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martedì 27 agosto 2024

Difesa della Messa Tradizionale: 153ª settimana. Nuove manifestazioni di preghiera davanti agli uffici dell'Arcidiocesi di Parigi #traditioniscustodes

Riceviamo e pubblichiamo.
Luigi C.

153ª SETTIMANA: LE SENTINELLE CONTINUANO LA LORO PREGHIERA PER LA DIFESA DELLA MESSA TRADIZIONALE DAVANTI ALL'ARCIDIOCESI DI PARIGI

La nostra lotta affinché le messe tradizionali possano vivere pienamente e senza restrizioni a Parigi appare a continuazione di una lunga militanza. Ed è bene ricordare che essa ebbe inizio ben 55 anni fa, nella cappella dell'ospedale Laennec, essendo poi ampliata con l'occupazione della chiesa di Saint-Nicolas-du-Chardonnet, per 48 anni, e che rese la messa tradizionale “ufficiale” ” a Parigi, nella chiesa di Saint-Eugène-Sainte-Cécile 40 anni fa.
A mo’ di incoraggiamento, mi permetto di riassumervi brevemente questa storia questa settimana e la prossima, perché questo processo di resistenza parigina, certamente eccezionale per la sua importanza, è infatti esemplare di ciò che è accaduto in molti altri luoghi in Francia a quel tempo.
1969: la riforma era iniziata cinque anni prima, era già in moto dal 1964, con l’altare rivolto verso il popolo, comunione in piedi, concelebrazioni, uso della lingua volgare e, nel 1968, anche delle nuove preghiere eucaristiche. Poi, nel 1969, una seconda tappa, con un messale completamente nuovo. Si formarono allora gruppi di fedeli per resistere. In tutta la Francia, un certo numero di preti coraggiosi si rifiutarono di usarlo, nonostante le sanzioni dei loro vescovi. A Parigi, mons. Germain Ducaud (1897-1984), conosciuto con lo pseudonimo di François Ducaud-Bourget, personalità straordinaria, sacerdote della diocesi di Parigi, uomo di lettere, ex membro della resistenza francese, ex cappellano del Sovrano Ordine di Malta, e cappellano dell'ospedale Laennec (che ormai non c’è più), rue de Sèvres, dal 1961. Quando Paolo VI rese obbligatorio il messale nuovo, mons. Ducaud-Bourget decise tranquillamente di continuare a celebrare la messa tridentina proibita, ogni domenica, nella grande cappella dell'ospedale, alla quale assisteva un numero sempre più grande di fedeli. E questo fu 55 orsono.

Ma nel 1971, una denuncia della sezione CFDT dell'ospedale (relativa a una messa celebrata per l'anima di Mons. Darboy, arcivescovo martire della Comune) provocò – o fu il pretesto per – pressioni da parte dell'arcidiocesi affinché si dimettesse.

Era il tempo delle messe nei garage e nei fienili. A Parigi, Mons. Ducaud-Bourget, 74 anni, ha officiato successivamente in una cappella improvvisata installata in un ex locale commerciale, rue de la Cossonnerie, vicino a Les Halles, e la domenica, in sale di conferenze affittate per l'occasione, rue de Rennes o rue Las Cases, al Museo Sociale, accompagnato da preti parigini o con lavoro a Parigi, che predicavano, confessavano e celebravano delle messe successive. A partire dal 1974, si trasferirono in una seconda sede, allestendo un'altra cappella improvvisata a Avenue des Ternes, lontano dalla sala Wagram, affittata anch'essa per le messe domenicali.

Poi, nel 1976, venne con grande strepito il tuono della sospensione a divinis di mons. Lefebvre, che diede grande notorietà alla sua opera e alla questione della messa tradizionale, e fu seguita, l'anno successivo, da un altro evento importante, l'occupazione della chiesa di San Nicolas du Chardonnet. Mons. Ducaud-Bourget convocò tutti i fedeli tradizionali parigini per la messa della domenica del 26 febbraio 1977, nella sala della Mutualité. La messa, però, finì per non tenersi lì. I fedeli vennero invece portati in piccoli gruppi alla vicina chiesa di San Nicola e, quando questa fu piena, il sacerdote della chiesa, Padre Bellego, fu espulso. Mons. Ducaud-Bourget e i sacerdoti che lo accompagnavano hanno poi celebrato una serie di messe dentro la chiesa. E lì rimasero. Sono passati ormai 48 anni.

In effetti, l'insediamento duraturo dei suoi nuovi occupanti a St-Nicolas-du-Chardonnet è stato il risultato dell'arbitraggio del governo, che ha subito compreso il vantaggio elettorale che avrebbe potuto risultare da una operazione di "pacificazione", senza farsi troppi problemi di con questo aver provocato il malcontento dell’arcivescovo di sinistra, il Cardinale Marty, e del suo ausiliare, Mons. Gilson. L'arcivescovo ha ottenuto dalla prima sezione della corte d'appello una sentenza, conforme alla ribadita giurisprudenza in materia, che condannava cioè gli occupanti ad abbandonare i locali, sotto pena che il sacerdote della chiesa, Padre Bellego, l’assegnatario legale del luogo, potesse chiedere l'intervento della forza pubblica con vista allo sgombero evizione forzato dei luoghi. Solo che la Questura, una volta ricevuta tale richiesta da parte del sacerdote, ha ritenuto che l'esecuzione della decisione giudiziaria rischiasse di turbare gravemente l'ordine pubblico, vista la determinazione degli occupanti della chiesa. E fino ad oggi, per 48 anni, la polizia non è intervenuta...

Della questione si occupò il ministro degli Interni del presidente Giscard d'Estaing, Michel Poniatowski, e poi, dopo le sue dimissioni il 30 marzo 1977, il suo successore, Christian Bonnet, e nel frattempo Jacques Chirac era stato eletto sindaco di Parigi. Intervenendo davanti al cardinale Marty per chiedergli di trovare una soluzione pacifica concedendo a monsignor Ducaud-Bourget una chiesa vacante, Michel Poniatowski (che era cugino di Michel de Saint-Pierre) ha anche avuto il piacere di invocare proprio davanti all'arcivescovo conciliare l’argomento della “religiosa libertà”, a favore dei tradizionalisti. E fu così che questa chiesa parigina situata ai margini del Boulevard Saint-Germain divenne da allora in poi la vetrina del rifiuto della riforma liturgica.

Quanto a noi, oggi chiediamo la stessa libertà di celebrare la messa proprio al successore del cardinale Marty, mons. Ulrich. E in particolare il suo ripristino a Notre-Dame-du-Travail e Saint-Georges-de-la-Villette. Come le "sentinelle" di Saint-Nicolas-du-Chardonnet che, nei primi giorni dell'occupazione, si alternavano di notte nella chiesa per evitare che venisse presa dagli uomini del parroco (avevano infatti tentato di entrare forzando una vetrata), vegliamo anche noi vigilanti, e recitiamo il rosario anche davanti alla sede dell'arcivescovado, 10 rue du Cloître-Notre-Dame, dal lunedì al venerdì, dalle 13 alle 13,30, e a Saint-Georges de La Villette (114 ave. . Simón Bolívar, 19), mercoledì alle 17.00.