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venerdì 7 maggio 2010

Septies in die laudem dixi tibi


Dal sito New Liturgical Movement riportiamo un interessante articolo di Shawn Tribe dedicato ad un argomento di cui in genere si parla poco, quale La recita dell’Ufficio Divino da parte dei laici:

Ogni volta che NLM scrive in merito all’Ufficio Divino, noto un aumento di interesse, di solito espresso dalle domande su come pregare l’Ufficio Divino anche in parrocchia o in casa. Questo è molto incoraggiante. A proposito delle varie forme di preghiera da adottare come parte della loro vita spirituale, l’ufficio divino dovrebbe salire in cima alle preferenze, in quanto è parte del corpus della preghiera liturgica della Chiesa. Detto ciò, nel corso degli anni in qualche occasione ho sentito dire che il breviario semplicemente implicherebbe un eccessivo dispendio di tempo per i laici. Trovo che questo sia un mito, popolare da dire, ma generalmente non vero.
Occorre osservare, innanzitutto, che pregare l’ufficio non significa necessariamente recitarne tutte le ore. L’ideale sarebbe almeno pregare le Lodi (preghiera del mattino), i Vespri (preghiera della sera) e Compieta (preghiera notturna); ma se uno è impossibilitato, anche solo una o due di queste sarebbero di grande merito, aiutandoci a santificare la nostra giornata e incorporando giorno dopo giorno i salmi di David e gli elementi della Sacra Scrittura e della poesia cristiana nella nostra vita di preghiera.
Per quanto riguarda il problema del tempo, una singola “ora” dell’ufficio può essere pregata, e direi devotamente, più o meno in dieci minuti – che difficilmente è un investimento di tempo impossibile o irragionevole. Se uno considera che pregare devotamente una corona di misteri del Santo Rosario richiede all’incirca lo stesso tempo, credo che ciò sia una risposta sufficiente all’obiezione per cui i laici, soprattutto quelli che hanno una famiglia, sarebbero impossibilitati alla preghiera dell’ufficio divino (è evidente che ci possono essere alcuni casi in cui ciò non è fattibile, per ragioni particolari e specifiche circostanze, ma non si tratta della maggioranza dei casi). Merita di essere ricordato che la Chiesa stessa ha incoraggiato i laici nella preghiera dell’Ufficio divino: “Si raccomanda che anche i laici recitino l'ufficio divino o con i sacerdoti, o riuniti tra loro, e anche da soli” (Sacrosantum Concilium, n. 100). Evidentemente la Chiesa non lo vede come un compito impossibile, anzi lo incoraggia.

Stabilire l’abitudine e il ritmo della preghiera

La maggiore difficoltà per la preghiera dell’ufficio è, come qualsiasi altra forma di preghiera, stabilirne l’habitus. Per esperienza personale, si potrebbe stabilire con successo un ritmo di preghiera – e questo vale sia per l’ufficio divino che per il santo rosario. Ad esempio, ci potrebbe essere un momento, o una sequenza di eventi, come pregare le Lodi subito dopo essersi preparati ogni mattina, o i Vespri la sera subito dopo cena. Qualunque sia il ritmo prescelto, un tempo o una sequenza di eventi, il perseguimento di questa “assuefazione” (come la definirebbero Aristotele o l’Aquinate) può essere di grande aiuto nello stabilire e mantenere una prticolare disciplina di preghiera. Un suggerimento che considero particolarmente utile allo scopo comunque è acquistare un calendario liturgico, da muro o da scrivania. Questo ti fornirà rapidamente una panoramica del tempo e delle stagioni liturgiche, che ti sarà di grande aiuto.

Quale breviario?

A questo punto la domanda successiva è “sono interessato, ma quale breviario dovrei usare?” Non è facile rispondere , e bisogna tener conto che in alcune circostanze prevale la considerazione delle leggi liturgiche. Per il nostro attuale scopo, tuttavia, consideriamo il problema dalla prospettiva del lettore “standard”, cioè un laico che vuole recitare privatamente il breviario. In tal caso godiamo di ampia libertà e una vasta gamma di opzioni. Te ne presenterò alcune.

Quale forma del breviario?

