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sabato 25 giugno 2011

Il cardinale Scola va a Milano

Riportiamo un articolo molto istruttivo, che si contraddistingue sia per l'accuratezza delle informazioni sul pronosticato arcivescovo di Milano, del quale possiamo così meglio vagliare la caratura, sia per la franchezza nei giudizi sugli uomini di Chiesa. Magister è, come noi, molto legato a Papa Benedetto, del quale ha pure pubblicato un libro di omelie; può quindi permettersi di notare, quasi affettuosamente, quello che è sotto gli occhi di tutti: ossia che Josef Ratzinger è un uomo di studio e non di azione, e non sarà mai considerato un decisionista, o un efficiente manager. Il che non ha impedito a questo Papa, peraltro, di fare in pochi anni, quasi da solo e contro tutti (persino contro quelli che dovrebbero esser lì per sostenerelo), molto di più e meglio di quanto gli ultimi suoi quattro predecessori hanno fatto in più decenni.
Enrico



di Sandro Magister

ROMA, 24 giugno 2011 – Ritornare come arcivescovo e cardinale a Milano, nella stessa arcidiocesi che quarant'anni fa neppure l'aveva voluto ordinare prete, è una bella rivincita per Angelo Scola.

Fosse stata decisa collegialmente, dall'alto clero e dai maggiorenti del laicato milanese, la sua nomina non sarebbe mai passata. Men che meno se Benedetto XVI avesse dato retta al suo segretario di stato, il cardinale Tarcisio Bertone. Il mite Joseph Ratzinger è stato su questo inflessibile. Un nome, un solo nome, il papa aveva in mente per la diocesi più grande e più prestigiosa del mondo. E l'ha tenuto fermo contro ogni opposizione.

Benedetto XVI non passerà alla storia come grande uomo di governo. La curia vaticana l'ha lasciata come l'ha trovata, nel disordine in cui già era affondata con il suo predecessore Karol Wojtyla, troppo mondialista per occuparsi del cortile di casa. Per le più alte cariche curiali papa Ratzinger si è limitato in sei anni a pochissime chiamate nominative, non tutte riuscite, di uomini da lui conosciuti di persona. La prima, quella di Bertone alla segreteria di stato, si è presto rivelata per il papa più fonte di guai che di vantaggi. Ma l'ultima, quella del cardinale canadese Marc Ouellet a capo della congregazione che vaglia e propone al papa la nomina di ogni nuovo vescovo, promette di dargli più consolazioni. Sull'invio di Scola a Milano, tra Ouellet e Ratzinger l'intesa è stata perfetta.

E doveva essere così. Il sodalizio dei tre è di lunga data, temprato da battaglie comuni. La rivista teologica internazionale "Communio", fondata nel 1972 da Ratzinger, Hans Urs von Balthasar e Henri De Lubac come contraltare conservatore al successo della rivista progressista "Concilium", ebbe proprio in Scola e Ouellet i suoi adepti della prima ora, e prese corpo a Friburgo in Svizzera, nella facoltà teologica dove lo stesso Scola studiava.

A Friburgo, Scola era arrivato dopo un percorso tortuoso, ordinato prete a 29 anni nel 1970 non a Milano, la sua arcidiocesi di nascita, ma dal vescovo di Teramo, Abele Conigli, che gli aveva dato ospitalità dopo che i seminari milanesi, ai quali Scola aveva bussato tre anni prima forte di una laurea in filosofia all'Università Cattolica, l'avevano messo alla porta a motivo della sua militanza in Comunione e liberazione, movimento su cui l'arcivescovo di Milano dell'epoca, Giovanni Colombo, aveva forti riserve.

Del fondatore di Comunione e liberazione, don Luigi Giussani, il giovane Scola era uno dei rampolli più in vista. Fu per una decina d'anni il numero due del movimento a Milano, prima e dopo il burrascoso 1968, prima e dopo il suo farsi prete. Nel 1973 don Giussani – l'avrebbe scritto nelle sue memorie – pensò seriamente a lui come a suo successore.

Ma l'anno seguente, e per due anni, Scola patì difficoltà di salute. E Comunione e liberazione prese una piega antiborghese e terzomondista che a don Giussani non piacque, e alla quale lo stesso Scola pareva indulgere, come capo in quegli stessi anni dell'ISTRA, Istituto di studi per la transizione, dove arditamente incrociava teologia e teorie politiche, scienze del linguaggio e antropologia, Hosea Jaffe e Samir Amin. Don Giussani ordinò la chiusura dell'ISTRA nel 1976 e riprese in pugno l'intero movimento. Da allora il percorso di Scola continuò ad essere marcato dall'appartenenza a Comunione e liberazione, ma senza più cariche operative.

Con l'avvento, nel 1978, di Giovanni Paolo II, un papa amico, la strada per don Giussani e il suo movimento fu spianata. Scola prese a insegnare teologia a Friburgo. Poi, dal 1982, a Roma alla Pontificia Università Lateranense. Nel 1986 divenne consulente della congregazione per la dottrina della fede, della quale il cardinale Ratzinger era prefetto.

Nel 1991 è consacrato vescovo di Grosseto. Ma quattro anni dopo è di nuovo a Roma come rettore della Lateranense, dove fonda e presiede un "Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli studi sul matrimonio e la famiglia" con filiali in tutto il mondo. Nel 2002 è nominato patriarca di Venezia e l'anno seguente è fatto cardinale. Entra nella rosa dei papabili ma quando il conclave arriva, nel 2005, non corre per sé, non ci pensa neppure, ma per il suo maestro Ratzinger.

Il quale, anche da papa, ha per lui un occhio di riguardo. Le volte, rare, in cui Benedetto XVI chiama a consulto dei cardinali sulle grandi questioni della Chiesa, Scola è tra questi.

Venezia è una piccola diocesi con una grande storia mondiale, che consente al suo patriarca di operare a largo raggio.

Scola vi fonda uno "Studium generale" intitolato a san Marco, il patrono della città, che si articola in tutti i gradi del sapere, dall'infanzia all'università, con studenti da molti paesi, con corsi in più discipline e con la teologia che tutte le abbraccia, con una sua casa editrice.

E poi crea una rivista e un centro culturale internazionale dal titolo "Oasis", che fa da ponte verso l'oriente, dall'Europa dell'Est e dal Nordafrica fino al Pakistan, in più lingue compreso l'arabo e l'urdu, con un'attenzione spiccata all'islam e alle cristianità presenti in quei paesi, con periodici convegni fra vescovi ed esperti cristiani e musulmani.

Da Venezia, Scola lancia una parola d'ordine per definire l'incontro tra i popoli e le religioni: "meticciato". Su "Oasis" il vescovo di Tunisi, Maroun Elias Lahham, gliela contesta come equivoca e incomprensibile per gli stessi musulmani. Ma il patriarca la tiene ferma, la difende. A differenza di Ratzinger, Scola non brilla per chiarezza concettuale. L'esperienza vitale, l'incontro personale con Cristo, in lui sovrastano l'argomento di ragione, come sempre gli aveva insegnato don Giussani. Ma questa polivalenza espressiva si è rivelata per lui un vantaggio a livello di opinione pubblica. Quando contrappone il "meticciato di civiltà" al deprecato "clash of civilizations" il consenso progressista è sicuro. Quando pubblicizza le iniziative di "Oasis" Scola rastrella il consenso dei multiculturalisti. Nonostante la sua provenienza da Comunione e liberazione e nonostante la sua indubitabile linea ratzingeriana, Scola gode di buona stampa più di ogni altro leader ecclesiastico italiano, a destra come a sinistra.

