Post in evidenza

Elenchi dei Vescovi (e non solo) pro e contro Fiducia Supplicans #fiduciasupplicans #fernández

Pubblichiamo due importanti elenchi. QUI  un elenco coi vescovi contrari, quelli favorevoli e quelli con riserve. QUI  un elenco su  WIKIPED...

mercoledì 17 agosto 2011

Una dichiarazione profetica di Paolo VI

Continuate a cantare il Divin Ufficio in latino o perderete le vocazioni: la dichiarazione profetica di Paolo VI.


Sul blog del Presidente di Una Voce Inghilterra è comparso ieri un articolo per ricordare i quarantacinque anni dalla pubblicazione di Sacrificium Laudis, la Lettera Apostolica di Paolo VI ai Superiori degli Ordini religiosi. Ne offriamo una traduzione ai lettori di Messainlatino e rimandiamo alla lettura della Lettera Apostolica in italiano sul sito del Vaticano:

Esattamente quarantacinque anni fa S.S. Paolo VI emanò la Lettera Apostolica Sacrificium Laudis per i Superiori degli Ordini religiosi. Proprio oggi, come servizio alla Chiesa, Una Voce Inghilterra pubblica per la prima volta (a quanto pare) la traduzione in inglese della Lettera, traduzione del R.P. Thomas Crean OP, Cappellano Regionale di Una Voce per l’Inghilterra centrale. Non solo la Lettera non si è mai pubblicata in inglese, non è mai comparsa sull’Acta Apostolicae Sedis, anche se è comparsa in Notitiae, l’organo della Sacra Congregazione dei Riti (ora ‘del Culto Divino’) e la si trova in italiano e latino sul sito dell’Apostolica Sede. Merita un’attenta lettura.La lettera è assai breve e Sua Santità non chiede ma ordina a tutti i Superiori religiosi, usando tutta la sua autorità, di continuare a usare le melodie gregoriane autentiche mentre si canta l’Ufficio in latino. Prevedeva già il disastro che seguirà l’abbandono di tale tradizione. Eccone un passo importante:

Qui non si tratta soltanto di conservare nell'Ufficio corale la lingua latina - indubbiamente degna, non è cosa da poco, di essere custodita con cura, essendo nella Chiesa Latina sorgente fecondissima di cristiana civiltà e ricchissimo tesoro di pietà, ma anche di custodire indenni la qualità, la bellezza e l'originario vigore di tali preghiere e di tali canti: si tratta infatti dell'Ufficio corale, espresso «con le voci della Chiesa che dolcemente canta», e che i vostri fondatori e maestri e Santi del Cielo, luminari delle vostre Famiglie religiose, vi hanno tramandato. Non vanno sottovalutate le tradizioni degli antenati che lungo i secoli costruivano la vostra gloria. Questa maniera di recitare l'Ufficio divino in coro fu una delle principali ragioni della solidità e del felice sviluppo delle vostre Famiglie. Suscita quindi meraviglia che, al sorgere di un improvviso turbamento, ad alcuni sembri già di dover trascurare queste motivazioni.

Quale lingua, quale canto vi sembra che possa nella presente situazione sostituire quelle forme della pietà cattolica che avete usato finora? Bisogna riflettere bene, perché le cose non diventino peggiori dopo aver rinnegato questa gloriosa eredità. Poiché vi è da temere che l'Ufficio corale venga ridotto a una recitazione informe, della quale voi stessi sareste certamente i primi a risentire la povertà e la monotonia. Sorge anche un altro interrogativo: gli uomini desiderosi di sentire le sacre preci entreranno ancora così numerosi nei vostri templi, se non vi risuonerà più l'antica e nativa lingua di quelle preghiere, unita al canto pieno di gravità e bellezza? Preghiamo dunque tutti gli interessati, di ponderare bene quello che vorrebbero abbandonare, e di non lasciare inaridire la fonte alla quale hanno fino ad oggi abbondantemente attinto.

