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giovedì 15 dicembre 2022

"Rupnik è stato scomunicato": Associated Press (AP) mette all'angolo il Generale dei Gesuiti

Aggiornamento del 15.12.2022 h 14:34 
Diane Montagna (qui) informa che SIR, l’agenzia di stampa della CEI, si è attenuta QUASI interamente alle osservazioni preparate da p. Sosa ma, chissà perché, ha tralasciato la risposta ad Associated Press in cui (p. Sosa) ha ammesso che p. Rupnik era stato scomunicato per aver assolto il complice in confessione. Vergogna: censura degna   dell’Unione Sovietica anni ‘70.

Il Preposito Generale della Compagnia di Gesù, p. Arturo Marcelino Sosa Abascal SJ, ammette (confermando la notizia data da MiL) la scomunica a p. Marko Ivan Rupnik SJ e smentisce la sua stessa intervista di pochi giorni fa (QUI e QUI)  e il Comunicato dei Gesuiti di poco precedente (QUI).
Tutto ciò durante la conferenza stampa di poche ore fa, mercoledì 14 dicembre, svoltasi in curia dai Gesuiti (QUI la relazione iniziale), relazione a sua svolta smentita dalle successive domande dei giornalisti presenti, in particolare di Nicole Winfield di Associated Press, in cui, inoltre, Rupnik è relegato al punto 6 della relazione stessa.
Il Generale dei Gesuiti, inoltre, si è infilato in un "cul de sac" di "forse", "potrebbe", etc., ovviamente non credibili da parte di Sosa stesso. 
Da inizio dicembre fino ad oggi i Gesuiti non hanno mai dato una risposta diretta sull'accusa di scomunica. La domanda principale che noi poniamo ora è se il Papa ha revocato la scomunica e, in caso affermativo, quali sono state le circostanze precise.
Se il pentimento è avvenuto (in tre ore? Senza neanche i tempi tecnici di protocollazione e uscita della sentenza?), perché p. Rupnik continua a girare il mondo e a fare conferenze invece di ritirarsi in monastero?
Ricordiamo infine che questa è la terza versione diversa propinataci dai Gesuiti. Ci sarà anche una quarta?
Aspetteremmo anche, di grazia, una dichiarazione di Santa Marta o della Sala Stampa Vaticana.
Sulla vicenda vedere MiL: QUIQUIQUIQUIQUIQUIQUI.
Di seguito pubblichiamo la traduzione dell'articolo bomba di Associated Press.
Questa traduzione è stata realizzata grazie alle donazioni dei lettori di MiL.
Luigi

I Gesuiti ammettono che l'artista è stato scomunicato prima di nuove denunce di abusi
NICOLE WINFIELD, Associated Press, 14/12/2022

ROMA (AP) - Il capo dell'ordine religioso dei gesuiti di Papa Francesco ha ammesso mercoledì che un famoso sacerdote gesuita è stato condannato per uno dei crimini più gravi della Chiesa cattolica circa due anni prima che il Vaticano decidesse di archiviare un altro caso contro di lui per presunti abusi su altre donne adulte sotto la sua cura spirituale.
Il Rev. Arturo Sosa, superiore generale dei gesuiti, ha fatto questa ammissione durante un briefing con i giornalisti, dominato dallo scandalo del Rev. Marko Ivan Rupnik e dalla riluttanza del Vaticano e dei gesuiti a raccontare tutta la storia dietro il trattamento insolitamente indulgente ricevuto da quest'ultimo anche dopo essere stato scomunicato temporaneamente.

Rupnik è sconosciuto alla maggior parte dei cattolici, ma è un gigante all'interno dell'ordine dei gesuiti e della gerarchia cattolica perché è uno degli artisti più richiesti dalla Chiesa. I suoi mosaici raffiguranti scene bibliche decorano la basilica di Lourdes, in Francia, la cappella Redemptoris Mater del Vaticano, l'istituto Giovanni Paolo II di Washington e la nuova basilica di Aparecida, in Brasile.

