Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1163 pubblicata da Paix Liturgique il 17 febbraio, in cui Christian Marquant, Presidente dell’associazione Oremus-Paix Liturgique (contact@veilleurs-paris.fr), ritorna ed approfondisce la figura del card. Robert Sarah, uno dei «tre moschettieri» – così definiti in una precedente lettera – che stanno difendendo la libertà della liturgia tradizionale, assieme al card. Müller ed al card. Burke.
L.V.
Le sentinelle continuano per la 178ª settimana le loro preghiere per la difesa della Santa Messa tradizionale davanti all’Arcivescovado di Parigi (10 rue du Cloître-Notre-Dame) dal lunedì al venerdì dalle ore 13:00 alle ore 13:30
Cari amici,
la scorsa settimana vi ho parlato della difesa della liturgia tradizionale, per la quale si stanno coraggiosamente impegnando il card. Gerhard Ludwig Müller, Prefetto emerito della Congregazione per la dottrina della fede, il card. Raymond Leo Burke, Patrono emerito del Sovrano Militare Ordine di Malta, ed il card. Robert Sarah [QUI; QUI su MiL: N.d.T.]. Vorrei tornare su quest’ultimo. Il card. Robert Sarah, 79 anni, guineano, è stato Arcivescovo metropolita di Conakry per mano di San Giovanni Paolo II, che poi lo chiamò alla Curia Romana, dove fu creato Cardinale da Papa Benedetto XVI. Questo prelato molto classico è poi diventato Prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti su nomina… di papa Francesco. È vero che il card. Antonio Cañizares Llovera, che ricopriva la carica e si è dimesso per tornare in Spagna come Arcivescovo metropolita di Valencia, aveva insistito molto, anche durante il Conclave, affinché il card. Robert Sarah gli succedesse. Ha fatto il possibile in questo incarico, guidato da due esperti bergogliani, mons. (ora card.) Arthur Roche, come Segretario della Congregazione, che gli succederà nel 2021, e padre Corrado Maggioni S.M.M., come Sottosegretario.
Il card. Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, ha lasciato il segno con le sue prese di posizione a favore del celibato ecclesiastico, per deplorare il declino dell’Occidente, per sottolineare l’importanza del silenzio e della preghiera. Ricorderò solo i suoi interventi liturgici, il più famoso dei quali, in una conferenza organizzata da Sacra Liturgia del 23 maggio 2016 a Londra, è stato quello in cui ha chiesto ai sacerdoti di rito latino di celebrare volentieri ad orientem, e non di fronte al popolo [QUI: N.d.T.]. Ma di fronte allo scudo sollevato dalle sue parole, d’ora in poi ha tenuto, secondo l’espressione, un profilo basso. Ma non esitò a celebrare secondo il rito tradizionale, in particolare il lunedì di Pentecoste 2018, nella Cathédrale Notre-Dame di Chartres, per il Pèlerinage de Pentecôte (da Parigi a Chartres).
Il card. Robert Sarah si ritirò da Prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti il 20 febbraio 2021. Il 16 luglio dello stesso anno fu promulgata la lettera apostolica in forma di «motu proprio» Traditionis custodes sull’uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970. L’ex Prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti la avrebbe criticata? Preferì dargli un’interpretazione pia e persino molto pia: secondo lui lo scopo di papa Francesco «non è assolutamente quello di sopprimere l’antica liturgia. È consapevole che molti giovani e famiglie vi sono intimamente legati. Ed è attento a questo istinto di fede che si esprime nel popolo di Dio». E aggiunge: «Papa Francesco ha chiesto di applicare questo testo con flessibilità e senso paterno. Sa bene che ciò che è stato sacro per tante generazioni non può essere disprezzato e bandito dall’oggi al domani» [QUI: N.d.T.].
Delusione tra i sostenitori della liturgia tradizionale. Ma tutti hanno notato che il card. Robert Sarah, che era responsabile della liturgia del Concilio Vaticano II, non si è fermato qui e che i suoi interventi pubblici sono diventati sempre più decisi su questo tema. Anche frontali, come di recente a Milano, durante la presentazione del suo ultimo libro Dio esiste?, pubblicato lo scorso anno dalla casa editrice Cantagalli [QUI: N.d.T.]:
Per questo, anche il fatto di progettare di cancellare definitivamente la Santa Messa tradizionale, e cioè un rito che risale a San Gregorio Magno, una liturgia che ha milleseicento anni, una Messa che ha fatto tanti Santi e che è stata celebrata da tanti Santi: San Pio da Pietralcina, San Filippo Neri, San Jean-Marie Vianney (il Curato d’Ars), San Francesco di Sales, San Josemaría Escrivá de Balaguer ecc. E tornando indietro fino a San Gregorio Magno (590-604) e anche fino a San Damaso (366-384). Questo progetto, se è reale, mi sembra un insulto alla storia della Chiesa e alla Santa Tradizione, un progetto diabolico che vorrebbe rompere con la Chiesa di Cristo, degli Apostoli e dei Santi.
