Post in evidenza

AGGIORNAMENTO del programma del 13º Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum #sumpont2024

Cari amici, a pochi giorni dall ’inizio de l  13º Pellegrinaggio  Populus Summorum Pontificum   a Roma da venerdì 25 a domenica 27 ottobre  ...

sabato 22 agosto 2009

Ratzinger riforma la messa. Basta con l’ostia sulla mano

di Andrea Tornielli

Roma. Il documento è stato consegnato nelle mani di Benedetto XVI la mattina del 4 aprile scorso dal cardinale spagnolo Antonio Cañizares Llovera, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino. È l’esito di una votazione riservata, avvenuta il 12 marzo, nel corso della riunione «plenaria» del dicastero che si occupa di liturgia e rappresenta il primo passo concreto verso quella «riforma della riforma» più volte auspicata da Papa Ratzinger. Quasi all’unanimità i cardinali e vescovi membri della Congregazione hanno votato in favore di una maggiore sacralità del rito, di un recupero del senso dell’adorazione eucaristica, di un recupero della lingua latina nella celebrazione e del rifacimento delle parti introduttive del messale per porre un freno ad abusi, sperimentazioni selvagge e inopportune creatività. Si sono anche detti favorevoli a ribadire che il modo usuale di ricevere la comunione secondo le norme non è sulla mano, ma in bocca. C’è, è vero, un indulto che permette, su richiesta degli episcopati, di distribuire l’ostia anche sul palmo della mano, ma questo deve rimanere un fatto straordinario. Il «ministro della liturgia» di Papa Ratzinger, Cañizares, sta anche facendo studiare la possibilità di recuperare l’orientamento verso Oriente del celebrante almeno al momento della consacrazione eucaristica, come accadeva di prassi prima della riforma, quando sia i fedeli che il prete guardavano verso la Croce e il sacerdote dava dunque le spalle all’assemblea.
Chi conosce il cardinale Cañizares, soprannominato «il piccolo Ratzinger» prima del suo trasferimento a Roma, sa che è intenzionato a portare avanti con decisione il progetto, a partire proprio da quanto stabilito dal Concilio Vaticano II nella costituzione liturgica Sacrosanctum Concilium, che è stata in realtà superata dalla riforma post-conciliare entrata in vigore alla fine degli anni Sessanta. Il porporato, intervistato dal mensile 30Giorni, nei mesi scorsi aveva detto a questo proposito: «A volte si è cambiato per il semplice gusto di cambiare rispetto a un passato percepito come tutto negativo e superato. A volte si è concepita la riforma come una rottura e non come uno sviluppo organico della Tradizione».
Per questo le «propositiones» votate dai cardinali e vescovi alla plenaria di marzo prevedono un ritorno al senso del sacro e all’adorazione, ma anche un recupero delle celebrazioni in latino nelle diocesi, almeno durante le principali solennità, così come la pubblicazione di messali bilingui - una richiesta, questa fatta a suo tempo da Paolo VI - con il testo latino a fronte.
Le proposte della Congregazione che Cañizares ha portato al Papa, ottenendone l’approvazione, sono perfettamente in linea con l’idea più volte espressa da Jopseph Ratzinger quando ancora era cardinale, come attestano i brani inediti sulla liturgia anticipati ieri dal Giornale, che saranno pubblicati nel libro Davanti al Protagonista (Cantagalli), presentato in anteprima al Meeting di Rimini. Con un nota bene significativa: per l’attuazione della «riforma della riforma» ci vorranno molti anni. Il Papa è convinto che non serva a nulla fare passi affrettati, né calare semplicemente direttive dall’alto, con il rischio che poi rimangano lettera morta. Lo stile di Ratzinger è quello del confronto e soprattutto dell’esempio. Come dimostra il fatto che, da più di un anno, chiunque vada a fare la comunione dal Papa, si deve genuflettere sull’inginocchiatoio appositamente preparato dai cerimonieri.

(Fonte: Il Giornale 22 agosto 2009)

58 commenti:

  1. Sono molto fiducioso nell'operato del Sommo Pontefice e sono convinto che il suo approccio "morbido" dara' a suo tempo frutti molto buoni.
    Purtroppo io riporto la situazione del mio seminario in campo liturgico e non solo: DISASTRO TOTALE. Sinceramente non so dire quando questo nuovo e autentico "spirito liturgico" possa trovare spazio nei Seminari, di sicuro non a breve termine. Almeno nel mio (ma senza ragionevole dubbio penso che sia cosi' un po' ovunque) esiste una ostilita' veramente forte verso tutto quello che sa di Tradizione, oltre che verso la concreta Persona dell'attuale Santo Padre. E' molto dura vivere in un clima cosi'. Faccio un esempio concreto: una volta dissi ad un prete in seminario che il Papa stava preparando la "riforma della riforma" per riallacciare la liturgia alla Tradizione. Risposta: "spero di essere morto prima di vedere queste nuove riforme"... son rimasto allibito. Sursum corda in ogni caso! Il Signore non ci abbandonera' mai! Ringrazio la redazione per l'ottimo servizio che fa alla Chiesa.

    RispondiElimina
  2. Se nei seminari(sic!) c'e' "DISASTRO TOTALE" "in campo liturgico e non solo" andiamo proprio bene!Credevo di essere troppo allarmista.....Il lavoro che attende Papa Benedetto-che Iddio ce lo conservi!-e' immane!!!Eugenio

    RispondiElimina
  3. caro seminarista


    ho espresso in un recente blog le mie convinzioni su cio' che sono i seminari oggi e chi vi entra e per quale motivo , nella stragrande maggioranza ..... un covile di oziosi per me
    .la redazione ha giustamente ritenuto opportuno cancellarne le mie forti espressioni .
    mi chiedo e ti chiedo in quanti
    di voi c' è la consapevolezza , se c' è, che il sacerdozio E' PRIMA DI TUTTO UNA DIGNITA' .
    grazie in anticipo per una tua eventuale risposta

    RispondiElimina
  4. Sembra anche"tra le righe", che attuata la "riforma della riforma", si torni ad avere una
    unica forma del rito.
    Avere tre forme dell'unico rito sarebbe cosa impossibile.

