Avevamo già parlato della petizione sottoscritta da 500 preti inglesi affinchè il Sinodo sulla famiglia si pronunci in modo netto e chiaro sulle posizioni dottrinali cattoliche in materia.
Qui viene meglio illustrato il testo della petizione.
Certo che 500 preti inglesi non sono pochi per niente!
Qui viene meglio illustrato il testo della petizione.
Certo che 500 preti inglesi non sono pochi per niente!
Roberto
Il Sinodo faccia annuncio chiaro e fermo
di L. Bertocchi, da La nuova Bussola Quotidiana, del 25.03.2015
di L. Bertocchi, da La nuova Bussola Quotidiana, del 25.03.2015
Mentre il cardinale Kasper invita alla preghiera, affinché le
decisioni del Sinodo vadano verso uno “sviluppo della tradizione”, circa
500 sacerdoti di Inghilterra e Galles sottoscrivono una lettera in cui
chiedono ai padri un “annuncio chiaro e fermo dell’insegnamento morale
immutabile della Chiesa”.
Sul punto del possibile accesso all’eucaristia per i
divorziati risposati, quello su cui il Card. Kasper vorrebbe un
particolare “sviluppo”, i presbiteri d’oltremanica hanno una idea
decisamente diversa. “Si afferma l’importanza, scrivono, di mantenere la
disciplina tradizionale della Chiesa per quanto riguarda la ricezione
dei sacramenti, e la dottrina e la prassi rimangano fermamente e
inseparabilmente in armonia”. La questione dell’unità tra dottrina e
pastorale è il cuore del dibattito sinodale, ne ha parlato recentemente
anche Mons. Kurtz, presidente della Conferenza Episcopale degli Stati
Uniti. C’è la necessità che venga garantita “l’unità” tra le due,
perché, ha detto il prelato statunitense, non si può rompere “l’unità e
l’integrità di come noi adoriamo, come crediamo e il modo in cui
offriamo la cura pastorale”.
Il problema, come sollevò con chiarezza il Card. Caffarra,
è che dietro al parafulmine del cambiamento pastorale potrebbe
nascondersi tutt’altro. Proprio in riferimento alle tesi del cardinale
Kasper al concistoro 2014, l’arcivescovo di Bologna disse che “non è
questione solo di prassi, qui si tocca la dottrina. Inevitabilmente. Si
può anche dire che non lo si fa, ma lo si fa.” Per questo non si può
ridurre il dibattito sinodale ad una semplice questione tra fazioni
“politiche”, ma occorre essere attenti alla posta in gioco. Di fronte
“alla confusione” i sacerdoti inglesi e gallesi firmatari della lettera
ribadiscono la loro “fedeltà incrollabile alle dottrine tradizionali
concernenti il matrimonio e il vero significato della sessualità umana,
fondata sulla Parola di Dio e insegnata dal Magistero della Chiesa per
due millenni”.
Il problema del rapporto tra pastorale e dottrina è
stato recentemente affrontato anche dal Card. Burke che ha concesso una
lunga intervista alla blogger francese Jeanne Smits. Quella di chi pone
il cambiamento solo a livello pastorale, mentre rimarrebbe intatta la
dottrina, “è una falsa distinzione”, ha detto. Il riferimento, oltre
alla questione dell’eucaristia ai divorziati risposati, riguarda anche
gli alti temi incerti del sinodo, quello delle cosiddette unioni
“irregolari” e dell’omosessualità. “E’ impossibile, ha detto Burke,
separare la verità dall’amore, una via fuori dalla verità non può essere
una via d’amore”. Se si “dona l’accesso alla Santa Comunione a persone
che si trovano in unioni irregolari, si afferma di fatto anche qualcosa
sull’indissolubilità del matrimonio”, cioè sulla dottrina. Quindi, come
diceva il Card. Caffarra, si può anche dire che non si tocca la
dottrina, ma di fatto lo si fa.
Gira e rigira il punto è sempre lo stesso, come ha
fatto notare anche il cardinale africano Sarah. "L’idea di mettere il
Magistero in una graziosa scatola separandolo dalla pratica pastorale
–ha dichiarato nel libro intervista “Dieu ou rien” – è una forma di
eresia, di patologica schizofrenia.” “C’è una battaglia in corso”, ha
detto il Card. Kasper in Inghilterra, ed è anche importante che si
discuta, come ha chiesto più volte il Santo Padre. Bisogna però fare
attenzione.
Andare oltre l’apparenza, cercare di capire, leggere
bene i documenti ufficiali e, soprattutto, non farsi prendere troppo
facilmente dai buoni sentimenti. “La misericordia, lo ha detto anche il
Card. Kasper, non è morbidezza pastorale”.
Se qualche sacerdote italiano legge... Perché non replicare l'iniziativa con i propri confratelli?
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaPurtroppo, pare proprio di sì... :-(
EliminaNon è possibile pubblicare la traduzione della lettera?
RispondiEliminaE' assai breve (molto più breve del presente post), ma molto significativa, proprio per il fatto che non vi è nulla di ... particolare.
Inoltre, la lettura del testo permette di comprendere quanto assurdo sia il richiamo rivolto ai sacerdoti firmatari dal Presidente della Conferenza Episcopale d'Inghilterra, il cardinal Nichols.
Io farei una petizione per dire che il sinodo faccia dichiarazioni CATTOLICHE.
RispondiEliminaSo che è pretendere molto, ma che altro si può chiedere in questo clima?
Esatto! Dichiarazioni CATTOLICHE!!!!
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