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martedì 27 settembre 2011

Socci: "Dimissioni del Papa… Preghiamo che Dio ce lo conservi a lungo"

di Antonio Socci - da Libero del 25 settembre 2011

Per ora è una voce (un’ipotesi personale di Joseph Ratzinger) e spero che non diventi mai una notizia. Ma poiché circola nelle più importanti stanze del Vaticano merita molta attenzione.
In breve: il Papa non scarta la possibilità di dimettersi allo scoccare dei suoi 85 anni, ovvero nell’aprile del prossimo anno.
Che Ratzinger ritenga possibile questa scelta è noto almeno dal 2002, quando si dovette studiare l’eventualità con l’aggravarsi della malattia di Giovanni Paolo II.
Ma Ratzinger è tornato sull’argomento anche da Papa. Nel libro intervista “Luce del mondo”, uscito nel 2010, interpellato dal giornalista Peter Seewald, ha dichiarato: “Quando un Papa giunge alla chiara consapevolezza di non essere più in grado fisicamente, psicologicamente e mentalmente di svolgere l’incarico affidatogli, allora ha il diritto ed in alcune circostanze anche il dovere di dimettersi”.
Oggi papa Benedetto sembra veramente in forma, eppure si pone il problema della sua età e delle sue energie: “a volte sono preoccupato” ha confidato a Seewald “e mi chiedo se riuscirò a reggere il tutto anche solo dal punto di vista fisico”.
Con l’enorme mole di lavoro che sta facendo per la Chiesa e l’immenso carico di responsabilità spirituale che porta, il Papa ha affermato nel 2010 di sentire tutto il peso dei suoi 83 anni: “confido nel fatto che il buon Dio mi dà la forza di cui ho bisogno per fare quello che è necessario. Però mi accorgo anche che le forze vanno diminuendo”.
Egli sa di essere “ai limiti dell’umanamente possibile a quell’età”.
E’ in questo contesto che è nata in lui l’ipotesi (per ora solo un’ipotesi) di cogliere il passaggio degli 85 anni per passare la mano. Tuttavia lui stesso aveva dichiarato un problema morale.
A Seewald infatti – che l’aveva interpellato durante la terribile tempesta legata allo scandalo della pedofilia – il papa aveva spiegato:“Quando il pericolo è grande non si può scappare. Ecco perché questo sicuramente non è il momento di dimettersi. E’ proprio in momenti come questo che bisogna resistere e superare la situazione difficile. Ci si può dimettere in un momento di serenità, o quando semplicemente non ce la si fa più. Ma non si può scappare proprio nel momento del pericolo e dire. ‘se ne occupi un altro’ ”.
Oggi quella terribile tempesta, che Benedetto XVI ha definito “la peggiore persecuzione”, ormai sembra sia stata superata dalla Chiesa proprio grazie alla guida limpida e santa di questo pontefice che ha saputo chiedere perdono e insegnare umanità e umiltà (a Malta, un rappresentante delle vittime di abusi, Joseph Magro, dopo l’incontro col Santo Padre, ha dichiarato: “Il Papa ha pianto insieme a me, pur non avendo alcuna colpa per ciò che mi è accaduto”).
Tuttavia il momento della Chiesa è sempre duro e c’è un accanimento particolare proprio nei confronti di questo pontefice. Il filosofo ebreo francese Bernard Henri Lévy ha denunciato che tutte le volte in cui si parla di Papa Ratzinger “la discussione è dominata da pregiudizi, da insincerità fino alla più completa disinformazione”.
Quanto più si conosce questo uomo di Dio come un padre mite, sapiente, umano, tanto più sembra scatenarsi la corsa a demonizzarlo o umiliarlo.
Basta scorrere le cronache delle ultime settimane: il 13 settembre c’è chi addirittura vuole trascinarlo davanti al tribunale dell’Aja con la surreale accusa di “crimini contro l’umanità”, intanto dalla Germania arrivavano voci ostili al viaggio pontificio, il 20 settembre Umberto Eco lancia la sua ridicola bocciatura del papa come teologo sostenendo che perfino “uno studente della scuola dell’obbligo” argomenterebbe meglio di lui.
In questi giorni in Germania è stato accolto da varie manifestazioni ostili e secondo un sondaggio due terzi dei cattolici tedeschi (allo sbando per decenni di guida progressista della chiesa teutonica) hanno definito “per niente o poco importante” per sé la visita del Papa.