    Emerge la bontà di ciò che diceva il Prof. Pastorelli negli articoli precedenti in cui si trattava tal tema, e di quanto egli sia ben informato.

    RispondiElimina
  5. Sembra anche"tra le righe", che attuata la "riforma della riforma", si torni ad avere una
    unica forma del rito.
    Avere tre forme dell'unico rito sarebbe cosa impossibile.


    il cardinale che ha riconosciuto che il nuovo rito era stato "fabbricato a tavolino" e "distruggendo l'antico edificio", ora che è Papa coerentemente si accinge a riformarlo; ma se, come egli stesso ha affermato, il VO non è mai stato abrogato, perché preparare un "nuovo tavolo" per fabbricare un rito migliore del NO, manipolando la Messa di Sempre, che potrebbe essere oggetto soltanto di opportuni ma discreti e non distruttivi aggiornamenti???

    RispondiElimina
  6. ... la Tradizione continua ad essere tardita ed al dolore e allo sconcerto si aggiunge la beffa

    mi scuso ma è quel che provo in questo momento

    RispondiElimina
  7. don Pierangelo Rigon22 agosto 2009 alle ore 10:51

    Queste note mi riempiono di grande gioia. Davvero si può dire che molti di noi hanno seminato nelle lacrime ma che ora potranno raccogliere con giubilo.
    Naturalmente non c'è da farsi molte illusioni. Tante saranno ancora le contrarietà, le ostilità, le minacce.
    Il confino e l'esilio durerà ancora a lungo, probabilmente.
    Ma i segnali che vengono da Roma ci consolano e ci aiutano nella tribolazione.
    A piccoli passi (un po' di più latino qua e là, la comunione sulla lingua, la celebrazione verso oriente in determinati momenti ... tutto questo anche nel nuovo rito) si va verso un futuro più lucente per liturgia.
    Agiamo con prudenza, certo, ma senza tentennamenti.
    Non sappiamo fino a quando coesisteranno due forme dell'unico rito romano, nè quando si attuerà la "riforma della riforma", nè il volto che assumerà. Cerchiamo di restare tuttavia nella pace e di accogliere i segni positivi e soprattutto di imparare lo stile garbato, ma non per questo meno efficace, del nostro amato papa Benedetto.

    RispondiElimina
  8. caro mic

    ho orrore e terrore per una eventuale

    TERZA MESSA .... che ne verrebbe fuori .

    ci sarà da rimpiangere allora quella di PAOLO

    VI !!?!?!'

    RispondiElimina
  9. Il Papa è convinto che non serva a nulla fare passi affrettati, né calare semplicemente direttive dall’alto, con il rischio che poi rimangano lettera morta.

    questo potrebbe essere confortevole, se non conoscessimo il "tre le righe" dei precedenti post

    Lo stile di Ratzinger è quello del confronto e soprattutto dell’esempio. Come dimostra il fatto che, da più di un anno, chiunque vada a fare la comunione dal Papa, si deve genuflettere sull’inginocchiatoio appositamente preparato dai cerimonieri.

    comunque il "primo passo" della comunione in bocca per eecuperare la sacralità dell'evento è già qualcosa.
    Tuittavia vien detto: C’è, è vero, un indulto che permette, su richiesta degli episcopati, di distribuire l’ostia anche sul palmo della mano, ma questo deve rimanere un fatto straordinario.

    e allora possiamo star sicuri che il "fatto straordinario" rimarrà prassi diffusa. Cos'è questo dire e non dire, questo girare intorno alle cose per non scontentare chi?

    Inoltre la questione della "messa ai voti"... da quando la Verità è figlia del consenso?

    Da quel che comprendo ci sono alcuni putni che timidamente cominciano ad affacciarsi all'orizzonte:
    1. celebrazione ad Orientem
    2. comunione sulla mano
    3. rifacimento delle parti introduttive del messale non meglio identificate

    diciamo che avremo un "meno peggio"; ma il futuro è un'incognita pesante

    RispondiElimina
  10. Nella storia abbiamo avuto tre papi e quasi una messa diversa per diocesi (anche se non si chiamavano così).
    Si potrà sopravvivere anche al triritualismo.

    RispondiElimina
  11. Provo a rispondere a mic 22 agosto 2009 10.48:

    Per dar atto a quanto stabilito nella Sacrosanctum Concilium.
    Il Papa è si amico della Tradizione, ma considera il Concilio Vaticano II parte della Tradizione stessa.
    Ermeneutica della continuità insomma, come ha ribadito spesso Benedetto XVI nei suoi discorsi, e che a volte ci si è un po intestarditi a leggere in un sol senso, senza valutare che "Ermeneutica della continuità" comprendeva il Concilio stesso per il Papa.

    RispondiElimina
  12. ci sarà da rimpiangere allora quella di PAOLO VI !!?!?!'

    questo mai!
    non resterà che benedire il Signore per Lefebvre! Ma non è quel che ci si attendeva. La nostra speranza era il rispetto e la rinascita della Tradizione. Ma così si spiega perché è possibile boicottarne ogni tipo di impegno di promozione e conoscenza

    RispondiElimina
  13. senza valutare che "Ermeneutica della continuità" comprendeva il Concilio stesso per il Papa.

    hai perfettamente ragione, caro Anonimo, ma purtroppo dire "Concilio", significa dire tutto e il contrario di tutto, perché non si può francamente sostenere che TUTTO il concilio sia in continuità con la Tradizione

    RispondiElimina
  14. Nella storia abbiamo avuto tre papi e quasi una messa diversa per diocesi (anche se non si chiamavano così).
    Si potrà sopravvivere anche al triritualismo.


    voi sì perché per sopravvivere avete il vostro rito sincretisco-giudaizzante. Cosa vi cambia?

    RispondiElimina
  15. Per "prete di campagna": sono di Brescia e frequento tutte le domeniche le Messe della FSSPX. Vedo che la nostra diocesi è molto refrattaria alla Tradizione (forse perchè è la patria di Paolo VI?). Sono stato, quindi, piacevolmente sorpreso di leggere le sue parole su questo blog. Mi piacerebbe conoscerla! Nel frattempo per lei come per tutti i sacerdoti che hanno a cuore la restaurazione della società cristiana fondata sulla Chiesa Cattolica di sempre...Una, Santa, Apostolica, Romana!
    Luigi BS

    RispondiElimina
  16. errata corrige:
    Nel frattempo prego per lei come per tutti i sacerdoti...