Come in tante altre cose, Paolo VI è stato profetico. Ahimé, anche qui la sua iniziale resistenze alle cose negative è stata abbattuta dai novatori. I religiosi hanno continuato a chiedergli di abbandonare la tradizione del canto corale del Divino Ufficio ed Egli ha ceduto. Le conseguenze, però, sono esattamente quelle che aveva previsto.

60 commenti:

  1. Noi laici vediamo i cambiamenti fatti al Messale, ma spesso non ci accorgiamo dei disastri compiuti con gli altri libri liturgici; il Rituale Romano non c'è più, il Pontificale Romano idem e il Breviario Romano è stato distrutto completamente. L'obbligo di recita del Breviario, poi, con la soppressione del Suddiaconato, è stato imposto a sempre meno gente. <span>Septies in die laudem dixi tibi, ma non più...
    </span>

    RispondiElimina
  2. Una volta aperta la porta della stalla, anzi spalancata, perché poi meravigliarsi se i buoi scappano, anche se cerchi di richiamarli a gran voce?

    RispondiElimina
  3. Rodrigo Urrea Ibáñez17 agosto 2011 alle ore 08:21

    <span>Vorrei fare una proposta: chiedere a una congregazione, forse i Francescani dell'immacolata, di pubblicare un libro con la Liturgia delle Ore latino-italiano. Si può cominciare soltanto con un diurnale, simile al "Preghiera del mattino, Preghiera della sera", ma latino-italiano.</span>
    I destinatari di questo libro sono i centi di ragazzi che studiano in seminari italiani, e sopratutto i cento di giovanni che studiano a Roma (negli atenei pontifici). 
    I francescani dell'Immacolata hanno tutte le risorse per fare questo: cultura, latino, editrice, suore...
    Questo sarebbe un vero servizio alla Chiesa. 

    Cosa ne pensate?

    RispondiElimina
  4. Converte nos, Deus salutaris noster, et averte iram tuam a nobis.

    RispondiElimina
  5. Milanese alla riscossa!17 agosto 2011 alle ore 08:50

    Profeta e distruttore allo stesso tempo. 

    RispondiElimina
  6. Salvianus massiliensis17 agosto 2011 alle ore 08:56

    A forza di sfrondare la profezia si è avverata... Sovente, ai suoi stretti collaboratori o amici, che manifestavano la deriva innarrestabile, il servo di Dio Paolo VI diceva: "Siamo vittima delle circostanze...". C'è da dire che le "circostanze" direttamente o indirettamente dipendono anche da noi. Salvo la buona fede, ma il "masso che dal vertice di rumorosa frana... per lo scheggiato calle batte sul fondo e sta". Questa l'amara realtà che ormai da mezzo secolo, nell'obbediente fedeltà al Papa, stiamo vivendo, non senza sofferenza. Misericordiam Domini in aeternum cantabo!

    RispondiElimina
  7. "...ed Egli ha ceduto".....
    Ieri come oggi, sia per debolezza personale, sia, come ci viene detto, per non causare traumi ancor maggiori, sia perchè messi davanti al fatto compiuto, sia ancora per altri motivi, i Papi sembrano aver perso non solo la capacità di far rispettare le loro esortazioni, ma anche  il potere di imporre con la loro autorità le loro decisioni, sembra che i loro subordinati abbiano avuto, e abbiano, loro, il potere di vanificare, bypassare la volontà del Sommo Pontefice, sicuri come erano, e come sono, di non incorrere in nessuna sanzione.
    A che cosa serve dire cose profetiche, scrivere documenti chiari, se poi nessuno si occupa di verificarne l`esecuzione e anche applicare la sanzione in casi di disobbedienza?

    RispondiElimina
  8. Se ci impegnassimo noi a dire un Atto di Contrizione, Fede e Speranza davanti al Ss.mo qualche volta, come riparazione a tanto scempio? Se dicessimo più Corone del Sacratissimo Rosario secondo le intenzioni del Papa?

