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sabato 4 marzo 2023

«Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri» (Francesco): ma non per l'arcivescovo di Torino mons. Repole?

Uno dei più raffinati atelier di sartoria ecclesiastica - tempio della moda dei liturgisti progressisti à la page - mette in saldo una artistica casula avorio seta grezza tessuta a mano con nastri dorati che a noi, poveri «indietristi», è sembrata alquanto povera e anche sciatta. 
Il prezzo è modico – si fa per dire - solo € 3.900 euro invece di € 4.800 e quindi, per chi se lo può premettere, assai conveniente (VEDERE FOTO SOTTO PER FOTO E PREZZO). 
La casula è lo stesso modello di quella che indossava, completa di mitra e pastorale in tono, il nuovo arcivescovo di Torino, monsignor Roberto Repole - il teologo della Chiesa umile e povera - il giorno della sua ordinazione, avvenuta sul sagrato della cattedrale di Torino domenica 7 maggio 2022. 
Diciamo, da incompetenti, che con quella cifra qualunque sartoria ecclesiastica romana – pensiamo a Gammarelli dove si dice che il papa faccia controllare i preti che vi entrano a farsi confezionare gli abiti e paramenti – provvederebbe ad un intero paramentale. 
 E’ una questione di gusti e di stile. 
Una delle critiche più idiote che si fanno alle antiche pianete, dalmatiche, piviali etc. – solitamente di ottima fattura- è che sarebbero l’armamentario di una Chiesa ricca e sfarzosa che offenderebbe i poveri. 
Oggi invece si spendono un molti più  soldi per “apparire” poveri. 
L’opposto del curato d’Ars che mangiava patate ammuffite ma non badava a spese quando si recava a Lione per comprare pianete e calici che voleva i più splendidi. 
Per san Francesco sorella Povertà, che voleva per sé e i suoi fratelli, doveva fermarsi ai piedi dell’altare perché per le cose riservate a N.S.G.C. voleva il meglio per foggia e materiale (tovaglie comprese), si vedano le citazioni qui (altro che pauperismo, altro che Chiesa povera!)
La «svolta antropologica» della teologia ha comportato anche una buona dose di ipocrisia.
Michele di Pietro



25 commenti:

  1. Il post è l'ennesimo attacco "ad personam" sbagliato: questa volta contro un Arcivescovo che non solo è assai liberale nei confronti della comunità "more antiquo" di Torino ma che si sta dimostrando veramente un buon pastore della variegata, e disastrata, comunità diocesana. La storia ecclesiastica insegna che quando comanda un papa-dittatore i sudditi, soprattutto i preti, per continuare a vivere o per fare "carriera" debbono "adeguarsi" ai suoi modi e al suo stile. E' assai meglio tuttavia vedere la realtà senza paraocchi e senza filtri "affinché siano svelati i pensieri di molti cuori" piuttosto che, sarebbe il capolavoro del diavolo, vedere un falso devoto magari rivestito della tiara e del fanone che distrugge il depositum fidei finora rimasto intatto. Non sono un conoscitore dei prezzi degli atelier ecclesiastici ma il costo del parato preso in osservazione mi pare che sia "in linea" con i prezzi correnti. Ma tutto "vale" pur di attaccare qualcuno...

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    1. In realtà probabilmente la decisione non è neppure di Repole, ma di chi l’ha (probabilmente) regalata. Resta il tema di fondo: perché spendere tanti soldi per sembrare semplici e poveri?

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  2. Questa mi è nuova: il papa controlla che paramenti comprano i preti da Gamarrelli?!?!?!?...

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  3. Fatemi capire... quale sarebbe il senso del post? Criticare un Vescovo perchè lo ha scelto Papa Francesco? Voglio ricordare che nell'Ordinazione Episcopale S.E.R. Mons. Alessandro Giraudo, Mons. Repole ha indossato abito corale, amitto e talare. Perchè criticate lui per il prezzo della Casula e non avete criticato Mons. Tasca (scelto da Francesco) quando ha indossato la Casula del Card. Siri che è di un inestimabile valore? Puro motivo estetico?

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    1. Perché la capsula di Siri non è stata acquistata da Tasca

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    2. E quindi? E' stato acquistato per il Card. Siri... perchè non criticarlo?