Voler abolire la Santa Messa tradizionale è un progetto diabolico che mira allo scisma! È molto chiaro: i promotori dello scisma, secondo il card. Robert Sarah, non sono coloro che si attengono alla liturgia tradizionale, ma coloro che vogliono abolirla.
Ciò è infatti indiscutibile se si ritiene che la liturgia tradizionale esprima il Cattolicesimo nella sua purezza. Tuttavia, non è solo sulla forza delle parole che voglio insistere, ma sul percorso teologico del card. Robert Sarah. In fondo è paragonabile a quello del card. Joseph Ratzinger. Entrambi sono da classificare tra i sostenitori di un’interpretazione moderata del Concilio Vaticano II, quella che il secondo, divenuto Papa Benedetto XVI, ha definito nel suo discorso alla Curia Romana in occasione della presentazione degli auguri natalizi del 22 dicembre 2005 «ermeneutica della riforma» nella continuità [QUI: N.d.T.]. Ma l’amore di entrambi per l’antica liturgia spinge necessariamente ad andare oltre. Affermare la legittimità della lex orandi di prima del Concilio Vaticano II significa, per forza di cose, affermare la legittimità della lex credendi di prima del Concilio Vaticano II. Come è noto, Papa Benedetto XVI alla fine non ha attraversato il guado. È sintomatico che, pur avendo promulgato come Papa la lettera apostolica «motu proprio data» Summorum Pontificum, non abbia mai più celebrato personalmente la Santa Messa tradizionale, nonostante le pressanti richieste che gli sono state rivolte. Il card. Robert Sarah è oggi sulla strada di una critica fondamentale.
Si potrebbe dire lo stesso di tutti i Cardinali e Vescovi che riconoscono la legittimità della Santa Messa tradizionale. Legittimità giuridica, certo, ma soprattutto legittimità dottrinale, perché tutto nella Chiesa si misura secondo il criterio della fede.
Lo ripeto, siamo profondamente grati a prelati come il card. Robert Sarah per aver difeso la libertà della liturgia tridentina. E del resto tutto è provvidenza: Dio ha senza dubbio permesso che papa Francesco, assistito da uomini come il card. Arthur Roche, mons. Vittorio Francesco Viola O.F.M., il prof. Andrea Grillo, riaccendesse il conflitto liturgico, perché ne è derivato un bene maggiore, quello della reazione indignata dei membri della gerarchia della Chiesa. Poiché noi, che abbiamo agito con tutte le nostre forze per la conservazione della Santa Messa tradizionale, sappiamo bene che è l’azione dei Successori degli Apostoli prima, e del Papa poi, che è importante per perpetuarla.
Le nostre veglie parigine sono anche un atto di speranza. Si svolgono davanti agli uffici dell’Arcivescovado (in rue du Cloître-Notre-Dame, 10), dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 13:30, nell’Église Saint-Georges di La Villette (avenue Simon Bolivar, 114, XIXe), il mercoledì alle ore 17:00, davanti all’Église Notre-Dame-du-Travail (rue Vercingétorix, 59, XIVe), la domenica alle ore 18:15, dove recitiamo il Santo Rosario alla Madonna. Madre della Chiesa, ascoltaci!
Echi delle Veglie: due signore si fermano davanti a noi. Una di loro esclama: «Bravo, questo è davvero molto bello». E, chiedendoci se può farci una foto da mostrare ai suoi amici, aggiunge: «Sono di Chartres e siamo con voi con tutto il cuore. Libertà per la Santa Messa tradizionale!».
In unione di preghiera e amicizia.
Siamo al ridicolo:"rthur Roche, mons. Vittorio Francesco Viola O.F.M., il prof. Andrea Grillo, riaccendesse il conflitto liturgico, perché ne è derivato un bene maggiore, quello della reazione indignata dei membri della gerarchia della Chiesa. " ma quAndo mai? Ma dove, chi? Se non per qualche cardinale obnubilato retrogrado e incapace di leggere o accettare i segni dei tempi!
RispondiElimina"responsabile della liturgia del Vaticano II"? Ma che sta dicendo?
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