Bisogna prima determinare quale forma del breviario (usus antiquior, usus recentior) ciascuno preferisce usare, anche in base a varie considerazioni personali (per quanto mi riguarda, preferisco tanto il breviario romano usus antiquior, quanto il breviario monastico, per due ragioni: l’uso dell’antico calendario liturgico, con la sua corrispondenza alle stagioni liturgiche, come pure la struttura di questa forma delle Ore che include più salmi rispetto al breviario dell’usus recentior).
In secondo luogo si determinerà se pregare l’Ufficio in latino, in volgare, o in entrambe le lingue. Immagino che molti laici vorranno pregare l’ufficio divino in lingua corrente, almeno per le antifone proprie, salmi e letture o capitoli, e usare il latino per le parti fisse come il Deus in adjutorium, il Gloria Patri, il Benedictus, Magnificat, Pater noster, e così via.

L'autore termina fornendo alcuni "consigli per gli acquisti" specificamente rivolti al pubblico anglofono. Qui ci limitiamo a rinviare, per la forma extraordinaria, ai siti Divinum Officium e Officium Divinum (quest'ultimo è privo del mattutino, ma vi si trovano anche il Martirologio, il Piccolo Ufficio della Vergine Maria e l'Ufficio dei Defunti). Per l'acquisto dei libri liturgici tradizionali - o anche di singoli estratti - sia nella versione romana sia in quella monastica, segnaliamo la "boutique en ligne" dell'Abbazia di Le Barroux.





15 commenti:

  1. Un altro aspetto del CVII: clericizzare i laici, laicizzare i clerici... Ora dovrei anco deambulare col breviario!

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  2. Da anni ho iniziato la pratica della recita integrale del Breviario ( Ufficio delle Letture,Lodi,Terza,Sesta,Nona,Vespri e Compieta)
    Abitualmente in Rito Ambrosiano ma , spesso trovandomi anche in diocesi Romana , uso la liturgia propria di questo Rito in entrambi i riti secondo l'usus recentior .
    Usando normalmente l'italiano ma non disdegnando il latino , specie nelle solennità.
    Partecipando però alla Messa secondo il Rito Tradizionale mi piacerebbe accostarmi anche alla recita del Breviario secondo questa modalità,ma penso che la cosa sia un pò difficoltosa ,visto che non è semplice trovare libri liturgici (Breviario,Messale) secondo il Rito Ambrosiano Antico. 

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  3. Sono passato da una anno circa alla recita del breviario in latino nella edizione del 1962, quindi nel rito antico, e devo dire che sono entusiasta, mi piace soprattutto l'ora di prima con bellissime preghiere e poi sono più stagliati i vari tempi liturgici con varie particolarità, bellissimo l'ufficio della settimana santa..... e poi si prega di più sono due ore di preghiera al giorno. Grazie Papa Benedetto per averci ridato la liturgia di sempre.
    don Bernardo.

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  4. Non sono per nulla daccordo con il primo intervento, ovvero: "clericizzare i laici". Recitare il breviario per me laico significa innanzitutto pregare con la Chiesa intera, santificare le ore della giornata, nutrire la mia anima con la Parola di Dio, intercedere per i bisogni di tutti i fratelli nel mondo. So che tra i Tradizionalisti più intransigenti, vi è disaccordo sull'uso del breviario da parte dei laici, sia del Breviarium Romanum 1962 sia della Liturgia delle Ore in lingua italiana, perchè sono considerati "strumenti di preghiera e di santificazione propria" esclusivamente per clero e religiosi.
    Abbiate pazienza e lasciateci pregare il Signore liberamente. Da quando ho scoperto il Breviarium Romanum '62 non lo abbandono più, Lodi, Sesta, Nona, Vespri e Compieta riesco a recitarli, quando sono in ritiro o in vacanza recito pure Mattutino. Ovviamente occorre seguire il Calendario liturgico V.O., e che problema c'è? Le edizioni Cantagalli hanno pubblicato un bel Calendario Liturgico a cura di Daniele Di Sorco: ottimo!
    Anzi vi dirò di più, io da laico sto aiutando due giovani sacerdoti a recitare il Breviarium Romanum..., e li ho pure acquistati per loro: ne sono felicissimi.
    Avviso: stasera alle h 19.00 la tv cattolica satellitare ETWN trasmetterà la Santa Messa V.O., non vorrei sbagliarmi sull'orario, ma pare sia dedicata alla Beata Vergine Maria Mediatrice di tutte le Grazie. Se non è corretto perdonatemi, non conosco l'inglese.