Certo, la vita gli sarebbe diventata difficile se dalla tranquilla Venezia Scola fosse stato proiettato nel centro della mischia ecclesiale e politica, come presidente della conferenza episcopale italiana. Era questo l'approdo che per lui si profilava, quando tra il 2005 e il 2007 si combatté la guerra di successione al cardinale Camillo Ruini, come capo dei vescovi. A Ruini sarebbe piaciuto lui, come successore. Ma in Vaticano sia il vecchio che il nuovo segretario di stato, i cardinali Angelo Sodano e Bertone, erano contrarissimi. Il secondo, soprattutto, fece di tutto per bruciare la candidatura di Scola. La sua nomina, sosteneva, avrebbe irreparabilmente "diviso" l'episcopato. In realtà avrebbe azzerato le ambizioni di Bertone di esser lui il capo della Chiesa italiana nell'agone politico. Alla fine, quando a Benedetto XVI toccò di decidere – perché in Italia è il papa che nomina il presidente della CEI –, la sua scelta non cadde su Scola, e nemmeno sul docile vescovo che Bertone avrebbe voluto impalmare, Benigno Papa, di Taranto, ma sul ruiniano Angelo Bagnasco. Al cardinale di Venezia la mancata nomina non dispiacque affatto.

All'orizzonte, infatti, si era intanto profilata Milano. Dopo due episcopati eccentrici come quelli di Carlo Maria Martini e Dionigi Tettamanzi, Benedetto XVI s'era convinto che era giunta l'ora di insediare lì finalmente un vescovo più consono alla propria visione. Nella mente di papa Ratzinger la candidatura di Scola non aveva alternative, certamente non quelle che il segretario di stato Bertone, anche questa volta indaffaratissimo a sbarrargli la strada, ha escogitato fino all'ultimo. La convinzione di Ratzinger è la stessa di un altro anziano cardinale milanese, Giacomo Biffi, secondo il quale per riportare l'arcidiocesi di Milano sulla retta via occorre riprendere la tradizione dei grandi vescovi "ambrosiani", di forte tempra e di orientamento sicuro.

L'ultimo dei quali era stato Giovanni Colombo. Cioè, per ironia della sorte, proprio colui che non voleva ordinar prete quell'Angelo Scola che ora, dal cielo, vede arrivare come suo successore.

Fonte: Chiesa.espresso

60 commenti:

  1. Mala tempora currunt!

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  2. Biffi disse che, dopo Colombo, finì l'epoca dei grandi vescovi di milano. speriamo che il prossimo vescovo gli faccia cambiare idea :) 

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  3. ha fatto molto di più e meglio di quanto gli ultimi suoi quattro predecessori...  non é che ci volesse molto

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  4. ma no, un passo avanti e trenta passi indietro!

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  5. esatto: gli altri 4 hanno fatto 31 passi indietro e 0 in avanti

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  6. <span><span><span>come dico sempre é un problema geometrico, quello di capire dove sta il centro.      
         
    Il centro della chiesa sono le posizioni di SPioX, finché si pensa che nel 1972 il trio ultra-mega-progressista  Ratzinger-von Balthasar -De Lubac  abbia potuto agire da contraltare conservatore (?!!???)  nella Chiesa ... siamo allo sfasamento totale</span></span>  
     
     
    * Sotto PioXII, Tehilard deChardin viene allontanato perché fautore di teorie pericolosamente eretiche
    * Sotto GiovXXIII il PRIMO figlio spirituale di deChardin, Henry deLubac viene apprezzato, osannato, riabilitato </span>
    <span>* Negli anni successivi arrivano gli Olandesi e altri cattivoni che rendono la deriva a sinistra della Chiesa spavantosa. deLubac si ritrova con i von Balthasaar, Ratzinger a destra dello scacchiere !!! sotto la categoria CONSERVATORI  </span>
    <span>
    Fu cosi' che le stesse idee eretiche di deChardin che PioXII aborriva ...sono diventate ORTODOSSIA !</span>

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  7. L'errore si chiami errore25 giugno 2011 alle ore 11:05

    STUCCHEVOLE ! La situazione della Chiesa è veramente stucchevole, impastata di giochini di potere tra "correnti" teologiche, tra Vescovi e Cardinali. 
    Finchè si continuerà a navigare a vista (un colpo alla botte e uno al cerchio in nome del mantra dell'et-et) è verissimo che l'unico problema è e rimmarrà solo di tipo GEOMETRICO (destra, sinistra, centro).
    Quando si riuscirà a superare le infami etichette che vengono appioppate con facilità, allora si potrà ricominciare a chiamare le cose con il suo nome: l'errore in materia di fede sarà semplicemente errore e non più espressione di qualche imprecisato carisma.

    Francamente la scelta di Scola non mi convince, o meglio sembrerebbe "il meno peggio", ma proprio la sue scelte "politicamente corrette" tipo la storia del "meticciato", mi lasciano perplesso. Vedremo. 
    Certo il politicamente corretto non è certo segno di quella chiarezza che purtroppo manca da troppo tempo.

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  8. Colombo sarà stato un grande arcivescovo, ma su tanti punti ho le mie riserve...

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  9. Un amico (ovvero Pietro Il Romano)25 giugno 2011 alle ore 13:54

    La scelta di Scola è un bel pastroccio, se fosse questo l'esito finale mi complimento col papa e con la congregazione dei Vescovi, che per una pura logica di equilibrio politico estirpa il vescovo di una diocesi per mandarlo altrove, per bilanciare la sinistra che controlla la città facendo salire l'azionariato CL. Non c'è che dire, una vera manovra pastorale.

    Altrimenti, spiegatemi, quali motivi per la scelta di Scola?

    Le ragioni di un pastroccio immane sono evidenti quanto lo è il declassamento, o meglio, l'affossamento del Patriarcato di Venezia. Non era mai accaduto (con un'unica eccezione, legata alla caduta della Repubblica di Venezia e al nuovo dominio napoleonico) che un Patriarca fosse trasferito ad altra sede. Venezia ridotta a una vera SCOASSA, come quelle che si vedono a Napoli in questi giorni, reietta da tutti, e, a quanto pare (se le cose dovessero andare come dicono tutti) dal Papa in primis, che prima toglie il Vescovo Ausiliare (Pizziol mandato a Vicenza) e, a stretto giro, dopo due mesi, il Patriarca.

    Di fatto una diocesi che deve ricominciare da zero.

    Non solo, ma già si sprecano i nomi dei sostituti alla cattedra di s. Marco, che sono nient'altro che gli scarti di quelli che non l'hanno spuntata per Milano, evidentemente non adatti perché troppo deboli per Milano, adattissimi per Venezia, la scoassa. Ecco allora Parolin (che fa rima con "pien de vin", e basta che lo guardi e capisci tutto), Aldo Giordano, e tanti altri. Inoltre si dovrà far presto, quindi hai voglia di tutta la pantomima di Milano durata più di un anno, il nuovo Patriarca andrà scelto presto, prestissimo, entro settembre, e il metodo credete sia attraverso le innumerevoli consultazioni cui abbiamo assistito per Milano? Nossignori, Venezia val bene una scoassa, si farà ambarabà ciccì(llo) coccò.

    Mala tempora currunt, ha detto qualcuno prima di me.

    Io aggiungo: Dies amara valde.

