Post in evidenza

NOSTRE INFORMAZIONI di mons. Eleuterio Favella: il Chirografo «Simili fato»

Per tramite del suo segretario diacono Ambrogio Fidato, abbiamo ricevuto la seguente informazione ex Aedibus da S.E.R. Mons. Eleuterio Fave...

venerdì 13 dicembre 2024

Echi tridentini (in gastronomia) S. Lucia: i dolci tipici in onore della Santa patrona della vista e che porta i doni

Quest'oggi la Chiesa commemora S. Lucia, vergine e martire siracusana.
Molti sono i dolci che, nei secoli scorsi, sono stati ideati in suo onore e che sono giunti fino a noi. Ovviamente sono diversi a seconda delle zone.
Per la nostra rubrica degli Echi tridentini (in gastronomia), facciamo un piccolo elenco di seguito dei dolci di S. Lucia.

SIRACUSA - la Cuccìa (1646)
E' un dolce di grano intero cotto, ricotta, zucchero e - successivamente - cioccolato. 
Questo dolce nasce nel 1646 quando Siracusa fu colpita dalla carestia e la popolazione era ridotta alla fame senza grano. La fine del della carestia fu annunciata da una quaglia che entrò in cattedrale portando nel becco una spiga di grano: quel giorno infatti finalmente una nave carica di grano entrò nel porto di Siracusa e potè finalmente sfamare i palermitani, i quali però non volendo aspettare la macinazione, cossero un impasto col grano intero (non macinato) ricotta e cioccolato, dedicandolo alla Santa, patrona della città, alla cui intercezione attribuirono il miracolo della fine della carestia. Qui la ricetta della cuccìa. 
In memoria di quel periodo di fame, a Palermo (in cui anche è diffuso il culto di S. Lucia) il 13 dicembre non si mangiano cibi preparati con farina e oltre alla cuccìa si pranza con arancini di ogni tipo. 

PUGLIA - gli occhi di S. Lucia (la santa è patrona della vista). 
biscotti rustici alla vaniglia, tondi (tipo piccoli taralli), glassati e con una perla di zucchero nel centro Qui la ricetta 

LOMBARDO VENETO - i Puoti di S. Lucia (XIII sec.)
Dolci di pasta frolla a forma di "stelle", "piccoli animali" e "bambini" o meglio di "bambole" (puoti, 'bambolotti', in dialetto) 
Anche questi sono nati in occasione di un miracolo attribuito alla Santa. Nel '200 una malattia agli occhi colpì i cittadini nel veronese, i quali nel giorno della sua memoria (13 dicembre) chiesero la grazia alla patrona della vista con processioni, scalzi, senza mantello pur col freddo dell'imminente inverno. Per convincere i bambini a sopportare il freddo, i genitori promisero che, al loro ritorno, la santa li avrebbe ricompensati con molti doni, e così fu. Al ritorno  l’epidemia finì (e i bimbi trovarono alcuni doni alle finestre).
(Da allora, i bambini scrivono una letterina a Santa Lucia, per dirle che regali desiderano. La sera del 12 dicembre vanno a letto presto, non prima di aver lasciato sul tavolo qualche genere di conforto per lei (biscotti, caffè, vino rosso…) e per il suo asino (carote e paglia). 
Nel veronese, il dolce tradizionale sono quindi diventati i puoti, i biscotti che, appunto, secondo la tradizione, risalgono alla processione del XIII secolo e che i veronesi fecero trovare sui davanzali dei bimbi più poveri perchè anch'essi, una volta rientrati dalla processione, trovassero qualche dono. (Qui la ricetta).

SVEZIA - Lussekatter (dolci di S. Lucia)  
Dolcetti semplici, ma deliziosi, di pan brioche aromatizzato allo zafferano, cannella a forma di S, guarniti cono ciliege candite o uvetta. I Lussekatter infatti si danno a tutti i bambini nella ricorrenza del 13 dicembre. (Qui la ricetta). 

Nessun commento:

Posta un commento