    RispondiElimina
  9. Una cosa mi sorprende in modo particolare, ed è la data. Si tratta di un documento del 15 agosto 1966: ossia,  è stato emanato appena otto mesi dopo la fine del Concilio. Considerando che non sarà stato preparato in due giorni è da ritenere che Paolo VI lo abbia scritto in un momento ancora più vicino al 7 dicembre 1965. Il che significa che i problemi era ben presenti già in quella fase storica.

    RispondiElimina
  10. Non è una contraddizione così inusuale. Anche Mao Tse-Tung fece distruggere i monumenti del passato, vietò la pubblicazione di tutti i classici e la rappresentazione delle opere musicali tradizionali (che in Cina sono un genere popolare). Il passato per i cinesi non doveva più esistere, tutto nuovo. E il bello è che lo Tse-Tung amava la cultura tradizionale, scriveva poesie in cinese antico e si faceva rappresentare in privato le stesse opere che vietava al popolo perché arretrate e nocive. Guarda caso, gli anni sono gli stessi delle "riforme" liturgiche in Occidente...

    RispondiElimina
  11. Milanese alla riscossa!17 agosto 2011 alle ore 10:14

    Apprendo con gioia che le "sperimentazioni" sono necessarie. Forse senza ci si annoia? Le biciclettate e i balletti in santuario sono "sperimentazioni" necessarie? Il "crocifisso"-barca è necessario? Per aumentare nei fedeli la devozione verso Gesù Crocifisso che era invece tarpata da un simulacro tradizionale? Distruggere l'altare è una innovazione necessaria? Mi piacerebbe avere una risposta da qualche Principe della Chiesa che ha studiato molto più di me circa la necessità di tali interventi e la loro giustificazione pastorale e teologica. 

    RispondiElimina
  12. Milanese alla riscossa!17 agosto 2011 alle ore 10:24

    Un parallelismo inquietante, ma tristemente vero. Basta guardare con quanto odio molti preti parlano del passato e dell'ininterrotta Fede tramandata nei secoli per accorgersene.

    RispondiElimina
  13. ... E' questa l'unica via!!! Bravo Eriugena: preghiera, preghiera e preghiera. E nessuno fermerà quello che viene da Dio! 

    RispondiElimina
  14. Profeti di sventure...17 agosto 2011 alle ore 10:28

    Oh no... Il fumo di satana è entrato nel tempio!

    RispondiElimina
  15. Quello che mi amareggia è proprio quella inerte e sconsolata rassegnazione davanti al presunto ineluttabile da parte di chi ha il potere, in questo caso per mandato divino, di raddrizzare le cose, o almeno di provarci.

    A Torino il card. Ballestrero si lamentava dei preti in abito borghese dicendo che gli sembrava di essere ad una riunione di condominio, e dei Tabernacoli nascosti non si capisce dove, ma non cambiava nulla.

    A Genova il card. Siri riusciva a farsi ubbidire, i preti erano sempre in talare e il Santissimo rimaneva al centro degli altari. 

    RispondiElimina
  16. Oh no il Novus Ordo fa' male! Allora sostituiamo il Vetus Ordo e facciamo dire il NO in tutto il mondo! Effettivamente funziona .......  e fa' male! Oh no!!!!! Oh No!!!! Oh si!

    RispondiElimina
  17. Profeti di sventure...17 agosto 2011 alle ore 11:46

    100% liberalismo senza zucchero

    RispondiElimina
  18. <span>«</span> Ego Caelestinus Papa Quintus motus ex legittimis causis, idest causa humilitatis, et melioris vitae, et coscientiae illesae, debilitate corporis, defectu scientiae, et malignitate Plebis, infirmitate personae, et ut praeteritae consolationis possim reparare quietem; sponte, ac libere cedo Papatui, et expresse renuncio loco, et Dignitati, oneri, et honori, et do plenam, et liberam ex nunc sacro caetui Cardinalium facultatem eligendi, et providendi duntaxat Canonice universali Ecclesiae de Pastore. <span>»</span>La Chiesa poi lo fece venerare come San Celestino V!

