Una durissima descrizione del nuovo arcivescovo di Buenos Aires (QUI la Sala Stampa Vaticana).
QUI articolo di Lifesitenews del 2021 dove racconta il suo battesimo al "figlio" di una coppia di transessuali.
In Argentina si dice che García sia considerato il vescovo più "bergogliano" ed estremista di quella nazione (QUI Infovaticana).
Grazie a Michelangelo per la segnalazione e la traduzione
Luigi
Caminante Wanderer, 26-5-23
Oggi ci svegliamo con una nuova certezza: la Chiesa argentina è irrecuperabile. La nomina di Mons. Jorge García Cuerva a nuovo Arcivescovo di Buenos Aires e Primate dell'Argentina, un uomo di 55 anni, segna l'inizio di un ventennio - se Dio non provvederà altrimenti - in cui gran parte della Chiesa cattolica argentina cesserà di essere tale. Se è il pastore a plasmare il gregge, possiamo immaginare cosa accadrà ai fedeli durante il nuovo "pontificato".
In questo blog ci siamo già dedicati altre volte al vescovo di Río Gallegos. È figlio di un dentista e di un militare dell'Aeronautica appartenente a famiglie di San Isidro: di destra e antiperonista per sangue, ha sempre frequentato le scuole pubbliche (San Román de Belgrano) e si è confrontato con i figli della borghesia locale. In seminario ha scoperto la militanza peronista e popolare,e ha dovuto, e deve tuttora, sforzarsi di cancellare i suoi modi da bravo ragazzo e di presentarsi come un rappresentante del popolo. Ci ha insegnato che nell'Eucaristia c'è una "presenza cristica" simile a quella dei poveri; ha battezzato con grande clamore mediatico i figli del noto travestito Florencia de la V e del suo "marito" ed è stato fotografato mentre abbracciava Malena Galmarini, moglie dell'attuale ministro delle Finanze del Paese, facendo l'inconfondibile gesto peronista.
Non credo di essere un catastrofista se prevedo quello che accadrà nell'arcidiocesi primate e, di riflesso, nel resto del Paese: la distruzione sistematica di tutti i residui di fede cattolica ancora rimasti e la trasformazione della Chiesa cattolica in una potente organizzazione dedita a "trasformare la realtà", ma non attraverso la grazia divina, di cui è amministratrice, bensì attraverso l'azione sociale e le manovre politiche.
Alcune prime riflessioni sulla nomina:
1. La malvagità di Papa Francesco è incommensurabile. Ero sicuro che non avrebbe nominato mons. Victor Fernandez, di cui ha lasciato andare la mano molto tempo fa: lo ha usato per molto tempo e lo ha scartato quando ha smesso di servirlo, come fa di solito. Ma pensavo che avrebbe scelto un personaggio più civile - Lozano, Azpiroz Costa o Colombo, per esempio - e non un ultra. Perché Monsignor García Cuerva non è il progredito ragazzo che suona la chitarra. È un rappresentante dichiarato di una nuova chiesa che difficilmente può essere identificata con la vera chiesa romana e con la fede che essa professa.
2. Certamente, il fattore che ha fatto precipitare l'elezione pontificia è stata l'intenzione di "lasciare un piccolo regalo" al prossimo governo argentino che, chiunque sia il presidente che entrerà in carica il 10 dicembre, sarà di destra e, probabilmente, di una destra rabbiosa. Sarebbe consigliabile che Patricia Bullrich, Horacio Rodríguez Larreta e Javier Milei includessero nelle loro squadre un buon operatore ecclesiastico che li consigliasse sui legami con il nuovo arcivescovo, perché in lui avranno un nemico potente come Cristina Kirchner, con cui sicuramente tesseranno alleanze per rovesciare il nuovo governo.
3. Uno dei danni collaterali della nomina è rappresentato dai buoni sacerdoti - che sono molti di più di quanto si pensi - e non solo nell'arcidiocesi ma in tutto il Paese. Pensiamo a un sacerdote poco più che quarantenne, che ha generosamente donato la sua vita al servizio di Dio nella Chiesa per contribuire alla salvezza delle anime e che, maltrattato dal suo vescovo che preferisce circondarsi di adulatori, è stato assegnato a uno sperduto villaggio della diocesi. Pensiamo alla sua solitudine, alle sue delusioni, alle sue tentazioni e all'ombra temibile del demonio che comincia a mostrargli l'inutilità della sua vita, consegnata a un'illusione e inserita in una Chiesa che, dai suoi punti più alti, nega ogni giorno gli ideali che l'hanno portato alla sua scelta vocazionale. Cosa lo tratterrà nel ministero se non una fede eroica che non sempre è possibile mantenere? Come può sentirsi questo buon sacerdote avendo come primate un personaggio come monsignor García Cuerva, pontefice di una nuova fede? Credo che non sempre ci rendiamo conto dell'enorme pericolo in cui si trovano tanti bravi sacerdoti.
4. Un acuto conoscitore dell'ambiente ecclesiastico fa notare che i più danneggiati da questa nomina sono il vescovo Víctor Fernández e il vescovo Jorge Scheinig, meglio conosciuto come Carapa (perché originario della città di Carapachay), e vescovo di Luján, che si percepiva come una stella splendente del cerchio rosso pontificio. E, continua l'analista, poiché il peggior vizio del clero è l'invidia, bisognerà vedere quali trucchi inizieranno a pianificare per far cadere il nuovo arcivescovo che ha preso il loro posto.
5. Chi tra i conservatori oserà ancora difendere Bergoglio? È frequente sentire sacerdoti che ci dicono quanto fosse bravo Paolo VI, anche se un po' debole perché si lasciò manipolare dai malvagi cardinali progressisti. Perché i papi, naturalmente, sono sempre buoni e santi, e sono stati posti nella loro sede dallo Spirito Santo. C'è spazio per continuare questa farsa?
6. Credo che le porte dell'arcivescovado di La Plata rimarranno chiuse per diversi giorni. Mons. Víctor "Tucho" Fernández si prenderà il tempo necessario per riprendersi dalla gastrite e dalla conseguente depressione causata dalla notizia che aveva già previsto: non solo non indosserà più la porpora cardinalizia, ma trascorrerà il resto della sua vita in una sede episcopale noiosa, con non più risalto di una rubrica di opinione tre volte l'anno su La Nación.