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sabato 4 aprile 2009

L'Ecclesia Dei interviene nelle Filippine

Vi ricordate la notizia delle direttive del cardinale di Manila per l'applicazione (leggere: disapplicazione) del motu proprio? L'avevamo pubblicata in questo post di due mesi fa; sono talmente assurde, inique e kafkiane, che le riportiamo ancora una volta qui, per ulteriore disonore e ludibrio di chi le ha emanate (nostra traduzione e nostri commenti):

Linee guida diocesane per la celebrazione della Messa secondo il rito del Messale romano pubblicato nel 1962 (Messa tridentina)


In accordo [!] con le norme disposte dalla lettera apostolica, motu proprio, di S. Santità Benedetto XVI, Summorum Pontificum, Noi di seguito decretiamo le seguenti linee guida e condizioni per la celebrazione della Messa secondo il rito del Messale romano pubblicato nel 1962 (Messa tridentina) nell'Arcidiocesi di Manila:

1. La regolazione della celebrazione della forma straordinaria della Messa appartiene all'Arcivescovo di Manila, attraverso il Ministro del Ministero per gli Affari Liturgici dell'Arcidiocesi di Manila [abbiamo ben detto kafkiano, no? Come giudicare altrimenti il fatto che una diocesi abbia dei Ministeri? E a parte che la norma è esattamente l'opposto di quanto stabilisce l'art. 5 del motu proprio, che assegna tale potere ai parroci e non all'Arcivescovo e ai suoi "Ministeri"]
2. Questa forma di Messa deve essere celebrata solo nella Cappella di Cristo Re della Cattedrale metropolitana di Manila, una sola volta al mese e mai di Domenica o giorni festivi
[..]
4. ...la partecipazione di altri ministri (lettori, maestri di cerimonia, chierichetti, coro, ecc.) in questa liturgia dev'essere determinata e regolata dal Ministero per gli Affari Liturgici dell'Arcidiocesi di Manila [il Ministero sottoporrà ad esame, oltre a chierichetti e coristi, anche le pie donne che adornano di fiori l'altare?]
5. ...Ulteriori richieste di individui o gruppi dalle parrocchie dell'Arcidiocesi di Manila per celebrare questa forma di Messa devono essere indirizzate ad unirsi a unirsi a questa celebrazione mensile alla [cappella laterale della] Cattedrale di Manila [Konzentrazionslager der Kathedrale von Manila]
[..]
7. L'Arcivescovo di Manila ha giurisdizione su questa celebrazione e, perciò, può stabilire in qualunque momento di limitare [più di così???] o di interrompere questa celebrazione mensile qualora giudichi che non sia in consonanza con l'indirizzo pastorale della Chiesa Locale.