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  10. <span>La scelta di Scola è un bel pastroccio ... la decoerenza assume livelli ridicoli (infati mi sto scompisciando...)</span>

    Ma scusate, dov'é il problema ? Il papa vi ASSICURA che non c'é nessuno stato di necessità nella Chiesa e vi propone un'ampia e svariata gamma di soluzioni ecclesiali. Ce n'é per tutti i gusti, basta trovare il proprio...  Faccio notare che la piccola testa indipendente del semplice fedele NON PUO' decidere arbitrariamente cosa é bene e cosa é male.

    Invece qui Venezia si scalda con Milano e viceversa perché tutti vogliono una fetta della piccolissima parte di torta non ancora troppo avvelenata nella chiesa (notare che ci se deve accontentare di spartirsi un CIELLINO deLubachiano perché é comunque il meno peggio, siamo proprio alla frutta... )

    Ma non c'é proprio da scaldarsi: che il papa vi mandi KiKO, Nourrichard, Konrad o Schneider per voi non deve cambiare niente: Infatti o la scelta é 100% NEUTRA oppure c'é stato di necessità e siccome il papa vi assicura da decenni che che non c'é necessità... statevene buoni e zitti. Altrimenti cadete nella disubbidienza: quella di pensare nella vostra piccola testa che volete per voi meglio di cio' che il papa vi propone.

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  11. Un amico (ovvero Pietro Il Romano)25 giugno 2011 alle ore 14:48

    Disobbedienza un corno, caro poirot. Quello che ho detto, volenti o nolenti, è la pura verità. Almeno accettatela, riflettete, compatite lo stato in cui (mal)versa la Chiesa e le sue gerarchie oggi. Perché se siamo al punto da togliere un cardinale patriarca settantenne perché non ce ne sono altri parimente degni di diventare arcivescovo di Milano (notare il declassamento), allora siamo veramente, ma veramente alla frutta.

    Siamo al si savli chi può... Ma io questo l'avevo detto da tempo, e tutti mi davano del pazzo. E' evidente adesso che quello che aveva ragione ero io. Poveracci.

    Un vescovo, secondo quanto accadeva un tempo, nominato alla sua sede, vi rimaneva per la vita. Adesso si spostano le tessere come in un puzzle. Che spettacolo desolante ed avvilente.

    Quanto a ciò che hai scritto, non decido cosa è bene e cosa non è bene in modo arbitrario: perché, caro signore, è NEI FATTI che l'allontamento di Venezia è il male di Venezia. E non per pure ragioni di prestigio. Togliere un uomo di valore per mandare una scoassa, uno scarto, chiamalo come vuoi, ti sembra fare il bene di Venezia?
    Andare contro le norme elementari del diritto per cui un patriarca viene declassato ad arcivescovo pur di sodisfare alle più becere e mere ragioni politiche è qualcosa di inedito, che lascia sgomenti, addolora e indigna.

    A Venezia viene tolto il vescovo ausiliare e il Patriarca nel giro di due mesi, nel momento in cui si stanno elaborando gli spunti che hanno avuto scaturigine dalla visita papale.
    Grazie, questo sì che è il bene per Venezia.

    E tu faresti meglio a tacere se non sai le cose.

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  12. Io facevo un discorso ironico e generale non ce l'avevo con te (Un amico) e penso che siamo d'accordo su tante cose.

    Volevo solo punzecchiare facendo osservare che é un po' difficile <span>compatire lo stato in cui (mal)versa la Chiesa </span><span>quando il papa </span><span>ripete da decenni che </span>non vi é nessuno stato di necessità (altrimenti dovrebbe dare ragione alla FSSPX)

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  13. <span>mi sembra che esistano due sole posizioni coerenti dinnanzi alla crisi  
     
    1) quella alla padre Pio - ubbidire in silenzio a TUTTO (tranne al peccato) sperando tempi migliori  
    2) quella della FSSPX - uscire dalla Chiesa ufficiale per conservare la fede (leggere al proposito la lettera di motivazione di don Massimo Sbicego passato alla SPX)  
     
    Gli altri che stanno nel mezzo non sono logici. Soprattutto i papisti a oltranza sempre pronti a denigrare la FSSPX che poi sono gli stessi  
    * che non accetterebbero mai per i loro figli loro un'educazione col catechismo di KIKO o una vita spirituale ritmata dalle liturgie kikiane (entrambe approvate e consigliate da BXVI)  
    * che strillano quando l'autorità prende decisioni che vanno contro il loro cortile-paesello perché dopotutto ...mors tua vita mea  
    * che giudicano severamente e si irritano SOLO per le decisioni papali che li toccano nel vivo e nel quotidiano</span>

    PS - Notare che il punto 1 é inapplicabile in tantissimi posti, per es. nelle diocesi dove si nega la presenza reale perché li' ubbidire sarebbe peccare gravemente

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  14. Perchè, Scola, secondo te, sarebbe un "uomo di valore"? Ma fammi il piacere! Scola fa discorsi impregnati di politica, sociologia e politicamente corretto esattamente come tutti gli altri! Quanto a dottrina, fede e devozione egli rappresenta lo zero assoluto!

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  15. <span><span>Fu cosi' che le stesse idee eretiche di deChardin che PioXII aborriva ...sono diventate ORTODOSSIA !</span></span>

    <span><span></span><span><span>Balle. Se tu non avessi un intelletto ottuso e obnubilato dall'ignoranza e dal pregiudizio, sapresti anche che nel 1981 - sotto il (rassegnati) Beato Giovanni Paolo II - il Sant'Uffizio ribadì la condanna delle assurdità di Teilhard de Chardin formulata nelMonitum del 1962. Chiunque abbia letto qualcosa di più serio di Topolino e Lanciostory, sa che altro è una formulazione dottrinale e altro è un ragionamento teologico. Nel secondo caso, si può ovviamente citare un autore altrimenti sospetto o segnatamente in errore senza per questo sposarne le tesi erronee. Cos' come abbiamo ripreso buone intuizioni da filosofi e autori pagani dei quali evidentemente non abbracciamo tutte le posizioni.    
       
    Nel caso del Beato Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, l'ortodossia dei quali solo i mentecatti, gli analfabeti e gli intellettulamente disonesti possono impugnare, Teilhard è si citato a volte, ma sempre con l'avvertimento a proposito della eterodossia di questo triste figuro o in un contesto nel quale è chiaro che l'autore sta usando una frase o immagine utile ad illustrare un ragionamento, spesso proprio per smontare tesi che De Chardin e seguaci avrebbero probabilmente abbraciato. Posso ammirare l'arte di Goethe nel descrivere la psicologis della tentazione senza per questo dover essere accusato di condividerne le idee perverse, posso utilizzare buone idee di Aristotele senza per questo diventare - e con me San Tommaso - un sostenitore della schiavitù, del razzismo o di altre pratiche immorali che il grande filosofo approvava.    
       
