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mercoledì 12 ottobre 2022

LE MAGNIFFICHE CRONICHE DI ROMA di mons. Eleuterio Favella: sull’ennesima bordata del Santo Padre Francesco contro il «tradizionalismo» e l’«indietrismo» durante la Messa per il 60º anniversario del Concilio Vaticano II

Per tramite del suo segretario diacono Ambrogio Fidato e per via diplomatica attraverso il Cancelliere Don Pietro Zecchini, abbiamo ricevuto la seguente segnalazione cronichistica da S.E.R. Mons. Eleuterio Favella, per grazia di Dio e della Sede Apostolica Arcivescovo di Synossi in partibus, Assistente al Sacro Soglio e Giudice Ordinario della Curia Romana e suo Distretto, nonché Abate Commendatario di Santa Cecilia in Urbe.
La «magniffica cronica di Roma» segue la notizia dell’ennesima bordata del Santo Padre Francesco contro il «tradizionalismo» e l’«indietrismo», espressa durante l’omelia della Santa Messa per il 60º anniversario dell’inizio del Concilio ecumenico Vaticano II (QUI, poi ripresa da MiL QUI).
Grati a Sua Eccellenza Reverendissima per il rinnovato privilegio della sua considerazione nel volerci segnalare le «magniffiche croniche di Roma, de’ fratelli Beretta, Felice e mons. Mario», che altrimenti passerebbero inosservate o non verrebbero evidenziate come dovrebbero ed inginocchiati al bacio dell’anello, ci professiamo imperituramente suoi servitori umilissimi et figli devoti in Cristo, e imploriamo la sua augusta benedizione.

L.V.

«Con grandissima papal pompa furno celebrate in Roma le feste centenarie del sagro Concilio e a’ sapienti riflessi della Santità Sua parve cossa bona et oportuna, dall’alto del supernissimo soglio di Pietro, cominar, nell’occasione, salutari et ulteriori provedimenti contra riggidi & pelagiani & cardenali dubiosi & fideli franzosi & figli spiritali del papa todesco, di talché in solennissimo pomteficale nella Bassilica vaticana cui eran presenti in gran fasto il sagro Colleggio de’ Cardenali, episcopi palatini, l’Uditore ss.mo, il Senator di Roma cum tutti li Conservatori, l’ambassadori appresso la Santa Sedia, inter quos primegiava il prence Tassì, legato della Maestà cesarea il re de’ romani, il duca di Gandia, ambasciator di S. Maestà catholica, e il magn.co Condé, cardenal di Borgogna ma in veste de procurator del rege Christianissimo, et multi lustrissimi patriarchi, d’ambo i riti, et nobbeli huomeni infra cui era il col.mo Contarino, del senato de Vinegia, et etiam Macometto pascià, legato del Turco de Costantinoppoli, la legatione dell’imperador del Cataio venuta con doni vaghissimi, il nobbile Halifaxo, già menato in Urbe dalla defunta Esbetta, regina anglica sibben vegliarda dipoi passata a miglior vita, et altri amplissimi segnori et clero romano et abbati, nullius et de regimine, l’intiera famiglia & corte pontificia, volle il Beatissimo Papa nostro cominar anchora interdetto & scomunecha contra loro, privandoli atiam dell’uso del pesce nella feria VI et de ogni dolzura nelle ferie di tutto l’anno, et, terminata l’augustissima allocutione, dette mandato al Cardenal decano de finir la solenne Messa, facendolo suo legato a latere pro altare il loco Ss.mi, et retirandosi sull’appostolicha trainella, ché in virtù del fastosissimo anniversario era delibberato dal medesmo sig. Papa giorno di grasso pe’ Roma e pelli felicissimi Stati della Chiessa, et retiravit nell’oratorio suo a terminar le rituali coletione, cum magnissima pompa ac solemnitate et pendente che il Cardenal Deccano continuava il santo sagrifizio a principiar dal Credo, tutti disser “Che gran papa tenemo!” aut”Quanta pomteffical pompa!” aut “Che strucchion de pomtiffice!” et alia che qui se ometton per brevitate ma che continuaron insino all’elevation del sagro calice et ultra etc.».

da «Le magniffiche croniche di Roma sotto l’augustissimo ponteficato del Ss.mo Signor Nostro papa Francesco» de’ fratelli Beretta, Felice e mons. Mario, appresso la stamperia Medicea, con privileggio


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