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Pubblichiamo due importanti elenchi. QUI  un elenco coi vescovi contrari, quelli favorevoli e quelli con riserve. QUI  un elenco su  WIKIPED...

lunedì 11 luglio 2016

Cardinale contro cardinale. Alla messa. (Tosatti)

Dopo aver letto gli Articoli di Andrea Tornielli "Celebrazione della messa, nessun cambiamento degli altari" e di Marco Tosatti "Cardinale contro cardinale. Alla messa" (vedi sotto) l'unico commento, per il momento, potrebbe essere: "fine di un equivoco". 
L'attuale classe dirigenziale della Chiesa Cattolica, già svezzata con gli omogeneizzati al gusto della riforma  protestantizzante, si opporrà sempre e con forza al ritorno di tutte quelle caratteristiche celebrative autenticamente cattoliche.
Abbiamo apprezzato, dandone opportuno rilievo, le recenti "esortazioni" che il Cardinale Prefetto della Congregazione per il Culto Divino ha onestamente pensato di  indirizzare ai Sacerdoti invitandoli a celebrare "ad orientem" come la Chiesa ha sempre fatto.  
Non si tratta di essere pessimisti  se non abbiamo creduto, neppure per un istante, al successo finale del devoto e santo proposito del Card. Sarah ( QUI ) perchè sapevamo,  la storia ecclesiastica recente dei Pontificati di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI ce lo insegna, che la cosidetta "riforma della riforma"  verrà attuata solo quando all'attuale leadership subentrerà, per effetto anagrafico, una nuova classe sacerdotale meno ideologizzata, condizionata cioè da posizioni "post sessantottine" di una Chiesa-sempre-rivoluzionaria, mode ritornate purtroppo in pole position dopo un apparente assopimento.
Il Cardinale Prefetto avrebbe fallito anche se avesse "soltanto" raccomandato di porre  il Crocifisso al centro dell'Altare... (leggere QUI )
C'è da prendere atto che attualmente solo  quei gruppi che perseguono il sano postulato "nova et vetera" (cioè coloro che, senza anacronistici paraocchi, riconoscono che la Chiesa si muove da sempre in una dinamica di traditio et progressio: innovazione e conservazione) riescono a percepire l'ampiezza spirituale del ritorno alle forme identitarie della nostra Liturgia:  "per il bene nostro e di tutta la Sua Santa Chiesa
AC  

Cardinale contro cardinale. Alla messa.  

Il cardinale Vincent Nichols, ha scritto ai sacerdoti di Westminster scoraggiandoli dal celebrare la messa rivolti a Est, come ha suggerito di recente il cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto Divino. (leggere anche QUI N.d.R.)


Qualche giorno fa il cardinale Sarah, parlando a Londra nel corso di una conferenza di Sacra Liturgia, ha detto: “E’ molto importante che torniamo, appena possibile a un orientamento comune, di preti e fedeli rivolti insieme nella stessa direzione, a oriente, o almeno verso l’abside, verso il Signore che viene”. 

E ha aggiunto: “Vi chiedo di applicare questa pratica ovunque sia possibile”. 

Il porporato guineano ha inoltre rivelato che il Pontefice gli ha chiesto di cominciare uno studio “della riforma della riforma”, cioè a un adattamento dei cambiamenti liturgici che hanno fatto seguito al Concilio Vaticano Secondo. 
Il cardinale ha detto che lo studio dovrebbe cercare “di arricchire le due forme del rito Romano”. 
Lo studio è necessario perché studi liturgici hanno portato a vedere che alcune delle riforme post-conciliari “sono state messe insieme secondo lo spirito dei tempi”, e sono andate oltre le intenzioni dei Padri. 
Di conseguenza “qualche seria interpretazione errata della liturgia ha preso piede”, grazie a un’attitudine che poneva l’uomo al centro invece di Dio. 
Il cardinal Nichols, invece nella sua lettera, che appare collegata alle dichiarazioni di Sarah, ricorda un paragrafo delle Istruzioni generali del Messale romano in base alle quali “l’altare dovrebbe essere costruito staccato dal muro… e che sia possibile celebrare la messa fronteggiando il popolo”. 
E ha ammonito i preti che “la messa non è il momento in cui i sacerdoti esercitino gusti o preferenze personali”. 
Ma in questo caso si tratta della suprema autorità della Chiesa in materia liturgica, a suggerire un cambiamento, per altro in un senso che è stato “normale” per un paio di millenni. 
Come uscire dall’impasse? 


Fonte : La Stampa

7 commenti:

  1. Quando un Prefetto Religioso o Laico parla proprio per l'Ufficio che ricopre e la Funzione che esercita deve essere ascoltato e seguito poiché nella Chiesa post conciliare l'unico voto deriso e villaneggiato continuamente è quello di OBBEDIENZA suggerisco a chi di DOVERE di eliminarlo perché violato costantemente e quotidianamente, quindi per tenere una cosa che sacrilegamente viene violata meglio togliere la pietra di inciampo .

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  2. Sbagli non è stato tale per un paio di millenni ma al massimo per 500 anni.
    Prima di Trento l'altare era staccato dal muro, all'uso orientale e il tabernacolo non c'era, era presente solo la croce. Davide 83

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    1. E' vero, parzialmente, quel che hai scritto Davide83. Potremmo stare a scrivere per ore . http://www.liturgiaculmenetfons.it/NumeriArretrati/rivistePDF/DicembreA6n4.pdf

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  3. La Chiesa cattolica è sempre più divisa disorientata per colpa di una parte della gerarchia ottusa e faziosa nonostante i propri fallimenti pastorali approfittando di quel monumento all' equivoco costruito da Bergoglio.

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  4. Occorre pregare molto per coloro - specie fra il clero ed in pareticolare vescovi e cardinali - che mostrano odio ed opposizione per tutto cio' che e' conforme alla S. Tradizione. Perche' ne dovranno rispondere "in tremendo judicio". D'altra parte, non possiamo, per compiacere costoro, tacere cio' che la Verita' richiede e che la Carita' urge ... Ergo ... "introibo ad altare Dei ...".

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  5. Il cardinal Nichols ha ammonito i preti che “la messa non è il momento in cui i sacerdoti esercitino gusti o preferenze personali”.
    Mi piacerebbe sapere quante volte sua Eminenza abbia precedentemente pronunciato codesta eccellente ammonizione, in presenza di Sante Messe Novus Ordo o per meglio dire Dis-Ordo.

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  6. Speriamo in una revisione del messale che unifichi per quanto possibile i due riti. Un ritorno all'ordo missae antico con il nuovo calendario magari.

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La Redazione