Analisi veramente interessante su prossimo Sinodo: "Il possibile via libera a diaconato femminile, benedizioni arcobaleno e preti sposati fa crescere la resistenza interna all'assise di ottobre".
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Luigi
27 Agosto 2023, Il Giornale, Nico Spuntoni
Più si avvicina l'inizio della prima sessione della XVI assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi che durerà dal 4 al 29 ottobre 2023, più aumentano le tensioni nella Chiesa. L'Instrumentum Laboris presentato lo scorso giugno è un aggregato di domande che include anche quelle relative ai temi più caldi nel dibattito ecclesiale: divorziati risposati, preti sposati, diaconato femminile, benedizioni per le coppie omosessuali.
Al Sinodo imminente si è arrivati a seguito di un lungo processo che aveva inizialmente integrato i risultati delle consultazioni nelle diocesi di tutto il mondo in un Documento di lavoro per la Tappa Continentale. Proprio dopo aver letto questo testo, il cardinale George Pell aveva lanciato il suo drammatico allarme sul cammino sinodale visto fino ad allora definendolo "un incubo tossico" per la Chiesa cattolica. Quella denuncia pubblicata ad inizio anno dalla prestigiosa rivista britannica The Spectator fu l'ultimo atto pubblico del porporato australiano prima della morte causata da un infarto in sala operatoria lo scorso 10 gennaio.
Ma Pell non era l'unico a preoccuparsi per gli esiti del Sinodo sulla sinodalità. A poco più di un mese dall'inizio, infatti, altri prelati hanno cominciato ad esplicitare i timori per quello che potrebbe succedere nella Chiesa dopo l'assise. Il cardinale Raymond Leo Burke, uno degli autori dei cinque dubia posti su Amoris Laetitia rimasti senza risposta, ha scritto la prefazione ad un libro dal titolo Processo sinodale: un Vaso di Pandora in cui Julio Loredo e José Antonio Ureta hanno riassunto nella formula di 100 domande e 100 risposte i punti critici del Sinodo. Nel suo contributo, il porporato statunitense ha parlato di "situazione gravissima nella Chiesa di oggi" e che "giustamente preoccupa ogni cattolico coscienzioso e le persone di buona volontà". Per Burke "la sinodalità e il suo aggettivo, sinodale, sono diventati slogan dietro i quali si cela una rivoluzione per cambiare radicalmente l'autocomprensione della Chiesa, in accordo con un'ideologia contemporanea che nega molto di quanto la Chiesa ha sempre insegnato e praticato". Il cardinale ha espresso pubblicamente il suo timore di un Sinodo sulla sinodalità pronto a seguire le orme del cammino sinodale tedesco e quindi in grado di far sì che la "stessa confusione, gli stessi errori e la stessa divisione si abbatteranno sulla Chiesa universale".
Un vescovo "contro"
Contro i possibili cambiamenti che potrebbe portare il Sinodo si è schierato in una lettera ai fedeli della sua diocesi il vescovo di Tyler, lo statunitense Joseph Edward Strickland. Il presule, destinatario di una visita apostolica disposta dalla Santa Sede e seguita ad alcune sue prese di posizione molto critiche con la linea dell'attuale pontificato, ha ribadito gli insegnamenti sempre sostenuti dalla Chiesa su matrimonio, eucarestia, sessualità ed ha affermato che "nelle settimane e nei mesi a venire, molte di queste verità saranno esaminate nell’ambito del Sinodo sulla sinodalità". L'invito di Strickland è a tenersi "stretti a queste verità e diffidare di qualsiasi tentativo di presentare un’alternativa al Vangelo di Gesù Cristo, o di spingere per una fede che parla di dialogo e fratellanza, cercando di rimuovere la paternità di Dio".
Il vescovo della diocesi texana, peraltro, si è dimostrato convinto che al termine dei lavori sinodali si potrebbe creare uno scontro interno fino a condurre alcuni a bollare "come scismatici coloro che non sono d’accordo con i cambiamenti proposti". Quello di Strickland è un vero e proprio appello alla resistenza: "Siate certi, tuttavia - ha scritto il presule ai suoi fedeli - che nessuno di coloro che rimangono saldamente sul filo conduttore della nostra fede cattolica è uno scismatico" nella consapevolezza che "non significa abbandonare la Chiesa se ci opponiamo a questi cambiamenti proposti".
La questione dei preti sposati
Sia nella prefazione di Burke che nella lettera di Strickland compare il riferimento ad uno scisma provocato dal Sinodo. Uno scenario drammatico e a cui si è andati vicini anche nell'ambito del cammino sinodale tedesco. La paura di chi si oppone a questi cambiamenti è che l'agenda dell'assise fortemente voluta dalla maggior parte dell'episcopato tedesco possa contagiare il Sinodo universale, come le domande poste nell'Instrumentum Laboris sembrerebbero far ipotizzare.
