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sabato 17 maggio 2025

Papa Leone XIV riporterà la pace liturgica nella Chiesa (e ripristinerà la Messa tradizionale)? Ne parla il card. Müller

Vi proponiamo – in nostra traduzione – l’articolo pubblicato il 13 maggio sul sito dell’agenzia di stampa The Associated Press, in cui la vaticanista Nicole Winfield riporta la conversazione con il card. Gerhard Ludwig Müller, Prefetto emerito della Congregazione per la dottrina della fede.
L’altissimo prelato conservatore si mostra contento per l’elezione del Romano Pontefice e suggerisce, come primo passo, che Papa Leone XIV ripristini l’accesso alla Santa Messa tradizionale, che il suo predecessore aveva fortemente limitato: la repressione di papa Francesco nei confronti dei tradizionalisti e della Santa Messa tradizionale ha creato divisioni inutili che Papa Leone XVI sa di dover sanare.

L.V.


Sono entrati nel Conclave della scorsa settimana in netta minoranza e ancora scossi dopo essere stati emarginati da papa Francesco per dodici anni.

Eppure i conservatori e i Cattolici tradizionalisti sono cautamente ottimisti riguardo alla storica elezione di Papa Leone XIV, sperando che riporti il rigore dottrinale nel Papato, anche se i progressisti intuiscono che continuerà il programma riformista di papa Francesco.

Il card. Gerhard Ludwig Müller, Prefetto emerito della Congregazione per la dottrina della fede, un titano del blocco conservatore, ha dichiarato lunedì di essere molto soddisfatto dell’elezione e di aspettarsi che Papa Leone XIV sani le divisioni che si sono accentuate durante il pontificato di papa Francesco. Il card. Müller, licenziato da papa Francesco dalla carica di Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, ha suggerito come primo passo che Papa Leone XIV ripristini l’accesso alla Santa Messa tradizionale, che il suo predecessore aveva fortemente limitato.


«Sono convinto che supererà queste tensioni superflue (che erano) dannose per la Chiesa», ha detto il card. Gerhard Ludwig Müller in un’intervista all’agenzia The Associated Press. «Non possiamo evitare tutti i conflitti, ma dobbiamo evitare i conflitti non necessari, i conflitti superflui».

Il suo senso di speranza è significativo, dato che i Cardinali conservatori sono entrati in Conclave in svantaggio numerico. Papa Francesco ha nominato 108 dei 133 elettori, tra cui l’ex Cardinale Robert Francis Prevost O.S.A. e altri pastori che gli sono vicini.

Ma nelle dinamiche segrete del Conclave, il missionario dellOrdine di SantAgostino che ha trascorso gran parte della sua vita sacerdotale in Perù si è assicurato molto più della maggioranza dei due terzi necessaria al quarto scrutinio in un Conclave eccezionalmente veloce, durato solo ventiquattro ore. La rapidità e il margine hanno superato le aspettative, dato che questo è stato il Conclave più grande e geograficamente diversificato della storia e i Cardinali si conoscevano a malapena.

Una «buona impressione» nel Conclave

«Penso che abbia fatto una buona impressione su tutti e alla fine c’è stata una grande concordia, una grande armonia», ha detto il card. Gerhard Ludwig Müller. «Non ci sono state polemiche, né divisioni».

In un’intervista nella biblioteca del suo appartamento vicino a piazza San Pietro, il card. Gerhard Ludwig Müller ha affermato che la repressione di papa Francesco nei confronti dei tradizionalisti e della Santa Messa tradizionale ha creato divisioni inutili che Papa Leone XIV sa di dover sanare.

Papa Benedetto XVI aveva allentato le restrizioni sulla celebrazione della Santa Messa tradizionale, utilizzata per secoli prima delle riforme modernizzatrici del Concilio Vaticano II del 1965, che consentivano di celebrare la liturgia in lingua volgare. Papa Francesco ha ribaltato l’eredità liturgica di Papa Benedetto XVI, affermando che la diffusione della Santa Messa tradizionale aveva creato divisioni nelle Diocesi. Ma il giro di vite ha avuto l’effetto di galvanizzare i nemici conservatori di papa Francesco.

«Non possiamo condannare o proibire in modo assoluto il diritto legittimo e la forma della liturgia tradizionale», ha affermato il card. Gerhard Ludwig Müller. «In base al suo carattere, penso che (Papa Leone XIV) sia in grado di dialogare con le persone e di trovare una soluzione molto buona che vada bene per tutti».


Una piacevole sorpresa per il nome «Leone»

Il card. Gerhard Ludwig Müller non è il solo a nutrire ottimismo.

Mons. Georg Gänswein, Segretario particolare di lunga data di Papa Benedetto XVI ed ora Nunzio Apostolico in Lituania, Estonia e Lettonia, anch’egli licenziato da papa Francesco ed esiliato dal Vaticano, si è detto piacevolmente sorpreso dall’elezione di Papa Leone XIV e fiducioso per il futuro.

In un’intervista al quotidiano Corriere della Sera, mons. Georg Gänswein ha affermato che la scelta del nome da parte del nuovo Pontefice, che fa riferimento a Papa Leone XIII, che guidò la Chiesa dal 1878 al 1903, nonché a San Leone I Magno e ad altri Papi, ha inviato un segnale che rispetterà la tradizione, ripristinerà la chiarezza dottrinale e appianerà le divisioni [QUI: N.d.T.].

«Papa Prevost mi dà grande speranza», ha affermato mons. Georg Gänswein.

