Mercoledì scorso, Papa Francesco ha esteso alla Chiesa universale il culto dei martiri di Compiègne: la Beata Teresa di Sant'Agostino e le sue 15 compagne dell'Ordine delle Carmelitane Scalze di Compiègne, martiri, uccise dai rivoluzionari giacobuini in odio alla fede il 17 luglio 1794, a Parigi (Francia), iscrivendole nel registro dei Santi.
QUI Michael Haynes sulla bella notizia.
QUI i post di MiL sulle Martiri.
Luigi C.
Vatican News, 18-12-24
Sono sante le beate Teresa di Sant’Agostino e 15 compagne dell’ordine delle Carmelitane Scalze di Compiègne, uccise in odium fidei durante la Rivoluzione francese. [...]
Santa Teresa di Sant’Agostino e le 15 compagne carmelitane scalze di Compiègne
Approvando i voti favorevoli della sessione ordinaria dei cardinali e vescovi, membri del Dicastero, il Papa ha dunque deciso di estendere alla Chiesa universale il culto delle beate Teresa di Sant’Agostino (al secolo: Maria Maddalena Claudia Lidoine) e delle sue 15 compagne carmelitane scalze di Compiègne, che hanno subìto il martirio il 17 luglio 1794 a Parigi (Francia), iscrivendole direttamente nel catalogo dei Santi. Nel loro caso, è stata seguita la procedura della canonizzazione equipollente, una prassi avviata da Benedetto XIV con la quale il Papa estende a tutta la Chiesa mediante un decreto obbligante il culto di un servo di Dio non ancora canonizzato.
La Comunità di Compiègne fu la cinquantatreesima fondazione dell’ordine in Francia, avvenuta dopo l’arrivo nel Paese della beata Ana de Jesus, discepola di Santa Teresa d’Avila. Allo scoppio della Rivoluzione, i membri del Comitato di Salute pubblica locale si recarono al convento per indurre le monache ad abbandonare la vita religiosa. Esse rifiutarono e quando - tra il giugno e il settembre 1792 - gli episodi di violenza aumentarono, seguendo l’ispirazione della priora, suor Teresa di Sant’Agostino, tutte si offrirono al Signore in sacrificio affinché la Chiesa e lo Stato ritrovassero la pace.
Cacciate dal monastero, separate e vestite con abiti civili, esse continuarono la loro vita di preghiera e penitenza, pur divise in quattro gruppi in varie parti di Compiègne, ma unite dalla corrispondenza, sotto la direzione della superiora. Scoperte e denunciate, il 24 giugno 1794 vennero trasferite a Parigi e rinchiuse nel carcere della Conciergerie, ove già si trovavano pure molti sacerdoti, religiosi e religiose condannati a morte.
Anche nella prigionia le carmelitane furono esemplari. Il 17 luglio, il giorno dopo la festa della Madonna del Carmelo che esse avevano celebrato in carcere innalzando inni di giubilo, le sedici furono condannate a morte dal tribunale rivoluzionario tra gli altri motivi per “fanatismo” in relazione alla fervente devozione ai Sacri Cuori di Gesù e Maria.
Distribuite in due carrette, mentre venivano condotte all’esecuzione, cantarono i Salmi e, giunte ai piedi della ghigliottina, intonarono il Veni creator rinnovando una dopo l’altra i voti. I loro corpi vennero sepolti in una fossa comune, insieme a quelli di altri condannati nel luogo che è divenuto l’attuale cimitero di Picpus, dove una lapide ricorda il loro martirio. Furono beatificate nella basilica di San Pietro da san Pio X il 27 maggio 1906.
[...]