Mentre cento parlamentari si sono assentati polemicamente quando lui doveva parlare al Bundestag.
Tanta intolleranza e tanti pregiudizi risultano ancor più immotivati vista l’ammirazione generale che poi ha suscitato il discorso del Pontefice al parlamento tedesco (è sempre così: anche con il viaggio in Gran Bretagna i gelidi inglesi finirono con l’innamorarsi di questo Pontefice sapiente e umile).
Giuliano Ferrara – che è uomo colto e consapevole – dopo il discorso al Bundestag ha manifestato il suo entusiasmo, ha pubblicato per intero il testo sul “Foglio”, ha aggiunto un suo filosofico commento dove si è definito “ratzingeriano” e – pur da non credente – è arrivato ad affermare: “Solo un Papa ci può salvare”.
Ferrara che negli ultimi tempi (secondo me sbagliando) temeva che il grande papa Ratzinger (“il nostro amato Papa”) si fosse impaurito (per le virulente reazioni) dopo il discorso di Ratisbona e che lo vedeva “immerso nelle acque della sola fede”, da dove il Pontefice “invitava a pregare e a espiare le colpe personali e della chiesa”, dedito alla ricostruzione interiore della fede dei cristiani, ha ritrovato colui che considera l’unico vero, grande leader dell’umanità in questo frangente storico:“nello splendido discorso tenuto al Bundestag, il Parlamento della sua patria” ha scritto Ferrara, “è riemerso in chiara, mite e fulgidissima luce – la luce dell’intelligenza e della ragione – quel formidabile professor Ratzinger che fu eletto alla guida della chiesa di Roma su una piattaforma di lotta intellettuale ed etica alla deriva relativista e nichilista dell’occidente moderno. Che solo un Papa può salvare. Benedetto ha sorpreso tutti. Niente afflato pastorale minimalista, niente catechesi ordinaria, e invece un energico, nitido e straordinario richiamo alla sostanza di ciò che è politico, pubblico, e alla questione filosofico-giuridica di come si possa fare la cosa giusta, condurre una vita giusta, reggere governi e stati giusti, fare leggi giuste in un mondo che non dipende più dalla tradizione, dall’autorevolezza intrinseca della fede, ma dalla democrazia maggioritaria”.
E’ stata – aggiunge Ferrara – “una grande lezione filosofica, storica e teologica sui fondamenti, anzi sulla fondazione politica, della nostra cultura e della nostra idea di libertà, di umanità, di natura e di ragione. I giganti usano parole semplici e concetti alla portata di tutti, non sono esoterici, parlano al centro forte e realista dell’intelligenza umana. E così ha fatto il Papa (…). Non è un discorso intercettabile dalle polemiche e dai sofismi. Se siamo liberi, se siamo in un mondo laico, se siamo padroni del nostro destino è perché siamo cristiani. Il cristianesimo non ha imposto come legge la Rivelazione, non è la sharia, non è uno spazio mitico per litigiosi dei. Alla base dei diritti umani, delle conquiste dell’Illuminismo, dell’idea stessa moderna di coscienza, sta la scelta cristiana e cattolica in favore del diritto di natura e della legge di ragione”.
Ferrara lo spiega benissimo. Ma è davanti agli occhi di tutti la grandezza e l’umiltà di quest’uomo di Dio, che voleva lavorare per il Regno di Dio con lo studio e i libri, che non voleva essere nominato vescovo, né prefetto dell’ex S. Uffizio, che da lì aveva provato due volte a dimettersi e che – mentre lo stavano eleggendo Papa, nella Sistina – pregava così: “Signore, non farmi questo”.
Il popolo cristiano – come mostrano i due milioni di giovani accorsi a Madrid in agosto – sa che questo Papa arriva al cuore e all’intelligenza come nessun altro e le menti più limpide della cultura laica sanno che oggi Benedetto XVI è il solo faro dell’umanità in un frangente molto buio. Tutti speriamo che non ci abbandoni nella tempesta, che non lasci mai il suo ministero di padre di tutti.
Perché non tutti i papi sono uguali. San Vincenzo di Lérins diceva che “Dio alcuni papi li dona, altri li tollera, altri ancora li infligge”. Benedetto XVI è un dono a cui non possiamo rinunciare.