    RispondiElimina
  17. caro mic

    ho definito piu volte la MESSA DI PAOLO VI '' DEFICIENTE ,, proprio perchè manca in diversi punti , lo si percepisce a pelle . e inventare di sana pianta una MESSA a tavolino poi , ma quale religione , quale fede ha mai concepito una cosa del genere!!!!!

    consideriamo in una chiesa democreticizzata , lo spiraglio che lascia hai vescovi la facoltà di dare o no la COMUNIONE in mano .
    è un sotterfugio diabolico , ed altra espressione non ho per quante ne abbiamo viste e sentite .
    piuttosto , la tanto decantata OBBEDIENZA dove sta ???
    A me la chiesa sembra piuttosto frazionata in tante REPUBBLICHE DI SAN MARINO ....

    RispondiElimina
  18. "Il Papa è convinto che non serva a nulla fare passi affrettati, né calare semplicemente direttive dall’alto, con il rischio che poi rimangano lettera morta. Lo stile di Ratzinger è quello del confronto e soprattutto dell’esempio" ...
    E, secondo me, la Chiesa va piano e cauta (come sempre d'altronde) e aspetta per vedere ... la divulgazione della Messa di Tutti i Tempi :)

    RispondiElimina
  19. Qualcuno conosce, con precisione qual è il valore giuridico di queste "propositiones"? Perché prima di entusiasmarmi per queste "notizie" preferirei essere ragionevolmente convinto che alle parole e alle dichiarazioni seguiranno dei fatti.
    Roma queste stesse cose le ha già dette molte volte anche in passato.

    Il nuovo che mi aspetterei sarebbe, piuttosto, il ripristino dell'autorità: la capacità, cioé, di prendere delle decisioni e saperle imporre e far rispettare a tutti.

    Non credo, invece, che tali propositiones abbiano valore alcuno di cogenza. Possono sicuramente ribadire un indirizzo, un progetto, già espressi in altre occasioni: ma il tono, purtroppo, non mi sembra faccia sperare ancora niente di concreto.
    L'articolo è tutto un "si sono detti favorevoli", "sta facendo studiare la possibilità", "prevedono", "stile del confronto e sopratutto dell'esempio". Proprio il richiamo all' "esempio" dell'ultimo paragrafo come "forza suprema" di cambiamento mi fa, francamente, sorridere.
    Aggiungiamoci il fatto che sarebbero passati 5 mesi dal voto di queste propositiones prima che se ne sapesse qualcosa, unito alla constatazione che di cambi, in 5 mesi, non se ne son visti: direi ce n'è abbastanza per rimanere quantomeno prudenti nei giudizi.

    Continueremo, come sempre, ad aspettare.

    RispondiElimina
  20. Tranquilli...

    La sempre maggior diffusione della Messa di sempre resta tra le priorità del Santo Padre. Questo perché ciò è un potente aiuto alla riforma della riforma: che non si farà con regole strettamente cogenti, ma con l'esempio, la persuasione e la diffusione di una nuova visione liturgica di cui siamo tutti noi esempio e che vediamo sempre più diffusa nelle giovani generazioni. E il vetus ordo serve benissimo a quello scopo.

    Ai tempi di Paolo VI la nuova messa fu imposta con vera e propria costrizione e violenza. Allora si poteva, sia perché le menti della maggoranza erano offuscate dall'ideologia sessantottina, sia perché funzionava ancora (per poco) l'obbedienza nella Chiesa.

    Oggi Benedetto XVI segue altra via: per indole da gentleman; perché un'imposizione sarebbe impossibile e creerebbe rivolte; e soprattutto perché cambiamenti radicali e imposti sono la fonte di futuri rivolgimenti in senso opposto.

    Il Papa non chiederà, crediamo, sacrifici ai tradizionalisti. Siamo i suoi alleati in questa guerra per riportare 'buon senso' nella liturgia. I sacrifici li chiederà ai novatores e non possiamo che rallegrarcene. Anche se, come osserva giustamente Stefano Galli, una qualche imposizione nei loro confronti sarà indispensabile.

    Se, poi, avremo qualcosa come 3 riti (il V.O., Bugnini e la riforma della riforma), dov'è il problema? Forse che adesso c'è una messa uguale all'altra nel novus ordo?

    Poi, tra 50-100 anni, si tornerà sperabilmente ad un rito unico, tridentino nell'essenza.

    RispondiElimina
  21. Il Papa è convinto che non serva a nulla fare passi affrettati, né calare semplicemente direttive dall’alto, con il rischio che poi rimangano lettera morta

    Torno su queste parole, che se non erro sono di Tornielli, che esprime una sua constatazione e non credo stia riferendo affermazioni del Papa. Non so quali elementi egli abbia per esprimere in questi termini la mens di Benedetto XVI, ma trovo tutta la frase di una gravità inaudita, per i seguenti motivi:

    1. il Papa non farebbe passi affrettati, convinto che non serva a nulla (la situazione è talmente deteriorata che occorrono passi graduali)

    2. il Papa non calerebbe direttive dall'alto nella convinzione che resterebbero lettera morta. Questo induce a ulteriori considerazioni:
    a) il primato petrino è davvero andato a farsi benedire: il Papa non GOVERNA, ma indica, orienta, suggerisce, con RISCHIO CONCRETO che nessuno lo ascolti
    b) le "direttive dall'alto" sono sempre necessarie (ricordate S. Caterina?) almeno servirebbero a confortare e 'confermare' i fedeli e chi ascolta in mezzo a queste nubi dense di confusione, di disorientamento, di commistioni assurde

    RispondiElimina
  22. un'affarmazione del genere, così esplicita e solo apparentemente innocua, significa davvero infliggere un colpo al Primato Petrino riconoscendone coram populo l'avvenuto sgretolamento.

