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martedì 27 maggio 2025

Come stabilire la pace liturgica? Prelati di tutto il mondo chiedono la fine della guerra

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1213 pubblicata da Paix Liturgique il 26 maggio, in cui Christian Marquant, Presidente dell’associazione Oremus-Paix Liturgique (contact@veilleurs-paris.fr), torna ad auspicare che il nuovo Romano Pontefice Leone XIV possa ripristinare la pace liturgica nella Chiesa Cattolica, così come chiesto recentemente e chiaramente anche dal card. Gerhard Ludwig Müller, Prefetto emerito della Congregazione per la dottrina della fede, e da mons. Salvatore Joseph Cordileone, Arcivescovo metropolita di San Francisco.

L.V.


Le sentinelle continuano per la 192ª settimana le loro preghiere in difesa della Santa Messa tradizionale davanti all’Arcivescovado di Parigi (in rue du Cloître-Notre-Dame, 10), dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 13:30

Cari amici, dall’elezione di Papa Leone XIV, un Cardinale e un Vescovo hanno chiesto che la legislazione persecutoria della lettera apostolica in forma di «motu proprio» Traditionis custodes sull’uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970 venga sospesa.

Il card. Gerhard Ludwig Müller, Prefetto emerito della Congregazione per la dottrina della fede, in un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa Associated Press il 12 maggio (Conservatives are cautiously hopeful that Pope Leo XIV will restore rigor to the papacy) [I conservatori nutrono cauta speranza che Papa Leone XIV riporti il rigore nel Papato: QUI; QUI su MiL: N.d.T.], ha fatto delle dichiarazioni che la giornalista dell’agenzia riassume così:

In un’intervista nella biblioteca del suo appartamento vicino a piazza San Pietro, il card. Gerhard Ludwig Müller ha affermato che la repressione di papa Francesco nei confronti dei tradizionalisti e della Santa Messa tradizionale ha creato divisioni inutili che Papa Leone XIV sa di dover sanare.
Papa Benedetto XVI aveva allentato le restrizioni sulla celebrazione della Santa Messa tradizionale, utilizzata per secoli prima delle riforme modernizzatrici del Concilio Vaticano II del 1965, che consentivano di celebrare la liturgia in lingua volgare. Papa Francesco ha ribaltato l’eredità liturgica di Papa Benedetto XVI, affermando che la diffusione della Santa Messa tradizionale aveva creato divisioni nelle Diocesi. Ma il giro di vite ha avuto l’effetto di galvanizzare i nemici conservatori di papa Francesco.
«Non possiamo condannare o proibire in modo assoluto il diritto legittimo e la forma della liturgia tradizionale», ha affermato il card. Gerhard Ludwig Müller. «In base al suo carattere, penso che (Papa Leone XIV) sia in grado di dialogare con le persone e di trovare una soluzione molto buona che vada bene per tutti».

Un Vescovo? Mons. Salvatore Joseph Cordileone, Arcivescovo metropolita di San Francisco. In un’intervista rilasciata al sito The Pillar il 16 maggio scorso (‘Out of the banality’ - Cordileone on liturgical reform) [«Fuori dalla banalità»: mons. Cordileone sulla riforma liturgica: QUI; QUI su MiL: N.d.T.], l’Arcivescovo americano afferma:

Ma credo che si debba definire una visione in cui la Santa Messa tradizionale sia facilmente accessibile a chi la desidera. Mi auguro che si possa arrivare a un momento in cui entrambe le forme di Messa siano l’esperienza ordinaria dei Cattolici di tutti i giorni, e che essi si sentano a proprio agio in entrambe. […]
Penso che si dovrebbe promuovere la visione che Papa Benedetto XVI ci ha dato e permettere ai Vescovi nelle loro Diocesi di discernere e decidere per le loro Diocesi.
E penso che con il tempo ci sarà una certa guarigione.