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  4. Mi sembrano polemiche senza senso: magari è stata comprata da alcuni fedeli come regalo...

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    1. Nel duomo di Milano, ancora oggi l’arcivescovo usa il pastorale di S. Carlo…che non penso valga poco adesso o fosse costato poco quando fu fatto all’epoca. A volte compare anche la casula che regalarono i cattolici cinesi a S. Paolo VI quando era a capo della diocesi ambrosiana: un pregevole parato in seta ricamato a mano con motivi orientali. Immagino non va bene neanche questo.

      Il problema è che, per loro, questa casula è “brutta”, mentre i paramenti antichi preziosi che a farli saranno costati magari dieci volte tanto vanno bene perché sono “belli”.
      Il livello, purtroppo, è questo.

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  5. Un successone questo post! Ci fosse un commento d’accordo con voi.

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  6. L'ultimo commento mi sembra il più sensato e verosimile,

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  7. Per favore, fate attenzione a cosa pubblicate! Che male c'è se per la casula dell'ordinazione episcopale ha scelto (o gli è stata regalata) una casula costosa ma che certamente viene usata per le grandi feste? Può piacere o no, ma è innegabile che sia di buon tessuto e ben fatta. Se avesse usato una casulaccia di poliestere sarebbe stato meglio? Per quello che conosco il mio vescovo è una persona semplice e che cerca di fare del suo meglio. Ieri sera la cattedrale era stracolma di giovani e finalmente con il nuovo cerimoniere inizia ad esserci un pochino più di ordine durante le celebrazioni...

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  8. al di là della persona e del caso in questione, non si capisce perché le sagrestie sono piene di pianete belle e preziose che non vengono indossate, sostituite a caro prezzo con paramenti apparentemente modesti.

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    1. Ma se io volessi regalare un paramento a qualcuno non posso perché le sagrestie “sono piene di pianete belle”?

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    2. Regali dei bei soldini che ce n'è un disperato bisogno .I fedeli hanno chiuso i cordoni della borsa .Una Chiesa povera di fede non serve a nessuno e non invoglia i fedeli a fare donazioni.

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    3. Ma uno, se permetti, regala quello che vuole! O deve prima passare da te per il timbro?

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  9. C'è un elefante e nessuno lo vede

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  10. Guai ad usare le splendide pianete dei predecessori, si diventa passatisti che amano i pizzi della nonna.
    Se invece si spendono migliaia di euro per sacchi di patate bene.
    Se fosse un regalo non cambia nulla, una persona accorta con un ruolo pubblico deve verificare quello che gli viene offerto prima di accettare.
    P.S.: Quelli che sopra si scandalizzano sono forse gli stessi (non di rado sacerdoti) che crocifiggevano Benedetto XVI per gli splendidi paramenti tradizionali che usava?!?

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    1. Ma tu pensi onestamente che la maggioranza dei fedeli stia lì a fare filippiche sui paramenti dei preti?

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    2. Le polemiche le fa eccome il pontefice attualmente regnante e le hanno fatte eccome fior (si fa per dire) di sacerdoti sui paramenti di Papa Ratzinger

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    3. Si parlava di fedeli, non di preti e vescovi. Non cambiare discorso!

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    4. Non cambio discorso, tranquillo.
      Andiamo al merito di quello che hai scritto sopra. I ragionamenti sulla maggioranza dei fedeli sono uno dei tanti frutti avvelenati del modo di pensare post-conciliare.
      A me di quello che pensa la maggioranza dei fedeli non me ne frega proprio niente, mi frega solo quello che è vero e giusto.
      Lasciamoli ai partiti politici e alle imprese private i sondaggi, noi siamo la Chiesa Cattolica.

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    5. “A me quello che pensa la maggioranza dei fedeli non me ne frega proprio niente”.
      Tanti saluti allora. Questi toni li riservi per l’osteria.


      E pure sgrammaticato!

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    6. Le osterie le lascio a chi usa tavolacci per celebrare assemblee liturgiche.
      P.S.: I refusi sono scusabili, le eresie un po’ meno.

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  11. Ma anche gli elefanti prima o poi smettono di far danni.......

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