Post in evidenza

Elenchi dei Vescovi (e non solo) pro e contro Fiducia Supplicans #fiduciasupplicans #fernández

Pubblichiamo due importanti elenchi. QUI  un elenco coi vescovi contrari, quelli favorevoli e quelli con riserve. QUI  un elenco su  WIKIPED...

martedì 29 aprile 2014

Dopo San Pio V, il messale in latino ha un altro Santo "protettore": Giovanni XXIII. Avallato il Messale in latino usato dai Tradizionalisti e liberalizzato da Benedetto XVI

Dopo San Pio V, che il 14 luglio del 1570 promulgò la nuova edizione del Messale Romano (riformata in ossequio ai dettami del Concilio Ecumenico di Trento), ora i fedeli "tradizionalisti" che seguono la messa in latino secondo la forma straordinaria del Rito Romano hanno un nuovo santo dalla loro: Giovanni XXIII canonizzato da Papa Francesco la scorsa domenica 27 aprile 2014 insieme con Giovanni Paolo II.
 E' infatti il Messale Romano nell'edizione del 1962, secondo le modifiche volute proprio da Papa Roncalli, quello che viene attualmente (ri)usato, dal 2007, in tutta la Chiesa Universale, grazie e a seguito della liberalizzazione e e riabilitazione decretatane dalla legge universale di Benedetto XVI, il Motu Proprio "Summorum Pontificumdel 7 luglio 2007 che all'art. 1  così sancisce e asserisce: "Perciò è lecito celebrare il Sacrificio della Messa secondo l’edizione tipica del Messale Romano promulgato dal B. Giovanni XXIII nel 1962 e mai abrogato, come forma straordinaria della Liturgia della Chiesa."
 Noi non possiamo che esserne orgogliosi e rassicurati! Ulteriore conferma (se mai necessaria) della liceità e legittimità del messale "antico" è stata impressa domenica con il sigillo della canonizzazione di colui che lo volle e lo promulgò solennemente nel 1962 "cura recognitum". 
Ecco il testo dell'articolo.
Roberto
ps. Grazie all'Amico Luigi. Lui sa perchè. 




*
«Papa buono» per modo di dire
Quel Giovanni XXIII che piace ai tradizionalisti
I devoti della messa in latino in prima fila per la canonizzazione di Angelo Roncalli:
«Era un conservatore»

