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venerdì 21 marzo 2025

Echi tridentini in gastronomia: i maritozzi quaresimali e il miracolo di S. Filippo Neri a Palazzo Massimo

Nei secoli addietro, nelle varie Regioni, durante il tempo di Quaresima si sono diffusi molti "dolci" in linea coi precetti di penitenza: i famosi "quaresimali".
Oggi, vorremmo parlarvi di quelli romani: i maritozzi quaresimali: versione più secca e semplice del classico e celeberrimo maritozzo con la crema o la panna.
Prendiamo spunto da qui
La storia
Per gli antichi romani il "maritozzo" era un pane con aggiunta di miele e uva passa e divenne poi il dono che si faceva alla propria amata dentro il quale si nascondeva l’anello di fidanzamento. Nel Medioevo quelli della quaresima vennero preparati con ingredienti più poveri e meno "golosi".
Il "miracolo di S. Filippo Neri".
Ogni anno, il 16 marzo a Palazzo Massimo alle Colonne, ancora oggi si celebra la festa del miracolo di san Filippo Neri: il santo il 16 marzo 1583 resuscitò il giovane Paolo, allora quattordicenne, figlio del principe Fabrizio Massimo, discepolo di S. Filippo, malato da mesi di una forte e persistente febbre. Nei secoli questo luogo è stato impreziosito e la stanza trasformata in una cappella dove da allora sino ad oggi ogni anno un cardinale vi celebra la Messa in ricordo di questo evento, al termine della quale si tiene un rinfresco e si possono assaggiare i dolci quaresimali La festa dedicata a san Filippo cade in marzo e quindi si ripete con la sua usanza cristiana accompagnata da questi dolci preparati per l'occasione nella versione "quaresimale" (dal momento che il 16 marzo cade sempre in Quaresima): piccoli e farciti come ora con pinoli e canditi, e senza crema nè panna.
Roberto