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martedì 26 ottobre 2010

La nuova evangelizzazione «dall’utopia alla scienza». La lettera Ubicumque et semper di Benedetto XVI


Vi alleghiamo alcuni stralci della nota di Massimo Introvigne (che potrete trovare integrale qui sul sito del Cesnur) sul nuovo dicastero vaticano, dedicato alla “Nuova Evangelizzazione” affidato a mons. Rino Fisichella:

Il 12 ottobre è stata resa pubblica la lettera apostolica di Benedetto XVI in forma di motu proprio Ubicumque et semper, datata 21 settembre 2010, con la quale s’istituisce il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, presieduto da mons. Rino Fisichella. L’evangelizzazione, afferma Benedetto XVI, non è certo qualcosa di nuovo: «la missione evangelizzatrice, continuazione dell’opera voluta dal Signore Gesù, è per la Chiesa necessaria ed insostituibile, espressione della sua stessa natura» (Benedetto XVI 2010).

Se però non è nuova l’evangelizzazione, sono continuamente nuove le modalità attraverso le quali si esplica, dovute pure alle circostanze cui di volta in volta si trova di fronte: «tale missione ha assunto nella storia forme e modalità sempre nuove a seconda dei luoghi, delle situazioni e dei momenti storici» (ibid.). […]

[…] Benedetto XVI invita a rileggere un lungo brano dell’esortazione apostolica postsinodale Christifideles Laici, del 1988, di Giovanni Paolo II: «Interi paesi e nazioni, dove la religione e la vita cristiana erano un tempo quanto mai fiorenti e capaci di dar origine a comunità di fede viva e operosa, sono ora messi a dura prova, e talvolta sono persino radicalmente trasformati, dal continuo diffondersi dell’indifferentismo, del secolarismo e dell’ateismo. Si tratta, in particolare, dei paesi e delle nazioni del cosiddetto Primo Mondo, nel quale il benessere economico e il consumismo, anche se frammisti a paurose situazioni di povertà e di miseria, ispirano e sostengono una vita vissuta “come se Dio non esistesse”. Ora l’indifferenza religiosa e la totale insignificanza pratica di Dio per i problemi anche gravi della vita non sono meno preoccupanti ed eversivi rispetto all’ateismo dichiarato. E anche la fede cristiana, se pure sopravvive in alcune sue manifestazioni tradizionali e ritualistiche, tende ad essere sradicata dai momenti più significativi dell’esistenza, quali sono i momenti del nascere, del soffrire e del morire. [...] In altre regioni o nazioni, invece, si conservano tuttora molto vive tradizioni di pietà e di religiosità popolare cristiana; ma questo patrimonio morale e spirituale rischia oggi d’essere disperso sotto l’impatto di molteplici processi, tra i quali emergono la secolarizzazione e la diffusione delle sette. Solo una nuova evangelizzazione può assicurare la crescita di una fede limpida e profonda, capace di fare di queste tradizioni una forza di autentica libertà. Certamente urge dovunque rifare il tessuto cristiano della società umana. Ma la condizione è che si rifaccia il tessuto cristiano delle stesse comunità ecclesiali che vivono in questi paesi e in queste nazioni» (Giovanni Paolo II 1988, n. 34, cit. in Benedetto XVI 2010).

Al «fenomeno della secolarizzazione» (ibid.) Benedetto XVI intende ora rispondere dando un rinnovato slancio alla nuova evangelizzazione, rettamente intesa. Certo, anche in Occidente non tutti i Paesi sono nelle stesse condizioni. In alcuni «la pratica cristiana manifesta ancora una buona vitalità e un profondo radicamento nell’animo di intere popolazioni; in altre regioni, invece, si nota una più chiara presa di distanza della società nel suo insieme dalla fede, con un tessuto ecclesiale più debole, anche se non privo di elementi di vivacità, che lo Spirito Santo non manca di suscitare; conosciamo poi, purtroppo, delle zone che appaiono pressoché completamente scristianizzate, in cui la luce della fede è affidata alla testimonianza di piccole comunità: queste terre, che avrebbero bisogno di un rinnovato primo annuncio del Vangelo, appaiono essere particolarmente refrattarie a molti aspetti del messaggio cristiano» (ibid.). Benedetto XVI non fa nomi, ma i dati sociologici mostrano che la Polonia è in condizioni migliori dell’Italia, la quale a sua volta è assai meno «secolarizzata» della Francia.

