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mercoledì 11 agosto 2010

Le "vecchie" congregazioni religiose appassiscono e non attirano più i giovani. Le nuove "tradizionaliste" fioriscono con tantissimi giovani novizi.

"Dietro i loro alti muri a volte millenari, le loro misteriose "grate" i loro abiti immutati, i monaci e le monache e i membri delle 400 comunità religiose presenti in Francia non son al riparo dalle trasformazioni del mondo cattolico. Sono anzi agli avamposti delle evoluzioni legate alla scristianizzazione.Mentre la disaffezione riguardante le vocazioni dei preti si conferma di anno in anno -con 83 ordinazioni, il 2010 ha raggiunto il minimo storico -, il mondo delle congregazioni religiose invecchia e si riduca in maniera irrimediabile. In solo dieci anni ha perso quasi un terzo dei suoi membri, sia tra uomini che tra le donne."
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Con queste gravi parole inizia l'articolo di Stéphanie Le Bars su "Le Monde" di oggi, 11 agosto 2010, pag. 9, dal titolo terribile "Les congrégations religieuses vieillissent et peinent à attirer les jeunes catholiques" (Le congregazioni religiose invecchiano e faticano ad attirare i giovani cattolici) (link all'edizione odierna in pdf del quotidiano francese).
Son parole che confermano fatti tristi a tutti noi ben noti, a cui già avevamo dedicato spazio in alcuni nostri post (ad es. link1, link2 e link3). Quindi, niente di nuovo.
Ma saperli nelle colonne del prestigioso Le Monde assumono forse più terribile drammaticità e rilevanza. Sembrano essere più veri di quanto avremmo temuto. "Ma allora... è proprio vero". Si è vero. Da anni ormai l'inaridirsi delle congregazioni religiose è (in Francia e non solo) un fenomeno evidente, continuo e destinato a non fermarsi. Ma appunto, lo sapevamo già.
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I due aspetti interessanti dell'articolo sono costituiti da due elementi: da un lato accanto all' "evaporizzazione" (per usare un termine usato dall'Autore) delle vecchie congregazioni (vecchie per età di fondazione e dei religiosi che ne fanno parte) si dichiara e si riconosce esplicitamente anche il fiorire dei giovani istituti religiosi "tradizionalisti", dall'altro sono riportate le dichiarazioni rilasciate dal vicepresidente della Conferenza dei religiosi e delle religiose francesi (Corref), Florece de La Villéon (della Congregazione della Società del Sacro Cuore), e da padre Benoit Grière, provinciale degli Assunzionisti (che stanno a capo del gruppo editoriale Bayard).
Essi sembrano essere ben consapevoli della richiesta dei giovani di esempi forti, di scelte radicali fatte per amore di Gesù, di monasteri seri in cui conoscere la teologia, pregare Dio e testimoniare la fede cristiana.
Ma i due interlocutori non si lasciano certo scappare l'occasione di irridere e quasi dileggiare queste scelte, questi sentimenti sinceri e ispirati: in altre parole sembrano farsi burla dei "cattolici tradizionalisti".
Dimostrano così di conoscere bene lo sfascio della Chiesa e degli ordini religiosi ma, troppo orgogliosi, rinnegano il fallimento degli ultimi decenni. E così, cacciando la testa sotto la sabbia, illusi insistono a dire, leibnizianamente, che comunque lo stato dei fatti sia quello migliore possibile.
L'articolo termina con un "bollettino di guerra" col novero dei "caduti" negli ultimi anni.
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Riportiamo solo alcune delle dichiarazioni, lasciando ai nostri lettori il piacere di andare a leggere l'articolo per intero, nella fedele traduzione eseguita da finesettimana.org
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"Constatiamo nei giovani un desiderio di visibilità e il bisogno di un annuncio esplicito". (De la Villèon)

però di contro afferma:
"Un tempo si entrava nella vita apostolica per una missione precisa: per delle attività umanitarie, per lavorare nell'istruzione o per essere missionari dall'altro capo del mondo. Oggi non è più necessario essere una religiosa per vivere questo tipo di esperienze: non resta quindi altro che l'appello irrazionale della vocazione" (De la Villéon)
[perché, una volta le vocazioni suscitate per il solo amore verso Gesù Cristo non nascevano? Il desiderio di insegnare, di andare in missione non era forse animato e scaturito da una forte e totalizzante vocazione? religiosa? Un tempo forse gli ordini religiosi erano considerati solo un luogo di lavoro? una società di collocamento? Ma che dice, questa signora? E la vocazione la chiama irrazionale? è accettabile se nell'accezione per cui si intende che la fede va oltre le rigide e limitate categorie della ragione!]