Sarà necessario seguire con molta attenzione il convegno sulla sacra liturgia Fons et culmen organizzato dallo stesso mons. Salvatore Joseph Cordileone, dal 1º al 4 luglio al St. Patrick’s Seminary di Menlo Park (California) (QUI), al quale interverranno Cardinali e Vescovi. Parteciperanno: il card. Sean Patrick O'Malley O.F.M.Cap., Arcivescovo emerito di Boston, che parlerà dell’importanza dell’ordine e della bellezza della Messa per le anime e specialmente per gli umili, il cui ambiente è così spesso segnato dal caos e dalla bruttezza; il card. Albert Malcolm Ranjith Patabendige Don, Arcivescovo metropolita di Colombo, da tempo uno dei grandi promotori della visione liturgica di Papa Benedetto XVI, che tratterà della vera comprensione dell’actuosa participatio, la «partecipazione attiva»; e anche il card. Robert Sarah, Prefetto emerito della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, che vuole il ritorno del sacro nelle pratiche liturgiche. Certo, il tema di queste assise non sarà direttamente quello della liturgia antica, ma questa questione sarà in primo piano nella mente dei partecipanti.

Va aggiunto che mons. Salvatore Joseph Cordileone ha pubblicato un importante articolo sul mensile First Things, il 5 maggio, sul tema Putting an end to the liturgy wars [Porre fine alle guerre liturgiche: QUI; QUI su MiL: N.d.T.], in cui accusa chiaramente la riforma liturgica seguita al Concilio Vaticano II di essere all’origine di queste divisioni:

Il punto critico che ha concretizzato il senso di rottura nella tradizione liturgica è stata la decisione, senza precedenti nella storia, di convocare un comitato di studiosi per riscrivere radicalmente la liturgia e imporla a tutto il mondo cattolico in modo verticistico.

All’evocazione delle prese di posizione di questi eminenti prelati, posso aggiungere quella del patrocinio della Peregrinatio ad Petri Sedem che il card. Raymond Leo Burke, Patrono emerito del Sovrano Militare Ordine di Malta, ha volentieri accettato. Si svolgerà a Roma dal 24 al 26 ottobre, e il Cardinale ci accompagnerà in particolare nella Basilica di San Pietro in Vaticano sabato 25 ottobre. Questo 14º pellegrinaggio sarà particolarmente importante poiché si svolgerà durante l’Anno Santo, che è anche segnato dal centenario della lettera enciclica Quas primas sulla regalità di Cristo di Papa Pio XI. Il pellegrinaggio si concluderà con la Santa Messa tradizionale di Cristo Re nella Chiesa parrocchiale della Santissima Trinità dei Pellegrini e con le Sante Messe tradizionali di ringraziamento, che saranno in qualche modo, a Roma, le Messe del centenario.

Care sentinelle parigine, vi raccomando in modo particolare di pregare per tutti i prelati che oggi difendono la libertà della liturgia tradizionale nei Rosari che recitate davanti agli uffici dell’Arcivescovado (rue du Cloître-Notre-Dame, 10), dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 13:30, nell’Église Saint-Georges di La Villette (avenue Simon Bolivar, 114, nel XIX arrondissement), il mercoledì e il venerdì alle ore 17:00, davanti all’Église Notre-Dame-du-Travail (rue Vercingétorix, 59, nel XIV arrondissement), la domenica alle ore 18:15, e anche nella Basilique Sainte-Clotilde-et-Sainte-Valère (nel VII arrondissement), il lunedì alle ore 12:45.

Echi della veglia: una signora con accento straniero si ferma e ci chiede cosa intendiamo per «Messa tradizionale». Dopo che le abbiamo risposto, lei reagisce: «Quindi la vera Messa cattolica! La frequento di tanto in tanto a Montréal, ma da noi, nella campagna del Québec, non la trovo… del resto non c’è quasi più vita cristiana in Canada, tanto hanno spaventato i fedeli con le loro sciocchezze».

In unione di preghiera e di amicizia.

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