Negli articoli di giornale, nei post sui social media, nelle interviste televisive e nelle conversazioni private tra amici, anche alcuni dei critici più accesi di papa Francesco si dicono cautamente ottimisti, rallegrandosi per alcuni dei gesti più piccoli, ma per loro significativi.

Hanno apprezzato il fatto che Papa Leone XIV abbia letto una dichiarazione scritta quando è uscito dal Conclave sulla loggia esterna della Benedizione della Basilica di San Pietro in Vaticano, invece di improvvisare. Hanno apprezzato che le sue prime parole abbiano fatto riferimento a Gesù Cristo. Hanno apprezzato che abbia deciso di indossare il mantello rosso formale, o mozzetta, del Papato, che hanno visto come un segno di rispetto per la carica che papa Francesco aveva rifiutato.

Un altro punto a suo favore: domenica ha cantato la preghiera latina Regina Caeli invece di recitarla.


Molti sottolineano un articolo del quotidiano Corriere della sera secondo cui, la sera prima dell’inizio del conclave, il card. Robert Francis Prevost è stato visto entrare nel palazzo del card. Raymond Leo Burke, Patrono emerito del Sovrano Militare Ordine di Malta, un altro Cardinale tradizionalista che papa Francesco ha licenziato dalla carica di Presidente della Corte di cassazione della Città del Vaticano. Il card. Burke, che non ha risposto a una richiesta di commento, potrebbe aver svolto il ruolo di «kingmaker» nel Conclave, raccogliendo i voti conservatori dietro un candidato particolare.

Il card. Gerhard Ludwig Müller ha affermato di non sapere nulla di tale incontro e ha insistito di non essere a conoscenza di pressioni dietro le quinte a favore del card. Robert Francis Prevost. Tali pressioni si sono verificate quando il card. Jorge Mario Bergoglio aveva Cardinali più progressisti che promuovevano la sua candidatura nel 2005 e nel 2013.

Alla domanda se avesse votato per il card. Robert Francis Prevost, il card. Gerhard Ludwig Müller ha esitato.

«Oh, non posso dirlo. Ma sono contento, no?», ha risposto.

Eppure il card. Robert Francis Prevost ha soddisfatto anche i moderati, molti dei quali hanno visto nelle sue prime parole una continuazione delle priorità di papa Francesco di costruire ponti. Le parole d’ordine segnalano ad alcuni un Papa che si avvicina alla comunità LGBTQ+ e alle persone di altre fedi. Ma per altri è il significato letterale di «pontifex» e un segno di costruzione di ponti interni per sanare le divisioni.

«Il Papa, come successore di San Pietro, deve unire la Chiesa», ha detto il card. Gerhard Ludwig Müller.

Il card. Gerhard Ludwig Müller ha detto che si aspettava che Papa Leone XIV si trasferisse negli appartamenti papali del Palazzo Apostolico, che secondo lui è il luogo appropriato per un Papa. Papa Francesco ha scelto di vivere nell’hotel Domus Sanctae Marthae in Vaticano perché ha detto che aveva bisogno di stare in mezzo alla gente. Ma la decisione ha avuto l’effetto pratico di occupare l’intero secondo piano dell’hotel, riducendo le camere per i sacerdoti in visita.

Sia i progressisti che i conservatori vedono in Papa Leone XIV ciò che vogliono

Parte della dinamica in atto in questi primi giorni del Papato di Papa Leone XIV è che sembra che progressisti e conservatori vedano in lui ciò che vogliono. Non ha praticamente alcun passato pubblico e ha giocato le sue carte molto bene mentre era a Roma come Prefetto del Dicastero per i vescovi. Ha concesso poche interviste e ha evitato le apparizioni pubbliche che riempiono le giornate dei Cardinali del Vaticano dopo l’orario di lavoro: presentazioni di libri, conferenze e lezioni accademiche.

George Weigel, biografo di San Giovanni Paolo II e senior fellow presso l’Ethics and Public Policy Center, ha affermato che la posizione dottrinale di Papa Leone XIV dovrebbe essere evidente: «un uomo che ha trascorso gran parte della sua vita nelle missioni peruviane crede nella verità del Vangelo e nella verità del mondo».

Per quanto riguarda il mantello papale e la stola, essi significano che «abbiamo un Papa che comprende la natura dell’ufficio petrino, che non deve piegarsi alle idiosincrasie personali», ha affermato George Weigel in una e-mail.

3 commenti:

  1. "Sono convinto che supererà queste tensione superflue (che erano) dannose per la Chiesa".

    Condivido pienamente le parole del Card. Müller, ne sono convinta anch'io!
    Per quel che ho potuto conoscere Papa Leone XIV in questi giorni, mi sembra di essere un buon 'cambusiere', l' addetto alla cambusa, lo spazio destinato all'interno della barca a custodire 'il deposito', 'la conservazione' e la 'preparazione' dei vivere, aggiungo 'sani' che purifichi la Chiesa Cattolica da ogni tipo di cibo riconosciuto a Lei 'allergico'. Non vedo in Leone XIV persona capace di dare ai fedeli cibo avariato. Per ora mi fido, ho speranza e mi auguro di non sbagliare.

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  2. Altro aspetto non detto da alcuni commentatori, è che appena eletto Papa Leone ha detto l’Ave Maria che Papa Francesco aveva dimenticato anche nell’anno della sua misericordia!

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    1. Veramente Papa Francesco appena eletto disse Padre Nostro, Ave Maria e Gloria diamo a Cesare quel che è di Cesare.

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