Antonio Socci

fonte: lo Straniero - il blog di Antonio Socci

42 commenti:

  1. Per parecchia gente Benedetto XVI fa discorsi troppo complicati, per Umberto Eco non supera il livello di uno studente di liceo.
    Credo che in questo caso la verità stia, o meglio oscilli nel mezzo: B. XVI è insieme un grande intellettuale e un'anima mite, gentile, umanamente disponibile. L'espressione "umile lavoratore nella vigna del Signore" ha l'aria di essere del tutto sincera. Il "professor" Ratzinger, fatto salvo il dogma, a cui aderisce completamente anche per fedeltà alla Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica che ama visceralmente, fin dall'infanzia, si rende conto dei problemi, anche intellettuali, che si pongono  in maniera drammatica ( ha parlato a suo tempo di "sporcizia nella Chiesa, ha fatto discutere i suoi dotti alunni di evoluzionismo, una gran questione sotto i riflettori ); problemi che finora rimangono irrisolti o hanno solo abbozzi di soluzioni. In quanto pensatore sa anche di non sapere, come pastore vede la navigazione piena di scogli e mulinelli e si rende conto della necessità di manovrare il timone con prudenza, senza strappi eccessivi. In questo senso è simile a Paolo VI, ma con una disponibilità ad aprire il suo intimo sentimento che lo fa apparire a chi sa distinguere come un'anima candida nel senso migliore della parola. Uno dei più begli esempi: ha detto che la navigazione è nella tempesta, ma che la barca è di Dio.
    Nei discorsi tiene saggiamente una via di mezzo, come si diceva: usa parole nient'affatto incomprensibili a chi, non eccessivamente acculturato, è minimamente disposto a seguirlo e a capirlo, magari con un po' di sforzo, ma sa indicare quali sono i problemi e la direzione da tenere per affrontarli e ad alludervi senza fare i discorsi "teoretici" che Umberto Eco vorrebbe ( e che B.XVI saprebbe fare ). Ma anche qui è una questione di disponibilità interiore.

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  2. PS un esempio significativo può essere visto nel discorso "urtante" e "scandaloso" a proposito di Lutero. Ha fatto la visita di prammatica alla chiesa protestante ( non farla avrebbe significato uno strappo pericoloso in questo momento ), ha evitato di bollare con toni da inquisitore o da quaresimalista l'eresia ( che pur deplora e compiange ) e ha parlato bene di Lutero. Apparentemente, perchè il succo del suo discorso è che Lutero era ALMENO preoccupato del problema della salvezza dell'anima e del rischio, sempre aperto per ciascuno, di finire all'Inferno, mentre il protestantesimo liberale che occupa praticamente il campo del mondo "evangelico" non se ne dà ormai la minima cura, interessandosi ( quasi ) solo di filantropia, di azione sociale, in un orizzonte praticamente solo terreno. Un elogio papale che contiene una deprecazione e un rimprovero che bisogna saper leggere tra le righe.

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  3. Ed a proposito di discorsi vi invito a leggere quello che ha pronunciato di fronte al Parlamento tedesco nei giorni scorsi: straordinario per quel che dice (senza paura, senza tentennamenti) e sconvolgente per la sua chiarezza.  http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2011/september/documents/hf_ben-xvi_spe_20110922_reichstag-berlin_it.html

    La stampa, giustamente, da oggi risalto alle parole pronunciate ieri dal Cardinale Bagnasco. Parole importanti ma con un taglio italocentrico, per ragioni evidenti e drammatiche. Ma il discorso del Papa a Berlino avrebbe meritato senza ombra dubbio un'attenzione ben maggiore, perchè fuori da ogni contingenza politrica e con una portata storica che trascende i problemi quotidiani.

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    1. A proposito di tedeschi gente pratica e poco bigotti , ricordo che un settimanale mise in prima pagina il ritratto del papa che si era orinato addosso , dopo la denuncia del vaticano contro il settimanale
      la rivista fu sequestrata , ma il giornale giustamente continua a spiegare la ciarlataneria religiosa della chiesa cattolica..

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  4. No! Per carità! Papa fino alla morte.

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  5. Questo articolo è molto interessante, soprattutto perché offre il punto di vista di un ateo (sebbene G. Ferrara sia 'particolare' come ateo) e completa così le comunque valide considerazioni dei giorni passati, in particolare quelle in cui si distingueva una cocente delusione da parte di chi si aspettava dei discorsi con un taglio ben diverso. Me compreso.

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  6. Ciò che importa è che in Vaticano si ritoni alla vera Fede espressa dalla Tradizione, non importa invece chi lo Spirito Santo sceglierà per questa gloriosa impresa.