Lo scandalo che coinvolge Rupnik è scoppiato la scorsa settimana quando tre blog italiani - Silere non Possum, Left.it e Messa in Latino - hanno iniziato a rivelare le accuse di abusi spirituali, psicologici e sessuali nei confronti di Rupnik da parte di donne di una comunità gesuita a cui era affiliato nella nativa Slovenia.

I gesuiti hanno inizialmente risposto con una dichiarazione del 2 dicembre che confermava che era stata ricevuta una denuncia nel 2021, ma che l'ufficio vaticano per gli abusi sessuali aveva stabilito che le accuse, risalenti agli anni '90 in Slovenia, erano troppo vecchie per essere perseguite. I gesuiti hanno detto di aver deciso comunque di mantenere "restrizioni precauzionali" sul suo ministero, che gli vietavano di ascoltare le confessioni, dare direzione spirituale o guidare esercizi spirituali.

La dichiarazione poneva più domande che risposte e ometteva del tutto il fatto - riportato per la prima volta da Messa in Latino e successivamente confermato dall'Associated Press - che Rupnik era stato condannato e sanzionato dal Vaticano dopo una denuncia del 2019 per aver assolto una donna in confessione di aver avuto rapporti sessuali con lui.

La cosiddetta assoluzione di un complice è uno dei crimini più gravi del diritto canonico della Chiesa e comporta la scomunica automatica per il sacerdote, che può essere revocata solo se egli ammette il crimine e si pente - cosa che Rupnik ha fatto, ha detto Sosa in risposta a una domanda dell'AP.

La Congregazione per la Dottrina della Fede “ha detto che è successo, c'è stata l'assoluzione di un complice”, ha detto Sosa. “Quindi è stato scomunicato. Come si revoca una scomunica? La persona deve riconoscerla e deve pentirsi, cosa che ha fatto”.

In precedenza Sosa aveva insistito che i gesuiti non stavano nascondendo nient'altro su Rupnik. Alla domanda sul perché i gesuiti non avessero rivelato la condanna per confessione, Sosa ha risposto mercoledì che "si trattava di due momenti diversi, con due casi diversi".

Sosa ha poi contraddetto la precedente dichiarazione dei gesuiti e ha affermato che le restrizioni al ministero di Rupnik risalgono in realtà a quella condanna, e non alle accuse del 2021 che l'ufficio per i crimini sessuali del Vaticano ha deciso di archiviare perché ritenute troppo vecchie per essere perseguite.

Non è stato spiegato perché l'ufficio, che regolarmente rinuncia alla prescrizione per i crimini legati agli abusi, abbia deciso di non farlo questa volta, soprattutto considerando la precedente condanna per un reato altrettanto grave contro una donna adulta. L'ufficio, ora chiamato Dicastero per la Dottrina della Fede, è diretto da un gesuita, ha un procuratore gesuita per i crimini sessuali e all'epoca aveva come numero 2 una persona che viveva nella comunità gesuita di Rupnik a Roma.

A Sosa è stato chiesto cosa, se mai, Francesco sapesse del caso di Rupnik o se fosse intervenuto. Sosa ha detto che "potrebbe immaginare" che il prefetto del dicastero, il cardinale gesuita Luis Ladaria, avrebbe informato il Papa di una tale decisione.

I funzionari del Dicastero non hanno risposto alle e-mail di richiesta di commento o hanno rifiutato di commentare, rimandando le domande al portavoce del Vaticano, che a sua volta ha rimandato le domande ai gesuiti.

2 commenti:

  1. Dato che il caso è parecchio spinoso. Qualcuno potrebbe fare una specie di riassunto di ciò che è successo? Non ho sinceramente le idee chiare. Ho capito che ci sono stati 2 casi denunciati?

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  2. Però se è incorso nella scomunica a suo tempo, potrebbe essergli stata rimessa dalla penitenzieria, la quale evidentemente ignora il nome del penitente e concede la opportuna facoltà al confessore. Oppure potrebbe aver fatto ricorso ad un missionario della Misericordia.

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La Redazione