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giovedì 2 novembre 2023

Doug Stuart e la formazione economica dei cristiani negli USA


300 Denari pubblica un’intervista in esclusiva di Doug Stuart (bio in calce*), CEO del Libertarian Christian Institute – un’organizzazione religiosa volta alla promozione dell'educazione e della consapevolezza economica dei cristiani, trasversalmente alle diverse confessioni e chiese.

Anzitutto ti chiedo di introdurre Libertarian Christians ai lettori italiani. Ti chiedo cosa fate e perché lo fate.
Libertarian Christians concepisce e promuove un mondo dove i cristiani nel mondo incentivino i valori e i principi di una società libera come realtà più coerente di un pensiero politico cristiano.
Cerchiamo di produrre contenuti di qualità di modo da formare i cristiani affinché promuovano la libertà individuale tra le loro famiglie, amici, attività e chiese. Ci vediamo come collaboratori di una vasta rete di contenuti libertari online e noi diamo il nostro contributo come cristiani.

Le Sacre Scritture possono aiutare nell’orientarci dal punto di vista del pensiero economico?
I cristiani hanno sempre considerato le Scritture come unica o primaria fonte di autorità e, come tale, quando ci approcciamo alle Scritture noi dobbiamo sempre essere pronti a cambiare la nostra idea, il nostro cuore e i nostri comportamenti in coerenza a come lo Spirito ci parla attraverso il testo. Ma c’è un possibile pericolo, perché a volte ci aspettiamo che la Bibbia ci dica cose per le quali non è designata.

Spiegaci meglio…
Per esempio, la Bibbia non è un libro che insegna come cuocere il pane (sebbene di pane si parli nella Bibbia), quindi nessuno si aspetta realmente che la Bibbia ci dica come preparare il pane. Tuttavia, tutti leggiamo la Bibbia con certe domande in testa e tutti vogliamo sapere cosa Dio ha da dirci in relazione a quelle. Ma dobbiamo evitare la tentazione di pensare che la Bibbia ci dica tutto ciò di cui abbiamo bisogno di sapere.
Per dirla in modo chiaro, la Bibbia non ci dirà l’esatta teoria economica a cui è giusto credere. Questo perché le teorie economiche in cui ci impegniamo oggi sono moderne, quindi gli scrittori della Bibbia non avrebbero avuto motivo o capacità di affrontarle. Quindi sarebbe inappropriato estrarre una dichiarazione economica dalla Scrittura e aspettarsi che si applichi universalmente a noi oggi.

Facci un esempio.
Un esempio potrebbe essere il linguaggio forte contro lo sfruttamento economico nella Bibbia. I marxisti credono che una visione biblica dell’economia significhi che dovremmo evitare l’accumulazione di ricchezza. Tuttavia, se consideriamo i tempi della Bibbia, la ricchezza accumulata era per lo più, se non interamente, dovuta a guadagni illeciti, che avevano avuto luogo attraverso lo sfruttamento dei poveri. La Bibbia non ha quasi nulla da dire direttamente sulla ricchezza acquisita volontariamente o con mezzi etici.
Quindi, quando consideriamo come “orientarci nel mondo dell’economia”, dobbiamo comprendere e avvicinarci alla Scrittura in modo tale da poter fare scelte sagge riguardo alle risorse scarse e con mezzi pacifici. Questo perché la Bibbia ha molto da dire sia sull’amministrazione che sulla violenza.
Considera questi due temi: amministrazione e violenza. La Bibbia ha molto da dire su entrambi. Per noi personalmente, "amministrare" significa prendere sul serio ciò che Dio ci ha affidato ogni giorno, siano esse le risorse finanziarie o la capacità di guadagnare denaro. Sul tema della violenza, seguiamo un Principe della Pace che rifuggiva la violenza e non ne commetteva alcuna. Quando pensiamo all’economia, pensiamo a come ci relazioniamo con gli altri e a come gestiamo le nostre risorse. Quindi questo è solo un esempio di come possiamo usare la Bibbia per pensare all’economia, ma non lo è direttamente perché la Bibbia non parla direttamente di economia nello stesso modo in cui parla della vita della Chiesa.