    Leggete meno Sodalitium e altra carta sottratta a usi igienico-sanitari, pregate un pò di più e meglio e studiate il Magistero con animo cattolico. Soprattutto, accertatevi che il cervello sia inserito prima di avviare la voce o di usare la tastiera.</span><span> </span></span></span>

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  16. <span><span>Non so perchè ma io non sono ancora convinto che Scola sarà arcivescovo di Milano. Non lo so ma mi aspetto un coup de thèàtre da parte di Bendetto XVI che  magari all'ultimo nomina un'altro. Non lo so mi pare davvero inutile la nomina di Scola a Milano, il bagaj de Malgrat ha 71 anni avrebbe pochi anni di reggenza. Il papa ha fatto davvero - è il caso di dirlo - un gesto poco carino e un pò làche alla diocesi di Venezia che davvero non se lo meritava. Mi spiace dirlo ma siamo alla scortesia pura e cruda. Ricordo infatti che dai tempi antichi della Storia della Chiesa il Patriarca si è sempre spostato solo per fare il Papa. Ai tempi della Pataria nei Concili del XII secolo c'è sempre stata una lotta tremenda tra gli aricivescovi ambrosiani e i patriarchi per chi dovesse sedere alla destra del pontefice.</span>  
    <span>Uno spostamento così de iure del Patriarca a me pare davvero un forzatura, a meno che il prescelto non fosse Bagnasco e vista il suo diniego a quel punto il Papa abbia puntato su Scola.</span></span>

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  17. <span>Certo non tutte le teorie di deChardin sono passate nella Chiesa (per fortuna) ma l'ortodossia della chiesa odierna resta impregnata delle ERESIE dei grandi penseurs francesi che hanno istigato il Concilio... come deLubac.
    </span>

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  18. Un amico (ovvero Pietro Il Romano)25 giugno 2011 alle ore 18:22

    Stanno giocando a domino, in poche parole...

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  19. <span><span><span><span><span><span>il (rassegnati) Beato Giovanni Paolo II ordino DI SUO PUGNO cardinali </span></span></span></span>  
       
    <span><span><span><span>* i peggiori teologi (deLubac , von Balthasaar, Congar...) per giunta </span></span></span></span></span><span><span><span><span><span>ad-honorem  </span></span></span></span> </span><span><span><span><span><span></span></span></span></span>  
    <span><span><span><span>* i peggiorni prelati (Shonborn, Kasper, Lustiger, Lehmann, Martini, Danneels, Mahony...)</span></span></span></span>.   </span>  
     
    <span>Alla faccia della purezza dottrinale é la loro "ORTODOSSIA" che ha dato il colpo di grazia a una Chiesa sfiancata da anni di Concilio !!!!</span></span>

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  20. ... nella diocesi più grande del mondo (Milano) da dove é più probabile che altrove accedere al soglio pontificale, quli sono stati i due peggiori Cardinali ?
    Martini e Tettamanzi. Chi li ha fatti cardinali ? Entrambi Giovanni Paolo II ... RASSEGNATI !

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  21. Scola sarà il nuovo arcivescovo di Milano: penso di sì e fra i motivi che mi spingono a supporlo ce ne sono due.
    Il primo:
    la partenza di Pizziol per Vicenza. E' risaputo che l'ausiliare viene sempre scelto fra il clero diocesano (su proposta del titolare) ed è possibile che il Papa - sapendo di voler inviare Scola a Milano - abbia mandato Pizziol a Vicenza, proprio per lasciare al successore di Scola la libertà di scegliersi l'ausiliare che desidera;
    il secondo:
    l'altro giorno - sull'Osservatore Romano - veniva riportato ("nostre informazioni") che il Papa ha ricevuto in udienza il cardianle Comastri. Secondo me quell'uidenza aveva lo scopo di confermargli la nomina a Venezia (come già ipotizzato da qualcuno qui dentro).    
    Sul fatto che Scola venga trasferito da Venezia a Milano  non so se seguire la logica di chi - più sopra - definisce questa ipotesi un declassamento (Scola passerebbe da Patriarca ad Arcivescovo): anche Lisbona ha un Patriarca ma non mi sembra che venga considerata una sede prestigiosissima.
    Mi sento piuttosto di esprimere qualche dubbio sulla opportunità di spostare dei vescovi da una sede all'altra: proprio Ratzinger, una decina di anni fa (in un'intervista rilasciata a "30 Giorni" aveva criticato i troppo numerosi spostamenti da una diocesi all'altra, affermando che troppe sedi erano considerate dai loro titolari  dei trampolini di lancio verso mete piu prestigiose. 
    Credo comunque che se Il Papa manderà davvero Scola a Milano ci sarà un motivo ben preciso, che forse ci sfugge.
    Quando Tettamanzi arrivò da Genova a Milano qualcuno disse che egli era l'unico che poteva reggere il confornto con il "gigante" (Martini) che l'aveva preceduto. E invece la sua scelta si è rivelata un disastro, al punto che qualcuno lo ha definito l'"imam" di Milano. 
    L'altro giorno ho assistito alla processione del Corpus Domini a Milano. Dei circa 150 sacerdoti che precedevano il cardinale non ve n'era uno (manco uno!!!!) in abito talare.
    Perfino i vescovi ausiliari (ad eccezione di Mascheroni, emerito) non avevano la talare sotto il camice.
    Complimenti Tettamanzi!

    Dopo queste amare considerazioni faccio una riflessione generale.

    Piu sopra qualcuno ha scritto che di fronte al disastro ci sono due possibilità:
    a) ubbidire (come Padre Pio);
    b) disubbidire (come la Fraternità san Pio X).

    Io penso che l' ubbidienza (con la schiena diritta!) sia la decisione giusta.

    La storia della Chiesa ha dimostrato in innumerevoli occasioni che l'ubbidienza porta frutto e viene ricompensata: quanti santi hanno sofferto e hanno ubbidito (anche se perseguitati). Ma sono diventati santi! L'ultimo esempio è proprio Padre Pio.
    Anche Scola fu allontanto dal seminario di Venegono (da Colombo, che pure era un ottimo arcivescovo). Ha dovuto andare a Teramo per farsi ordinare e non mi risulta che egli abbia recriminato qualcosa.
    Eppure oggi, ironia della sorte (o disegno di Dio?), egli sta forse per succedere a Colombo sulla cattedra dei santi Ambrogio e Carlo.

    Tutto ciò per dirvi - cari amici ad poltranza della tradizione - che la superbia, che spesso vi fa dire "noi abbiamo ragione" (e magari spesso l'avete) non vi porterà da nessuna parte.  

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  22. Un amico (alias Pietro Il Romano)25 giugno 2011 alle ore 21:33

    Osservatore, scusami ma veramente hai detto un fiume di inesattezze che provvederò a correggere non appena sarò a casa.

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  23. Ospite, la sua prosa maleducata, insultante e rozza è la dimostrazione della volgarità intrinseca deil modernisti. Lei vuole osare affermare che il pensiero di Teilhard de Chardin non ha inquinato, purtroppo, la Chiesa?

