Recitiamo l'Angelus tutti i giorni, meglio se nella versione originaria in latino.
Luigi C.
Il Cammino dei Tre Sentieri,18 Dicembre 2024
La pia pratica dell’Angelus ebbe inizio nel XIII secolo. Inizialmente si chiamò “preghiera della pace”, richiamando la pace tra Dio e gli uomini che si realizza con l’Incarnazione del Verbo. Si recitava al tramonto, orario che la tradizione indica come il momento in cui ci fu la visita angelica alla Vergine. Ai primordi consisteva solo nella prima parte dell’Ave Maria; successivamente assunse la forma attuale.
Dove iniziò? Alcuni ritengono che la pratica sia sorta in Germania nel XIII secolo. Altri ne attribuiscono l’origine a Gregorio X (1241), un papa che fu eletto a 85 anni e morì quasi centenario.
Veniamo ad alcune notizie. In una Chronica francescana si legge che nel Capitolo generale dell’Ordine, tenuto da san Bonaventura a Pisa nel 1263, fu stabilito che “(…) i frati nei discorsi persuadessero il popolo a salutare alcune volte la Beata Vergine Maria al suono della campana di Compieta, perché è opinione di alcuni dottori che in quell’ora essa fosse salutata dall’Angelo“. San Bonaventura raccomandò questa pratica anche al Capitolo generale di Assisi del 1269. Nel 1274 la si trova a Magonza, e nel 1288 a Lodi, ove lo “Statuto dei Calzolai” ordinava che essi dovessero subito smettere il lavoro, al sabato sera e alla vigilia delle feste della Madonna, “(…) appena udito il primo suono delle campane dell’Ave Maria, dal campanile della Chiesa Maggiore“, pena una consistente multa.