di A. Morigi, da Libero del 26.04.2014, p. 12



Si è ricreduto anche chi, sulla figura di Giovanni XXIII, si era costruito l’immagine del «Papa buono quindi progressista».A ripercorrere la biografia e gli scritti di sant’Angelo Roncalli, c’è chi ora lo proclama «erede di una visione ipertradizionale della fede che custodirà fino alla morte». È Jean Mercier, editorialista del settimanale cattolico La Vie, l’equivalente francese di Famiglia Cristiana, a scrivere sul numero del 22 aprile scorso che «il suo modello era addirittura Pio X, noto per la sua virulenza antimodernista. Nel suo Giornale dell’anima Roncalli si confida secondo i valori del Concilio di Trento, esaltando le mortificazioni e i sacrifici. Ci si può divertire a immaginare le sue reazioni se avesse conosciuto le contestazioni dell’autorità all’interno della Chiesa dopo il 1968 oppure alcuni esperimenti d’avanguardia degli anni ’70 in materia catechetica o liturgica».
In realtà sul suo Diario, il 2 dicembre 1951, quando era nunzio in Francia, monsignor Roncalli aveva già annotato il proprio scandalo per le sciatte innovazioni sull’altare: «Assistetti alla Messa a S. Severino [Parigi]. Presi freddo e mi nocque. Musica assai migliorata ma la Messa face au peuple una contraddizione grave alle leggi liturgiche. Tutto il Canone pronunciato a voce alta e non in secreto come prescrive il Messale […] Avvertii in debito modo il parroco Connan della gravità di questo abuso e credo che sarà arrestato. Oh! Che pena con queste teste ardenti e un po’ bislacche».
Non avrebbe mai cambiato idea fino alla fine. Lo testimonia la sua costituzione apostolica del 1962 Veterum sapientia, nella quale esalta,contro chi la contesta, «l’antica e mai interrotta consuetudine della lingua latina» disponendo l’istituzione di un’Accademia per il suo studio e la sua diffusione. Tanto che anche i più sensibili al richiamo della tradizione cattolica,ora lo ricordano come «il Papa il cui nome vediamo ogni domenica quando apriamo il messale. Uno dei tanti Papi santi, come Gregorio Magno, Gregorio VII, Pio V e Pio X, che hanno dato continuità alla forma liturgica». Quella che comunemente viene detta «messa in latino», è celebrata infatti secondo i canoni stabiliti da Giovanni XXIII, ricorda Guillaume Ferluc, un quarantenne francese, nato dopo la riforma liturgica,segretario del Coetus Internationalis Summorum Pontificum, l’associazione che ogni anno promuove un pellegrinaggio a Roma dei fedeli e sacerdoti legati al motu proprio di Benedetto XVI che ha consentito la celebrazione della messa in latino. Il suo auspicio è che la prossima canonizzazione sgombri il campo dagli equivoci,«anche se sappiamo che, così come Papa Benedetto XVI aveva spiegato che un certo post-Concilio aveva tradito il Concilio, c’è stata anche una lettura distorta di Papa Giovanni. In realtà fu lui a celebrare il settantesimo anniversario della Rerum Novarum con la Mater et Magistra. In effetti la dottrina sociale della Chiesa è sempre stata sviluppata dai Papi poi considerati più reazionari. Così succederà probabilmente anche con Papa Francesco».
Quanto a Papa Roncalli, semmai, con la sua prima enciclica AdPetri cathedram, aveva riaffermato il primato petrino anche in campo liturgico. Tanto che può sembrare che nel 1959 avesse voluto correggere le abbreviazioni e le riduzioni introdotte sotto il suo predecessore Pio XII nella liturgia della Settimana Santa. In ogni caso, non «lo si può ridurre al suo ultimo anno di pontificato,né alle conseguenze del Concilio, che lui ha aperto senza peraltro averlo chiuso»,commenta Ferluc.
E non si può attribuire nemmeno, al Papa che indisse il Concilio, l’ambiguità del termine «aggiornamento». Fra tutti i possibili significati, avverte don Pietro Cantoni, moderatore della Fraternità San Filippo Neri, «va eliminato con certezza quello di adattamento alla mentalità del tempo, nel senso soprattutto di una superficiale attenuazione del radicalismo cristiano».
Del resto Giovanni XXIII stesso, in un testo immediatamente vicino al programmatico discorso di apertura del Concilio, si rivolge ai direttori spirituali dei seminari ricevuti in udienza il 9 settembre 1962, e raccomanda loro «di avviare i giovani a conoscere il mondo, nel quale sono chiamati a vivere e ad operare, insegnando a santificare tutto ciò che il progresso offre di buono, di sano e di bello. Ma ciò non vuol dire accettare compromessi con lo spirito secolare, e tanto meno attenuare l’importanza della mortificazione e della rinuncia. Un malinteso aggiornamento che si preoccupasse solo di raddolcire la vita seminaristica, o di blandire troppo la natura, creerebbe una personalità antitetica a quella di Gesù Sacerdote e Vittima». In fondo, conclude don Cantoni, «il significato più profondo del termine “aggiornamento”, inteso come una funzione - la principale e radicale -del Magistero, è “rendere presente”; da porre in connessione, analogicamente, all’azione sacramentale che rende presente l’azione salvifica di Cristo e, nel suo culmine eucaristico, laPersona stessa del Salvatore».

27 commenti:

  1. Mirabile articolo che rende giuistizia alla verità ed alla figura di un Santo che ebbe un eccesso di amore verso la Sua Chiesa.
    Grazie alla Redazione di MiL per questo articolo !

    RispondiElimina
  2. Ridicolo. sappiamo tutti che i rivoluzionari non adoperano mai termini diretti per non impressionare la gente abituata alle consuetudini ma la loro perfidia si ammanta di rassicuranti terminologie per poi aprire le brecce alla perdizione.

    RispondiElimina
  3. Qualcuno parte dal presuposto che il Santo Pontefice fosse stato, in corde, un rivoluzionario.
    Allora perchè i testi preventivi che Egli aveva proposto ai Padri Conciliari furono rigettati in blocco dai veri novatori nordici ?
    Il " Concilio virtuale" e " mediatico " come ha sottolineato Papa Benedetto XVI lo scorso anno è certamente sfuggito di mano a chi , ingenuamente, pensava di poterlo governare.