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  24. Un amico (ovvero Pietro Il Romano)25 giugno 2011 alle ore 23:20

    Dunque, quella dell'ausiliare è una balla bella e buona: tant'è che Scola nominerà il vicario generale entro la metà di luglio, parole sue. Quindi la mossa di allontanare Pizziol non è stata assolutamente funzionale alla eventuale successiva sostituzione di Scola. D'altra parte ci sono molteplici esempi, vedi Genova, non è che se l'arcivescovo si sposta gli ausiliari se li sceglie quello nuovo, dire queste stupidaggini è segno di una colpevole superficialità.
    Sul fatto del Patriarca di Lisbona: nessun dubbio che una volta nominato patriarca di Lisbona il presule non si sposta più per andare in qualche altra diocesi. Sul fatto che sia meno prestigioso di Venezia, forse la ragione è da addurre alla discendenza del Patriarcato di Venezia, eredità del patriarcato di Aquileia (e d'altra parte il Papa, nella visita di maggio al Nordest, ha voluto esattamente significare questa continuità spirituale tra Venezia e Aquileia). Il titolo patriarcale di Venezia è inoltre più antico di quello di Lisbona.
    Sull'udienza al card. Comastri, fa sorridere che il Papa l'abbia ricevuto per mandarlo a Venezia. E non potrebbe averlo mandato a Milano? Perché a Venezia sì e a Milano no? Forse Comastri è troppo poco per Milano? Che puerilità. Per la cronaca, Comastri è stato ricevuto perché la sera stessa guidava un'iniziativa in onore del Pontefice (basta andarsi a ripescare il bollettino del giorno)
    Che Tettamanzi sia andato a Genova perché non c'era nessuno più degno per sostituire Martini è forse la scemenza più clamorosa del tuo scritto: Tettamanzi ha fatto letteralmente CARTE FALSE per andare a Milano, appellandosi direttamente a Dziwisz, e destando grandi malumori in Vaticano. Unico esempio di avanzamento di carriera, da Genova a Milano. A Tettamanzi Milano serviva per ascendere al soglio di Pietro, ma gli andò male, poverino: i voti di Martini, anziché piovere su di lui in conclave, andarono a Ratzinger, che fu eletto già al 4o scrutinio evitando lo stallo, e bruciando il Tetta (questa è la storia). Tetta ci rimase malissimo.

    Quindi invito chi scrive senza sapere a documentarsi prima di dire scemenze.

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  25. <span>Lo vedi che sei ottuso? "Di suo pugno" un piffero. Se pensi che i cardinali vengano nominati così, come se il papa fosse un satrapo orientale. Ma hai 11 anni di età o sei davvero ignorante? Anche un non-cattolico come te dovrebbe sapersi regolare un minimo! Allora tutti i vescovi eccellenti nominati dal Beato Giovanni Paolo che hanno restaurato l'ortodossia e la liturgia in tante diocesi - dove hanno avuto la Santa Messa tradizionale da ben prima del Motu Proprio grazie a questi vescovi - sono stati nominati per nascondere la presunta eresia? E che dire dei vescovi scelti da Pio X, Benedetto XV, Pio XI e XII che poi prepararono e/o fecero il Concilio Vaticano Secondo? O questi papi erano tutti eretici, oppure il Vaticano II non è eretico come tu senza dubbio credi, oppure c'è una spiegazione un attimino più complessa di queste cose. Solo che bisognerebbe avere un minimo di disponibilità a capire e imparare, invece di andare in giro ad offendere i cattolici, i loro pontefici e sostanzialmente a bestemmiare: come diceva San Paolo: in his quae ignorant, blasphemantes, bestemmiatori di ciò che ignorano (citato pure da Sant'Alberto Magno Dottore della Chiesa per bollare i "teologi" che si opponevano alla nascente scienza chimica bollandola come "stregoneria").</span>

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  26. Ognuno può scrivere ciò che vuole e ciò che gli sembra giusto. Con un unico limite: il rispetto e l'educazione.
    Ciò che evidentemene manca a lei!
    Anche se magari - i bigotti sono spesso acidi e incoerenti - recita più rosari al giorno   
    Non mi stancherò mai di ripeterlo: finchè il movimento tradizionalista avrà al suo interno elementi come lei non arriverà da nessuna parte. 

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  27. Silente, purtroppo solo di nome, io non "oso" nulla. E' evidente che le pazzie teilhardesche hanno inquinato tanti vescovi, preti e teologi. Non accetto gli insulti e le bestemmie contro i nostri pontefici calunniati da ignoranti - o intellettualmente disonesti, o tutt'e due, faccia lei - che, appunto, bestemmiano ciò che ignorano. Dare del modernista a me fa ridere ma è un altro segno della insensatezza di certo pseudo-tradizionalismo che del modernismo ha adottato la stessa superbia, la stessa superficialità, lo stesso odio per il pontefice, la stessa autoreferezialità e in sostanza la stessa non-cattolicità. E' anche grazie a questo pseudo-tradizionalismo anti-cattolico e anti-papale che i modernisti pleno iure continueranno a inquinare diocesi, seminari e curia molto a lungo. 

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  28. Ringrazio ospite per la difesa d'ufficio.
    Risponderò con calma - certa gente merita di stare un po' a bagnomaria - alle illuminate riflessioni  di amico...(alias: vaticanista "de noi altri")

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  29. discutere con rte non serrve a nietne, ti basti ricordare che di tutti i cattivi prelati che GPII ha ordinato quello che ha fatto i peggiori scandali liturguci fu proprio e ancorta GPII, eppure non era facile battere certa gente !

    PS - dove li vedi <span><span>tutti i vescovi eccellenti nominati dal Beato Giovanni Paolo che hanno restaurato l'ortodossia e la liturgia ???
    </span></span>

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  30. <span>Discutere con te non serve a niente! Ti basti ricordare che di tutti i cattivi prelati che GPII ha ordinato quello che ha fatto i peggiori scandali liturguci fu proprio e ancora GPII, eppure </span>
    <span>non era facile battere certa gente !
     
    PS - dove li vedi <span><span>tutti i vescovi eccellenti nominati dal Beato Giovanni Paolo che hanno restaurato l'ortodossia e la liturgia ??? 
    </span></span>
    </span>

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  31. A Padre Pio a un certo punto vietarono di confessare e egli accetto' ubbidendo. Avrebbe ubbidito se  gli avessero chiesto di dire in confessione che l'adulterio non era più un peccato ? NO!
    Ci sono casi (e sono numerosissimi nella chiesa odierna) in cui si deve scegliere tra l'ubbidienza é il peccato

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  32. <span>A Padre Pio a un certo punto vietarono di confessare e egli accetto' ubbidendo. Avrebbe ubbidito se  gli avessero chiesto di dire in confessione che l'adulterio non era più un peccato ? NO!  
    Ci sono casi (e sono numerosissimi nella chiesa odierna) in cui si deve scegliere tra l'ubbidienza é un peccato ancora più grande, in tazl caso la disobbedienza é solo apparente perché dettata dalla necessità</span>

    Si puo' chiedere per obbedienza anche di non fare il bene, ma non di fare il male.

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  33. <span><span>A Padre Pio a un certo punto vietarono di confessare e egli accetto' ubbidendo. Avrebbe ubbidito se  gli avessero chiesto di dire in confessione che l'adulterio non era più un peccato ? NO!    
    Ci sono casi (e sono numerosissimi nella chiesa odierna) in cui si deve scegliere tra l'ubbidienza e un peccato ancora più grande, in tal caso la disobbedienza é solo apparente perché dettata dalla necessità</span>  
     
    Si puo' chiedere per obbedienza anche di non fare il bene, ma non di fare il male.</span>

    Altrimenti ripeto, siate coerenti, ubbidite al papa e mandate i vostri figli al catechismo di KIKO, é il più adatto e capace secondo il Vaticano nell'evangelizzare le famiglie...
    ANDATECI OGGI e smettete di obbidire solo a quello che volete

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  34. <span><span><span>A Padre Pio a un certo punto vietarono di confessare e egli accetto' ubbidendo. <span> Avrebbe ubbidito se gli avessero chiesto di dire in confessione che l'adulterio non era più un peccato ? NO! </span>
    Ci sono casi (e sono numerosissimi nella chiesa odierna) in cui si deve scegliere tra l'ubbidienza e un peccato ancora più grande, in tal caso la disobbedienza é solo apparente perché dettata dalla necessità</span>.  Si puo' chiedere per obbedienza anche di non fare il bene, ma non di fare il male.</span>  
     
    Altrimenti ripeto, siate coerenti, ubbidite al papa e mandate i vostri figli al catechismo di KIKO, é il più adatto e capace secondo il Vaticano nell'evangelizzare le famiglie...  
    ANDATECI OGGI e smettete di farvi belli perche ubbidite mentre ubbidite solo a quello che vi va a genio...</span>

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  35. Vi sono 3 virtù teologali e dunque «eterne», e la carità é la più grande: «Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità». (Co 13,13)

    Le virtu' non sono tutte sullo stesso piano e l'obbedienza é a un rango inferiore di molte altre. Per questo si é sempre insegnato tradizionalmente che l'ubbidienza si ferma ad esempio davanti alla fede.
    Se il papa chiede per ubbidienza di negare la presenza reale o il primo comandamenteo il fedele (per piccolo che sia) puo' e DEVE dosobbedire anche al papa.