    RispondiElimina
  19. Era lui, Paolo VI, la "circostanza". Poteva impedire tutto ciò, e non lo ha fatto. E' lui il demolitore della Chiesa e della tradizione cattolica.

    RispondiElimina
  20. Salvianus massiliensis17 agosto 2011 alle ore 12:15

    I novatores pensavano di rendere la vita più facile al clero impegnato nella pastorale (?):  via le ore canoniche..., via il S. Sacrificio della Messa, meglio una cena..., via le devozioni per non scadere nel devozionismo..., via le belle chiese (la retorica della povertà!),  meglio gli autosaloni o simil centro commerciali..., via le immagini sacre tradizionali... Cosa è rimasto? Seminari vuoti, clero insufficiente, frequenza domenicale in molte zone, stime benevole, attorno al 5%. L'errore in materia religiosa, è inseparabile dalla novità. L'unica medicina per guarire da questo male letale è la Tradizione! 

    RispondiElimina
  21. Prevedeva già il disastro che seguirà l’abbandono di tale tradizione

    Sarebbe stato meglio se avesse previsto il disastro causato dalla sostituzione della Santa Messa con il N.O.M. comportandosi di conseguenza.
    O forse l'ha fatto?

    RispondiElimina
  22. I Francescani dell'Immacolata sono un dono di Maria a tutta la Chiesa! preghiamo per loro e ringraziamo

    RispondiElimina
  23. Alessandro (sandalo)17 agosto 2011 alle ore 14:08

    <span>Un mio amico, alla richiesta del Postulatore di notizie di
    miracoli, attribuiti all'intercessione di Paolo VI rispose:"Ha fatto due
    miracoli. Uno, il più grande miracolo, dalla Resurrezione di Nostro Signore,
    aver transustanziato la Chiesa Cattolica, in una setta come tutte le altre.
    L'ALTRO , un miracolo più piccolo, aver fatto zoppicare un cieco".
    </span>

    RispondiElimina
  24. <span>E' lui il demolitore della Chiesa e della tradizione cattolica.</span>

    Si è impegnato al massimo, è innegabile. Ma non ha iniziato lui e soprattutto la demolizione non è cessata con lui...
    A mio avviso, a parte il gravissimo sabotaggio del 1955, l'inizio delle manovre sul campo è riconducibile al conclave del 1958.
    E continuano.
    Non è di poca importanza il fatto che il Messale oggi 'tollerato' sia quello del 1962 e non quello ('troppo' cattolico) del 1952, così come non è certamente di poca importanza che questo Messale, dal 2007 a oggi, abbia già subito alcune modifiche e se ne prospettino altre, in modo da snaturarlo poco alla volta.

    RispondiElimina
  25. Milanese alla riscossa!17 agosto 2011 alle ore 14:25

    Anche oggi un sorriso mi è stato regalato. Molto divertente quest'episodio. 

    RispondiElimina
  26. Non tutti i religiosi hanno abbandonato al tradizione del corale in latino nella liturgia delle ore. Per i benedettini olivetani il gregoriano e' vivo e vegeto, e mi pare sia cosi' anche per altre congregazioni.

    RispondiElimina
  27. Oltre alle parole profetiche postate dalla Redazione, Paolo VI ha detto anche altre cose degne di rilievo e di apprezzamento: ad esempio, le esortazioni ai Frati Minori Conventuali a vivere generosamente la Regola e il Carisma Francescano. Da quelle sante parole, P. Stefano Manelli prese spunto per la nascita di "Casa Mariana" di Frigento (1970), da cui sono germogliati poi i Francescani dell'Immacolata.  Preghiamo anche per Paolo VI. Requiescat in pace. Amen!