    RispondiElimina
  4. scusa Carradori ma chi permise ai "veri novatori nordici" di rigettare i testi preventivi? senza l'avallo di Giovanni XXIII, che è storia (puoi leggerti ugualmente De Mattei o Alberigo, o prima di loro Wiltgen), il Concilio avrebbe lavorato sui testi preparati dalle Commissioni antepreparatorie e non su quelli di Liénart e Frings e Suenens etc

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @ Anonimo 9,03 Effettivamente il Papa non fu in grado di governare la Barca in preda alle forti correnti nordiche. Fra poco verranno pubblicati i testi preparatori del Concilio in lingua italiana da un nostro amico della tradizione : un'occasione per confrontarci su un argomento che ci farà garbatamente discutere per molto.
      E
      L'argomento del rigetto dei testi preparatori è interessante e scottante ...
      Ora debbo tornare al lavoro : buona giornata !

      Elimina
    2. Echi prese con somma imprudenza la decisione di indire un concilio,senza ponderare e consultare nessuno,poco dopo la sua elezione,e per di più dandogli la INUSITATA nei 2000 anni di storia,FORMA PASTORALE,del tutto inappropriata,ma VOLUTA,attraverso la quale(NON AVENDO VOLUTO IMPEGNARE L'INFALLIBILITA')sono potute passare e poi dilagare con impeto crescente(come buco nella diga)le dottrine false già condannate?

      Elimina
    3. E chi volle l'ignobile accordo di Metz col comunismo omicida,sconfessando anche ila pur inappropriata a un concilio(e ripeto:qui sta la radice di tutti i mali successivi)forma pastorale?

      Elimina
  5. RIDICOLO RIDICOLO RIDICOLO. Papa Roncalli non solo ha tradito il suo Concilio ma per viltà ha anche tradito il giuramento fatto il giorno della sua incoronazione, custode ignavio della tradizione.

    RispondiElimina
  6. Roncalli non è e non sarà mai amato dai tradizionalisti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E chi lo decide ? Chi lo stabilisce ?
      Si vada a leggere, a riguardo, i Bollettini Ufficiali di Una Voce degli anni '70 per scoprire che quello che afferma lei non può essere esteso , de facto, a tutti i cattolici.

      Elimina
    2. Quei Cattolici si ieri come quelli di oggi che si sentono normalisti di tutte le cazzate papali si sono spianati la strada verso l‘inferno. Prima Cristo, poi la tradizione e infine il magistero, se il Papa si inserisce tra queste colonne è in perfetta ortodossia altrimenti si può criticare... la mia anima vale più di uno stupido viva e sempre viva il Papa. Roncalli e i suoi successori sono Papi ma hanno tutti accantonato la loro identità per farsi merce abbordabile da quattro soldi.

      Elimina
    3. Veramente io sapevo che all'inferno andavano quelli che non fanno la volontà del Padre Nostro favorendo l'unità della Chiesa di Cristo .. ma evidentemente Anonimo delle 20,15 è più evoluto avendo elaborato un PROPRIO catechismo personale.

      Elimina
    4. Imbecille, ignorante, chi fa la volontà del Figlio fa quella del Padre. idiota

      Elimina
  7. Intanto i cattolici in Italia diminuiscono:
    http://cattoliciperlalaicita.blogspot.it/2014/04/in-italia-la-chiesa-cattolica-perde.html?m=1

    RispondiElimina
  8. Che tristezza di articolo. Se i cosiddetti "tradizionalisti" devono accontentarsi di questo, allora siamo proprio alla frutta. Non si va da nessuna parte. Sono loro i veri cristiani ideologici. Lunga vita alla vera Tradizione, quella di sempre quella degli apostoli. Se il papa della Pacem in Terris è un tradizionalista allora siamo a posto! E poi cosa centra Cantoni con quelli che amano la Messa tridentina? Lui dice che quella nuova è meglio e celebra solo saltuariamente quella vecchia. Quindi cosa centra?!!!

    RispondiElimina
  9. Tra i tradizionalisti bisogna, ormai urgentemente, fare una distinzione. I tradizionalisti che difendono il "vero concilio" contro quello dei "media", e contro le distorsioni venute dopo, che difendono l'ermeneutica della continuità contro quella della rottura, ecc., e quelli che il Concilio proprio non l'accettano.

    Mi sembra ormai chiarissimo che siano due cose ben diverse. I primi sono, bene o male, seguaci del ricco magistero di Benedetto XVI sul tema (nonchè di quello dei suoi predecessori). I secondi possono essere seguaci del sedevacantismo o di Lefevre.

