E poi ci si domanda come mai molti fedeli preferiscono la Messa antica!
Perchè, come detto bene da M. Gurtner, il rito tridentino affascina non perchè "antico" ma più ieratico e "adorante", incentrato su Dio.
Dagli amici di Libertà e Persona.
Perchè, come detto bene da M. Gurtner, il rito tridentino affascina non perchè "antico" ma più ieratico e "adorante", incentrato su Dio.
Dagli amici di Libertà e Persona.
L

“Quando si compie un abuso nella celebrazione della sacra Liturgia, si opera un’autentica contraffazione della Liturgia cattolica.” R.S. 169
Sono passati ormai tredici anni da quando è stato pubblicato il documento “Redemptionis sacramentum”, riguardante alcune cose che si devono osservare ed evitare circa la Santissima Eucaristia, ad opera della Congregazione del Culto Divino.
Questo documento nasceva dopo un travaglio durato quasi quarant’anni, ovvero dalla “riforma” liturgica di Paolo VI, nel tentativo di riequilibrare certi eccessi e “senso di creatività” in ambito liturgico nel post Concilio. Per i membri della Congregazione i meriti derivanti dalla riforma liturgica del Vaticano II sono rilevanti, tuttavia “non mancano delle ombre”, come ebbe a dire anni prima Giovanni Paolo II. “Non si possono, pertanto, passare sotto silenzio gli abusi – recita il testo – anche della massima gravità, contro la natura della Liturgia e dei sacramenti, nonché contro la tradizione e l’autorità della Chiesa, che non di rado ai nostri giorni in diversi ambiti ecclesiali compromettono le celebrazioni liturgiche. In alcuni luoghi gli
Questo documento nasceva dopo un travaglio durato quasi quarant’anni, ovvero dalla “riforma” liturgica di Paolo VI, nel tentativo di riequilibrare certi eccessi e “senso di creatività” in ambito liturgico nel post Concilio. Per i membri della Congregazione i meriti derivanti dalla riforma liturgica del Vaticano II sono rilevanti, tuttavia “non mancano delle ombre”, come ebbe a dire anni prima Giovanni Paolo II. “Non si possono, pertanto, passare sotto silenzio gli abusi – recita il testo – anche della massima gravità, contro la natura della Liturgia e dei sacramenti, nonché contro la tradizione e l’autorità della Chiesa, che non di rado ai nostri giorni in diversi ambiti ecclesiali compromettono le celebrazioni liturgiche. In alcuni luoghi gli
Il centro della Liturgia, ricorda sempre il documento, non sta tanto nell’aspetto conviviale, di per se poco significativo se non vissuto alla luce della natura “sacrificale dell’Eucaristia […] considerata tra i principali criteri per una piena partecipazione di tutti i fedeli”. «Spogliato del suo valore sacrificale, il mistero viene vissuto come se non oltrepassasse il senso e il valore di un qualsiasi incontro conviviale e fraterno» (Giovanni Paolo II). Nella celebrazione invece si deve porre particolare attenzione sia alla materia della Santissima Eucarestia (pane azzimo e preparato con frumento, vino ottenuto da vite naturale) che alla Preghiera Eucaristica. Quest’ultima essendo “il culmine dell’intera celebrazione”, va recitata esclusivamente dal sacerdote nel silenzio dell’assemblea. Non devono, perciò, sovrapporsi “altre orazioni o canti, e l’organo o altri strumenti musicali tacciano”. Costituisce un grave abuso, invalso in alcuni luoghi, di spezzare l’ostia al momento della consacrazione, “tale abuso si compie, però, contro la tradizione della Chiesa e va riprovato e molto urgentemente corretto”.