+Gaudencio B. cardinal ROSALES



Orbene, finalmente la Commissione Ecclesia Dei sembra aver deciso di assumere il ruolo che le è proprio e, dopo aver obbligato un vescovo irlandese a consentire una (una!) Messa di S. Pio V nella sua diocesi, annullando il divieto episcopale (vedi qui) è ora intervenuta per porre fine a questo scandalo filippino. Ecco che cosa riferisce il periodico progressista britannico The Tablet:
Il Capo della commissione vaticana Ecclesia Dei ha rimproverato l'Arcivescovo di Manila, card. Gaudencio Rosales, per aver stabilito condizioni "indebitamente restrittive" sull'uso della Messa tridentina, dicendo che esse erano in "contraddizione diretta" con le volontà di Papa Benedetto XVI. "Le Sue 'direttive arcidiocesane' sono semplicemente inaccettabili così come sono e io Le domando di riconsiderarle", ha detto il Presidente dell'Ecclesia Dei, card. Darío Castrillón Hoyos, in una lettera datata 6 marzo e vista da The Tablet questa settimana. Essa dice: "direttive che concedono solo una Messa mensile in una cappella della Cattedrale Metropolita" sono in violazione delle norme stabilite dal motu proprio "Summorum Pontificum”, emanato dal papa nel 2007 per il largo uso della Messa tridentina. Il card. Castrillòn Hoyos ha detto che il decreto papale è "parte della legge universale della Chiesa" e non può essere limitato dalla "legge particolare" di un vescovo diocesano. L'Arcidiocesi di Manila serve più di 2 milioni e ottocentomila cattolici. "Non c'è semplicemente ragione legittima per cui questa Messa [tridentina] non possa e non debba essere celebrata in ogni chiesa o cappella della Sua arcidiocesi", ha detto il card. Castrillòn nella sua lettera all'Arcivescovo di Manila. Ha insistito che il card. Rosales promuova attivamente l'applicazione del motu proprio, "aiutando i preti che desiderano imparare come celebrare" la Messa nell'antico rito, che egli ha detto richiede solo che il prete sia "ragionevolmente competente in latino" e che ci siano fedeli che desiderano assistere alla celebrazione. L'Arcidiocesi di Manila ha pubblicato le direttive sulla Messa tridentina lo scorso anno. Ma esse furono velocemente rimosse quando i supporters dell'antico rito protestarono a Roma [falso: in realtà quelle infami 'direttive' sono tuttora, anche dopo la lettera dell'Ecclesia Dei, pubblicate nel sito internet dell'Arcidiocesi, a questo indirizzo]
Standing ovation, dunque, per il card. Castrillòn Hoyos. E poiché noi tradizionalisti siamo, come lui sa bene, insaziabili, e poiché ancora sappiamo che alcuni collaboratori del porporato ci fanno l'onore di seguire Messainlatino.it, ci permettiamo di suggerirgli di intervenire allo stesso modo su un altro arcivescovo asiatico, quello di Jakarta (Indonesia), il card. Julius Darmaatmadja S.J., il quale fin dal 2007 in una sua lettera pastorale ha decretato:

Come vescovo la cui autorità è altresì riconosciuta nel motu proprio, io affermo che ciò che si pratica correntemente al momento [ossia esclusivamente la forma ordinaria] è la sola forma ufficialmente praticata per l'Arcidiocesi di Jakarta, finché non ci siano speciali condizioni che costringano a rivedere questa regola.

Così ho deciso per la considerazione che le ragioni per ristabilire il Missale Romanum del 1962 non sussistono per l'Arcidiocesi di Jakarta. Non ci sono gruppi della S. Pio X, ossia lefebvriani. Non ci sono motivi di riconciliazione nella Chiesa nell'Arcidiocesi di Jakarta, ragione del motu proprio del 7 luglio 2007. Con il Missale Romanum correntemente usato [di Paolo VI], è ancora aperta la possibilità di cantare canti gregoriani. Perciò io ho deciso per l'intera Arcidiocesi di Jakarta di seguire la forma ordinaria, più moderna, del Missale Romanum, al fine di seguire il più recente sviluppo che fu fatto dopo il Concilio Vaticano II.

Fonte: Rorate caeli

26 commenti:

  1. A parte il fatto che nelle Filippine esistono realtà legate alla Fraterntità S. Pio X e fondazioni della stessa, l'interpretazione del Vescovo di Giacarta è molto originale. E' orientale, Sua Ecc.za, e quindi, nella comune visione, "misterioso", lo comprendiamo: meglio le messe con le donne ignude che nessun mistero nascondono?
    Però una verità la dice: se sarò costretto.
    Dunque il vero problema torna sempre: quello dell'autorità. Non accolgono la parola e la volontà del Papa, questi ribaldi: vi devono eser costretti.
    E così sia.

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  2. Finalmente qualcuno prova a far osservare la volontà del Papa. Speriamo che questi interventi "correttivi" della commiss Ecclesia Dei, vengano sempre di più affiancati da interventi "preventivi" della Congregazione per i Vescovi.
    Un esempio: nella mia diocesi, Sora, credevo che il Vescovo si fosse accontentato delle bizzarre interviste antimotuproprio. Invece pare che S.Ecc. colga qualsiasi occasione per lanciare frecciatine sui fedeli legati alla forma straordinaria; è logico che, pur in assenza di proibizioni, quei pochissimi (per ora) preti favorevoli al motuproprio preferiscano non uscire allo scoperto. Il clima è pesante.
    La liturgia è divenuta una vera e propria "verbolatria", non nel senso di Verbum, bensì nel senso di verbosità. Sul resto, basta leggere la sua Nota C.E.I. circa l'adeguamento delle chiese, del 1996: un invito a stravolgere presbiteri, distruggere balaustre, ecc. (eh sì, distruggere l'antico per costruire la "chiesa dei poveri" costa...)
    Sua Eccellenza ha compiuto 75 anni a dicembre. Confidiamo nella Provvidenza divina e nel lavoro della Congregazione per i Vescovi. Senza rancore, ma anche con tanta speranza in un futuro vescovo che voglia "bene" al Papa concretamente, e non solo dalle pagine di Repubblica...
    Stefano