    Può davvero accadere tutto questo nella Chiesa di Cristo?
    E se questo è uno dei frutti del Concilio, cosa ne dobbiamo pensare?

    RispondiElimina
  23. Mi dispiace, ma io sono convinto che l'approccio morbido che sta tentando papa Benedetto, non riuscirà ad ottenere grandi risultati. Penso invece, che il papa dovrebbe mostrare maggiore decisione, per riuscire ad imporre le sue riforme, ad esempio, rimuovendo i vescovi che si rifiutano di applicare il motu proprio. E' giunto il momento, che il papa faccia sentire la sua autorità, non è possibile continuare ad andare avanti come si stà facendo ora, altrimenti tutte queste riforme cadranno nel vuoto.

    RispondiElimina
  24. l'analisi della Redazione è sensata e prudente e la condivido anche negli sviluppi prfigurati che anch'io spero, anche se ho espresso alcuni timori

    Ai tempi di Paolo VI la nuova messa fu imposta con vera e propria costrizione e violenza. Allora si poteva, sia perché le menti della maggoranza erano offuscate dall'ideologia sessantottina, sia perché funzionava ancora (per poco) l'obbedienza nella Chiesa.

    questo è verissimo. Ma le mie perplessità sono sull'"allora funzionava ancora l'obbedienza nella Chiesa". Io continuo a ritenere l'obbedienza necessaria se si vuol essere davvero in comunione, se si riconosce un'Autorità.

    Quanto a Paolo VI si è trattato, diciamolo pure, di un ABUSO di Autorità, che si è alla fine rivelato uno degli ultimi atti di esercizio dell'Autorità

    RispondiElimina
  25. vista la non più giovane età del santo padre..... dubito... sul fatto che si torni al tridentino ancor di più dubito....se si torna al verum, beh si, son convinto

    RispondiElimina
  26. Purtroppo non è chiaro quali siano in dettaglio i criteri ispiratori pensati dalla Congregazione.
    Ma se fossero possibili suggerimenti per la forma ordinaria, eccone alcuni. Se ne può discutere?

    1. Ripristino delle principali preghiere ai piedi dell’altare (“Introibo ad altare Dei…” …) e di quelle di accesso all’altare (“Aufer a nobis”...). Sulla bella evocatività della iniziale sequenza rituale preconciliare si sono espressi a suo tempo un esperto di estetica teologica quale il Sequeri e, proprio nel sito di padre Augé!, l’iperprogressista Barile. Parole e gesti, tra l’altro, manifestano interessantissime referenze bibliche, che hanno spaventato molto il marcionismo implicito dei riformatori. Così come è adesso il rito introduttivo manifesta tipicamente l’autoreferenzialità dell’assemblea.
    2. Del tutto incongruente è l’appiattimento del Kyrie sull’atto penitenziale: è un canto di ingresso rivolto al Signore e dovrebbe connotare l’accesso del celebrante nel presbiterio, dopo i riti introduttivi. Normalmente si recita senza soluzione di continuo tra l’atto penitenziale e il Gloria e così nessuno ha la percezione delle differenze sostanziali che intercorrono.
    3. Il Gloria deve tornare di pertinenza dell’altare; dovrebbe, anche se non cantato, accompagnare l’incensazione iniziale. La facoltà di esprimere un atto di omaggio di questo livello non deve mai, in liturgia, essere data per scontata: a questo servono i riti introduttivi.
    4. Come per il Gloria ed in forte analogia con la Super Oblata e il Post Communio, la Colletta è di pertinenza esclusiva dell’altare: la recita dalla sede del celebrante è un abuso. En passant: dovrebbero essere posti a revisione i testi delle Collette CEI, dello stesso livello, talvolta, delle preghiere dei fedeli.
    5. Formulari alternativi per le preghiere di offertorio sul pane e sul vino (sulla falsariga del rito ambrosiano: “Suscipe, sancte Pater, omnipotens æterne Deus, hunc panem sanctum ut fiat Unigeniti tui Corpus, in nomine Patris croce, et Filii, et Spiritus Sancti. Amen”; “De latere Christi exivit Sanguis et aqua pariter, in nomine Patris et Filii, et Spiritus Sancti. Amen”; “Suscipe, clementissime Pater, hunc Calicem, vinum aqua mixtum, ut fiat Unigeniti tui Sanguinis, in nomine Patris , et Filii, et Spiritus Sancti. Amen” … naturalmente con i segni di croce!).
    6. Ripristino del salmo tradizionale durante l’incensazione dell’offertorio. E dove non è sparito il gesto (es. l’incensazione), è sparito il salmo.
    7. L’offertorio da seduti è abbastanza contraddittorio in sé. Le rubriche dovrebbero almeno prevedere esplicitamente la posizione in piedi partire dall’ “Orate fratres” (con gesti e parole adatti).
    8. Nei riti di comunione è da lamentare l’assurda soppressione del bellissimo salmo 115, che andrebbe ripristinato.
    9. Le due epiclesi della prece eucaristica dovrebbero essere connotate da adeguati momenti di silenzio.
    10. Netto dovrebbe essere lo stacco tra l’Amen del “Per Ipsum” e la munizione del Pater. Opportuni o una elevazione molto solenne e prolungata o, almeno, una genuflessione o inchino.
    11. Premesso che sarebbe più evocativa la distribuzione dell’Eucaristia consacrata durante la celebrazione, dovrebbe almeno essere previsto le ostie consacrate in precedenza siano portate all’altare prima dell’immixtio, in modo da ricreare una sorta di rito del fermentum. Così come si fa ora, il pericolo è che sia un semplice gesto funzionale e sappiamo che - dal funzionalismo all’irriverenza e al sacrilegio - il passo è brevissimo
    12. Per le stesse ragioni, la processione eucaristica deve essere particolarmente solenne, in analogia con quella dell’evangeliario. È da ricordare che ai tempi di sant’Agostino, ed oggi in alcune liturgie orientali, era accompagnata da lumi!