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  7. Concordo. Il papa non ha 'elogiato' Lutero come qualcuno, in particolare i luterani stessi, hanno voluto intendere, arrivando addirittura a parlare di 'riabilitazione'. Ha semplicemente lodato lo zelo con cui quell'ex-monaco si poneva il problema del rapporto con Dio e della salvezza, che si riallaccia con quanto ha detto a proposito degli agnostici: meglio coloro che si impegnano energicamente per cercare la Verità, (e quando la scoprono sanno apprezzarla come si deve), piuttosto che i tanti cristiani anonimi che si accontentano di una mera appartenenza ufficiale (quelli a cui, se dici 'Voi avete la Verità', ti rispondono 'Sì, e allora? Che cambia?').
    Il papa vuole impegno per la Verità, vuole una fede sicura ed energica, perchè ha ben detto che la crisi della cultura occidentale, e della Chiesa in generale, non nasce da problemi di struttura: è proprio la materia prima, la fede, ad essere in crisi.
    E tornando a Lutero, lo stesso papa, ha lodato il suo zelo ma ha pure specificato che l'ecumenismo non può essere inteso come i giochini diplomatici, come una serie di scambi e favori. Insomma, non può mai prescindere dalla Verità. Ovvio quindi che nonostante lo zelo lodevole, la Chiesa Cattolica non può approvare la nuova dottrina, e la nuova antropologia, nati dallo zelo luterano, perchè in troppi punti divergono dalla Verità.
    Riguardo le dimissioni, non mi preoccupo più di tanto: ci pensarono sia Pio XII, sia Paolo VI, sia Giovanni Paolo II nei loro ultimi anni e alla fine tutti conclusero che sarebbero rimasti al loro posto finché Dio avesse voluto.
    Benedetto XVI farà lo stesso. ;)

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  8. Horresco audiens!
    Benedetto XVI ha giustamente affrontato, in modo umile e realistico, un'eventualità che è già prevista dal Diritto Canonico.
    In quel limite indefinito fra un Papa gravemente infermo ed un Papa che è realmente inabilitato a svolgere il suo ministero, Ratzinger apre uno spiraglio di una forma di "ritiro volontario", una sorta di testamento.
    I cattivi interpreti di questo concetto, alludono ad una rinuncia.
    Noi vogliamo pensare che Benedetto abbia talmente a cuore il bene della Chiesa e del suo gregge, da rendere più rapido e fluido un eventuale passo che si dovesse fare in caso di sua grave infermità.
    Tutto il resto viene dal maligno e da chi, come sottilmente richiama l'articolo, in fondo teme questo Papa perché LUI è un vero, sommesso, sostanziale, grande rivoluzionario.

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  9. Dio ce lo conservi per altri cento anni!

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  10. <span>Orémus pro Pontífice nostro Benedícto. Dóminus consérvet eum, et vivíficet eum, et beátum fáciat eum in terra, et non tradat eum in ánimam inimicórum eius.</span>

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  11. Bon, iniziamo la solita solfa delle dimissioni. Caro Socci, non hai nulla di meglio da fare???

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  12. Ha ragioneFerrara: assolutamente splendido. E' riuscito a presentare nell'ambito di una sola "lezione" una problematica di una estrema complessità, e questo con una limpidezza che non esclude un'articolazione concettuale ricchissima e una rete di allusioni e indicazioni di ricerca estremamente fitta. Un esempio straordinario di pensiero organico. Sì, che Dio ce lo conservi perchè non so chi di meglio poteva esserci mandato.

