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venerdì 4 giugno 2010

I salmi

Ecco la prima scheda complementare alla traduzione degli inni e dei salmi del Breviarium Romanum. Si tratta della introduzione ai Salmi contenuta nella Bibbia del Ricciotti (Salani, 1950)


I Salmi


Le poesie religiose raccolte in questo libro sono chiamate in ebraico con termine collettivo di Inni, sebbene poi parecchie di esse portino iscritti in cima altri termini speciali; dai Greci furono chiamate Salmi, come pure dai Latini, che chiamarono l'intera collezione anche Salterio,

I salmi in esso contenuti sono 150, ma a causa della differente divisione di alcuni di essi la loro numerazione nel testo ebraico è differente da quella dei testi dei Settanta e della Vulgata; eccone la tabella comparativa:


Testo Ebraico Settanta-Vulgata


Salmi 1-8 Salmi 1-8

Salmi 9 + 10 Salmo 9

Salmi 11-113 Salmi 10-112

Salmi 114 + 115 Salmo 113

Salmo 116, 1-9 Salmo 114

Salmo 116, 10-19 Salmo 115

Salmi 117-146 Salmi 116-145

Salmo 147, 1-11 Salmo 146

Salmo 147, 12-20 Salmo 147

Salmi 148-150 Salmi 148-150


In questa traduzione si seguirà la numerazione della Vulgata,

L'intera collezione appare suddivisa in cinque parti, di ampiezza disuguale; esse terminano ciascuna con una «dossologia» o laude (salvo l'ultima, ove l'ultimo salmo è tutto una laude), e corrispondono per ordine ai salmi 1-40; 41-71; 72-88; 89-105; 106-150, Questa ripartizione in cinque gruppi sembra essere avvenuta, forse per ragioni liturgiche, tra i secoli IV-III a.C; in tempi anteriori i gruppi erano probabilmente solo tre, cioè: 1-40; 41-88 e 89-150, e circolavano separati tra loro, sebbene avessero già incorporato raggruppamenti minori (ad es, quello dei Salmi Graduali, 119-133).


Moltissimi salmi hanno qualche breve iscrizione, che indica o il suo autore (di David, di Asaf, ecc.), o l'occasione in cui fu composto (quando andò da lui il profeta Natan, ecc.). o la circostanza in cui doveva cantarsi (pur la dedicazione, ecc.), o il tipo della composizione (ode, cantico, ecc.), o modi musicali. Queste ultime indicazioni sono le più oscure, e risulta che furono fraintese anche dalle antiche versioni: alcune sembrano riferirsi al tono del canto (per l'ottava bassa, in contrapposto a per gli arcani , o meglio per le vergini, cioè per voci soprane); altre, allo strumento (su strumenti a corda , ecc.), altre, all'inizio di qualche nota canzone sulla cui aria doveva cantarsi il salmo («Muori per il figlio» ecc.); molte s'indirizzano genericamente al corifeo, o capomusico.


Vi sono notevoli divergenze tra queste iscrizioni dei salmi secondo il testo ebraico e secondo i Settanta o la Vulgata. Ad esempio, riguardo agli autori dei singoli salmi, ne sono attribuiti a David 76 dal testo ebraico e 85 dalla Vulgata; ai figli di Core una decina, ad Asaf una dozzina, ad altri un numero sempre minore. Una quarantina di salmi nella Vulgata, una cinquantina nel testo ebraico, sono privi del nome dell'autore.


La raccolta o raggruppamento dei salmi, l'apposizione delle varie iscrizioni, la loro definitiva fissazione nel testo odierno, avvennero soprattutto in relazione con l'uso continuo che di essi si faceva nella liturgia del tempio di Gerusalemme: perciò si compirono man mano nel lungo periodo di tempo che va dai tempi di David e della costruzione del tempio (sec, X a. C.) fino circa ai tempi dei Maccabei (sec. II a. C)-


Un impiego liturgico non minore che presso l'ebraismo ebbero i salmi presso il cristianesimo, Anche oggi la liturgia cristiana si serve incessantemente di passi dei salmi, e anticamente i fedeli li sapevano in gran parte a memoria e li cantavano negli uffici divini (vedi nell'Introduzione generale: Versioni latine. La Vulgata, la ragione per cui la nuova traduzione di S. Girolamo non prevalse sull'antica Latina),


Del resto il libro dei salmi fu, in ogni tempo, il libro prediletto delle anime nobili e pie. Anche astraendo dalle molte bellezze letterarie che lo infiorano, il vivo sentimento religioso che lo pervade ha sempre trovato spontanea risonanza in lettori d'ogni genere. Alcuni salmi che contengono imprecazioni contro nemici sono oggi testimonianze del periodo preparatorio della rivelazione divina, allorchè non era stato ancora comandato l'amore dei propri nemici; altri salmi invece che parlano del futuro Messia, e quasi lo descrivono (i cosiddetti «salmi messianici»), già preannunziano la pienezza della rivelazione, avveratasi nel Nuovo Testamento.

