Ricordiamo, alla sua Vigilia, la Visitazione di Maria Santissima a S. Elisabetta (II Classe, Bianco).
Luigi C.
Sara Magister, Schola Palatina, 2 Agosto 2023
Il Mistero della Visitazione di Maria a Elisabetta è il soggetto di una splendida pala d’altare realizzata dal pittore veneziano Lorenzo Lotto attorno al 1532-1535. Oggi è nella Pinacoteca Civica di Jesi ma, come la gran parte dei capolavori italiani, un tempo era collocata in una chiesa di quella città, dedicata a S. Francesco al Monte, ove svettava sull’altare della famiglia Rocchi.
La scena fu concepita fin da subito come divisa in due parti. In alto è il suo antefatto, l’Annunciazione della Vergine, raffigurato entro la lunetta che sormonta l’episodio principale, e verso il quale è diretto idealmente lo sguardo di sant’Elisabetta.
L’Annunciazione si svolge in un contesto estremamente semplificato, ma calibrato con grande attenzione sia per la sua composizione che per i suoi colori.
La camera da letto di Maria è improvvisamente inondata da una luce che Lotto ci fa capire essere di natura divina, perché non proviene dalla finestra aperta sullo sfondo, ma da un luogo indefinito più a sinistra, lo stesso da cui pare essere giunto anche l’angelo. Il rosso intenso del drappo al centro serve per far risaltare per contrasto gli unici altri due colori presenti in campo, l’oro, il colore della luce, associato giustamente al messaggero di Dio, e le due varietà di azzurro del manto della Vergine. Ma quel rosso tendaggio di velluto che scendendo dall’alto si adagia morbidamente sui diversi livelli del materasso, ha anche la funzione di una vera e propria guida visiva, che orienta la nostra attenzione verso il momento centrale raffigurato nella scena sottostante: quello in cui Elisabetta riconosce la divina pregnanza di Maria.
La Vergine, che con serena umiltà aveva accolto in alto la chiamata del Signore, anche in questa scena si presenta in tutta la sua limpida umanità e purezza, nell’atto di far visita a sua cugina Elisabetta, che sapeva essere anch’ella gravida, nonostante la sua avanzata età.
La Madre di Dio è raffigurata come una bellissima fanciulla, il cui volto semplice ma perfetto ricalca la bellezza ideale delle statue antiche, e da altrettanti modelli antichi è ripreso il gesto delle mani incrociate delle due donne, secondo una modalità che sanciva in forma solenne il profondo affetto e il rispetto reciproco. Ed è proprio dal tocco della mano di Maria che Elisabetta comprende che la Grazia divina si è posata su di lei e ne vede la presenza in quel fascio di luce metafisica, verso il quale non a caso ella alza gli occhi, in segno di ringraziamento e gioia accorata.
Uno spazio riservato
Nella Visitazione di Lorenzo Lotto anche Zaccaria assiste all’incontro, con stupore, ma in disparte. Egli è appena giunto, ma si ferma improvvisamente, appoggiando la mano sinistra allo stipite della porta, pieno di meraviglia e di rispetto per l’evento sacro che sta avvenendo davanti ai suoi occhi. Ma che non può comprendere in tutta la sua pienezza.
Lorenzo Lotto, infatti, ha intenzionalmente ambientato l’incontro tra le due donne in uno spazio che sembra domestico e quotidiano, ma che il tendaggio verde sullo sfondo delinea come un luogo riservato e inviolabile, entro cui solo l’universo femminile sembra potere stare. Non è un caso, perché le vere protagoniste di questa storia sono le donne presenti sulla scena e solo a loro è riservata la manifestazione e la comprensione profonda del Mistero che si sta compiendo.
La futura madre di Giovanni Battista, infatti, sente che la mano di Dio si è posata su Maria tramite il sussultare del figlio che ha in grembo e che solo lei può percepire nel segreto del suo corpo.
Una percezione che tuttavia è immediatamente compresa dalle altre due donne, quelle sulla destra, che non con gesti teatrali, bensì con un complice gioco di reciproci e silenziosi sguardi, esprimono la coscienza della sacralità di quello che sta avvenendo. La loro presenza non è citata nei Vangeli, ma forse sono identificabili come le sorelle di Maria, così come voleva una tradizione di origine medievale.
La Visitazione di Lorenzo Lotto: un profondo simbolismo
Ma i rimandi a questo Mistero percepito nell’interiorità della natura femminile non si fermano qui.
Di contro all’apparente semplicità dei suoi aspetti formali e alla quotidianità del contesto in cui si svolge, infatti, la scena è intrisa di un profondo simbolismo, che si manifesta sia nei gesti che negli oggetti.
Sulla mensola al di sopra del tendaggio verde, una sorta di “natura morta” disposta secondo un ordine meditato e di non facile interpretazione, esemplifica per valori simbolici l’assunto dottrinale dell’opera. Partendo da sinistra, gli strumenti della scrittura e il foglio piegato a metà, sono probabilmente attributi di Zaccaria, che incredulo riacquisterà la parola solo dopo avere scritto il nome del Battista su una tavoletta.
La zucca, posta in corrispondenza delle due donne, potrebbe invece annunciare il compimento della salvezza e della resurrezione a opera di Giovanni Battista e di Gesù stesso. Questi è venuto al mondo per purificarci dal peccato originale, come indicato dall’arancio, che in questo caso potrebbe stare al posto della più tradizionale mela, nell’alludere al frutto dell’albero proibito colto da Adamo ed Eva. Il vaso bianco e chiuso, associato al rotolo, potrebbe indicare come il virginale stato di gravidanza di Maria sia il compimento di quanto annunciato nelle Sacre Scritture. Quel compimento che vede il suo primo atto proprio in quell’Annunciazione, che abbiamo visto inaugurare la sequenza simbolica e narrativa di questa splendida opera.
FONTE: Radici Cristiane n. 127
FONTE IMMAGINE: Rete museale delle città lottesche (https://lorenzolottomarche.it/)
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