    A proposito dell'incidente di Ratisbona. La "gaffe", lo "sbaglio" di Benedetto XVI è stato di fare quello che normalmente fa un professore o uno studioso di livello: citare e documentare le fonti delle sue affermazioni perchè non sembrino arbitrarie o fantasiose. Uno degli elementi più importanti di un testo a livello universitario è costituito appunto dalle note a piè di pagina o in fondo; e B. XVI è un professore professorissimo. Purtroppo in questo caso ( non l'ho detto io ) è stata carente la funzione di "filtro" dei suoi collaboratori. Già è difficile per qualunque insegnante evitare di toccare certi tasti, quando è preso dal ritmo o addirittura dalla foga del discorso; figuriamoci per un uomo di ottanta e rotti anni, che normalmente mantiene una lucidità ammirevole.
    Per ogni papa, ancor più che per ogni uomo politico, dev'essere ossessionante il timore di dire anche solo una frase o una parola inopportuna, perchè subito i massmedia ostili sono pronti a "cavalcarla".
    Un esempio famoso è quello offerto da Pio XI quando dopo la firma del Concordato disse, a proposito di Mussolini "... e FORSE ci voleva un uomo come quello che la Provvidenza ci ha mandato... ". Nella polemica anticlericale e nei libri di storia Mussolini è diventato sen'altro "l'uomo della provvidenza, senza forse. Detto da un papa che poi avrebbe scritto "Non abbiamo bisogno" e "Mit brennender Sorge", e la cui morte fece tirare al duce un respiro di sollievo:" E' morto finalmente quell'uomo terribile..."
    Gli attacchi continui a questo papa-professore di livello straordinario e all'altrettanto straordinaria mitezza e mancanza di spocchia cattedratica sono dovuti soprattutto alla ricerca di un "nemico" da demonizzare da parte della sinistra progressista. Accettato sostanzialmente il capitalismo nell'ambito dell'attività economica, il progressismo ha trovato un ambito di discorso e di intervento tale da dargli tono e tensione nel campo del costume e del comportamento individuale, che per una specie di controbilanciamento rispetto alla disciplina produttiva si vuole sottoporre a una "deregulation" pressochè totale. Come dire: da Marx a Marcuse. La Chiesa svolge la funzione di ruolo che nella sceneggiata napoletana è detta "'o malamente": il cattivone che bisogna vincere e abbattere, ma senza cui la vicenda rimarrebbe insipida. Perciò la dolorosissima e di per sè scandalosa situazione della pedofilia clericale, indice della crisi di identità e di spiritualità di molti preti, ha servito ai laicisti un magnifico cavallo da cavalcare, un saporitissimo cacio sui maccheroni ( o meglio, sulla pasta nero seppia ). Questo evitando rigorosamente di leggere i discorsi di altissimo profilo pronunciat dal papa. Addirittura alcuni dicono di riconoscere nella sua faccia un sorriso sardonico. Anche per professori e studenti della cosiddetta Sapienza ( ? ). Benedetto XVI DEVE essere 'O MALAMENTE. Altrimenti, chi mettiamo al suo posto?
    Perchè Giuliano Ferrara, pur dichiarandosi un ratzingeriano entusiasta non si converte, come altri importanti "atei devoti"? Perchè la presentazione della dottrina cristiana è oggi spesso così sommaria e spostata su una specie di esistenzialimo psicologizzante da evitare i grandi problemi "oggettivi" trattati dall'Apologetica: i"preambula fidei" che negli ultimi decenni sono diventati [...]

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  13. Concordo appieno con l'ottima descrizione del Papa filosofo-teologo. Credo che raramente nella storia vi sia stato un connubio così felice fra un teologo ed uno studioso, ed un pastore di una mitezza straordinaria. Anche se qualche stolto fa paragoni inappropriati con la "mediaticità" del predecessore, che è tutt'altra cosa.
    Non sono certo un problema gli attacchi sconclusionati di un Eco, che probabilmente deve accusare di debolezza filosofica un uomo che potrebbe, come si dice dalle nostre parti "mangiargli i risi in testa". Probabilmente per un mai sopito complesso di inferiorità in quanto come sappiamo il professor (?) Eco non è un filosofo ma un rimaneggiatore e un collazionista di filosofia, camuffato da semiologo.
    Neppure le follie delle accuse degli anticlericali. Ci sono sempre stati.
    Ora fanno finta di osannare il Papa polacco, tanto per denigrare il successore, ma neppure con lui erano molto teneri, anche se il consenso mediatico ben pilotato riusciva spesso a rintuzzare tali attacchi. 
    Quello che mi preoccupa, invece, è l'attacco all'interno della Chiesa ormai tarlata da certi fenomeni alla don Gallo, Don Farinella, l'ottimo De Capitani eccetera. E peggio, perché almeno questi, nel loro delirio, hanno il coraggio di essere espliciti e di metterci la faccia.
    Vi è un sottofondo curiale velenosissimo e pericoloso, che invece di difendere a spada tratta il Pastore che ci è stato donato, tramano alle spalle, confidenti della caducità dell'uomo e della brevità del pontificato, e della scarsa incisività nella storia, di Papa Ratzinger.
    Smentire costoro, con l'aiuto dello Spirito Santo, sarebbe una grande cosa. 

