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martedì 2 giugno 2015

Un parroco trentino rivoluzionario?

Ci dispiace doverci nuovamente occupare del parroco di San Carlo del quartiere Clarina di Trento conosciuto per aver organizzato una “messa reggae” il 22 febbraio 2014 ( QUI ) .
Questa volta il parroco è tornato alla ribalta grazie all’ articolo di Daniele Peretti ( QUI )  del 31 maggio scorso sul quotidiano Trentino Corriere Alpi - Trento “La messa rivoluzionaria di don Lino e Lidia Maggi” che sta facendo il “giro” dei social network .
Secondo il giornalista  alla Messa  della Santissima Trinità "il parroco di San Carlo (di Trento) ha concelebrato con la pastora battista e teologa varesina anche se per la Curia lei ha solo assistito. «Facciamo parte della stessa Chiesa»
Ma Don Lino non si è fermato alle affermazioni di principio, ma ha anche detto di essere favorevole al sacerdozio femminile, alla libertà di matrimonio per i preti e che questa concelebrazione non era altro che la realizzazione di un sogno che si è concretizzato con un lungo, intenso abbraccio davanti all'altare, accompagnato dall' applauso dei fedeli.” 
Una foto immortala il momento commovente del caloroso, fraterno abbraccio.
La pastora Lidia Maggi intervenendo sul forum del quotidiano di cui sopra ha tenuto a specificare : “Ecco quanto è avvenuto: come pastora riformata sono stata invitata, durante una messa cattolica, a fare l'omelia. 
Il vangelo è stato letto dal prete e io l'ho commentato, la celebrazione è stata fatta dal presbitero. 
Io, come tanti fedeli, mi sono avvicinata all'eucarestia, (che non ho concelebrato!) dopo aver chiesto il permesso. 
Non una concelebrazione, ma la presenza di una sorella di altra tradizione cristiana nella messa cattolica.” 
Tanto per farci definire, ancora una volta,  repressi, tristi, bacchettoni, legalisti ecc.ecc. ( tanto ci siamo abituati ...) vogliamo ricordare che il Magistero della Chiesa stabilisce che  l’Omelia , parte integrante della Santa Messa, " sia tenuta personalmente dal sacerdote celebrante. Talvolta, potrà essere da lui affidata a un sacerdote concelebrante e, secondo l’opportunità, anche al diacono; mai però a un laico" ( Ordinamento Generale Messale Romano )
"Soprattutto, si deve prestare piena attenzione affinché l’omelia si incentri strettamente sul mistero della salvezza" (Redemptionis sacramentum )
Consideriamo per un istante quale danno irreparabile nella mente della stragrande maggioranza dei cattolici abbia provocato l' iniziativa fai-da-te del parroco  che nella Festa della Santissima Trinità ha fatto " predicare" una pastora protestante. 
Il falso ecumenismo e il relativismo sono stati fortemente denunciati dal Magistero della Chiesa, ricordiamo ad esempio gli insegnamenti di San Giovanni Paolo II e di  Benedetto XVI. 
Ognuno si sente autorizzato a pensare, credere e professare la propria presunta "verità" ?
Davanti a Gesù Pilato disse:"che cos'è la verità?" 
Gesù non rispose perché Egli era la Verità che Pilato non volle riconoscere. 
Dio è amore e chi ama è in Dio e conosce Dio. 
L'amore di Dio si manifesta nella Croce di Cristo. 
E Cristo manifesta la misura del Suo amore per il Padre, che deve diventare il nostro amore per Dio, nella fedeltà e obbedienza alla Sua Volontà fino alla morte di Croce. 
Ecco riapparire, in tutta la sua illumimata dimensione, la libertà di pensiero che nasconde, in realtà, la scusa per fare ciò che si vuole. 
Ogni uomo ha il dovere di cercare la Verità che è Dio, ha il dovere di formare e conformare la propria coscienza a questa Verità, ha il dovere di scegliere la Verità. 
La vera libertà è proprio quella che ci porta a scegliere e seguire la Verità, Dio! 
E la Verità è oggettivamente coglibile mediante la ragione illuminata dalla fede. 
Coloro che cercano di istituire una religione-fai-da-te continuano a dire : “Vai dove ti porta il tuo cuore !” 
Invece la Sacra Scrittura dice che il cuore è più fallace di ogni altra cosa. 
Oggi l'inganno più grande è proprio una fede basata sul sentimento che si trasforma in sentimentalismo o, peggio ancora, in sensazionalismo. 
Ritorniamo all’Articolo di Daniele Peretti : “…Quanto accaduto ieri pomeriggio alla chiesa di San Carlo, insomma, ha del clamoroso e sicuramente è destinato a generare una discussione ancora più accesa, rispetto a quando Don Lino pensò alla messa reggae
Ma Lidia Maggi non ha dubbi nell'affermare che «Facciamo parte della stessa Chiesa e con questi nostri incontri, abbiamo tracciato un alfabeto comune che ci permetterà di superare le paure ed è molto simbolico che questa concelebrazione col mio avvicinamento all'Eucarestia, avvenga nel giorno dedicato alla SS Trinità». Poi ancora: «Condivideremo il pane ( il pane SIC !!! N.d.R.), andando oltre quelle linee di divisione che hanno contraddistinto il nostro passato». 
Nella sua omelia, Lidia Maggi ha detto come le varie chiese abbiano semplicemente litigato sull'eredità della fede, ma come oggi si stia progressivamente imparando «l'alfabeto della riconciliazione».  I fedeli? Hanno gradito e il lungo silenzio di riflessione dopo l'omelia della Maggi è stato molto più significativo di un applauso.” 
All’applauso mancante ha rimediato uno studente che ha scritto : “Don Lino sei un grande! E anche figo...” 
Venerdì scorso occupandoci della triste vicenda accaduta due anni fa ad un mite e devoto parroco (sempre in terra trentina) scrivemmo :”... nel presente segmento di storia della Chiesa sono commissariati, coadiuvati e/o rimossi solo quei Pastori che riescono a santificare le anime dei fedeli attraverso le devote prassi sacramentali. Qualcuno si sta ancora chiedendo il perchè.”
Papa Francesco rivolgendosi sei giorni fa  ai Vescovi della Repubblica Domenicana "che ricevette per prima il ricco deposito della fede, che i missionari portarono con fedeltà e annunciarono con costanza. I suoi effetti si continuano a percepire oggi attraverso i valori cristiani che animano la convivenza e nelle diverse opere sociali a favore dell’educazione, della cultura e della salute. ... " li ha esortati "a dedicare tempo ai sacerdoti e ad assisterli, a prendervi cura di ognuno di loro, a difenderli dai lupi che attaccano anche i pastori".
La responsabilità morale è difatti sempre del Vescovo.

 

Επίσης, σε μας τους αμαρτωλούς ( A.C.)

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