    Scusate la lunghezza.
    El Cid

    RispondiElimina
  27. Chiedo scusa ho copiato male il testo del Rito Ambosiano:

    “Suscipe, sancte Pater, omnipotens æterne Deus, hunc panem sanctum ut fiat Unigeniti tui Corpus, in nomine Patris , et Filii, et Spiritus Sancti. Amen”;
    “De latere Christi exivit Sanguis et aqua pariter, in nomine Patris et Filii, et Spiritus Sancti. Amen”;
    “Suscipe, clementissime Pater, hunc Calicem, vinum aqua mixtum, ut fiat Unigeniti tui Sanguinis, in nomine Patris , et Filii, et Spiritus Sancti. Amen”

    RispondiElimina
  28. Marco col suo ultimo commento si conferma poco "don".

    RispondiElimina
  29. trovo equilibrato quanto dice la redazione .
    in verita' , sotto quanto esprime , si nascondono inquietudini che non lasciano ben sperare .

    si sente che la situazione è quanto mai deteriorata e che per porvi rimedioi solo L' AIUTO DIVINO sara' capace di risolvere .
    io tremo per il dopo RATZINGER , anche se non ho pretesa di vivere fino a 100 anni .

    certo ne vedremo i risultati se ci saranno chissa' quando e con assiduo costante lavoro , confidando solo nell' INTERVENTO DIVINO .
    fare imposizioni ai novatores ??? e con quali risultati !?!? ma se sono una lobby ben organizzata , intelligente , agguerrita che da 40 è stata libera di fare e disfare a suo piacimento , centrando in pieno , con i risultati che tutti abbiamo sotto gli occhi .

    RispondiElimina
  30. In vista di una riforma della riforma, credo che in un periodo di grave crisi di identità del clero, più simile a don Vitaliano della Sala che al Curato d'Ars, anche solo la reintroduzione delle "bellissime preghiere con le quali il sacerdote esprime il più profondo senso di umiltà e di riverenza di fronte ai santi misteri" (G.P.II, in riferimento al messale di san Pio V) sarebbe una grossa "rivoluzione" affinché il clero si ricordi per quale motivo ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale:


    Togli da noi, o Signore, le nostre iniquità: affinché con ànimo puro possiamo entrare nel Santo dei Santi. Per Cristo nostro Signore. Cosí sia

    Ti preghiamo, o Signore, per i mériti dei tuoi Santi
    (bacia l'Altare nel mezzo)
    dei quali son qui le relíquie, e di tutti i tuoi Santi: affinché ti degni di perdonare tutti i miei peccati. Cosí sia.

    Per questi evangelici detti siano perdonati i nostri peccati.

    O santa Trinità, Ti piaccia l'omaggio della mia servitú, e concedi che questo sacrificio, offerto da me, indegno, agli occhi della tua Maestà, a Te sia accetto, ed a me e a quelli per i quali l'ho offerto, torni giovevole, per tua misericordia. Per Cristo nostro Signore. Cosí sia.

    RispondiElimina
  31. Come in molti ormai riescono a vedere, non sono affatto tempi normali: anarchia, Vescovi indipendenti dal Papa, ridotto a figura simbolica e affiancato da pochissimi fidati collaboratori…
    Non c’è da coltivare illusioni.
    La domanda più pressante che sorge è questa:
    da che parte, in quale momento decisivo, e da quali segni, vedremo ergersi nuovamente su tutte le molteplici direttive proclamate quell' unica Autorità suprema (ormai tramontata) che faccia funzionare tutta la “macchina” oggi inceppata e dissestata?

    RispondiElimina
  32. Carissimi, capisco i dubbi e i timori, dopo anni, troppi anni, di viscidi tradimenti alla Tradizione della Chiesa.
    Faccio miei tutti questi legittimi sentimenti che , per amore della Liturgia, perciò di Cristo Signore, avete avuto la bontà di scrivere.
    Pur non aspettandomi di tutto da parte di quei prelati che sono, de facto, legati al disordine e alla sola esaltazione dell'uomo, io avverto in molti bravi Sacerdoti una voglia di sacro e di ordine nella Liturgia anche se, per diversi motivi, quei Consacrati si ostinano a non voler celebrare con il mirabile e santo rito antico della Chiesa.
    Non mi aspetto grandi cose in questa prima fase, ammesso che veda la luce, della riforma della riforma.
    Se Dio vorrà ci saranno alcuni segni che caratterizzeranno quei residui di cattolicesimo liturgico che Bugnini fu costretto a lasciare.
    Quello che mi preoccupa è il neonato abbandonato : il Motu Proprio Summorunm Pontificum.
    I grandi affossatori ( i Vescovi) del M P si affretteranno a dire ai fedeli : volevate più serietà liturgica?
    Eccovi le nuove norme del messale paolino !
    Ma il messale paolino è imperfetto fin dal concepimento... e non può essere curato, tardivamente, con blande iniezioni di sacro e di residua teologia cattolica.
    Mentre mi affido totalmente alla Madre della Fiducia per quanto il Vicario di Cristo si appresterebbe a fare ( bisogna poi vedere se i Curiali vaticani e le Conferenze Episcopali metteranno in pratica le disposizioni...)vorrei ricordare che la sacrosanta norma della traduzione del TUTTI con MOLTI nella Consacrazione del Vino è rimasta lettera morta.
    Una barca per navigare bene e seguire le indicazioni che lo Spirito Santo detta a Pietro deve avere i marinai che remano nella stessa direzione.
    Invece attualmente i più, se ne stanno a riva a guardare come si mette la navigazione, senza compromettersi, mentre i marinai al comando di Pietro si volgono verso una certa parte ma gli altri, i più, verso la direzione opposta.
    Per questo la barca non si muove e la rovina è grandissima !
    ( Ho citato un ragionamento del grande Daniele Di Sorco su Oriens)
    Andrea Carradori

