
Conferenza del Card. Gerhard Ludwig Müller dedicata al tema del ritorno della Tradizione.
QUI l'intervista a Roma, da leggere tutta.
AGI card.Muller, non giusto sopprimere messa con rito antico: Napoli, 23 feb. - "Sulla celebrazione della Messa in latino da parte dei Vescovi occorre maggiore liberalita'. Non si tratta di sopprimere i sacramenti, ma di aprirli alla gente". Cosi' il cardinale Gerhard Muller, parlando con l'AGI a Napoli, dove ha tenuto una affollata conferenza in un albergo del centro sul tema 'Nessuna novita' e' possibile senza la Tradizione' su invito dei gruppi di fedeli che partecipano alla Messa in rito antico. "Ricevere i sacramenti e celebrarli - ha aggiunto l'ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede - e' piu' importante che unificare i riti della Chiesa, che sono piu' di 20. I fedeli del rito antico non esprimono una distanza o una separazione dalla Chiesa, e vescovi e sacerdoti debbono concentrarsi sul fatto che la gente venga in chiesa piuttosto che su un'unica forma del rito latino, quella ordinaria. Papa Benedetto XVI aveva trovato una ottima soluzione, parlando di una forma 'extraordinaria' del rito romano". "Non e' giusto per un pastore sopprimere la Messa in rito antico perche' ci si vuole presentare come esecutori di un ordine che viene dall' alto. L'obbedienza e la disciplina hanno per scopo la purezza della chiesa, non l'uniformita'. La chiesa non e' una caserma con obbedienza militare, ha una dimensione spirituale. L'unificazione dei riti non favorisce la vita religiosa e sopprimere un'attivita' religiosa non e' nello spirito cattolico", conclude Muller. Nella Diocesi di Napoli dal maggio scorso sono state soppresse, con un decreto dell' arcivescovo Domenico Battaglia, quasi tutte le Messe celebrate in latino con il rito antico, che erano frequentate da centinaia di fedeli. (AGI)
InfoVaticana - Redazione: Cardinale Muller: “Che Dio conceda alla Chiesa buoni pastori secondo il Cuore di Gesù: «... In questo momento non si tratta di giochi di potere, raccomandazioni personali e gare tra candidati, ma di riflettere sull'essenza del ministero di Pietro che Cristo ha dato alla sua Chiesa. (...) L'unità della Chiesa risiede nella verità rivelata e non deve essere danneggiata in una guerra di trincea politico-ideologica (conservatori/progressisti). Paolo scrive ai Corinzi: «Mi è stato riferito che tra voi ci sono lotte e discordie: voglio dire che ognuno di voi dice una cosa diversa: io sono di Paolo; io di Apollo; io di Cefa/Pietro; io di Cristo: è forse diviso Cristo?». (1 Cor 1, 11s). Quindi non incrociamo le dita per uno dei nostri candidati preferiti (come in una competizione per un premio effimero) e non facciamo politica personale basandoci sugli oroscopi di giornalisti e politici completamente estranei alla Chiesa che non vedono nel Vaticano altro che un fattore di potere nella scena politica mondiale. (...) Ed è importante riflettere non in termini di potere umano, ma spirituale e teologico sul ministero pastorale universale che Gesù ha affidato a San Pietro e ai suoi successori nella sua cattedra romana”.
Luigi C.
Rosa Benigno, Roma, 24-2-25
NAPOLI. «Lo scopo dell’unità della Chiesa non è raggiungere l’uniformità. Non siamo una caserma dove si richiede obbedienza militare. Nella Chiesa l’obbedienza va intesa nella dimensione spirituale: come l’obbedienza a Cristo. E i vescovi, i presbiteri devono occuparsi di attirare anime, insegnare e somministrare i sacramenti, non sopprimerli».
Sono alcuni indirizzi pastorali che il Cardinale Gerhard Ludwig Müller ha impartito ai fedeli della Messa in Latino, a Napoli, promotori di una Conferenza dedicata al tema del ritorno della Tradizione. I Coetus Fidelium della Diocesi partenopea soffrono di una emarginazione a cui sono stati relegati dalla Curia retta dal Cardinale Domenico Battaglia, con la negazione delle chiese, dove venivano celebrate da anni le messe con rito tridentino, e dei sacerdoti dai quali venivano seguiti.
Il Cardinale Muller ha concesso a margine della conferenza un’ampia intervista al Roma online, toccando argomenti come le trattative per la pace tra Russia e Ucraina; l’immigrazione; la ricchezza delle numerose forme liturgiche; dell’obbligo di rispettare la vita umana e il suo naturale sviluppo: rigettando la tesi di eventuali dimissioni di Papa Francesco, gravemente malato. Tutti aspetti racchiusi in un unico grande insegnamento, ha spiegato Müller: quello dell’Amore, come Gesù Cristo lo ha testimoniato fino ad accettare la morte.
«Ed è questa la Tradizione della Chiesa» ha più volte sottolineato l’ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. «Sulla celebrazione della Messa in latino da parte dei Vescovi occorre maggiore liberalità - ha affermato il Cardinale - non si tratta di sopprimere i sacramenti, ma di aprirli alla gente. Nessuna novità è possibile senza la Tradizione».
«Ricevere i sacramenti e celebrarli - ha aggiunto l’ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede - è più importante che unificare i riti della Chiesa, che sono più di 20». «I fedeli del rito antico - ha proseguito Müller - non esprimono una distanza o una separazione dalla Chiesa, e Vescovi e sacerdoti debbono concentrarsi sul fatto che la gente venga in chiesa piuttosto che su un’unica forma del rito latino, quella ordinaria. Papa Benedetto XVI aveva trovato una ottima soluzione, parlando di una forma “extraordinaria” del rito romano. Non è giusto per un pastore sopprimere la Messa in rito antico perché ci si vuole presentare come esecutori di un ordine che viene dall’alto. L’obbedienza e la disciplina hanno per scopo la purezza della Chiesa, non l’uniformità. La Chiesa non è una caserma con obbedienza militare, ha una dimensione spirituale. L’unificazione dei riti non favorisce la vita religiosa e sopprimere un’attività religiosa non è nello spirito cattolico».
GRAZIE PATERR..!
RispondiEliminaLa Messa in latino e la Messa secondo il Messale 1962 sono due cose distinte...
RispondiEliminaPapa Francesco spesso celebra in latino - ma secondo il Messale del 2008
"L'obbedienza e la disciplina hanno per scopo la purezza della chiesa, non l'uniformita'. La chiesa non e' una caserma con obbedienza militare, ha una dimensione spirituale" però vale solo quando fa comodo a sua eminenza e a voi tradizionalisti!
RispondiEliminaGuardi, io i riti li seguo entrambi. Ho scoperto il rito antico da pochi anni e la sacralità che si respira in esso, il novus ordo l'ha persa ormai da tanto tempo. Rimango nella mia parrocchia per cercare di dare testimonianza, visto che sono uno dei pochi che ancora si inginocchia alla consacrazione ( per terra perchè in chiesa ci sono solo sedie non ripiegabili) e mi rifiuto di ricevere l'Ostia nelle mani, che prendo solo sulla ligua dopo una genufflessione. Qui non si tratta di accusare nessuno come mi pare faccia lei, ma di guardare ai fatti: oggi, in quale dei due riti si adora maggiormente Gesù Eucarestia?
EliminaQuando vedrò che ci saranno le processioni pubbliche e le comunità rifiorire nel novus ordo come nel rito antico, nonostante tutte le avversioni che ci sono oggi, allora potrò cambiare idea.
Che la Madonna la accompagni.
Grazie Eminenza
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