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  3. E' di questi giorni la notizia (da verificare, ma quasi certa....) che nella diocesi dell'Aquila hanno provveduto, nel restauro generale della Cattedrale, a smantellare l'antico Altare versus Deum che seppur di stucco (forse), avrebbe "tentato" alla celebrazione della S.Messa VO. Purtroppo l'Eccellentissimo Vescovo Diocesano lascia giocare alcuni preti al piccolo restauratore solo per il fatto che, magari, abbondano i fondi monetari o contributi che dir si voglia.E la soprintendenza? Dorme o si gira dall'altra parte?
    quasi dappertutto si "ritorna", all'Aquila si continua nel clima anni'70 di scempio e distruzione. Iddio veda! Iddio punisca!

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  4. Ste ha ragione. Le norme vessatorie sono solo la punta dell'iceberg della strategia antivetus. Obbligare i vescovi che le hanno emanate a ritirarle non credo cambi poi molto, si può intimidire anche senza mettere nero su bianco. Magari obbligando i presuli riottosi a fare un corso accelerato di un mese sul vetus ordo in qualche monastero, ecco, forse qualcosa di più si otterrebbe...

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  5. L'autentico terrore che diversi ecclesiastici evidenziano dinanzi a un ritorno della Messa gregoriana è, almeno in parte singolare. Certo è che i sacerdoti attratti dall'antica liturgia sono senz'altro più numerosi di quanto sembri. Il fatto è che molti di loro, specialmente i più giovani, non vogliono "bruciarsi" uscendo allo scoperto prematuramente. E che i tempi matureranno, almeno in Italia, si può arguire da vari indicatori (non ultimo il fatto che l'area socioculturalmente più dinamica del paese è quella in cui il rito antico si sta propagando con maggiore rapidità).

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  6. Speriamo che all'Ecclesia Dei si ricordino anche della mia diocesi di Tempio-Ampurias e dei giochetti messi in atto dal muìio vescovo Sebastiano Sanguinetti per impedire, di fatto, la celebrazione more antiquo. Dopo circa 7 anni di richieste ripetute e reiterate fino alla noia e dopo il motu propio di Benedetto XVI siamo sempre al punto di partenza: nessuna messa antica in diocesi e solenni rimproveri a chi dopo il 14 settembre 2007 si azzardò a celebrarne.
    Così non si può andare avanti.

    g.nicola lentini

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  7. Purtroppo i preti diocesani non sono in gener in numero tale da sopperire alle necessità dei fedeli legati al rito antico. Quelli che son disponibili spesso son distolti da paura delle ritorsioni.
    E questo accade anche in ordini religiosi, soprattutto se di diritto diocesano.
    Ricordo un monaco amico carissimo che nel mensile del suo ordine aveva scrito un articolo contro la comunione sulla mano. Fu chiamato dall'arcivescovo e obbligato a smentire.

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  8. non è il caso della mia diocesi; nel raggio di massimo 10 km ci sono una decina di sacerdoti, SENZA IMPEGNI PASTORALI che potrebbero celebrare la messa antica; e il mio vescovo cosa fa?
    nomina il prete più impegnato e più distante già sapendo fin dall'inizio che propio a motivo degli impegni non riuscirà mai a trovar tempo per farsi circa 100 km e celebrare una messa antica. Questa è malafede. Con l'aggravante che proviene da un vescovo e relativa a questioni liturgico-pastorali. Senza contare la proibizione esplicita (solo verbale! si badi bene, altra malafede, per non lasciare tracce!) di celebrare messa antica di domenica.
    Mi spiace molto doverlo dire, ridire e sottolineare ma il mio vescovo Sebastiano Sanguinetti ha agito in perfetta, consapevole e voluta malafede. E finora l'Ecclesia Dei su questo fatto ha taciuto.
    g. nicola lentini

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  9. dopo il concilio, con tutto lo spirito di carità evangelica che ha inserito nella Chiesa (quasi che prima fosse assente) che ci sian vescovo che governano con simile malafede fa capire come questo spirito evangelico sia solo o almeno prevalentemente nominale.
    Antonello

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  10. E a Sanremo quando l'Ecclesia Dei interverrà?
    Quando i fedeli potranno pregare col rito di sempre senza doversi spostare ad Imperia?