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  14. Sono stata delusa dal fatto che Socci si sia "prestato" all'argomento senza minimamente chiarire che non è da Ratzinger quel dimettersi....

    Il Papa nel libro intervista chiarisce solo IL DIRITTO di un Pontefice a lasciare la guida della Chiesa in casi estremamente gravi! punto!
    non ha parlato delle sue dimissioni, ha invece sottolineato che nonostante tutto il peso che sente di portare ovviamente LUI cercherà di portarlo FINO ALLA FINE. aripunto!
    Non si nasconde il fatto che abbia 83 anni e che sente le forze venire meno... lo abbiamo visto passeggiare con il BASTONE... e allora? da quando in qua un Papa si dimette perchè non gli funzionano le gambe? guida forse la Chiesa con i piedi?? suvvia Socci! :-D :-D

    Il Papa Ratzinger ha problemi è vero, ma legati alla deambulazione... sembra che le gambe stiano risentendo della mole di lavoro... abituati come eravamo di vedere un Ratzinger scattante, basti vedere i filmati dei primi due anni di Pontificato... è senza dubbio doloroso per noi vederlo camminare più lentamente, appoggiarsi alle braccia dei segretari, scivolare dallo scalino come è accaduto in Germania... è doloroso anche per lui doversi arrendere al fatto che il suo passo si sia rallentato....ma un Papa può guidare la Chiesa anche dalla sedia a rotelle (speriamo mai) magari riutilizzando persino la Sedia Gestatoria, hai visto mai? :-D  ma da qui a parlare di dimissioni perchè compie 85 anni, fa davvero ridere i polli!

    Ratzinger aveva già parlato, appena eletto, di STRUMENTI INSUFFICIENTI, ma con questi ha detto: ANDIAMO AVANTI!
    E allora? allora....avanti tutta, Santo Padre! se sarà necessario, la portiamo in braccio noi!! ;)

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  15. Finalmente sono d'accordo, almeno questa volta, con quanto scritto ed auspicato da Socci; intendo dire preghiamo perchè il Signore ci conservi a lungo ed in buona salute fisica e mentale l'amatissino Santo Padre Benedetto XVI

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  16. Non si rinucia al papato, non si fa PER VILTADE IL GRAN RIFIUTO!!!! Le croci vanno portate fino alla fine, fino a che il peso ci piaga tutti e ci squarcia le carni delle spalle! Ma vi immaginate se Nostro Signore, dopo la seconda caduta, avesse detto: "No, mi fermo qui"??? NO, EGLI SAPEVA QUAL ERA IL SUO MANDATO DAL PADRE; ED ANDO' AVANTI, SINO AL CALVARIO! Leone XIII regnò fino a 93 anni!

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  17. Ma è una notizia già vecchia, perché superata dalla smentita ufficiale di padre Lombardi...

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  18. <span>Dovresti chiedere a MIC se è ad'accordo con questa tua analisi del discorso del Papa al parlamento....</span> :-D :-D :-D

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  19. :-D :-D :-D confesso che non mi fido molto di Padre Lombardi.... non sarebbe la prima volta a deludere con i suoi comunicati....

    battute a parte, che spero spingano padre Lombardi ad essere sempre sincero con i suoi lettori.... è importante che la Voce Ufficiale della Chiesa si sia espressa.... che sia intervenuta, solitamente non è così solerte e precipitosa a dare chiarimenti ufficiali ;)
    e speriamo che questa pronta risposta di Padre Lombardi non nasconda invece un malessere fisico del Papa autentico....
    Ricordo quando nel 1993, all'Angelus, si notò per la prima volta la mano tremante di Papa Wojtyla.... addolorata telefonai subito al mio Confessore per confidargli le mie paure.... fu incredibile come Navarro UFFICIALMENTE minimizzasse quel tremolio quasi a dire: "ma no, non è niente! era l'immagine del televisore che tramava..."

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  20. <span>ma padre Lombardi é sempre sincero con i suoi lettori, per esempio quando dice
    "...al giorno d'oggi nessuno si sognerebbe di affermare in un seminario qualsiasi che gli insegnamenti di Teilhard deChardin sono pericolosi e in odore di eresia."</span>
    ci crede proprio a fondo.

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  21. <span>... cosi' potrà riabilitare meglio Lutero ?</span>

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  22. Non è corretto parlare di "dimissioni" eventuali del Papa. Un Papa può rinunciare al sommo pontificato, abdicare, ma non ha un contratto di lavoro da cui recedere.  A meno che non si consideri Dio stesso datore di lavoro del Papa.