    RispondiElimina
  28. Chiesi personalmente ai francescani circa la traduzione del Breviario di San Pio X mi dissero che stavano in alto mare per la traduzione! Allora ho deciso in Maggio di incominciare personalmente la traduzione dei salmi e degli inni. Ho tradotto più letteraralmente possibile già tutti gli Inni dell'ordinario e con i salmi, sono al martedì, avvalendomi di una edizione del domenicano Sales per i salmi anche se alcuni versetti sono stati totalmente ri-tradotti perchè p. Marco seguí purtroppo la traduzione già modernista del Martini che con la sua opera incominció quell'azione nefasta che il Bea concluderà con P6 (quello che prima distrugge e poi fa vedere che piange) con la Nuova Vulgata.

    Per chi vuole più informazioni e sul procedere della traduzione può contattarmi in privato.

    rev.doncamillo@hotmail.com

    RispondiElimina
  29. Si aspetta ancora una risposta ala Breve esame critico.

    Profezia del silenzio????

    RispondiElimina
  30. Non l'hanno MAI potuta dare e MAI potranno darla.
    Sarebbe stato e sarebbe il riconoscimento di quanto è sotto gli occhi di tutti coloro che, per grazia di Dio e per motivi anagrafici hanno vissuto, da giovani, gli ultimi anni della Chiesa Cattolica Apostolica Romana quale è stata per diciannove secoli e mezzo prima che chi la dirige la trasformasse in... altro.
    Il Papa fa il suo mestiere...certe cose le deve dire, e le dice e le scrive non so se perché forzato o no. Mai però, ben se ne guarda, impegnando la Sua infallibilità, e questo almeno è un punto a suo favore. Ma oltre a chi è nato dopo la metà degli anni '60, solo persone totalmente decerebrate (o in perfettissima malafede) possono credere che la liturgia e soprattutto la dottrina che attuamente vengono proposte siano in continuità con quelle che la Chiesa ha proposto dalle sue origini fino al concilio che le ha, in pratica, liquidate.

    RispondiElimina
  31. <span>Se ci impegnassimo noi a dire un Atto di Contrizione, Fede e Speranza davanti al Ss.mo qualche volta, come riparazione a tanto scempio? Se dicessimo più Corone del Sacratissimo Rosario secondo le intenzioni del Papa?</span>

    Sì, dire l'Atto di Contrizione, di Fede, di Speranza, di Carità ma anche, davanti al SS.mo, invocare LA GIUSTIZIA DI DIO.
    VIENI SIGNORE GESU'! Liberaci dal male!

    RispondiElimina
  32. Non utilizzo il solito computer.
    L'ospite sono io.

    RispondiElimina
  33. Di quale sabotaggio si tratta?

    RispondiElimina
  34. Per tornare a cantare in gregoriano nelle case religiose, nei seminari, nelle cattedrali e nelle parrocchie, è necessario affidarsi a maestri musicisti preparati. I maestri non mancano di certo, ma: 1) a nessuno interessa che costoro esercitino il loro mestiere; 2) nel caso remoto in cui questi maestri vengano chiamati ad insegnare musica a clero e fedeli, si pretende che lo facciano gratis. Morale della favola...

    Se qualcuno ritiene che le mie affermazioni sono false, mi contatti pure. Sono sempre disponibile ad accettare un incarico di professore di musica, organo, canto gregoriano e polifonia nei seminari, negli studentati e nelle parrocchie.

    Ricordo anche che la Musica Sacra è materia obbligatoria per tutti i seminari d'Italia a seguito dell'ultima Ratiuo Studiorum del 2006. Ma ad oggi mi risulta che (forse) solo il seminario di Napoli ha introdotto questo corso.

    Saluti.

    RispondiElimina
  35. Quale dolore!Ormai non ci sono rimaste neanche più lacrime...
    La nostra Chiesa è una cattedrale in rovina e non ci sono più architetti e muratori per riedificarla  Dio...sembra averci abbandonato...
    Confesso che mi viene la disperazione e lo sconforto...va sempre peggio.Che fare?

    RispondiElimina
  36. Et fuit Paulus  quodam Papa Sextus...
    Semper sub sextis Roma perdita fuit

    RispondiElimina
  37. PAOLO VI resta veramente il pontefice più inquietante del dopo Pio XII.

