diritto ai sacerdoti[142], in quanto hanno diretta attinenza con il profilo ministeriale dei presbiteri.
Nei confronti dei suddetti fedeli e dei diaconi, risultano parimenti illegittime e non conformi alla loro identità vocazionale, espressioni come «affidare la cura pastorale di una parrocchia», «presiedere la comunità parrocchiale», e altre similari, che si riferiscono alla peculiarità del ministero sacerdotale, che compete al parroco.
Più appropriata sembra essere, ad esempio, la denominazione di “diacono cooperatore” e, per i consacrati e i laici, di “coordinatore di.. (un settore della pastorale)”, di “cooperatore pastorale”, di “assistente pastorale” e di “incaricato di.. (un settore della pastorale)”.
97. I fedeli laici a norma del diritto possono essere istituiti lettori e accoliti in forma stabile, tramite apposito rito, secondo il can. 230, § 1. Il fedele non ordinato può assumere la denominazione di “ministro straordinario” solo se, effettivamente, è stato chiamato dall’Autorità competente[143] a compiere le funzioni di supplenza di cui ai cann. 230, § 3 e 943. La deputazione temporanea nelle azioni liturgiche, di cui al can. 230, § 2, anche se si protrae nel tempo, non conferisce alcuna denominazione speciale al fedele non ordinato[144].
Tali fedeli laici devono essere in piena comunione con la Chiesa Cattolica[145], aver ricevuto una formazione adeguata alla funzione che sono chiamati a svolgere, nonché tenere una condotta personale e pastorale esemplare, che li renda autorevoli nello svolgere il servizio.
98. Oltre a quanto compete ai Lettori e agli Accoliti stabilmente istituiti[146], il Vescovo, a suo prudente giudizio, potrà affidare ufficialmente alcuni incarichi[147] ai diaconi, alle persone consacrate e ai fedeli laici, sotto la guida e la responsabilità del parroco, come, ad esempio:
1°. La celebrazione di una liturgia della Parola nelle domeniche e nelle feste di precetto, quando «per mancanza del ministro sacro o per altra grave causa diventa impossibile la partecipazione alla celebrazione eucaristica»[148]. Si tratta di una eventualità eccezionale, a cui fare ricorso solo in circostanze di vera impossibilità e sempre avendo cura di affidare tali liturgie ai diaconi, qualora siano presenti;
2°. L’amministrazione del battesimo, tenendo presente che «ministro ordinario del battesimo è il Vescovo, il presbitero e il diacono»[149] e che quanto previsto dal can. 861, § 2 costituisce un’eccezione, da valutarsi a discrezione dell’Ordinario del luogo;
3°. La celebrazione del rito delle esequie, nel rispetto di quanto previsto dal n. 19 dei Praenotanda dell’Ordo exsequiarum.
99. I fedeli laici possono predicare in una chiesa o in un oratorio, se le circostanze, la necessità o un caso particolare lo richiedano, «secondo le disposizioni della Conferenza Episcopale»[150] e «in conformità al diritto o alle norme liturgiche e nell’osservanza delle clausole in essi contenute»[151]. Essi non potranno invece in alcun caso tenere l’omelia durante la celebrazione dell’Eucaristia[152].
100. Inoltre, «dove mancano sacerdoti e diaconi, il Vescovo diocesano, previo il voto favorevole della Conferenza Episcopale e ottenuta la licenza dalla Santa Sede, può delegare dei laici perché assistano ai matrimoni»[153].
E il cavallo di Troia al Sinodo Tedesco...ce ne mancheranno altre!
RispondiEliminaIl cavallo di Troia scalpita dagli anni '60, ma tutti continuano a dire che è stata la migliore cosa successa dalla Chiesa nella sua storia.
EliminaTimeo modernistas et dona ferentes.
Ottimo così.
RispondiEliminaSe i seminari si svuotano sempre più, di chi è la colpa se non loro?
I seminari sono semi vuoti, e quei pochi sani di mente che provano ad entrare scappano a gambe levate dopo poco. Luoghi assolutamente inadatti a formare presbiteri nell'anno del Signore 2020. Tra 20/30 anni, quando i sacerdoti anziani saranno morti, altro che laici a celebrare le esequie. O si affideranno solo agli Africani, o dovranno per forza di cosa abolire il celibato.
E i sacramenti non saranno più validi cosi come la Salvezza Eterna.
EliminaTranquillo che tra 20/30 anni, continuando con quest'andazzo, in chiesa non ci andrà più nessuno. I seminari modernisti, così come le parrocchie modernista e le scuole moderniste sono luoghi pericolosi per la salute dell'anima.
EliminaGrazie al Cielo, invece, i seminari cattolici continuano a formare preti come la Chiesa li ha sempre voluti e i fedeli che se ne accorgono sono sempre di più. Ora c'è solo da aspettare che l'erbaccia si secchi del tutto, così che si possa ricostruire una volta sgomberato il campo.
Anonimo21 luglio 2020 11:46
EliminaQuei pochi seminari esistenti sfornano animatori sociali e assistenti sociali, chi più o chi meno fantasiosi e di impronta protestante.
Tutti i commenti contengono concetti condivisibili. Io vorrei comunque verificare se, in proporzione, a una diminuzione enorme di fedeli corrisponde una diminuzione altrettanto drastica di sacerdoti. Se veramente in chiesa non ci va più nessuno, dovrebbe diminuire fortemente anche la richiesta di qualcuno che celebri un matrimonio, un battesimo, ecc. Nella mia zona ad esempio ci sono quasi più sacerdoti che fedeli (se non conto gli over 70 posso togliere il "quasi").
EliminaQuesto articolo ci informa che non ci sono novità in quanto le disposizioni esistevano già. C'è poco da stare allegri!!!! https://lanuovabq.it/it/nozze-ed-esequie-non-ce-nessuna-novita
RispondiEliminaSempre più verso il protestantesimo. Evviva Lutero!
RispondiEliminaQuesti provvedimenti possono stupire solo gli ignoranti in materia di religione. Le esequie non sono un sacramento, per aspergere il feretro con l'acqua benedetta ed incensarlo non ci vuole l'ordine sacro; i ministri del matrimonio sono gli sposi e il battesimo ha sempre potuto amministrarlo chiunque.Tanto rumore per nulla, peraltro si parla di casi eccezionali, dove c'è il prete continuerà lui a fare le cose. Ignoranza abissale: nel servizio del tg5 hanno pure detto che i laici potranno "celebrare messa ma senza fare l'omelia", non sanno neanche di cosa parlano.
RispondiEliminaTutto già previsto dal Codice di Diritto Canonico promulgato da San Giovanni Paolo II Papa. Dove sta la novità, di grazia?
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