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sabato 24 gennaio 2009

"La Tradizione Cattolica non è più scomunicata", scrive Mons. Fellay

Cari fedeli,

come annuncio nel comunicato stampa allegato [leggilo qui nel testo in italiano], "la scomunica dei vescovi consacrati da S. E. l'Arcivescovo Marcel Lefebvre il 30 giugno 1988, che era stata dichiarata dalla Congregazione per i Vescovi in un decreto datato primo luglio 1988, e che noi abbiamo sempre contestato, è stato ritirato da un altro decreto disposto da Benedetto XVI e emanato dalla medesima Congregazione il 21 gennaio 2009". Era l'intenzione di preghiera che vi avevo affidato a Lourdes, nella festa della Regalità di Cristo 2008. La vostra risposta ha oltrepassato le nostre aspettative, poiché un milionesettecentotremila rosari sono stati recitati per ottenere per intercessione di Nostra Signora che fosse posta fine all'obbrobrio che, oltre che sulle persone dei vescovi della Fraternità, pesava su tutti coloro più o meno legati alla Tradizione. Non dimentichiamo di ringraziare la Beatissima Vergine che ha ispirato il Santo Padre con questo atto unilaterale, benevolo e coraggioso. Assicuriamolo delle nostre ferventi preghiere.

Grazie a questo gesto, i Cattolici legati alla Tradizione in tutto il mondo non saranno più ingiustamente stigmatizzati e condannati per avere mantenuto la Fede dei Padri. La Tradizione Cattolica non è più scomunicata. Sebbene essa non lo sia mai stata per se stessa, essa era spesso scomunicata, e in modo crudele, negli eventi pratici quotidiani. E' come la Messa Tridentina che non è mai stata abrogata per se stessa, come il Santo Padre ha felicemente ricordato nel Motu Proprio Summorum Pontificum del 7 luglio 2007.

Il decreto del 21 gennaio cita la lettera datata 15 dicembre 2008 al Card. Castrillòn Hoyos, in cui io ho espresso il nostro attaccamento "alla Chiesa di N.S. Gesù Cristo, che è la Chiesa Cattolica", riaffermando così la nostra accettazione dei suoi duemila anni di insegnamento e la nostra fede nel Primato di Pietro. Ho ricordato che noi stavamo soffrendo molto per la presente situazione della Chiesa in cui questo insegnamento e questo primato era maltrattati. Ed ho aggiunto: "Siamo pronti a scrivere il Credo col nostro sangue, a firmare il giuramento antimodernista, la professione di fede di Pio IV, noi accettiamo e facciamo nostri tutti i concili fino al Vaticano II, sul quale esprimiamo alcune riserva". In tutto questo, siamo convinti che noi rimaniamo fedeli alla linea di condotta indicata dal nostro fondatore, Arcivescovo Marcel Lefebvre, la cui reputazione speriamo di veder presto ristabilita.

In conseguenza, esprimiamo il desiderio di iniziare quei "colloqui" - che il decreto riconosce come necessari - circa gli argomenti dottrinali che sono opposti al Magistero di sempre. Non possiamo non rilevare la crisi senza precedenti che scuote la Chiesa oggi: crisi di vocazioni, crisi di pratica religiosa, di catechismo, di ricezione dei sacramenti... Prima di noi, Paolo VI arrivò a dire che "da alcune fessure il fumo di Satana è entrato nella Chiesa" e ha parlato della "autodistruzione della Chiesa". Giovanni Paolo II non esitò a dire che il Cattolicesimo in Europa era in uno stato di "apostasia silenziosa". Poco prima della sua elezione al Trono di Pietro, Benedetto XVI ha comparato la Chiesa a una "barca che fa acqua da tutte le parti". Perciò, durante queste discussioni con le autorità romane, noi vogliamo esaminare le cause profonde della presente situazione, e portandovi gli appropriati rimedi, ottenere una durevole restaurazione della Chiesa.

Cari fedeli, la Chiesa è nella mani di Sua Madre, la Beatissima Vergine Maria. In Lei noi poniamo la nostra fiducia. Abbiamo chiesto a Lei la liberazione della Messa di sempre, ovunque e per chiunque. Abbiamo chiesto a Lei il ritiro del decreto di scomunica. Nelle nostre preghiere, domandiamo ora a lei i necessari chiarimenti dottrinali, che hanno confuso le anime così tanto.

Menzingen, 24 gennaio 2009

+Bernard Fellay


Fonte: DICI - Traduzione a cura di Messainlatino.it

1 commento:

  1. Sia davvero benedetto il Santo Padre Ratzinger. Grazie a questo gesto io ho potuto accostarmi finalmente alla Messa Tridentina e alla Fraternità di San Pio X e ne sto ricavando tante grazie spirituali. Prego molto di più. Mi confesso bene e frequentemente. Ho grazie spirituali come intuizioni, comprensione della dottrina e dei suoi effetti, cose che una volta anche se leggevo non capivo. E hanno anche avuto grazie materiali molto concrete familiari per io quali ho pregato.
    Finalmente sono stato liberato da quella tristezza che mi lasciavano le prediche solo spirituali-intellettuali e soggettivistiche, finalmente i sacerdoti predicano per l'anima ma anche per il corpo poichè ricordano i diritti di Dio sul mondo che sono i nostri veri diritti umani.
    Finalmente sento la Chiesa viva e non solo un fantasma astratto.
    Finalmente è avvenuta la conversione filosofica dall'immanentismo e dal soggettivismo, dal relativismo che frenava la mia fede.

    Posso testimoniare che la mia vita sta realmente cambiando.

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