Grazie a Marco Tosatti per la pubblicazione di questa bella riflessione di don Marco Begato su Fiducia Supplicans.
"E però è chiaro che tale accoglienza è tutta protesa all’unico fine che, a questa stessa accoglienza, dà ogni valore, senso, significato e bontà: produrre la conversione, convincere al pentimento e alla penitenza, e così da ultimo ritrovare la riconciliazione col Cristo. A questo punto e solo a questo punto, quando cioè il peccatore è stato mosso a conversione, allora si aprirà lo spazio proprio delle assoluzioni, delle benedizioni e della Santa Comunione".
Ad oggi molti vescovi hanno già dichiarato che non applicheranno il documento vaticano, lo vietano ai loro sacerdoti e rifiutano di impartire le benedizioni indicate dalla Fiducia Supplicans: QUI l'elenco e QUI.
Luigi C.
31 Gennaio 2024
Carissimi StilumCuriali, don Marco Begato, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni su Fiducia Supplicans. Buona lettura e diffusione.
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In merito alle polemiche delle ultime settimane, impegnate a sciogliere il gravoso conflitto tra chi ritiene doveroso accogliere con benedizioni i peccatori per non farli sentire rifiutati da Dio e chi protesta l’impossibilità di benedire il peccato, torna utile un commento conciso ed eloquente riferitoci da Santa Gertrude di Hefta nel capitolo XLVIII del Libro IV delle sue Rivelazioni. Quel capitolo raccoglie sotto un unico titolo le visioni avute, in anni diversi, nell’anniversario dell’Assunzione della Beata Sempre Vergine Maria. Ecco appunto un’immagine dell’Assunta che oggi ci interessa particolarmente:
“[Santa Gertrude] vide anche tante piccole bestiole di diversa specie accorrere a rifugiarsi sotto il mantello della Madonna: raffiguravano i peccatori che avevano per lei una particolare devozione. La Madre delle misericordie le accoglieva con bontà, le nascondeva sotto il suo mantello e le accarezzava con la sua dolce mano come si accarezza un cagnolino. Mostrava in tal modo la bontà con cui accoglie coloro che la invocano e la materna pietà con cui, in risposta alla loro speranza, li difende e li protegge anche quando sono ancora immersi nel peccato, al fine di indurli a vera penitenza e riconciliarli col suo Figliuolo”.
Evidentemente nel cuore del Medio Evo (o meglio dell’Età Cristiana) i nostri fratelli e i nostri santi non erano meno preoccupati di noi dal problema del peccato e dei peccatori. Già all’epoca la Sempre Vergine è conosciuta col titolo di Madre delle misericordie e interviene a beneficio dell’umanità. soprattutto la più disorientata. I peccatori sono descritti come bestiole, nulla di strano: nel Vangelo la donna siro-fenicia si confessa umilmente come cagnolino bisognoso delle briciole del padrone, e per questa sua sincera umiliazione trova il pieno conforto dal Salvatore.
Più in generale sono due gli appunti, fulminei ma penetranti, che saltano all’occhio.
Il primo è che i peccatori stessi corrono sotto il mantello di Maria e qui non solo non vengono cacciati, bensì vengono pure accarezzati e dunque già ricevono conforto e amore. Il secondo è il fatto che i peccatori non siano accolti sempre e solo in quanto pentiti, ma anzi “anche quando sono ancora immersi nel peccato”, d’altra parte è chiaro il senso e l’obiettivo di tale apertura: “al fine di indurli a vera penitenza e riconciliarli col suo Figliuolo”.
Mi sembra una lezione che tiene insieme mirabilmente la purezza della dottrina e l’aggiornamento della pastorale. Il peccatore sa quasi d’istinto di poter trovare porto sicuro sotto il manto di Maria. Non si cerca di piegare a scopi estrinseci né i sacramenti (la santa Comunione, cfr. Amoris Laetitia) né i sacramentali (le benedizioni, cfr. Fiducia Supplicans), bensì si valorizza quel riparo che per volontà stessa del Signore (“Ecco tua madre”) ci è stato provvidenzialmente e puntualmente preparato: la devozione mariana. Non ci si arrocca su posizioni indietriste inclini a condannare senza appello il peccatore o a porre condizioni utopiche di conversione: il peccatore è accolto così come è e in tutta la sua peccaminosità, è accolto sotto il manto di Maria Santissima. E però è chiaro che tale accoglienza è tutta protesa all’unico fine che, a questa stessa accoglienza, dà ogni valore, senso, significato e bontà: produrre la conversione, convincere al pentimento e alla penitenza, e così da ultimo ritrovare la riconciliazione col Cristo.
A questo punto e solo a questo punto, quando cioè il peccatore è stato mosso a conversione, allora si aprirà lo spazio proprio delle assoluzioni, delle benedizioni e della Santa Comunione.
Ecco come la Madre Chiesa nella sua sapienza conosce da secoli quali siano gli spazi e i passi per attirare i peccatori a riconciliarsi col Padre. Non serve inventarsi azioni nuove e non serve piegare ai propri umani ideali gli strumenti sacramentali della Salvezza. La via pastorale per riportare l’umanità all’ovile e al Pastore è già stata ben segnata e passa dalla Mediazione di Maria. E questo è un messaggio che infonde grande consolazione nel cuore, anzitutto a chi scrive.