"In una società che non è più cristiana l'entrata in un monastero costituisce una forma di testimonianza 'eroica' della vocazione cristiana" (Grière).
[Evviva!]

E ora una chicca:
"Le giovani donne che scelgono la vita religiosa oggi sono spesso alla ricerca di strutture rigide, hanno bisogno di sapere a che ora si magia a che ora si prega. Un'impostazione così non la trovano nella vita delle nostre comunità apostoliche." (Grière)
[ahaha questa è proprio bella! e sì, le ragazze che scelgono i monasteri di clausura o anche solo con una qualche disciplina, sarebbero tutte psicopatiche e affette da autismo o infermiatà mentale -con tutto rispetto per i veri malati- che necessitano solo di orari, di organizzazione e di certezze materiali! Ma suvvia, caro Grière, è una cosa ridicola. E lei lo sa. Glielo diciamo in francese: C'èst bien ridicule!]

Meno male che ci pensa il monaco trappista (ex abate del Mont-des-Cats) dom Guillaume Jedrzejczak a riconoscere che:
"I monasteri che attirano di più sono i luoghi più tradizionalisti" (Nell'abbazia benedettina Notra Dame de Fonrgombault (Indre) ci son 60 monaci: un numero elevato, come dice l'Autore; tutte le mattine si celebra messa in latino!)
[Solo poche parole (Guai a dire di più) ma che significano molto, e tutti noi sappiamo quanto!]
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Nota dolens: "Quei luoghi [i monasteri che si è costretti a chiudere per carenza di religiosi n.d.r.] son molto apprezzati da persone di qualsiasi confessione, in cerca di quiete. Il successo dell'alberghiera monastica non si smentisce. "Nella mia diocesi, la nostra offerta non è sufficiente per rispondere alla domanda" conferma Marie-Chantal Geoffroy [superiora di un monastero della Visitazione di Voiron - Isère s.d.a.], "Abbiamo dei cristiani in ritiro, delle persone che cercano ascolto, altri, credenti o no, che sono alla ricerca di silenzio e di senso" (Geoffroy)
[che sofferenza! Che aberrazione religiosa! Che fallimento! Santi monasteri che per secoli hanno cresciuto religiosi e religiose per la Gloria di Dio, tra le cui mura son state levate pie orazioni e trattate le cose di Dio, trasformati miseramente (con compiacimento dei religiosi stessi), in alberghi per turismo "spirituale" per credenti e non credenti in cerca di "silenzio e di senso". Perché queste suore non si sforzano di nuovo, come un tempo, a far capire che non c'è miglior senso di quello cristiano? Che non c'è miglior silenzio di quello orante?]
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L'articolo di oggi uscito su Le Monde sembra far da sintesi agli ultimi nostri post.
Anche se tace ed omette sui molti istituti religiosi nuovi, quelli tradizionalisti, che traboccano di novizi, di sacerdoti, di religiosi, ma che a tutti noi son noti e cari. Ma si sa: è argomento tabù, scomodo, che scotta!
La drammaticità dell'articolo rende evidente (se mai ce ne fosse stato bisogno) di quanto la Chiesa soffra, ma implicitamente evidenza (e di questo non ce n'era certo bisogno) la provvidenziale lungimiranza del Papa: egli è quanto mai attivo nel recupero della Tradizione e favorevole e paterno nei confronti dei giovani gruppi tradizionalisti: vera speranza della Chiesa (per citare il post di ieri).
In questa ottica è stato certamente un ottimo passo quello di aver avviato i dialoghi tra S. Sede e la Fraternità Sacerdotale San Pio X. Sperando che portino ad una rinascita della Chiesa , ad una riforma, ad un "mea culpa" così come si fece nel lontano 2000 per bocca di Giovanni Paolo II. Ma questa volta per motivi più seri. Da cui molto dipende per il bene della Chiesa.
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