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  23. Scuserete la mia riflessione ma a volte ci perdiamo in dispute cavillose e bizantinismi mentre i nemici della Chiesa lavorano per distruggerci. Socci non mi è simpatico ma, in fondo, parla a titolo personale e ciò che dice è solo una disamina cervellotica e di cui non si sentiva certo la mancanza. Dovremmo, noi tutti, concentrarci maggiormente nel contrastare quelle eresie che si sono infiltrate nella Chiesa e che la stanno portando  a scomparire. 

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  24. Totalmente d'acordo,in caso il rumore si facia piu forte saremo noi a disuaderlo.Tutti giorni con la Piazza di San Pietro gremita chiedendoli di rimanere. Preghiamo abondantemente per lui.

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  25. nessun profeta è ben accetto nella sua patria

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  26. Qualcuno mi può soiegare perchè uno come Socci ha gettato questa pietra nella palude??

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  27. Forse perché è un giornalista e qualcosa deve pur scrivere per essere pagato.

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  28. Spero che Benedetto non lasci mai!
    Ma anche scrivere "se lascia è la fine" mi sembra un'emerita cavolata.
    Cosa succederebbe se il Signore lo chiamasse imprvvisamente (come potrebbe fare con ognuno di noi)?
    Se fosse la fine significherebbe che il Papa non ha lavorato bene.
    Speriamo che anche nel  prossimo Concistoro (quello del 2010 è stato ottimo)  entrino nel Sacro Collegio ottimi cardinali, che assicurino una buona successione.

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  29. Non c'è più religione! Una volta uno era sacerdote fino alla morte, non andava in pensione come un metalmeccanico, ma continuava ad officiare fino alla fine, tipo Padre Pio e il Papa era Papa fino a che Dio non lo chiamava a se. Beh! con la crisi di lavoro che c'è, si potrebbe aprire un ospizio per ex ministri di Dio. Chissà se presto non ci sarà pure un limite per il sacramento del matrimonio, così magari a circa 75 anni mi prendo un po' di riposo da marito, figli e faccende domestiche e mi ritiro in un convento.

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  30. Beh, cara Annarita, a onor del vero tra il XII ed il XIII secolo non era insolito assistere ad una cosa del genere. Anzi. Spesso le coppie che raggiungevano una certa età, stanchi a provati da una vita che certamente non doveva essere delle più agiate, entravano in convento per trascorrere quanto restava loro da vivere. Insomma, si preparavano a morire. A tutt'oggi non vedo modo migliore per farlo. Beato chi è stato toccato da tanta Grazia.

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  31. Ma come si fa a dire certe cose?
    Le dimissioni dal papato sono SEMPRE state teoricamente possibili, ma ciò non comporta la rinunzia allo stato sacerdotale. Tutti i papi hanno sempre saputo di potersi dimettere e chissa quanti ne hanno considerato l'opportunità. L'unico che lo ha fatto, finora, è stato, come si sa, Celestino V nel 1294 (quindi, certamente, non per colpa del Concilio Vaticano II). Solo per la cronaca, Celestino V è stato canonizzato nel 1313 (quindi, ancora una volta, prima del Concilio).

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  32. @ Aloisius. Vorrei spiegare perchè personalmente preferisco papa Ratzinger a papa Wojtyla e ho esultato quando l'hanno eletto. G.P.II si presentava come l'uomo delle certezze tanto certe da non richiedere ulteriori meditazioni, ma una proclamazione ad alta voce in tutto il mondo. ( Battuta, credo americana: "Che differenza c'è fra lo Spirito Santo e Giovanni Paolo II? " "Lo Spirito Santo è ovunque, lui c'è già stato." )
    Benedetto XVI è l'uomo della fedeltà viscerale alla Chiesa ( non per nulla nato nella zona prealpina che ha dato tanti papi alla Chiesa contemporanea ) e della mitezza, che molto spesso è direttamente alimentata dallo spirito delle "beatitudini": "Beati i miti, perchè erediteranno la terra... " Inoltre, e in contemporanea, è  l'uomo della problematica: appunto perchè sa, sa anche di non sapere e riconosce apertamente quali sono le questioni irrisolte per la Chiesa in campo teologico e filosofico, con relative gravi crisi in campo dottrinale e sociale. Un atteggiamento simile aveva Paolo VI, scrittore splendido, ma con una  capacità di comunicazione pubblica inferiore ( qualcosa di arrovellato: il patriarca Roncalli lo chiamava "Sue Eminenza Amleto", i Romani disincantati "Paolo mesto" ). Credo che il discorso ai parlamentari tedeschi abbia fatto meditare molti fra quanti non erano aprioristicamente prevenuti. B.XVI ha posto dei problemi che sono di ardua soluzione anche per i laicisti. Questo perchè non è più l'età della "borghesia eroica" con il vento in poppa ( Beethoven nell'"Inno alla gioia", l'entusiasmo del 1848 ). Piuttosto è l'età di una borghesia e di una massa popolare imborghesita, con un carburante ideologico - valoriale in esaurimento.

