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sabato 3 giugno 2023

A Madrid cambia il governo ma anche l'arcivescovo

Speriamo che non ripeta la nomina recente di Buenos Aires (QUI MiL)
Luigi

Nico Spuntoni, La Nuova Bussola Quotidiana, 02-06-2023
Si avvicina il ritiro del 78enne cardinale Osoro Sierra e la partita sembra entrata nel vivo. Per formulare qualche pronostico si guarda anche oltreoceano, a Buenos Aires. E ci si interroga sul rapporto che il successore di Osoro Sierra avrà con il successore di Sanchez.

Lo scorso 16 maggio il cardinale Carlos Osoro Sierra ha spento 78 candeline, preparandosi a lasciare una volta per tutte la guida dell'arcidiocesi di Madrid. Nel 2014 Francesco volle l'ex arcivescovo di Valencia per mettere fine alla lunga stagione del cardinale Antonio María Rouco Varela a Madrid e lì lo ha mantenuto anche dopo aver ricevuto le sue dimissioni nel 2020 per raggiunti limiti di età.
Ora, però, la partita per la sua successione sembra entrata nel vivo. Ogni pronostico rischia di risultare sbagliato perché in questi tre anni dalla prima rinuncia di Osoro sono stati tanti i nomi circolati e altrettanti quelli bruciati. L'imprevedibilità del Papa nelle nomine episcopali è ormai cosa nota.

In Spagna si guarda a quanto accaduto di recente dall'altra parte dell'Oceano per farsi un'idea di quanto potrebbe avvenire all'ombra dell'Almudena. A Buenos Aires, infatti, Francesco ha congedato senza troppi complimenti il suo diretto successore, il cardinale Mario Aurelio Poli, da poco 75enne, sostituendolo con monsignor Jorge Ignacio García Cuerva.

Una scelta spiazzante agli occhi di chi immaginava una promozione del fedelissimo Victor Manuel “Tucho” Fernandez o del cura villero Gustavo Carrara fatto vescovo ausiliare a Buenos Aires nel 2017. Bergoglio, infatti, ha nominato, sì, un prete attivo nelle favelas della capitale argentina ma ha scartato la soluzione interna Carrara andando a prendere il successore di Poli da Río Gallegos, diocesi che García Cuerva guidava dal 2019 dopo una sfavillante carriera partita dal quartiere di La Cava.

Dunque, anche i madrileni si aspettano una sorpresa nella sorpresa: non solo che non siano rispettati i tradizionali passi del cursus honorum ecclesiastico un tempo previsto per l'approdo in un'arcidiocesi così prestigiosa, ma che vengano disattesi anche i pronostici sui candidati considerati più vicini al Papa con qualche chances.

A differenza di Buenos Aires, dove le dimissioni del moderato Poli sono state accettate immediatamente compiuti i 75 anni forse anche a causa – secondo alcune ricostruzioni circolate in patria – del buon rapporto coltivato con l'ex presidente liberale Mauricio Macri con tanto di biciclettata romana nel 2016, a Madrid il Pontefice ha dimostrato di non avere alcuna fretta a sostituire Osoro.

Il cardinale, insieme al suo confratello Juan José Omella, è stato il frontman del corso bergogliano all'interno di un episcopato spagnolo formato nell'epoca del braccio di ferro con il governo laicista di Zapatero. Frontmen, c'è da dire, ben più moderati di profili alla García Cuerva. In ogni caso, la fiducia di Santa Marta in Osoro e Omella è confermata dalla loro permanenza alla guida delle rispettive diocesi nonostante il superamento dei 75 anni di età e ai vertici della Conferenza episcopale iberica. Per quanto riguarda l'arcidiocesi di Madrid, da un mese a questa parte sono in molti a credere che il Papa abbia preso la sua decisione sulla successione.

In questi mesi (ma anche anni) il toto-nomi non si è fermato un momento. Sulla base dei criteri tradizionali di selezione si era parlato degli arcivescovi di Oviedo Jesús Sanz e di Valladolid Luis Argüello (quest'ultimo anche portavoce della Conferenza episcopale) ma proprio quest'aspetto potrebbe alla fine renderli meno competitivi di altri. Un altro nome dato in corsa è quello di monsignor Fernando Valera, molto stimato da Bergoglio che lo ha voluto vescovo solamente tre anni fa affidandogli la diocesi di Zamora.

C'è poi chi prospetta una soluzione interna, il vescovo ausiliare di Madrid Juan Antonio Martínez Camino che ha dalla sua parte anche l'appartenenza alla Compagnia di Gesù: in effetti, specialmente in questi ultimi anni, Francesco ha dimostrato di affidarsi ai gesuiti per nomine episcopali e curiali particolarmente delicate. Ma c'è un altro ausiliare in corsa, il più "bergogliano" monsignor José Cobo. Nel capitolo delle sorprese va annoverato il profilo di don Jesùs Higueras che si è fatto conoscere per la straordinaria partecipazione di fedeli alle celebrazioni e alle attività pastorali della sua parrocchia di Santa María de Caná.

Ancora più sorprendente sarebbe se il Papa decidesse di richiamare in patria il cardinale Cristóbal López Romero, attualmente arcivescovo di Rabat in Marocco e molto in sintonia con l'agenda di questo pontificato. Sebbene Osoro abbia respinto la nomina di un arcivescovo coadiutore con diritto di successione, le voci riportano di una sua preferenza per il vescovo di León, monsignor Luis Ángel de las Heras mentre il presidente della Conferenza episcopale Omella Ginés sarebbe il principale sponsor di monsignor García Beltrán, ora alla guida della diocesi di Getafe. Ma qualche possibilità viene data anche a Francisco Cerro, arcivescovo di Toledo. Il lungo periodo di proroga di Osoro ha fatto sì che il toto-nomi impazzasse ma la volontà di Francesco potrebbe ribaltare qualsiasi previsione e premiare un outsider.

A fine marzo, quando l'attuale arcivescovo ha accompagnato in Vaticano la delegazione di autorità civili madrilene, il Papa si è dichiarato «muy pronto» a visitare la capitale iberica. Se questo proposito si concretizzerà, Francesco troverà il successore di Osoro ad accoglierlo. Ma troverà probabilmente anche un nuovo capo del governo dopo che la debacle socialista alle recenti elezioni amministrative ha portato Pedro Sánchez a dimettersi e sciogliere il Parlamento. Nell'incontro con le autorità madrilene in Vaticano, il Papa ha mostrato di essere molto informato sulle vicende politiche della Spagna: qualche polemica hanno suscitato sulla stampa nazionale le parole con cui ha salutato il sindaco della capitale José Luis Martínez-Almeida, esponente del Partito Popolare eletto grazie ad un accordo con Ciudadanos e Vox, accolto con uno spiazzante «sei l'erede della grande Manuela», in riferimento alla sua predecessora di estrema sinistra Manuela Carmena.

Le elezioni politiche anticipate di fine luglio potrebbero consegnare il Paese ad una maggioranza di centrodestra imperniata sull'alleanza Pp-Vox. A Madrid, ormai politicamente blu a livello locale e nazionale, il Papa manderà un arcivescovo pronto a fare il controcanto al potere politico come faceva lui a Buenos Aires?