    RispondiElimina
  38. Apparte gli scherzi, non esiste in commercio, acquistabile anche su internet un libro della liturgia delle ore latino-italiano?

    Bisognerebbe chiedere veramente a P.Apollonio se i Francescani dell'Immacolata possono farlo. Sarebbe di gran giovamento.

    P.S. è utile anche qui: www.divinumofficium.com

    RispondiElimina
  39. chiedete pure quanto volete, ma già che li avete nominati, sappiate che i F. I. non condividono gli attacchi spietati su esposti contro Paolo VI. Chi scrive non è al momento lieto di vederlo Beato, ma se lo diventa, lo invocherà volentieri, come Giovanni Paolo II. Comunque anche alle critiche su Paolo VI e sul Novus Ordo, si ponga un limite di decenza e di carità cristiana.

    RispondiElimina
  40. Testo apocrifo, non è che è una bufala scritta da un tradizionalista???

    RispondiElimina
  41. Che fare? Essere un cristiano e credere nella BUONA novella!

    RispondiElimina
  42. Mi riferisco alla riforma della Settimana Santa.

    Riforma che ha consentito al 'profeta' di scrivere qualche anno dopo:

    "...Primo passo di tale riforma è stata l'opera del Nostro Predecessore Pio XII con la riforma della Veglia Pasquale e del Rito della Settimana Santa, che costituì il primo passο dell'adattamento del Messale Romano alla mentalità contemporanea"
    Paolo VI, Costituzione Apostolica 'Missale Romanum', 3 aprile 1969

    RispondiElimina
  43. Ospite, lei è il portavoce dei Francescani dell'Immacolata? Il legale rappresentante?
    Si qualifichi!

    RispondiElimina
  44. Paolo Vi beato????........... e perchè ????
    state certi che non lo sarà MAI.......

    RispondiElimina
  45. rev.do, quale autorità ecclesiastica competente approverà la sua traduzione?

    RispondiElimina
  46. Innanzitutto questo lavoro lo faccio per me stesso, affinché come sacerdote possa ripassarmi un po' il latino. Questo lavoro, infatti, non è per uso liturgico (il breviario si recita nella Lingua LATINA!!!). Tuttalpiù sarei interessato ad essere eventualmente corretto circa la traduzione più da esperti latinisti che da monsignoroni!

    RispondiElimina
  47. Anche perchè, detto francamente, visto le nuove traduzioni della CEI con imprimatur, delle "approvazioni" c'è poca da fidarsi.

    RispondiElimina
  48. Mi fai quasi tenerezza, Areki. Quanto sei ingenuo. Ma sei davvero un prete?

    RispondiElimina
  49. Attacchi spietati ma critiche costruttive si...

    Quando parlavo del Concilio quando ero aspirante fra i Francescani dell'Immacolata c'era ufficialmente un attegguiamento di rispetto ma sotto sotto...

    RispondiElimina
  50. Ingenuo? Non credo.
    Non ti dice nulla che non ci sia stata nessuna pressione da parte dei soliti noti?
    Eppure, chi più di lui ha agito secondo i desiderata  di costoro?
    Non soltanto su questioni di forma (che pure ha grande importanza) ma sulla sostanza!
    Probabilmente è proprio questo suo essere incontestabilmente al primo posto tra i 'meritevoli' che ne rende impossibile la 'beatificazione'.
    Troppo grande il rischio.

    RispondiElimina
  51. @ Willy: dipende con quale Francescano dell'Immacolata parli, ci sono alcuni che sono moderati verso il Concilio, altri che ne sono contro proprio...

    RispondiElimina
  52. moderati, non alcuni, ma molti.

    RispondiElimina
  53. Cesare:

    Non trovo particolarmente utile fare i catastrofisti. La dottrina della Chiesa pre-concilio e post-concilio non e' affatto cambiata per quanto attiene il corpo dogmatico, che e' l'ossatura della nostra Fede, e per quanto riguarda la successione apostolica. Siamo ancora cattolici apostolici romani.