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  36. <span><span>Discutere con te non serve a niente! Ti basti ricordare che di tutti i cattivi prelati che GPII ha ordinato quello che poi ha fatto i peggiori scandali liturgici fu proprio e ancora GPII, più di tutti gli altri messi insieme, eppure </span><span>non era facile battere certa gente!  </span></span> I palloncini di Shonborn non sono niente rispetto alle messe che ospitavano preghiere animiste ...
    <span><span>   
    </span></span>
    <span><span>PS - dove li vedi <span><span>tutti i vescovi eccellenti nominati dal Beato Giovanni Paolo che hanno restaurato l'ortodossia e la liturgia ???  </span></span></span></span>

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  37. Ipotesi A) a Milano arriva Scola
    Ipotesi B) a Milano arriva un altro (Comastri? Piacenza? etc.)

    Nel caso A) sarebbe un'ottima scelta, con il solo neo di creare un problema a Venezia.
    Nel caso B) bisognerebbe vedere chi arriva, ma sarebbe sicuramente un "uomo di Benedetto XVI" e forse molti suoi detrattori (del Papa) che agiscono con gran libertà (con o senza talare) in curia ambrosiana finiranno con il rimpiangere la nomina tanto indigesta di Scola.

    In entrambi i casi a Milano serve una svolta: oggi la beatificazione di tre (3!!) beati ha visto larghissimi vuoti nella piazza (potevano stare tutti dentro al duomo, all'ombra); la processione del Corpus Domini è ormai ridotta (come partecipanti laici) al rango di un qualsiasi paesone della ciintura; la stonatura rispetto alle intenzioni ed alle sollecitazioni papali è sempre più manifesta (vedi ad esempio la distribuzione della comunione, ma è solo un aspetto tra i tanti).

    Dico solo: fidiamoci del Papa. E preghiamo per i nostri nemici. E' il vangelo di oggi. Almeno quello, prendiamolo sul serio.        

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  38. Un amico (ovvero Pietro Il Romano)26 giugno 2011 alle ore 20:15

    Ma allora non sarebbe più facile mandare Comastri a Milano?

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  39. Mia mamma e mio zio, che sono tutt'altro che tradizionalisti, sono stati alla celebrazione e, pur contenti dell'esperienza fatta, sono tornati disgustati da molti aspetti della celebrazione, in primis la musica e i testi dei canti. Se l'espiscopato Tettamanzi è stato pessimo per la liturgia, nel campo della musica sacra è stato addirittura devastante.

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  40. Non vedo dove potrebbe essere traferito il patriarca di Lisbona, giacché Lisbona è la sede piu importante del Portogallo. Con tutta la comprensione per i veneziani (e i genovesi) non credo che si possa dire altrettanto per Genova e Venezia in Italia.
    Facciamo un discorso storico o un discorso legato alla realtà odierna?
    Milano ha ca 2'300 sacerdoti diocesani. per cui non penso che Scola venga declassato passando a Milano
    Brescia circa 900, Bergamo e Padova circa 800.  Verona, Vicenza, Treviso: più di 500 .... Tutte queste sedi pretendono forse di avere un cardinale? Se si guardasse al numero dei preti potrebbero forse farci un pensierino...

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  41. Un amico (ovvero Pietro Il Romano)26 giugno 2011 alle ore 23:58

    Stando al tuo ragionamento, allora perchè non si rimuove il Patriarca per mandarlo, che ne so, a Padova? O a Brescia?
    L'importanza del Patriarca non è tanto nella grandezza del Patriarcato, ma dalla discendenza dall'antico Patriarcato di Aquileia, che bene ha significato la recente visita del Papa. Dimentichi poi che la Conferenza Episcopale Triveneta, di cui il Patriarca è Presidente, è la più grande conferenza episcopale d'Italia.

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  42. Ho voluto solo essere provocatorio e relativizzare l'eccessivo significato che lei dà alla tradizione storica di Venezia (che merita comunque il massimo rispetto).
    Brescia è - per numero di preti - la 3a diocesi più importante d'Italia (dopo Milano è Roma), ma il suo vescovo non potrebbe mai diventare cardianle (il vescovo di Brescia dipende dal metropolita di Milano).
    Rigardo all'ausiliare dissento nel modo piu assoluto da quanto scrive.
    La figura dell'ausiliare è molto legata al titolare e non è mai una nomina che piove "dall'alto". 'E sempre il titolare che propone a  Roma un suo sacerdote docesano perche questi diventi ausiliare.  E quando iltitolare se ne va (in pensione) in genere gli ausiliare vengono promossi ad altre sedi.
    Con qualche eccezione (che conferma la regola): Caffarra si è tenuto Vecchi e Bagnasco si è tenuto Paletti.
    Quando a Milano ci fu l'avvicendamento da Colombo a Martini, tutti gli ausiliari di Colombo sono partiti nell'arco di un paio di anni: Maggioni è andato ad Alessandria, Tresoldi a Crema, Biffi a Bologna, Nicora alla CEI, Assi a Cremona.
    Per cui sono convinto che se Scola andrà davvero a Milano egli non nominerà alcun ausiliare prima di partire (sarebbe un non senso).
    Non sono teologo e neppure uno storico: pertanto non mi avventuro in campi che non mi competono.
    Ma la "quotidianità" della vita della Chiesa - soprattutto italiana e svizzera - degli ultimi 35 anni la conosco abbastnza bene.           

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  43. Sono d'accordo.
    E aggiungo: la processione del Corpus Domini dell'altro giorno è stato l'esempio piu eloquente del disastro compiuto da Tettamanzi.
    A parte le associazioni, clero, ecc,  di fedeli ce n'erano pochissimi.
    Si era nel centro di Milano,  eppure nessuno (NESSUNO) assisteva al passaggio della processione. La processione si è snodata nelle vie piu residenziali di Milano (ad alta concentrazione berlusconiana), ma non ho visto un solo drappo  a una finestra.
    I bar di Piazza Missori - quelli che ospitano gli aperitivi dei colletti bianchi di milano - hanno continuato a diffondere musica a tono altissimo  durante il passaggio della processione.
    E la gente camminava sui marciapiedi (di fianco alla processione) parlando tranquillamnte al cellulare.
    Anche il clero in processione era "laicizzatissimo". I sacerdoti in cotta  e stola (ancora numerosi durant el'era Martini) sono scomparsi completamente per far posto a camici senza cingolo, borse a tracolla, stole "peruviane" o con i motivi della "bandiera della pace". 