Attento deve essere anche il decoro per l’altare e per i paramenti e “sacri lini che splendano, secondo le norme, per dignità, decoro e pulizia”, e la celebrazione accompagnata da “idonea musica sacra”. Anche il rispetto per le rubriche le formule liturgiche deve essere scrupolosamente rispettato: “Si ponga fine al riprovevole uso con il quale i Sacerdoti, i Diaconi o anche i fedeli mutano e alterano a proprio arbitrio qua e là i testi della sacra Liturgia da essi pronunciati. Così facendo, infatti, rendono instabile la celebrazione della sacra Liturgia e non di rado ne alterano il senso autentico”. La parola dei ministri è, dunque, elemento essenziale anche nell’omelia, la quale si deve centrare “strettamente sul mistero della salvezza…[cercando di] non svuotare il senso autentico e genuino della parola di Dio, trattando, per esempio, solo di politica o di argomenti profani o attingendo come da fonte a nozioni provenienti da movimenti pseudo-religiosi diffusi nella nostra epoca”. Infine va considerato nel modo più severo l’abuso di introdurre nella celebrazione della santa Messa elementi contrastanti con le prescrizioni dei libri liturgici, desumendoli dai riti di altre religioni.
Nel documento (a cui rimandiamo nel link in fondo alla pagina) c’è questo e molto altro. Ci domandiamo oggi quanti sacerdoti tengano conto di questa importante istruzione (in quanto riguarda la celebrazione dell’Eucaristia, centro di tutta la vita cristiana). Sotto il pontificato di Benedetto XVI abbiamo assistito al tentativo di dare nuovo e deciso vigore a quella che in diversi hanno chiamato “la riforma della riforma liturgica”, in particolare con la pubblicazione del motu proprio “Sommorum Pontificum” e dell’esortazione “Sacramentum caritatis”. Ci chiediamo cosa sia rimasto, a distanza di pochi anni, di questo coraggioso ma indispensabile tentativo. Tra poco assisteremo al rientro ufficiale della Fraternità Sacerdotale San Pio X, percorso iniziato sotto Giovanni Paolo II, ma accelerato con Benedetto XVI, che certamente darà nuovo vigore alla “riforma della riforma”. La FSSPX ha sempre difeso la purezza della millenaria liturgia cattolica, ripagata da chiese e seminari pieni, vedremo se questo “ritorno” aiuterà a recuperare, come voleva Romano Guardini, il vero e autentico “sensus fidei”.
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/ccdds/documents/rc_con_ccdds_doc_20040423_redemptionis-sacramentum_it.html#_ftnref223
Mi piacerebbe vedere Gesù che, apparendo all'improvviso, buttasse fuori a calci nel di dietro questi spregevoli profanatori. Forse i mercanti di cui rovesciò tavoli e sedie, erano dopotutto assai meno corrotti.
RispondiEliminaOrmai il Tabernacolo è considerato un orpello inutile in molte chiese. Bisogna rimetterlo al centro dell'Altare Maggiore.
RispondiEliminaLa cosiddetta 'riforma della riforma', è una pia e deviante illusione perché quelli che vengono definiti 'abusi' sono connaturati alla riforma stessa a partire dall'equivoca SC alla quale fanno appello certi tradizionalisti cui dà voce oggi il card. Sarah. Infatti vi si auspica la più ampia partecipazione del popolo (!?!) che per tantissimi può significare creatività fino all'assemblea che consacra. Il gregoriano è la musica principale (notare la subdola sottigliezza) a " parità di condizioni" quindi può essere sostituito dal rock . L'organo è lo strumento principe ma si ammettano anche altri strumenti, quindi chitarra e tamburello." Si "promuova il canto popolare religioso", quindi anche gli strilli con la danza visto che si aggiunge :" promuovere la musica tradizionale dei popoli" . Continuare? Insomma le smagliature della SC, di cui forse la maggioranza dei padri conciliari non ha intuito le conseguenze, son divenute lacerazioni, giustificate ( e non troppo a torto) con esigenze pastorali, inculturazione, partecipazione etc. etc. .
RispondiElimina@ anonimo 18.40
RispondiEliminasono d'accordissimo.
Tuttavia ad onor del vero la SC dice che a parità di condizione è da preferire il gregoriano.
La SC è fuffa, visto che rinnega in buona parte la "Mediator Dei" e introduce il protestantesimo nella liturgia (il popolo protagonista e il sacerdote "capo dell'assemblea")....
EliminaTornare alla Mediator Dei subito!!!
RispondiEliminaSpero che si ritorni un giorno alla Messa antica. Amen.
RispondiEliminaSpero che si ritorni un giorno alla Messa antica. Amen.
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