Ma cosa potrebbe cambiare dopo il Sinodo? Il testo affronta anche gli argomenti scottanti relativi a preti sposati, diaconato femminile e passi nei confronti delle coppie omosessuali. L'elenco di partecipanti con diritto di voto - tra i quali in molti hanno già espresso pubblicamente il loro favore a cambiamenti su questi temi - lascia presagire che ad ottobre 2024 il documento finale potrebbe ridisegnare completamente il volto della Chiesa.
Dopo il Sinodo per l’Amazzonia Francesco decise di non approvare la proposta di ordinare uomini sposati nella regione amazzonica che avrebbe aperto la prima crepa nella difesa dell'obbligo del celibato sacerdotale. Eppure nell'Instrumentum Laboris di questo nuovo Sinodo si parla di “aprire una riflessione sulla possibilità dell'accesso al sacerdozio per uomini sposati". La Querida Amazonia che non aveva assecondato quell'apertura era arrivata dopo il clamore provocato dal libro Dal profondo del nostro cuore, edito da Cantagalli e scritto dal cardinale Robert Sarah per ribadire il no all'ordinazione di uomini sposati, che poteva contare su un contributo di Joseph Ratzinger. La morte di Benedetto XVI, però, che riteneva indispensabile il celibato sacerdotale, potrebbe rendere più facile il via libera ad aprire la strada dell'ordinazione di preti sposati. Di fronte ad una probabile posizione aperturista dei padri sinodali, Francesco sarebbe pronto a mettere in discussione la Ordinatio Sacerdotalis del suo predecessore santo, Giovanni Paolo II?
Diaconato femminile e benedizioni arcobaleno
Un altro punto dolente per le reazioni che potrebbe generare è quello relativo al diaconato femminile. Nell'Instrumentum Laboris si legge: "La maggior parte delle Assemblee continentali e le sintesi di numerose Conferenze Episcopali chiedono di considerare nuovamente la questione dell’accesso delle donne al Diaconato. È possibile prevederlo e in che modo?". Proprio al termine del già citato Sinodo sull'Amazzonia, Francesco ha istituito una commissione ad hoc guidata dal cardinale Giuseppe Petrocchi e che ha preso il posto di una precedente commissione creata sempre da lui ma di cui non aveva apprezzato le conclusioni ("il risultato non è un granché", disse). Quella prima commissione era guidata dall'allora segretario e poi prefetto della congregazione - oggi dicastero - per la dottrina della fede, il cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer. Ora il gesuita spagnolo, teologicamente ritenuto un moderato, è andato in pensione ed è stato sostituito a capo dell'ex Sant'Uffizio dal progressista Víctor Manuel Fernández, uomo legatissimo a Francesco. Se nel primo decennio di questo pontificato, sia sotto la gestione di Gerhard Ludwig Müller che sotto quella Luis Francisco Ladaria Ferrer, il dicastero che fu di Joseph Ratzinger ha respinto le richieste più rivoluzionarie, opponendosi all'agenda del cammino sinodale tedesco e producendo il famoso responsum del 2021 che chiuse le porte alle benedizioni delle coppie omosessuali, l'arrivo dell'ex arcivescovo di La Plata dovrebbe cambiare le cose come il Papa ha fatto capire nella lettera a lui indirizzata per la nomina. Difficile immaginare Fernández come un custode dell'ortodossia, secondo la nota espressione attribuita al prefetto.
Il teologo argentino, infatti, oltre ad essere stato protagonista dietro le quinte della redazione dell'esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia che aprì alla comunione ai divorziati risposati, non fa mistero delle sue convinzioni di rottura sui temi caldi che vedremo al Sinodo: ha definito "ipotesi possibile" l'ordinazione di uomini sposati, ha aperto alle coppie arcobaleno dicendo che se "una benedizione è data in modo tale da non causare quella confusione, dovrà essere analizzata e confermata", non ha chiuso le porte al diaconato femminile.
Se i partecipanti al Sinodo dei vescovi - tra i quali, però, ci sono anche laici per volere di Francesco - voteranno un documento che dà il disco verde a queste tre questioni, non sarà certo l'ex Sant'Uffizio a sollevare obiezioni. Questo però non rende più facile la situazione, ma al contrario la complica perché rischia di far soffiare più forte su Roma il vento di uno scisma. Che farà Francesco? Il Papa ha affermato di non aver paura di uno scisma ma era una dichiarazione fatta in un momento in cui questo scenario drammatico non era così realistico come, invece, potrebbe apparire al termine del prossimo Sinodo.