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  44. Che una processione sia ridotta così nella laicizzata milano, mi puo' anche non stupire. Mi ha fatto stare male constare come ormai anche in molti paesi di montagna, dove le tradizioni hanno resistito più a lungo, l'opera di sradicamento è ormai riuscita nel suo intento. Non mi va ora di descrivere luoghi e circostanza, magari lo farò in un secondo momento; mi basta dire che la sensazione netta è stata quella che siamo di fronte a un tramonto senza speranza, troppo è stato distrutto. Da una parte mi dico sempre che il peggio è passato, che l'iconoclastia degli anni '70 è finita, ma dall'altra mi rendo conto che la distruzione è andata troppo in profondità. In un certo modo, in quel periodo forse si faceva la rivoluzione con la convinzione di fare bene, "credendoci", oggi sembra di assistere solo a  un triste declino.

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  45. Basta entrare in Duomo per accorgersi che negli anni del triste episcopato del Tetta vi sono stati tanti cambiamenti che vanno contro a quanto invece avviene a Roma da alcuni anni. Gli altari laterali completamente spogliati di tovaglia e candelieri. La messa feriale, che vemniva celebrati coram Deo all'altare della MAdonna dell'Albero è stata nuovamente relegata nella orribile capella ferial dietro all'altare maggiore, tanto brutta quanto nascsta. Il Duomo pare un museo. I corpi dei santi e dei vescovi milanesi (e sono numerosi) sono stati tutti coperti, pure quello del beato Schuster. Così come l'uso della veste talare. Fino a qualche anno fa era molto più diffuso. Ai tempi di Martini so che veniva usata ancora in seminario dai professori che vi insegnavano. Ora un seminarista mi ha detto che è assolutamente vietato ai chierici che hanno fatto l'ammissione, usarla al di fuori delle celebrazioni liturgiche. Va indossata e tolta in sacrestia altrimenti si passa per un tradizionalista. Il cartellone con le foto dei 17 nuovi sacerdoti ambrosiani (pochissimi, per fortuna!) li ritrae ancora tutti con la veste. Tranne uno. Il rettore maggiore, tale don Giuseppe (ma si fa chiamare don Peppino...) che sfoggia un clergy con tanto di crocina. A Milano ci vuole un vescovo santo e con le palle. Uno come Schuster! La gente è buona. In tanti paesi mi dicevano che i fedeli domandano al aprroco la processione per l orpus Domini ma sono questi i primi che desistono dal farla.

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  46. Basta entrare in Duomo per accorgersi che negli anni del triste episcopato del Tetta vi sono stati tanti cambiamenti che vanno contro a quanto invece avviene a Roma da alcuni anni. Gli altari laterali completamente spogliati di tovaglia e candelieri. La messa feriale, che vemniva celebrati coram Deo all'altare della MAdonna dell'Albero è stata nuovamente relegata nella orribile capella ferial dietro all'altare maggiore, tanto brutta quanto nascsta. Il Duomo pare un museo. I corpi dei santi e dei vescovi milanesi (e sono numerosi) sono stati tutti coperti, pure quello del beato Schuster. Così come l'uso della veste talare. Fino a qualche anno fa era molto più diffuso. Ai tempi di Martini so che veniva usata ancora in seminario dai professori che vi insegnavano. Ora un seminarista mi ha detto che è assolutamente vietato ai chierici che hanno fatto l'ammissione, usarla al di fuori delle celebrazioni liturgiche. Va indossata e tolta in sacrestia altrimenti si passa per un tradizionalista. Il cartellone con le foto dei 17 nuovi sacerdoti ambrosiani (pochissimi, per fortuna!) li ritrae ancora tutti con la veste. Tranne uno. Il rettore maggiore, tale don Giuseppe (ma si fa chiamare don Peppino...) che sfoggia un clergy con tanto di crocina. A Milano ci vuole un vescovo santo e con le palle. Uno come Schuster! La gente è buona. In tanti paesi mi dicevano che i fedeli domandano al aprroco la processione per l orpus Domini ma sono questi i primi che desistono dal farla.

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  47. Basta entrare in Duomo per accorgersi che negli anni del triste episcopato del Tetta vi sono stati tanti cambiamenti che vanno contro a quanto invece avviene a Roma da alcuni anni. Gli altari laterali completamente spogliati di tovaglia e candelieri. La messa feriale, che vemniva celebrati coram Deo all'altare della MAdonna dell'Albero è stata nuovamente relegata nella orribile capella ferial dietro all'altare maggiore, tanto brutta quanto nascsta. Il Duomo pare un museo. I corpi dei santi e dei vescovi milanesi (e sono numerosi) sono stati tutti coperti, pure quello del beato Schuster. Così come l'uso della veste talare. Fino a qualche anno fa era molto più diffuso. Ai tempi di Martini so che veniva usata ancora in seminario dai professori che vi insegnavano. Ora un seminarista mi ha detto che è assolutamente vietato ai chierici che hanno fatto l'ammissione, usarla al di fuori delle celebrazioni liturgiche. Va indossata e tolta in sacrestia altrimenti si passa per un tradizionalista. Il cartellone con le foto dei 17 nuovi sacerdoti ambrosiani (pochissimi, per fortuna!) li ritrae ancora tutti con la veste. Tranne uno. Il rettore maggiore, tale don Giuseppe (ma si fa chiamare don Peppino...) che sfoggia un clergy con tanto di crocina. A Milano ci vuole un vescovo santo e con le palle. Uno come Schuster! La gente è buona. In tanti paesi mi dicevano che i fedeli domandano al aprroco la processione per l orpus Domini ma sono questi i primi che desistono dal farla.

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  48. Bene, alla processione di cui parlavo sopra il sacerdote la talare non si è manco sognato di indossarla (né per la messa né per la processione). E ha celebrato la messa e compiuto la processione con il Santissimo con la camicia sbottonata e il collare sbottonato anch'esso. Faceva caldo...

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  49. E naturalmente l'atteggiamento era del tipo, vabbé, visto che ci tenete tanto facciamo sta processione, ma vediamo di sbrigarci.

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  50. Aggiungo ancora, e mi scuso per la sequela di commenti, che spesso nel blog si equiparano gli episcopati di martini e tettamanzi. Sarebbe invece opportuno  ben distinguere. Martini è stato una figura di ben altra statura (in tutti i sensi), alla quale Tettamanzi è imparagonabile. Per rimanere al campo che ci riguarda, sicuramente Martini era un "progressista", ma essendo un uomo di grande intelligenza  e profonda cultura, ha sempre avuto rispetto per la liturgia ambrosiana e la tradizione del Duomo. I supi Pontificali erano celkebrazioni assolutamente impeccabili. La Cappella cantava già male, ma non certo le porcherie che caratterizzano le celebrazioni dello scaduto arcivescovo.