    Quanto a certi "don",  io non riesco a chiamarli con quel titolo, perchè indica un "grado" nella gerarchia ufficiale che essi rifiutano, pensandone e dicendone peste e corna: come se un ufficiale ne sparasse di tutti i colori del suo esercito, in testa lo stato maggiore, e volesse mantenere posizione gerarchica e titolo di capitano.
    Alcuni di loro, fra gli applausi dei media laicisti, affermano pubblicamente eresie di cubatura massiccia, straindividuate e stracondannate anche da secoli e strasecoli. Il tutto senza reazioni consistenti. Forse in alto loco temono gli strappi, oppure hanno paura di perdere i pochi preti che hanno ancora. Ernesto Buonaiuti, scomunicato per modernismo, che era un grande storico della Chiesa e uno scrittore splendido, in confronto era un "fedelissimo".

    Per descrivere lo stile "svicoloso" e "scivoloso": un parroco emiliano "non allineato", che invita A PARLARE IN CHIESA Corrado Augias ( rispettabile signore  ma negatore della divinità di Gesù ).
    Diffidato risponde: "Ecco, adesso non si può più parlare di Gesù in Chiesa! "

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  33. Eco ha più o meno la profondità di pensiero di un collaboratore della "Settimana enigmistica" (degnissimo giornale, nel suo genere), tutto intento a compiacersi in arguzie e divertissements. Buon per lui. Ma lo Spirito è un'altra faccenda. Le sue censure di Benedetto XVI sembrano le obiezioni di un bambino di terza elementare davanti al David di Michelangelo: - Mamma, ma ha la testa così grossa! E che manone! -
    - Certo, Bertino, però è il David di Michelangelo... un giorno, quando sarai grande, forse capirai -

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  34. Non sarà la fine, ma quando i Celestini V se la fanno nelle brache, il rischio di ritrovarsi con un Bonifacio VIII c'è. Quindi preghiamo che il nostro Celestino tenga duro. E magari picchi anche un po' duro.

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  35. Va bene, prendo atto, sono felice che ci sia libertà, che il Papa possa dimettersi ed io entrare in convento, ma ho il cattivo vizio di vedere in ogni Papa, S.Pietro, che è morto Papa in croce.

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  36. Scusate, ma che gli è preso a Socci ultimamente? prima quella sul mosaico, ora le dimissioni del papa... ma che, ha cambiato pusher?

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  37. ...forse si vuol far spazio a qualche altro modernista! Cristo preservi la Tradizione nella Chiesa.

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  38. No caro FAX, prima di  San Celestino V c'è stato Benedetto IX, rinunziante nel 1044, rieletto per la seconda volta nel 1045 dopo Silvestro III, rinunziante ancora nello stesso anno, rieletto per la terza volta dopo Gregorio VI e Clemente II nel 1047, morto nel 1048. Inoltre Gregorio XII , papa legittimo, rinunciò nel 1415 per favorire la deposizione degli antipapi al tempo del concilio di Costanza e la ricomposizione dello scisma.

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  39. Grazie delle precisazioni, caro Ospite. Il punto è che non si può prendere spunto dalle affermazioni di un giornalista riguardo a presunte considerazioni che il Papa starebbe facendo, considerazioni che sarebbero (se vere) peraltro pienamante ortodosse, per dare la solita stoccatina al Santo Padre. Per fortuna noto, avendo iniziato a seguire da poco i commenti sul blog, che gli indignati di professione qui sono al massimo tre o quattro, anche se neon usano sempre gli stessi niknames e sono molto attivi. Comunque sono certo che Benedetto non andrà mai in "pensione". 

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  40. che picchi duro è altamente improbabile, date le palesi premesse di questi 6 anni.

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