Vi proponiamo – in nostra traduzione – l’articolo di Jaime Gurpegui, pubblicato il 6 febbraio sul sito Infovaticana, in cui, partendo dal duro ed inconsulto attacco contenuto nell’autobiografia Spera (QUI), si analizzano il sentimento di odio che papa Francesco nutre nei confronti della Tradizione cattolica ed i metodi che egli è solito usare per denigrare i fedeli cattolici legati alla Tradizione.
L.V.
Se c’è qualcosa che ossessiona papa Francesco è il tradizionalismo. Non il falso tradizionalismo dei nostalgici che idealizzano un passato inesistente, ma il Cattolicesimo reale che continua a riempire le chiese, a formare famiglie e ad aggrapparsi alla dottrina di sempre. Questo è il suo nemico. E lo combatte con tutte le armi a sua disposizione: disprezzo, caricaturizzazione, censura e, ora, diffamazione psicologica.
Nella sua ultima biografia, Francesco dimostra ancora una volta che non solo rifiuta la tradizione, ma la odia [QUI su MiL: N.d.T.]. Non perché la capisca e sia in disaccordo con essa, ma perché non la comprende e la teme. Per lui, la liturgia preconciliare non è una legittima manifestazione di fede, ma una pericolosa «ideologia» che deve essere limitata con mano ferma. Celebrare la Santa Messa tradizionale, secondo la sua logica, non è un diritto dei fedeli, ma un capriccio che necessita dell’espressa autorizzazione del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Perché, ovviamente, la liturgia tradizionale può «diventare ideologia», ma la pastorale liquida che egli promuove – dove la dottrina si adatta all’emozione e la verità viene relativizzata in nome della «misericordia» – non è ideologia, ma «apertura».
Ma papa Francesco non si ferma qui. Il suo attacco alla tradizione non è solo teologico, ma personale. Nel suo desiderio di screditare il mondo tradizionalista, arriva a suggerire che l’attrazione per la liturgia preconciliare risponde a squilibri psicologici, deviazioni affettive e problemi di comportamento. Nemmeno Martin Luther si è spinto così oltre. Secondo lui, coloro che preferiscono la Santa Messa tradizionale non cercano il sacro, ma una sorta di clericalismo mascherato, un’ostentazione vuota, un rifugio settario. La caricatura è così grossolana da causare vergogna altrui.
È grottesco, ma prevedibile. Fin dall’inizio del suo pontificato, papa Francesco ha promosso l’immagine del tradizionalista come di un fariseo ossessionato dalle norme, incapace di amore e compassione. Ora fa un passo avanti: se segui la tradizione, è possibile che tu sia malato. Ma se benedici unioni omosessuali o distruggi la morale sessuale cattolica, non si tratta di ideologia o di un problema di comportamento, ma di «accompagnamento pastorale».
E come se l’attacco non fosse sufficiente, aggiunge un’ingiustizia scandalosa: come è possibile che qualcuno si scandalizzi per la benedizione di omosessuali o divorziati, ma non per lo sfruttamento del lavoro o l’inquinamento? Ebbene sì, papa Francesco ha deciso di inserire l’ecologismo nell’equazione, come se i fedeli che difendono la morale tradizionale fossero automaticamente a favore dello sfruttamento dei poveri e della distruzione dell’ambiente. È la solita tattica: se non sei d’accordo con il suo relativismo, sei un ipocrita insensibile alle ingiustizie sociali. Come se fosse incompatibile preoccuparsi della morale sessuale e allo stesso tempo denunciare gli abusi sul lavoro.
La cosa più ironica di tutte è che papa Francesco accusa la tradizione di essere un rifugio per «squilibrati», mentre il suo pontificato è stato un’autostrada per ecclesiastici corrotti, ricattabili e con veri problemi di condotta. È papa Francesco che ha protetto mons. Gustavo Oscar Zanchetta, già Assessore dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, fino a quando lo scandalo è diventato insostenibile [da ultimo, QUI e QUI su MiL: N.d.T.], lo stesso che ha promosso nella Chiesa una cultura di epurazione ideologica mentre predica l’inclusione e il dialogo.
Ma ciò che lo infastidisce di più, e che spiega il suo odio viscerale verso la tradizione, è che la liturgia preconciliare continua ad attrarre i giovani. E questo non può tollerarlo. Non può accettare che, nel mezzo del collasso della Chiesa progressista, ci sia una generazione che cerca qualcosa di più solido delle omelie insipide, delle messe banali e della dissoluzione dottrinale che lui promuove. Non può ammettere che ci siano cattolici che vogliono essere cattolici per davvero.
Papa Francesco ci ha fatto capire chiaramente che non vuole riconciliarsi con la tradizione. Vuole distruggerla. Vuole screditarla. Vuole sradicarla. Ma la storia è testarda: la Chiesa è sopravvissuta a Papi ostili in passato e sopravvivrà anche a lui.
In poche parole 'detesta la Chiesa Cattolica', che è tradizione!
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