    E soprattutto...
    quando il Santo Padre allontanerà Mons. Carreggio da questa Diocesi che sta letteralmente distruggendo?

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  11. Spirito evangelico? Perché, esistono i Vangeli? Vita e insegnamenti di Gesù? Via, non son libri storici, ma racconti delle comunità cristiane, poco più che pii ricordi. E nel corso dei secoli lo spirito è svaporato.

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  12. Il cardinale di Milano ha fatto da battistrada nella disubbidienza, con scuse subdole e ridicole, gli altri hanno trovato lo spiraglio aperto e hanno seguito.
    Dio intervenga!!!

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  13. Una disposizione senza "sanzione" rischia di cadere nella categoria delle Leges imperfectae; e in Italia poi sappiamo bene che "fatta la legge, trovato l'inganno" sapiamo anche quanto sia colorita e significativa l'espressione "scherzo da prete".
    Dunque sarà bene che Ecclesia Dei raddoppi il personale e non costringa il Santo Padre a dover intervenire direttamente contro gli abusi e gli oltraggi al primato di Pietro e all'insegnamento di Santa Romana Chiesa. I mezzi sarebbero molti; ci sarebbero anche tante indagini da fare nei rapporti con la politica e la massoneria. Roma avrebbe i suoi strumenti soprattutto sotterranei, quelli più efficaci.
    Appoggio comunque la proposta di invitare con pressante carità fraterna i vescovi furbetti a farsi due settimane di formazione di liturgia tradizionale. Certo è che andrebbe trovato un ambiente veramente al riparo e vaccinato... ho un'idea ma è meglio che me la tenga....
    A.H.

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  14. A quando il Papa, senza paura e remore non caccia i lupi che insidiano il gregge? Con provvedimenti esemplari, anche se Cardinali, riducendoli allo stato laicale , privandoli del sostentamento economico: vorrei vedere La superbia di costoro... non può essere invocata misericordia per i danni incalcolabili che questi Eminentissimi portano ai fedeli ...l'unica cosa che insegnano à la disobbedienza al Trono di Pietro.

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  15. Basterebbe cominciare a mandare a casa o in monastero un paio di vescovi in Germania, Francia, Italia, Austria, Svizzera, USA ecc.: toccati nel portafogli questi, gli altri tornerebbeo a far gli agnellini. Falsi? Forse, ma almeno starebbero zitti, mentre si forma una nuova gerarchia.

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  16. leggo ora:

    Anonimo ha detto...
    E' di questi giorni la notizia (da verificare, ma quasi certa....) che nella diocesi dell'Aquila hanno provveduto, nel restauro generale della Cattedrale, a smantellare l'antico Altare versus Deum che seppur di stucco (forse), avrebbe "tentato" alla celebrazione della S.Messa VO. Purtroppo l'Eccellentissimo Vescovo Diocesano lascia giocare alcuni preti al piccolo restauratore solo per il fatto che, magari, abbondano i fondi monetari o contributi che dir si voglia.E la soprintendenza? Dorme o si gira dall'altra parte?
    quasi dappertutto si "ritorna", all'Aquila si continua nel clima anni'70 di scempio e distruzione. Iddio veda! Iddio punisca!

    4 aprile 2009 11.52

    Lo scriverebbe ancora l'anonimo autore?

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  17. Se Iddio dovesse mandare un tremoto in tutti i luoghi del mondo in cui si sono sconciati gli antichi altari, forse l'unico posto sicuro sarebbe l'Antartide.

    Io credo che invece di invocare punizioni divine convenga pregare affinché chi non comprende venga illuminato e ponga rimedio ai danni che ha recato. Si tratta sempre di "folgorazione", ma più mite e anche più efficace.

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  18. Dio sa quel che fa e lo fa quando gli pare. O almeno permette che le sventure arrivino e siano di monito. Non malediciamo nessuno, ma non cerchiamo neppure di limitare la volontà di Dio.
    INITIUM SAPIENTIAE TIMOR DOMINI.