    RispondiElimina
  33. Sinceri complimenti e congratulazioni alla redazione di Messainlatino per il post delle 11.47
    Tranquilli....etc.
    Anche noi da qualche mese nel nostro piccolo, pur avendo la fortuna di poter partecipare alla messa festiva tradizionale, cerchiamo nella messa ordinaria quotidiana di favorire la sacralità della Messa curando la postura durante la consacrazione, pretendendo la comunione sulla lingua e in ginocchio etc.(ci provino a non darcela come facevano qualche anno fà...!)
    Possiamo anche "sognare" di rivedere domattina la messa tradizionale alle 9.00 in ogni parroccchia, probabilmente lo sogna anche il Papa, ma a noi è chiesto di operare a partire dallo "stato attuale". Siamo certi che il percorso ci porterà ad un rito molto vicino a quello tradizionale, ma non è detto che a noi sia dato di vederlo in questa vita. (E' difficile da accetare oggi, eppure a tanti fu chiesto di lavorare per Cattedrali che non avrebbero visto inaugurare. Un fatto nuovo c'è, siamo fuori dalle cantine, oggi il Papa e dunque la Chiesa di Dio ce ne dà mandato.
    Per il resto avrete capito che condividiamo in toto non solo questo Post ma anche le puntate da commandos del vostro sito.
    Fraternamente.
    Mazzarino dal sito ALMA PREX

    RispondiElimina
  34. @ seminarista veneto

    Mi rivolgo a te, ma parlo anche a tutti gli altri seminaristi che sono nelle tue condizioni. Vi consiglio di uscire dal seminario diocesano e di entrare in un seminario di qualche società di vita apostolica legata alla liturgia antica. La cosa migliore sarebbe di entrare in un ordine religioso di stretta osservanza (sempre legato alla forma straordinaria), per esempio i Francescani dell'Immacolata. In quest'ultimo caso non sareste costretti ad emigrare all'estero. In un ordine religioso è molto più facile salvare la propria anima, rispetto al semplice sacerdozio secolare. Pensateci bene.

    Oremus ad invicem.

    RispondiElimina
  35. "In un ordine religioso è molto più facile salvare la propria anima, rispetto al semplice sacerdozio secolare. Pensateci bene."

    Qui si parla di Vocazioni. Se Dio chiama a diventare Prete Diocesano; allora sbagli se diventi Religioso (e viceversa). La questione è "Cosa vuole il Signore da me?" e non "Cosa mi piacerebbe fare?".

    RispondiElimina
  36. @ll'anomimo delle 19.05

    Comprendo il tuo discorso, ma senti un po' quel che diceva invece s. Alfonso, Dottore della Chiesa:

    In quanto poi allo stato di sacerdote secolare, sappiate che il sacerdote secolare ha l'obbligo di sacerdote, e le distrazioni ed i pericoli dei secolari; poiché vivendo in mezzo al mondo non può evitare i disturbi della casa propria e dei parenti, e non può essere esente da' pericoli dell'anima; [...] Dovreste ivi starvene ritirato in una camera a parte, e non attendere ad altro che alle cose divine. Ma ciò è molto difficile a porlo in pratica, e perciò rari rarissimi sono quei sacerdoti che in casa propria si dedicano alla perfezione. Al contrario, entrando in monastero di osservanza, sarete libero dagli incomodi di pensare al vitto ed alle vesti, perché ivi di tutto vi provvederà la religione; ivi non avrete i parenti che continuamente v'inquietano coi disturbi che succedono in casa; ivi non entrano donne che intorbidano la mente; e così lontano dai rumori del mondo non avrete chi v'impedisca le vostre orazioni e il vostro raccoglimento. Ho detto monastero di osservanza, perché se voleste entrare qualche altro, dove si vive alla larga, è meglio che restiate in casa vostra, ed attendiate ivi a salvarvi l'anima, come meglio potrete; poiché, entrando in una comunità, ove sta rilassato lo spirito, vi metterete in pericolo di perdervi. Quantunque vi entraste con risoluzione di dedicarvi all'orazione, e di pensare solo a Dio; ciononostante, trascinato dai cattivi esempi dei compagni, e vedendovi inoltre deriso ed anche perseguitato, se non volete vivere a modo loro, lascerete tutte le vostre devozioni, e farete come fanno gli altri, secondo l'esperienza che se ne vede.

    RispondiElimina
  37. Essendo lo stato religioso, uno stato di vita più perfetto, chiunque (anche un prete secolare) può pregare Iddio affinché gli conceda la vocazione in qualche ordine religioso osservante.

    RispondiElimina
  38. Coraggio, non siate pessimisti: la notizia è comunque positiva, così come ha commentato precedentemente la Redazione. Comunque intanto se ne parla, non è più tabù, gli amanti della Tradizione escono allo scoperto, si scoprono sempre più numerosi specie nei giovani, i seminaristi scrivono su questo (e altri) blog per denunaciare realtà che altrimenti la maggior parte dei fedeli ignorava, i sacerdoti esprimono i loro pareri favorevoli "liberi" di farlo (e i più coraggiosi si firmano pure!). Solo due-tre anni fa potevamo pensare di arrivare un giorno a questo ? Certo, la strada è ancora lunga e incerta, ma oggi le condizioni sono un tantino più favorevoli. Eppoi rimettiamo tutto nelle mani della Mater boni consilii, che è anche Virgo potens, Vas spirituale, nonché Causa nostrae laetitiae: non può certo abbandonare la Sua Chiesa ! E volete che abbandoni il suo e nostro amato Papa nella restaurazione della liturgia cattolica ? Abbiate, anzi, abbiamo fede !

    RispondiElimina
  39. Una Santa Domenica, dodicesima dopo la pentecoste, a tutti voi!

    RispondiElimina
  40. All'anonimo delle 21.45
    (e a quello delle 21.57):

    Ma mi dica, esistono ancora quelli che lei chiama "monasteri di osservanza", la cui vita sia aderente a questa denominazione?
    E se esistono, si pratica in essi qualche forma di "vita ascetica" che preveda "mortificazione dei sensi" e "distacco dalle passioni" in vista della "purificazione dell'anima" e del suo "itinerario verso Dio"?
    (chiedo venia per tutte queste scandalose espressioni demodé tipiche della spiritualità preistorica pre-conciliare....)
    Una cosa è certa: ai tempi di S.Alfonso non esisteva la TV!
    PS Da qualche parte ho letto che i francescani hanno riformato la loro Regola: se è così, tale riforma sarà atta a confermare le vocazioni dei novizi e dar loro la migliore formazione tradizionale?
    Se la risposta a tutte le domande fosse SI', non potremmo che rallegrarcene!