7 commenti:

  1. Giovan Maria Catalan Belmonte4 giugno 2010 alle ore 18:26

    Vorrei precisare che comunque il Ricciotti non traduce letteralmente dalla Vulgata, il Martini già fa una traduzione più vicina al testo latino, anche se pure lui si prende parecchie libertà. Se la finalità è la comprensione della liturgia, credo che sia necessario tradurre i salmi e gli inni in modo piano e letterale, in modo che ci si possa rapportare direttamente al testo latino, per averne una comprensione linguistica, non esegetica. Spetterà poi eventualmente a colui che legge di peritarsi nello studio della Scrittura sulle fonti originali, ma questo è un altro discorso: va precisato che la liturgia è una cosa differente dall'esegesi, e se si legge la scrittura per pregare, non lo si fa per capire; allo stesso modo, chi legge la Scrittura per capire, non lo fa per pregare, ma per studiare. Non si devono confondere i due piani, come se il piano della preghiera non avesse una dignità autonoma, e la lettura della bibbia che in essa si fa, avesse senso e dignità, solo se rivestita da un velo funzionalistico. Ossia, che nel rito, la bibbia serve da leggere solo se la si studia.

    Concetto molto alieno alla tradizione. La tradizione separa il momento dello studio da quello della preghiera, dando dignità ad entrambi, ma ognuno nel suo ambito. Il modernismo squalifica la preghiera, negandole dignità, a meno che essa non sia un mezzo-studio. Il che squalifica anche lo studio, perchè inganna la gente, facendo credere che sentire le letture della liturgia equivalga a saperna qualcosa di Bibbia, il che è ancora tutto da dimostrare. Se poi si considera che lo studio viene fatto con criteri razionalistici e mitologici, c'è di che preoccuparsi.

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  2. LA RICCIOTTI NON VA BENE4 giugno 2010 alle ore 20:23

    Ha ragione! Negli anni '50 anno buttato giù traduzioni "allegre" dei salmi, occorre essere più fedeli possibile al testo latino della Vulgata clementina. Il Martini ha una discreta traduzione ma va un attimo rivista perchè anche lui fa delle scelte che vanno più sulla versione ebraica. Il Marco Sales l'ha aggiusta un po'. Io non possiede il SALMI del Sales, per cui occorre che qualcuno che sappia discretamente il latino confronti la traduzione. Se no prendiamo quella della CEI (prima maniera) , che facciamo prima!

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  3. Don Alfredo Morselli5 giugno 2010 alle ore 07:11

    Vi sarebbe bastato andare a leggere le traduzioni fino ad ora proposte per vedere che NON sono del Ricciotti; di questo autore c'e' solo la breve introduzione
    Ave Maria!

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  4. Giovan Maria Catalan Belmonte5 giugno 2010 alle ore 08:06

    Guardi che ho letto i salmi che ha tradotto, e mi sono accorto che erano differenti dalla versione del Ricciotti. Basta leggere quello che ho scritto per rendersi conto che il mio era un discorso generale, che ha colto il riferimento al Ricciotti, giusto per precisare un concetto teologico e liturgico. Ave Maria.

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  5. A volte ho qualche dubbio su degli accenti, che nel breviario non sono segnati. Ad esempio sugli imperativi (innova, alleva...). C'è forse qualche regola?

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  6. secondo me se non è segnato l'accento bisogna accentare la penultima sillaba; mi pare di aver così intuito dal latino liturgico che mi capita di leggere. Secondo me è accentato con questa "regola": nelle parole superiori a due sillabe (dove posson sorgere ambiguità; ricordo che a parte rare eccezioni il latino può accentare solo sulla penultima o sulla terzultima sillaba) si segna l'accento qualora questo vada posto sulla terzultima ovvero sull'ultima (nei casi particolari suddetti, tipo illìc istìc istàc...e robe simili)

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  7. ah, serve per caso un breve "compendio" di accentazione in latino? Ve lo posso fare seduta stante, basta chiedere!
    Buonasera a tutti!!
    Ciao ciao!

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