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  19. Che Iddio sappia ciò che fa e che lo faccia nei tempi e nei modi che Gli aggradano, è fuori discussione. E anche che permetta che gli eventi accadano e siano di insegnamento e di monito. Cercare di limitare la Volontà celeste è come sputare controvento. Né Dio ha bisogno che siamo noi a dirGli che cosa fare e che cosa vedere. Lo sa senz'altro meglio di noi.

    Altra cosa è invece scorgere un nesso causale tra la rimozione ("da verificare, ma quasi certa") dell'altare in stucco della Cattedrale di L'Aquila e il terremoto che ha devastato la città. Salvo casi molto particolari, queste non sono associazioni timorate, ma associazioni temerarie.

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  20. Una precisazione: nessuno qui ha messo in relazione la rimozione dell'altare della cattedrale dell'Aquila con lo spaventoso terremoto.

    In un commento del 4 aprile, quindi prima del terremoto, un lettore ha dato qui notizia della distruzione di quell'altare, concludendo con la frase "Iddio provveda, Iddio punisca". Ovvio che non si augurasse un cataclisma come quello avvenuto appena due giorni dopo.

    Vale comunque sempre il monito evangelico di non augurare punizioni a nessuno: noi possiamo solo augurarci che Iddio apra gli occhi alle persone che hanno commesso o stanno per commettere errori (noi compresi)

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  21. Non mi sembra che l'autore del post sull'altare distrutto abbia operato connessioni. Queste le ha ricavate implicitamente un altro anonimo.
    Esser certi che un determinato evento sia da Dio stato voluto per una particolare mancanza è impossibile. Che talvolta certi dubbi sorgano è umano.

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  22. Questi avvenimenti ci devono far riscoprire un vero ed autentico "Timor di Dio" in tutte le cose, dalle piu' grandi alle piu' piccole e rispettarlo, quindi nei grandi principi come nei piccoli (es. altari e abiti ecclesiastici,...). Eventi tellurici come quello che sta affliggento la citta' dell'Aquila ci devono scuotere dal nostro torpore e farci riprendere la nostra vita al servizio dell'Altissimo con lo slancio necessario. E comunque nulla ci faccia dimenticare che, se e' assolutamente necessaria l'umana solidarieta' in questi frangenti e la salvezza anche di una sola vita umana e' cosa buona, il nostro sguardo deve essere puntato verso il cielo, verso la nostra Vera Casa dove vivremo la Vera Vita al cospetto di Colui che E'. Se Dio permette certe tragedie, sicuramente vuole ricordarci la provvisorieta' di questa nostra vita. Vita mutatur non tollitur....

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  23. No, nessuno ha sostenuto che tali connessioni siano state operate. Ci si è limitati a ricordare che è bene non operarle, visto che il post del secondo Anonimo poteva orientare il pensiero in tal senso.

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  24. Sono il secondo anonimo. Non ho mai pensato che vi fosse alcuna connessione tra l'invocazione, probabilmente più ironica che temeraria, "Iddio veda, Iddio punisca!" e quel che è accaduto.
    Ho fatto semplicemente una domanda che servisse da richiamo a tutti, a me stesso per primo, a non invocare mai, nenanche per scherzo, punizioni divine, non perchè queste vengano poi esaudite (è più facile che il Signore punisca la nostra mancanza di misericordia: Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: "Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?" Ma Gesù si voltò e li rimproverò. LC9, 54-55) ma perchè se poi capita qualcosa per davvero, per ragioni naturali o soprannaturali che solo Dio conosce, ci si ritrova con un rimorso di conscienza in più.
    D'altro canto chi è senza peccato scagli la prima pietra. Quante volte la nostra giustizia ci tenta in questo modo? La domanda retorica al primo anonimo valeva come richiamo per me e per tutti a stare attenti con le parole e con il nome di Dio.

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  25. Bene-dire: Iddio vede, Iddio converta!

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  26. okey, va tutto bene, però mi sembra che ora qui sia prevalsa la paura del politicamente scorretto, la stessa che ha portato all'emarginazione dell'austriaco mons. Wagner che aveva parlato, se non ricordo male, di castighi divini. Anche se questi ultimi non sono più di moda, non esageriamo!

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