    RispondiElimina
  41. Beh...a monte di tutti i quesiti "fuori moda"...:
    esiste ancora il voto di obbedienza?
    E da quanti è praticato, tra i religiosi e i consacrati?
    Ovviamente non si possono fare statistiche e previsioni a breve o lungo termine: solo Dio ha la visione esatta di tutti i dati,
    e la loro giusta valutazione, sincronica e diacronica, nonchè i possibili grafici delle
    linee di tendenza...

    RispondiElimina
  42. A quanto e' dato vedere molti episcopati sono assai poco inclini ad uniformarsi a quanto gia' stabilito da Papa Benedetto XVI riguardo alle celbrazioni NO e riscontrabili nelle liturgie celebrate dal S. Padre: il famoso pro multis, croce al centro dell'altare, paramenti tradizionali, musica appropriata e degnamente eseguita, per non parlare poi del Motu Proprio.
    Ormai gli episcopati sono abituati a ricevere proposte, sommessi suggerimenti da cui ritengono di potersi distaccare se ritenuti lontani dallo SPRITO DEL CONCILIO.
    Qualsiasi indulto progressisteggiante (v. Comunione sulla mano) viene trasformato in legge universale, la legge secolare della Chiesa (Comunione in ginocchio) VIETATA, se tuttavia l'indulto non fa alla bisogna (v. Messa Tridentina) allora puo' essere ben ignorato (due pesi due misure).
    Eventuali condanne papali verrebbero da costoro strumentalizzate per ergersi a vittime delle condanne di una Chiesa che "si credeva ormai SCOMPARSA". Una rampogna vaticana sembra loro trascurabile rispetto ad un articolaccio della repubblica (magari a firma di un condannato con sentenza definitiva per omicidio).

    FdS

    RispondiElimina
  43. quante autorità...
    a CHI bisogna obbedire?
    voci del mondo, mille voci della Chiesa, mille onde di direzioni svariatissime, con forze uguali e contrarie: tra mille...
    QUALE FORZA vincerà?
    La legge del più forte!

    RispondiElimina
  44. Da lungo tempo
    non si sente più forte e distinta la voce dell'Autorità suprema, che risuoni più ALTA di tutte le altre, che dovrebbero essere meno (o niente affatto) autorevoli...
    e allora si ascolta e si obbedisce a chi grida più forte, a chi incute più timore, secondo la logica del potere mondano:
    NON PIU' il Timore di Dio,
    ma il timore reverenziale del mondo.
    I ministri di Dio devono stare in ginocchio davanti alle opinioni dominanti nel mondo?

    RispondiElimina
  45. Ho sentito oggi in Chiesa la Lettera di
    S. Paolo agli Efesini che dice:
    “Cristo è il capo della Chiesa” e che
    “la Chiesa è sottomessa a Cristo”.
    Ma allora -ho pensato- tutto è molto semplice:
    se il Papa è il Vicario di Cristo, la Chiesa dovrebbe essere tutta, dai grandi fino ai piccoli, sottomessa al Papa che rappresenta Cristo, il Capo!
    Sono troppo ingenuo se faccio questa constatazione?

    RispondiElimina
  46. caro ingenuo

    non credo che la parola SOTTOMESSA possa andar bene .......
    piuttosto userei UBBIDIENTE .
    ritengo l' ubbidienza la suprema forma di liberta quando si è gia prestato fede ai propri principi .

    in ogni caso , tu presteresti ubbidienza ad un PAPA CHE APRIREBBE AL CELIBATO O AL SACERDOZIO FEMMINILE ??
    se SI , sarai libero di farlo da parte tua , ma NON potrai piu definirti CATTOLICO , O DI FAR PARTE DI UNA CHIESA CATTOLICA .!!!!

    RispondiElimina
  47. Leggendo la triste storia del seminarista veneto, mi è venuto in mento quanto mons. Nicola Bux disse a Roma in occasione del Convegno organizzato per il I° anno del Summorum Pontificum, a proposito dell'atteggiamento di certi vescovi sul problema: "Il Signore apra loro gli occhi o glieli chiuda per sempre!!!".
    Possa, quel superiore che non vuol aprire i suoi occhi e desidera piuttosto essere morto che assistere alla rinascita della Liturgia,visto che lo chiede, essere accontentato dal Signore!

    RispondiElimina
  48. Da persona ignorante in materia di liturgia, tradizione, storia della Chiesa, ingnorante in latino, prego proprio perchè tutto ciò che è stato consegnato al Santo Padre nel documento citato, possa essere nuovamente attuabile, perchè ripeto, da ignoranza in materia e sopratutto convertita da pochi anni (ex atea e ex anticlericale) sono veramente addolorata e stanta di confrontarmi sempre con persone che si dicono cristiane e ai fatti neppure osano inginocchiarsi quando Nostro Signore discende nelle mani si un uomo peccatore quanto è ogni uomo, sacerdote compreso. E' inconcepibile per me, vedere con quanta superficialità si va a ricevere il Suo Corpo...è inconcepibile che chi come me vorrebbe inginocchiarsi davanti a Gesù che si fa nostro cibo di fatto non possa farlo per non sembrare esibizionista, che non possa indossare il velo (ed ho 32 anni...insomma non sono una "beghina" se a qualcuno viene in mente) per riverenza alla Sacralità della chiesa edificio che ha al suo interno il Tabernacolo....

    Che il Signore mantenga nella salute corporale e spirituale questo Papa, affinchè possa portare avanti tutto questo per il BENE della Chiesa di Cristo.

    RispondiElimina
  49. Io spero solo una cosa; dopo tanti anni che aspettavamo la liberalizzazione della S. Messa di San Pio V, che non ce la sfilino di nuovo da sotto il naso proponendo una terza forma... mi vengono i brividi a leggere le varie proposte.
    A volte penso di mettere nel testamento che voglio il funerale civile, nel timore che mi facciano il funerale con la chitarra... ci manca anche il rischio della terza via...
    Secoli di Tradizione attestano la bontà della Messa di San Pio V, senza che adesso vengano a mettere il vino nell'uva.
    BASTA! INTROIBO AD ALTARE DEI e non se ne parli più. Saranno i fatti a dare ragione alla Verità: implosione per incapacità riproduttiva del progressismo e sopravvivenza dei veri cattolici, il tutto non senza ancora tanti anni di persecuzioni e sofferenze. Ave Maria!