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  51. Il senso di sfascio che si ha osservando la chiesa ambrosiana (e lo dice uno che la ama!) el fa vegnì el magùn. Ieri sera (di domenica...) la processione del Corpus Domini alla quale ho partecipato ha visto una discreta partecipazione (quasi un migliaio di anime, che il cardinal Tettamanzi nemmeno si sogna). Lungo il percorso non mancavano lumini accesi e gente alle finestre. Parroco e sacerdoti impeccabilmente vestiti, baldacchino, cantari, bambini della prima comunione con le catechiste, tutto ben organizzato. 
    Uno potrebbe dire, pure di questo ci si lamenta... E sì che ci si può lamentare, con tanta carità ed amore.
    Perchè è triste osservare, alla partenza della processione, che persino i più vicini al santissimo sacramento, posto nell'ostensorio nell'indifferenza generale, Gli voltavano le spalle. Chierichetti ed animatori degli oratori sghignazzavano. Il resto del "popolo di Dio" era girato in direzione dei bambini che venivano fotografati dai parenti. Tutte le preghiere recitate lungo il percorso erano pervase di sociologia e terzomondismo (si badi: la dottrina sociale della Chiesa è un fondamento validissimo del vivere da cristiani, ma ieri sera si adorava il Santissimo Sacramento, e invece c'è sempre e solo l'uomo al centro).
    Uno può dire, ma dai, sei il solito criticone. Ma arrivati in chiesa non si è visto un ginocchio piegato. Non si è sentito un minuto di silenzio. Ancora parole, una predica tutta centrata sulla nostra visibilità di credenti che si impegnano per la costruzione della città, un peana al nostro darsi da fare, alle domande che dovremmo aver messo nel cuore a chi ci ha visti sfilare, magari facendo scaturire in loro una qualche nostalgia dell'eucaristia... Non lo so se possa essere così: perchè lungo la strada quasi tutti chiacchieravano con il vicino del più e del meno. Non c'è adorazione, ma solo un pellegrinaggio per strada del Santissimo. Efficace per conto suo, certamente, ma certo non efficacemente testimoniato.
    Nemmeno arrivati in chiesa. Da parte di quelli che dovrebbero aver capito. Ringraziati per essere stati presenti. Che è sempre meglio che non esserci. Ma vive uno scarto indecoroso e diseducativo sul "come" dovremmo esserci. Ma ripeto, è l'ennesima riprova di un male profondo. Certamente non incurabile. Ma ci vuole molta pazienza e molta carità. Serve un santo vescovo. Un repulisti generale nelle strutture di curia. Una lenta rieducazione. Perchè il popolo ci sarebbe anche. Ma adesso non capisce bene, distratto da tante parole, incapace di orientare lo sguardo al centro. Di piegare il ginocchio. Di stare zitto. Di adorare Lui, il Santissimo sacramento. Quanto ai canti, sempre "veloci": t'adoriam ostia divina, tantum ergo sacramentum, due strofe, mentre i catechisti chiacchierano e i bambini si agitano sulle panche... Fa caldo. Inginocchiarsi davanti a Dio? Ma no, l'unico che ottiene un po' di attenzione, a volte, è il parroco.            

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  52. Micapizza, che cosa posso dire se non che hai ragione e che una nave così bella che affonda lentamente mette davvero tristezza? Grazie di questo bel testo.

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  53. Concordo.
    Non c'è paragone fra Martini e Tettamanzi.
    I vespri in duomo - ai tempi di martini - erano solenni e i canonici del duomo (in maggioranza nominati da colombo) sempre in talare.
    L'arciprete - mons Majo - era un sacerdote colto e raffinato.
    Poi è arrivato Tettamanzi e alla morte di Majo è stato nominato Manganini. Quest'ultimo, amico acerrimo del rito VO e della tradizione in generale ha compiuto, coplice Tettamanzi, tutti i disastri che poteva.
    Lanciamo un SOS e se qualcuno che ci legge ha la possibilità di far giungere la nostra voce in alto lo preghiamo di intervenire sperando che il Papa faccia ancora in tempo a salvare Milano dal disastro.   

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  54. <span>"PS - dove li vedi <span><span>tutti i vescovi eccellenti nominati dal Beato Giovanni Paolo che hanno restaurato l'ortodossia e la liturgia ???"</span></span></span>

    Dove li vedo? Quod erat demonstrandum: per te la Chiesa coincide col Bar dello Sport dove vai a parlare male del Papa e coi bollettini lefevrian-sedevacantisti. Siccome tu non ne sai nulla e non li hai mai visti, non esistono. Un aiutino, va': cerca almeno 1 nome di diocesi o abbazia per ciascuna delle seguenti nazioni: USA, Francia, Italia, Germania. E' chiaro che restano una minoranza, ma del resto ricostruire la Chiesa dopo quasi due secoli di decadenza sfociati nella catastrofe postconciliare non è che si possa fare schioccando le dita. Ma per chi si immagina che la Chiesa funzioni come una satrapia orientale è inevitabile pensare che siccome il papa non comanda a bacchetta è perchè è "modernista".
    Gente come voi avrebbe mandato sul rogo giganti della Cheisa (e dell'umanità) come San Pio V e il Beato Innocenzo XI, per le nomine episcopali o per la gestione di alcuni teologi (o di questioni liturgiche: certi pseudo-tradizionalisti accusano infatti San Pio V di essere all'origine della mentalità che ha portato alla sciagurata riforma liturgica attuale, e non parliamo di San Pio X, altro famoso modernista!).

    Che guaio essere ignoranti e non essere cattolici allo stesso tempo!

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  55. E' carina e ve la propongo:

    Il Papa chiede alla Madre del Buon Consiglio quale vescovo mandare a Milano.
    E la Madonnina:
    "I mè fioeu ambrusian, tutt inscì ciapà de tanti mestee, hin semper cunt el cò bas, me varden nanca".
    E il Papa:
    "E cume foo a fag turnà la voeja de vardà in ciel?!"
    La madonnina:
    "Fèmig capì tusscoss de cap: mi disarìa che vaghen a scola"
    Benedetto XVI:
    "A Scola t'ee dì? E alura che vaghen!"    

    Per i non ambrosiani:
    La Madonnina:
    "I miei figlioli ambrosiani tutti così presi di tante faccende stan sempre con la testa in basso e non mi guardano nemmeno".
    Il Papa: 
    "Come faccio a fargli tornar la voglia di guardare il cielo?"
    La Madonnina:
    "facciamogli capire tutto da capo: io direi che vadano a scuola" 
    Benedetto XVI:
    "Hai detto a Scola? Allora che vadano!"
    ("che vaghen" suona molto bavarese... e "scola" suona come Scola) 

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  56. la traduzione rovina tutto :) 

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  57. LA TALARE VIETATA???? adesso si spiegano molte cose!!!!
    scusa la mia ignoranza, ma Shuster non è sepolto sotto il pavimento? non vado spesso in duomo.... e una delle poche volte che ci sono stato mi è bastato vedere il corpo san carlo coperto da un telo (ma cosa devi inaugurare, una reliquia di cinquecento anni???) per scappare!

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  58. "<span>i voti di Martini, anziché piovere su di lui in conclave, andarono a Ratzinger, che fu eletto già al 4o scrutinio evitando lo stallo, e bruciando il Tetta (questa è la storia)."</span>
    caro amico, sarei davvero curioso di conoscere la fonte di questa notizia. che io sappia, quello che avviene in conclave deve restare assolutamente segreto, pena la scomunica. o forse Le ha telefonato Sua Santità per informarLa dei retroscena dell'elezione?????
    mi scusi ma certi commenti mi fanno morire dalle risate.

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  59. Purtroppo io temo che sia tardi, molto tardi, troppo tardi.

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  60. complimentiiiiiiiiiiiiii

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AVVISO AI LETTORI: Visto il continuo infiltrarsi di lettori "ostili" che si divertono solo a scrivere "insulti" e a fare polemiche inutili, AVVISIAMO CHE ORA NON SARANNO PIU' PUBBLICATI COMMENTI INFANTILI o PEDANTI. Continueremo certamente a pubblicare le critiche ma solo quelle serie, costruttive e rispettose.
La Redazione