Non è dunque possibile «elaborare un’unica formula uguale per tutte le circostanze» (ibid.). Per questo la nuova evangelizzazione ha bisogno di una sua professionalità, e per questo è istituito il nuovo Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Il Consiglio opererà al servizio, non in sostituzione, delle diocesi, «specialmente in quei territori di tradizione cristiana dove con maggiore evidenza si manifesta il fenomeno della secolarizzazione» (ibid.). È significativo che tra i compiti essenziali che il Papa indica al nuovo Consiglio ci siano «studiare e favorire l’utilizzo delle moderne forme di comunicazione, come strumenti per la nuova evangelizzazione» (ibid.) e «promuovere l’uso del Catechismo della Chiesa Cattolica, quale formulazione essenziale e completa del contenuto della fede per gli uomini del nostro tempo» (ibid.). […]

12 commenti:

  1. Sull'utilizzo del Catechismo come base per l'insegnamento e la diffusione della fede sono perfettamente d'accordo. Anzi, sostengo che dovrebbe essere utilizzato come libro di testo dai catechisti e dai professori di religione delle scuole secondarie. Peraltro, il Catechismo del 1992 (anche in forma di compendio) è valido e cattolicamente ortodosso.

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  2. <span>Peraltro, il Catechismo del 1992 (anche in forma di compendio) è valido e cattolicamente ortodosso.</span>

    Excusatio non petita...

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  3. .........ma per piacere...evangelizzare...CHI????.....vi faccio un esempio....il parroco...di Angera sul lago Maggiore, per qualsiasi informazione .....lo fa' tramite il citofono....non si degna neanche di scendere ed aprirti la porta!!!! E' ora di finirla!!!! E di prendere in giro la gente!!!! Sono i preti...vescovi...suore....da evangelizzare!!!!!!!

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  4. per quale motivo è stato creato questo dicastero ??  ..... bo'  ..... certo che la fantasia non manca .....

    ed è una Chiesa che è sempre meno Chiesa e sempre piu' burocrazia 

    ma andatevene  a visitare gli ammalati  , a portare loro la comunione , a trovare chi ha bisogno di un aiuto morale e materiale ........ altro  che dicasteri .........

    altro che convegni  , gite turistiche , e rifare letti o preparare breakfast per i turisti . pardon ospiti ..........

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  5. "Certamente urge dovunque rifare il tessuto cristiano della società umana. Ma la condizione è che si rifaccia il tessuto cristiano delle stesse comunità ecclesiali che vivono in questi paesi e in queste nazioni."(Christif. laici n.34). C'è posto per tutti . Preti e laici. Rimbocchiamoci tutti le maniche  e ricordare che Dio non guarda al risultato  bensì allo sforzo ci incoraggi in ogni situazione,Adios

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  6. comunque quello di san pio X resta il migliore, ha una chiarezza e un'immediatezza e una semplicità assoluta.

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  7. ...ce ne fosse bisogno. Se non altro, la creazione del Dicastero ha l'indubbio merito di denunciare il problema, e questo è già tanto per le nostre coscienze ed i nostri cervelli cloroformizzati. Da un punto pratico, però, mi chiedo come possa operare. Non credo si tratti, infatti, di mandare per strada torme di missionari a predicare il Vangelo nei supermercati, nè (spero) di trovare altri modi per "aprirsi al mondo" utilizzandone il linguaggio e, conseguentemente, acquisendone i vizi (il Concilio VII ci ha già provato e ne gustiamo ora i frutti). Si dovrebbe, credo, far leva sui mezzi di comunicazione, ma per far che? Per leggere brani del Vangelo? E chi li ascolterebbe? Si potrebbe, credo, cercare di rivitalizzare, tramite essi, le tradizioni e le devozioni popolari di un tempo, mediante messaggi di carattere culturale e storico di grande incisività e profondità. Ma come parlare di cultura e storia agli appassionati e decerebrati teledipendenti di tutte le trasmissioni sul caso di Sarah Scazzi? E come vincere la concorrenza dei media atei o comunque anti cattolici che inquinano tutto l'etere? Pare una battaglia disperata. Ma, almeno, ora siamo consapevoli del problema. Meglio di niente!

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  8. Mons. Rino Fisichella est-il un saint? C'est la seule question qui importe. Si oui, la "nuova evangelizzazione" ira de l'avant. Si non, le "<span>Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione" ne sera qu'une structure de plus, un "fromage" pour hauts fonctionnaires en quête de promotion.</span>

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  9. Basterebbe che i preti ricominciassero a vestirsi da preti, mettessero un bel crocefisso sull'altare, dedicassero il 100% del loro tempo libero ad adorazione eucaristica e confessioni. La gente è meno rimbambita di quel che sembra, ma ha bisogno di modelli credibili da seguire per riempire il vuoto che avverte dentro, non certo di Sbirulino.

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  10. Vedremo... intanto si sente solo odore di burocrazia.

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  11. "...l’utilizzo delle moderne forme di comunicazione, come strumenti per la nuova evangelizzazione" certamente, un bel gruppo di neocatecomunisti ben intruppato che intruppi i tiepidi cristiani e zac , ecco belle fatta una comunità di evangelizzatori...Cos' si fa la "nuova evangelizzazione", cari miei, utilizzando le nuove forze dei movimenti che si hanno a disposizione...e zac, tutti eretici giudeo-cattolici come va di moda oggi....

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La Redazione