    RispondiElimina
  50. Cara Eremitica,
    parli del velo... se pensi che le donne lo portavano in segno di sottomissione rappresentando, nel contesto rituale, l'umanità sottomessa al suo Creatore... è uno dei tanti 'segni' di cui ci hanno strappato la forza e la pregnanza del significato!

    Basta però pensare, per contro, al grado di NON sottomissione e addirittura di aperta ribellione al Creatore dei vari contesti scientifici (eutanasia, eugenetica, manipolazioni varie senza porsi alcun limite, ecc.), policitici, economici, ecc.

    RispondiElimina
  51. Buona sera (o meglio, notte) don Morselli!
    Lei dice "mi vengono i brividi a leggere le varie proposte" di terza via.
    Spero di non essere stato io, il responsabile ...
    Non per mettere le mani avanti, ma le "mie" non erano proposte di "riforma" della liturgia gregoriana, ma di quella postconciliare. E' possibile che le diano i brividi esse stesse,
    ma meno comprensibile, almeno per me. Cosa non condivide?

    RispondiElimina
  52. Carissimo El Cid, Lei non è IL responsabile dei miei brividi, ma sento in giro varie proposte che lasciano il tempo che trovano; penso che la riforma della riforma sia come cercare di fare il lifting a Sandra Milo: tolta una ruga, ne rispunterebbero dieci, e poi non ne vale la pena, visto che abbiamo già un modello perfetto.
    E che disgrazia sarebbe se dopo usassero la liturgia del lifting come pretesto per ritoglierci la S. Messa di sempre, magari con la scusa che ci vuole un unico rito romano.
    Inoltre non si possono scacciare i demoni in nome di Belzebub: non si riforma una liturgia nata in laboratorio con altre proposte di laboratorio: solo la vita della Chiesa può produrre un testo liturgico e non le idee dei singoli.
    Mi accontenterei che venissero proibiti i sacrilegi spesso di fatto abbinati alla celebrazione del Novus Ordo: e poi sarà il tempo a decretarne la fine.
    In ogni modo le mie considerazioni non erano una risposta diretta al Suo post, ma ad un insieme di proposte che si sentono in giro.
    Sia lodato Gesù Cristo!

    RispondiElimina
  53. La Liturgia esiste ed è quella di sempre la Messa Romana di Gregorio Magno,detta impropriamente Tridentina o di San Pio V.
    La Liturgia del Novus Ordo fu introdotta surrettiziamente senza alcun aggancio con la tradizione...rassomiglia all'architettura di Gianbattista Piranesi il quale assemblava elementi del passato senza alcuna logica e rigore architettonico...
    Tra compassi,piramidi e colonne anche Bugnini creò qualcosa...
    I fedeli,come pecore matte, dovevano solo obbedire...

    RispondiElimina
  54. Da Oriensforum :

    "Le tue notizie personali sono più interessanti degli anacronismi di stampo ratzingeriano …. Una cosa condivido di quanto scritto in questa email: la riforma della riforma deve essere fatta con molta calma …. Questo mi trova pienamente d’accordo … perché come si dice volgarmente … morto un papa se ne fa un altro … e l’altro avrà tutto il tempo di disfare quello che questo sta facendo …. disfacendo quello che hanno fatto altri … in fondo “chi la fa l’aspetti” …. Per cui se Ratzinger vuole fare la riforma della riforma …. puoi star sicuro che qualche altro poi farà la riforma della riforma della riforma …. Se passa davvero il discorso della comunione data solo sulla bocca, vuol dire che io andrò a cercarmi il prete che continuerà a darmi l’ostia sulla mano …. Io trovo che nella chiesa cattolica l’idolatria è ancora abbondantemente presente … idolatria di un periodo ben circoscritto della storia ecclesiale (dal concilio di Trento al concilio vaticano II escluso) … insomma da Pio V a Pio XII per intenderci. Svalutare in questo modo i primi 1500 anni della chiesa e tutte le altre chiese non cattoliche ma ortodosse … è pura follia … per non dire pura “eresia” ….

    Ecco la vera maggioranza del clero cattolico !

    http://www.oriensforum.com/index.php?topic=1586.0

    RispondiElimina
  55. Per Anonimo da oriensforum
    Mi sembra che l'unico a coltivare l'idolatria sia proprio tu...del resto hai l'audacia di insultare i Santi Pontefici e tutti i Confessori, Martiri e Santi della Controriforma Cattolica...quelli come te sguazzano nelle acque limacciose del male...ho capito che al Concilio di Trento Preferisci Lutero e Melantone...
    Forse sei un... lanzichenecco?

    RispondiElimina
  56. La persona che si è lasciata andare a quello sfogo malevolo
    non solo rappresenta:
    "la vera maggioranza del clero cattolico"
    ma è anche uno:
    "designato per un altissimo compito dalla CEI".

    RispondiElimina
  57. non sono daccordo, ho studiato liturgia, e l'unica bella nuova proposta sulla Liturgia, molto azzeccata è quella di porre il segno della Pace al termine della Celebrazione.
    un'altra cosa bella sarebbe una globalizzazzione dei canti, ogni parrocchia usa libretti diversi e questo non aiuta la comunione e la partecipazione nè dei nuovi nè dei praticanti,non so come facciate a insistere su questo argomento. Mi pare un discorso molto rigido, che ci sia la libertà di agire in un modo o nell'altro, vada, che si pretenda di fare in un modo che a me personalmente non piace, oltretutto non vedo perchè la mano del sacerdote debba così venire a contatto obbligatoriamente con la bocca di tutti non so se ho reso l'idea...
    Francamente questa discussione non mi piace nè come cristiana nè come cattolica praticante quale sono, mi sembra poi che ci siano problemi molto + seri, o meglio problemi veri, da discutere.... sono sbalordita, forse non avete digerito bene!!

    RispondiElimina