Ci sono molte chiese cristiane negli Stati Uniti. C’è una differenza nel loro approccio all’economia?
In generale, le chiese cristiane negli Stati Uniti sono meno focalizzate sulla comprensione dell’economia e più focalizzate sul Regno di Dio e sul fare la loro parte nel ruolo che Dio ha per loro. Sfortunatamente, ci si è divisi grosso modo in due campi (sebbene ci siano delle eccezioni): i conservatori tendono a pensare al Regno di Dio come al raggiungimento di anime individuali in modo che più persone abbiano la vita eterna e facciano parte del Regno di Dio. I progressisti, d’altro canto, vedono la giustizia sociale come una preoccupazione fondamentale del Regno di Dio, soprattutto per quanto riguarda ciò su cui i cristiani dovrebbero concentrarsi.
Da una prospettiva economica, entrambi sembrano in qualche modo inadatti a usare l’economia nella loro teologia. I conservatori possono predicare sulla gestione e l’efficienza, ma questo riguarda più le finanze personali che l’economia. I progressisti predicheranno il welfare, la comunità e il servizio ai poveri, ma avranno una visione molto scettica del valore dei mercati e dell’imprenditorialità. Questo è il motivo per cui si tende a vedere i conservatori come coloro che favoriscono le imprese mentre i progressisti come coloro che favoriscono le politiche redistributive.


Credi che negli Stati Uniti i cristiani abbiano ancora un’influenza sulle decisioni economiche? È ancora possibile per voi sperare di poter contenere il potere dello Stato?
I cristiani sono uno dei più grandi blocchi elettorali negli Stati Uniti, quindi le decisioni sull’elezione dei rappresentanti hanno sempre avuto un effetto sulle decisioni economiche. Allo stesso tempo, l’apparato statale è tale per cui in molti casi, non importa realmente chi è al potere in quanto tendono ad essere approvate le stesse politiche economiche. Ad esempio, probabilmente non aveva importanza chi fosse presidente nel 2020 quando la pandemia colpì e il governo federale approvò i finanziamenti di stimolo. È una situazione triste in cui trovarsi, onestamente.

E allora com’è meglio muoversi tra i due schieramenti?
Entrambi gli schieramenti politici sembrano concordare su una cosa: il governo deve esistere e deve esistere allo scopo di distribuire benefici e privilegi agli elettori favoriti. Questo è un peccato, ovviamente, perché usare lo Stato per gestire gli esiti nella vita delle persone si traduce in quello che Bastiat ha definito “tutti saccheggiano tutti”. E purtroppo i cristiani sono complici della crescita di tali atteggiamenti.

Quindi qual è la proposta del Libertarian Christian Institute?
Il Libertarian Christian Institute esiste proprio per cambiare il modo in cui i cristiani pensano al potere statale e alla politica. Vogliamo aiutare i cristiani a realizzare che non è sufficiente sostenere a parole il libero mercato o aiutare i bisognosi. Devi sapere effettivamente cosa stai facendo e devi avere una conoscenza di base dei principi economici in modo tale che ciò che stai facendo non sia privo di impatto.Il nostro obiettivo non è semplicemente vedere i cristiani votare meglio, ma avere un impatto nelle loro famiglie, nelle loro chiese e nelle loro comunità. Il voto di una persona è affar suo, ma esistono modi molto più efficaci per consentire ad altri di vivere liberi e prosperare, e il Libertarian Christian Institute è lì per aiutare le persone a immaginare un mondo senza coercizione, a impegnarsi a lavorare per quel mondo e ad avere fiducia che Dio guiderà il nostro verso un mondo migliore e più prospero per tutti.



* Biografia di Doug Stuart: Doug Stuart è amministratore delegato del Libertarian Christian Institute e conduttore del Libertarian Christian Podcast. Ha conseguito un MDiv presso il Seminario Missio e attualmente vive con la moglie e i tre figli a Lancaster, Pennsylvania. Oltre a LCI, Doug gestisce una società di progettazione di siti Web e produzione video.



Gabriele
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