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  5. Stai scherzando? se l'ha detto il Concilio che i laici si devono clericalizzare allora bisogna farlo! anzi vado subito a prendermi una talare per dare il buon esempio ( e un paio di t-shirt per il parroco). :-D :-D :-D

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  6. E' un argomento che mi interessa particolarmente. Soprattutto mi interessa sapere se un laico, il mio caso, può pregare col breviario del 1962 e se ci sono limitazioni (nella Compieta di tale breviario, ad esempio, v'è la formula "Indulgentiam, <span>absolutionem..."). Inoltre, leggendo il post mi è venuto un dubbio che vorrei sciogliere, può recitarsi un salmo in lingua volgare anche recitando col breviario del '62? Scusate l'ignoranza, se qualcuno sapesse illuminarmi sarei lieto. Grazie.
    </span>

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  7. Nel mio diurnale monastico per la recita da parte dei laici ci sono apposite modifiche, ad esempio il Confiteor si dice una sola volta senza dire "et tibi pater" né "et vobis fratres"; oppure "Indulgentiam absolutionem et remissionem peccatorum NOSTRORUM..."; al posto di "Dominus vobiscum" si dice "Domine exaudi orationem meam - et clamor meus ad te veniat"
    A chi parla di clericalizzazione dei laici ricordo che l'ufficio divino nacque in ambito monastico, e nel Medioevo i monaci "tecnicamente" erano laici (salvo uno o due che venivano ordinati per le ovvie necessità "sacramentali") - poi anche il clero seguì il buon esempio
    Personalmente non avverto contraddizione, anzi, salva la preminenza dell'orazione mentale e del rosario, trovo molto utile ed edificante recitare qualche ora dell'ufficio.
    Attenti a non reagire agli eccessi del postconcilio con gli eccessi opposti. In medio stat virtus

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  8. Grazie ste per il tuo intervento. Noto con piacere che il sito linkato da maranatha.it (divinumofficium.com) riporta le modifiche da te indicate. Rimarrebbe la questione della lingua, anche se mi rendo conto sia una questione di poco conto.
    Vorrà dire che celebrerò le ore in latino, munendomi del testo in italiano per capirne il significato (il mio latino è piuttosto pessimo) più o meno come facevo quando potevo presenziare ad una Messa di Sempre.

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  9. Il probleam è che Praglia non stampa più da un pezzo il bellissimo breviario monastico!
    Bisognerebbe tempestarli di richieste!
    MD

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    1. il Monastero di Praglia ha ripreso a stampare il breviario monastico.
      basta andare sul loro sito

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  10. io ho acquistato (online) il diurnale dai monaci di Le Barroux (ovviamente latino-francese)

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  11. Non ho capito bene il post ma l'ufficio usus antiquior come (liturgia pre riforma) mica esiste in lingua volgare ?

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  12. Personalmente uso la liturgia delle ore post conciliare (non capendo affatto nulla di latino) anche se spesso mi capita di cantare le ore con il parroco, allora cantiamo le parti fisse in latino (Deus in adiutorium, benedictus, magnificat, pater, e antifona alla Vergine Maria), a volte cantiamo anche l'inno in latino, ma dopo lo recitiamo in italiano :) Generalmente dico lodi al mattino, verso le 7.30 dopo essermi preparato, l'ora media alle 12, prima di pranzo, l'ufficio delle letture o nel primo pomeriggio o la sera dopo cena, i vespri li dico in parrocchia, in comune, prima della messa e la compieta prima di andare a dormire. 

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  13. Sapete dove posso trovare i breviari (tutti i volumi) di Pio X ?  Sono un sedeprivazionista..... tra cugini ci si aiuta....    Grazie per la gentilezza!!

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  14. Laico: va benissimo tutto quello che c'è scritto, anche perché non è un Sacramento che si dà e chiunque può dire Indulgentiam, absolutionem eccetera. L'unica cosa e che alla recita dell'Ufficio senza un Sacerdote il laico non può dire Dominus vobiscum. Et cum spiritu tuo e lo deve sostituire con Domine exaudi orationem meam. Et clamor meus ad te veniat. Ma per il resto è tutto uguale. Così facevano le Monache e così possiamo fare noi.

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