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lunedì 28 agosto 2023

LE MAGNIFFICHE CRONICHE DI ROMA di mons. Eleuterio Favella: sulla seconda dichiarazione della Reverenda Madre Priora e del Capitolo del Monastero della Santissima Trinità delle Carmelitane Scalze di Arlington (Texas)

Per tramite del suo segretario diacono Ambrogio Fidato abbiamo ricevuto la seguente segnalazione cronichistica da S.E.R. Mons. Eleuterio Favella.
La «magniffica cronica di Roma» segue alla seconda dichiarazione (la prima QUI e QUI la traduzione in lingua italiana curata dal sito Duc in altum) della Reverenda Priora Madre Teresa Agnes e del Capitolo del Monastero della Santissima Trinità delle Carmelitane Scalze di Arlington (Texas), di sensibilità tradizionale, in cui «ribadiscono di non riconoscere l’autorità di Mons. Olson sul loro Monastero, e rifiutano di accettare qualsiasi interferenza da parte sua come Commissario Pontificio, ufficio conferitogli in disprezzo delle norme e delle procedure canoniche».
Nella dichiarazione si afferma che «ogni azione da lui intrapresa nei nostri confronti si è rivelata subdola e ingannevole, improntata alla falsità e all'intento di perseguitarci, e gravemente diffamatoria nei confronti della Madre Priora» (QUI e QUI la traduzione in lingua italiana curata dal sito Duc in altum).
Grati a Sua Eccellenza Reverendissima per il rinnovato privilegio della sua considerazione nel volerci segnalare le «magniffiche croniche di Roma, de’ fratelli Beretta, Felice e mons. Mario», ed inginocchiati al bacio dell’anello, ci professiamo imperituramente suoi servitori umilissimi.

L.V.

«Mentre che i sapienti riflessi della Santità Sua meditavano sui missericordiosi provedimenti da prendere contra le pie moniali americane del Carmelo che si considera nella major consistentia delle missioni ispagnuole presso il gran fiume ditto Rio Grande et che tiene come priora la rev. Madre Maria del Pilar Coimbra de la Coronilla, coggina prima dell’em.mo Azevedo, archiepiscoppo salmantino, giunse in Urbe notitia, con l’arrivo al porto di Ripetta di picciol naviglio in cui era imbarcato il rev.mo mons. Centofuochi, vicario appostolicho dell’audientia del Cili, giunto or non è guari con galeone ispagnuolo in Genua, et recante novelle da dover rifferire officiosamente alle augustissime oreglie di talché foe ricevuto, instante mons. Sagrista, poscia che la Santità sua aveva consummato la quarta delle coletioni mattinali che in tempore estivo consta di frutte essotiche nel giazzo, di quelle che manda alla rev.da Camhara il patriarcha di Goa per cathedratico & devolutione di censi pella conversioni dell’olifanti indiani, di alcuni caffei ridotti a granita, con l’uso dell’apparecchi raffreschatorji del magn.co prence di Montenevoso, ecc.mo don Bepi de Longhi, et de alcuni gelati. secondo l’augusto piacimento, che in principio hebdomadario menan al Ss.mo Segnor le moniche basiliane che tengon distinto romitorio appo il monte Soracte, et ove tengon grandissima & magniffica neviera che in tempore caniculae saepe il Beatissimo Pontiffice visitava inde a primordiis pontificatus, magna cum sua soddisfactione et gran honore pelle ditte moniali basiliane alle quali volle l’augusta munifficentia assignar, per tanti meriti spiritali, grandi benefitji nel temporale, colla assignatione delli feudi di Montalto et di Ortucchio, sequestrati alli Piccolomini ch’eran stati tutti scoperti sentir messa in loro palagio appo il Terminillo con il missale proibbito & uso dell’Introibbo, di tantoché, privati d’ogni honorantia et officio nella papal corte & famegia s’eran loro etiam sequestrati i ditti feudi, et ancho spirituali di tanto che la batissa del mentovato romitorio basiliano, col rescripto ex audientia che principia con verba Dominus in Sina, puote assolver da ogne pecato & suspensione & interdicto & etiam scommunicha sul territorio badiale et etiam sulli borghi et castella et civitate che son sull’intero monte Soracte, pella qual cossa l’episcopo tudertino, che su quelle terre tenea diritti & bagliva & scannaggio & alta & bassa justitia per una bolla de Papa Lisandro, di felice memoria, ha fatto causa alle pie moniali nanti il tribbunal della Signatura di Giustizzia epperò il Santissimo Segnor ha ditto che l’eppiscopo tudertino va ad metalla alle cave dell’Allumiere se il mentovato tribbunale da lui razon et prefetto & giudeci della ditta istanza van missionari nelle Indie, sicché si atende sententia ma fratanto son passati prefecti duo della Signatura et la prefata causa anchor si tien per reservata, et mons. Cientofuochi, pendente che il signor Papa con gran dignatione sorbiva l'ultimo sorbetto facendo romori che s’odon insino alla porta dell’Asinara ed al Mamertino, disse che la dist.ma Badissa mericana avea ordenato nuovamente suspendersi in perpetuum ogne datione & tribbuto & canonicha escussion di pesi in favor della Santa Sedia, della rev.da Camhara ap.ca et di esso Pomtiffice in persona, sicché ebbe la Santità sua un di que nottori moti di bonanza et charitade ormai noti insino alle corti di Vienna & Madridde & Londinio & Moscua, necnon appresso il Gran Divano di Costantinopoli, con cui, gittando pel pavimento sorbetti & tazze & verri & botegie & pasterelle disse che tali moniche non eran pie donne epperò più simili a puthane & zoccole & altre cosse che qui non ponnosi rifferir pella decentia del lectore et nostra, di talchè avria mandato ad esse visitator appostolecho et legato a latere suo santissmo, colli più grandi et amplissimi poteri, atti alla estintion del monisterio, alla cattura della badissa & moniche & converse & servi & famigli del romitorio colla consegna al brachio secolare finché morte non ne intervenisse, epperò coll’apostolecho indulto & perdonantia generale che mostrava la magnanimità  di esso Papa il qual, se volea la morte di tali corpi peccatori & reprobi, dava all’anima loro in pari tempo dignissimo salvacondotto per apperire le porte del Paradiso colli poteri delle chiavi del beato Petro sul cui trono egli è assiso sublimemente a gloria di Dio et honor dell’humano consortio etc.».

da «Le magniffiche croniche di Roma sotto l’augustissimo ponteficato del Ss.mo Signor Nostro papa Francesco» de’ fratelli Beretta, Felice e mons. Mario, appresso la stamperia Medicea con privileggio


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