    Cito Benedetto XVI perchè dopo di lui non è più possibile far confusione

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Che imbeccilità. meglio Cattolico Romano che un idiota ermeneuticirincoglionitovatcanosecondome....

      Elimina
    2. Bravo Anonimo delle 20,32 :)

      Elimina
  10. Ancora Si tace inspiegabilmente sull'influenza che Raimondo di Sangro ha avuto sulle costituzioni apostoliche del Concilio Vaticano II. Di questo argomento è veramente illuminante il resoconto che ne da lo scrittore napoletano L.L. nel suo arcinoto libro sull'argomento.
    Mino Pecorelli

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Allego il link contenente un estratto dell'intervista allo scrittore Li.Li.

      http://m.youtube.com/results?q=stornello%20napoletano&sm=1

      Elimina
  11. Scusate come mai gli altri articoli dei giorni scorsi non si possono commentare? Grazie.

    RispondiElimina
  12. @ Andrea Carradori, post del 29.04.2014 alle 9:28
    "Fra poco verranno pubblicati i testi preparatori del Concilio in lingua italiana da un nostro amico della tradizione"
    Sto preparando un saggio su 'Maria mediatrice e Corredentrice nella tradizione latina di Origene, Proclo e Cassiodoro' e vorrei includere le indicazioni bibliografiche per una lavoro che credo risponda ad un'esigenza particolarmente attuale. Potrebbe inviarmi i dati bibliografici? Puo' scrivermi privatamente, dcsaki@yahoo.com.
    Grazie e cordiali saluti, Luciana Cuppo

    RispondiElimina
  13. C'è un fondamentale discorso di S. Giovanni XXIII, del quale si citano sempre e soltanto tre parole: "profeti di sventura". Riferendole, ovviamente, a quanti si oppongono a quel falso Concilio che è stato stigmatizzato da tutti i Papi successivi. E così non si citano mai altre parole di quel discorso, con il quale Papa Giovanni apriva il Vaticano II:

    "Quel che più di tutto interessa il Concilio è che il sacro deposito della dottrina cristiana sia custodito e insegnato in forma più efficace.
    Tale dottrina abbraccia l’uomo integrale, composto di anima e di corpo, e a noi, che abitiamo su questa terra, comanda di tendere come pellegrini alla patria celeste

    RispondiElimina
  14. A Carradori ed altri consiglio di leggere l'articolo di Vassallo "La ribellione dei padri modernizzanti e le incaute concessioni di Giovanni XXIII", una recensione all'ultimo libro di Pasqualucci, apparso su Riscossa Cristiana. Qui si potrà leggere ciò che Giovanni XXIII scriveva a favore del ribaltamento dei documenti della commissione preparatoria del concilio, approvati dallo stesso Papa!, ed il giudizio sprezzante sul card. Ottaviani e la sottolineatura maligna della cecità del porporato.
    Non fo qui problema di santità o meno, ma solo dico che non mi sembra accettabile scindere l'atteggiamento di Roncalli dalle deviazioni conciliari e post-conciliari

    RispondiElimina
    Risposte
    1. bravissimo. Sottolineo che la Curia Romana, non solo nella figura dell' ottimo Ottaviani, ma tutta, specie i più vicini alle posizioni Romanissime di San Pio XII ( quello è un Santo! ), è stata disprezzata tutta da Roncalli, che già come nunzio a Parigi adottò i tempi e i modi dei ' novatori'.

      Elimina
  15. Eloquente soprattutto il titolo, che poi è la cosa più letta di un articolo:
    "Papa buono per modo di dire: piace ai tradizionalisti, era un conservatore".
    Vale a dire: anche lui aveva il suo lato cattivo, che coincide con quello conservatore che piace ai tradizionalisti. Perché ovviamente conservatore = cattivo, tradizionalista = cattivo.

    RispondiElimina
  16. Svegliatevi ed entrate "nel mondo" come Figli di Dio e non come setta; perchè per il momento siete "del mondo" peggio dei modernisti veri!
    RIDICOLI! RIDICOLI, RIDICOLI ED ANCORA RIDICOLI!

    RispondiElimina

AVVISO AI LETTORI: Visto il continuo infiltrarsi di lettori "ostili" che si divertono solo a scrivere "insulti" e a fare polemiche inutili, AVVISIAMO CHE ORA NON SARANNO PIU' PUBBLICATI COMMENTI INFANTILI o PEDANTI. Continueremo certamente a pubblicare le critiche ma solo quelle serie, costruttive e rispettose.
La Redazione