    Cio' significa che i mille "casini" degli ultimi anni sono ancora risolvibili (declino del senso sacrificale del sacerdozio, inefficienza didattica della "nuova catechesi", derive liturgiche ed architettoniche, scomparsa dei "novissimi" etc.).

    Se guarda solo alle magagne, rischia di finire tra quelli che hanno "perso la speranza".

    Parta invece - restando in aderenza alla Tradizione - dal dogma della Grazia sufficiente (ogni uomo di ogni epoca e' dotato da Dio nel corso della vita di grazia sufficiente perche' possa ottenere la salvezza eterna, e sta al singolo, che dispone di libero arbitrio, usarla o meno).

    Cordialmente,

    C.B. 

    RispondiElimina
  54. Cesare:

    Non trovo particolarmente utile fare i catastrofisti. La dottrina della Chiesa pre-concilio e post-concilio non e' affatto cambiata per quanto attiene il corpo dogmatico, che e' l'ossatura della nostra Fede, e per quanto riguarda la successione apostolica. Siamo ancora cattolici apostolici romani.

    Cio' significa che i mille "casini" degli ultimi anni sono ancora risolvibili (declino del senso sacrificale del sacerdozio, inefficienza didattica della "nuova catechesi", derive liturgiche ed architettoniche, scomparsa dei "novissimi" etc.).

    Se guarda solo alle magagne, rischia di finire tra quelli che hanno "perso la speranza".

    Parta invece - restando in aderenza alla Tradizione - dal dogma della Grazia sufficiente (ogni uomo di ogni epoca e' dotato da Dio nel corso della vita di grazia sufficiente perche' possa ottenere la salvezza eterna, e sta al singolo, che dispone di libero arbitrio, usarla o meno).

    Cordialmente,

    C.B. 

    RispondiElimina
  55. Carlo, io sono d'accordo sul fatto che la dottrina della Chiesa nel post-concilio per quanto attiene il corpo dogmatico non è cambiata, né avrebbe potuto essere cambiata, ma credo che dal concilio Vat.II la dottrina  sia stata 'sviluppata' in un certo modo e che siano questi 'sviluppi', che nessun magistero ha dichiarato infallibili, quelli che conoscono e a cui prestano fede la maggior parte dei cattolici nel mondo.
    Sono sviluppi che non riesco a capire come possano essere considerati in continuità con la dottrina già definita dal Magistero dogmatico, penso per esempio alla nuova interpretazione della dottrina della sostituzione, a quella della libertà religiosa, dell'ecumenismo, dell'ecclesiologia, ecc., interpretazioni tutte ovviamente riconducibili ai documenti prodotti dal concilio Vat.II.
    Non è mia intenzione, mi creda, fare il catastrofista. Rilevo, certo nei limiti della conoscenza che ho della Dottrina cattolica quanto mi desta perplessità.
    La mancata risposta, punto per punto, al 'Breve esame critico' è un fatto. Che il N.O.M. rappresenti, sia nel suo insieme come nei particolari, un impressionante allontanamento dalla teologia cattolica della Santa Messa non l'ho detto io. Che di fronte a tale affermazione su argomento di tale importanza, per oltre quarant'anni non sia stato ritenuto doveroso fare chiarezza, è sconcertante.
    Riguardo al 'perdere la Speranza'... spero proprio di no. Non soltanto quella riguardo alla vita eterna e alle grazie necessarie per meritarla. Credo nella promessa di N.S.G.C. e sono quindi certo che le forze del male, in ogni caso, non prevarranno.

    RispondiElimina
  56. Da lui, la predica, proprio NO!

    RispondiElimina

AVVISO AI LETTORI: Visto il continuo infiltrarsi di lettori "ostili" che si divertono solo a scrivere "insulti" e a fare polemiche inutili, AVVISIAMO CHE ORA NON SARANNO PIU' PUBBLICATI COMMENTI INFANTILI o PEDANTI. Continueremo certamente a pubblicare le critiche ma solo quelle serie, costruttive e rispettose.
La Redazione