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venerdì 1 luglio 2022

Cinque lezioni cruciali da imparare dal frastuono causato dalla vicenda Roe v. Wade

Dopo aver pubblicato – quasi in tempo reale – la notizia della sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti (QUI), seguita dalla dichiarazione della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti (QUI), dalla puntuale analisi del prof. Paolo Carozza (QUI), dall’articolato commento del prof. Ermanno Pavesi (QUI), dalle limpide dichiarazioni di mons. Suetta (QUI), dalla riflessione del prof. avv. Mauro Giovannelli (QUI), dall’elenco e fotografie dei coraggiosi Governatori statunitensi pro-life (QUI), dall’approfondita analisi del vaticanista Andrea Gagliarducci (QUI), dalla toccante testimonianza del dott. Vittorio Feltri (QUI), dall’accurata cronaca di Luca Volontè (QUI), dalla sintesi delle reazioni del “fronte democratico” curata da Giuseppe Rusconi (QUI) e dalla pacata e solida intervista alla dott. Federica Picchi (QUI), oggi vi proponiamo la chiarissima analisi prospettica ad ampio spettro di John Horvat, ricercatore e vicepresidente della American Society for the Defense of Tradition, Family and Property, pubblicata sul sito Return to Order e tradotta in italiano a cura dell’Osservatorio internazionale cardinale Van Thuân sulla Dottrina sociale della Chiesa.

L.V.


La sentenza Roe versus Wade è morta.

La decisione di abrogarla rappresenta molto di più della fine di una legge sbagliata. Cambia il dibattito morale nell’America di oggi. Il frastuono suscitato dal parere del giudice Samuel Alito, che è stato fatto trapelare e che ha preceduto l’attuale sentenza, e ora anche le drammatiche conseguenze di questa nuova decisione, contengono cinque lezioni cruciali per orientarsi nel futuro post-Roe versus Wade.

Le lezioni sono iniziate con la fuga di notizie. La probabile intenzione di chi ha fatto trapelare il parere del giudice della Corte Suprema Alito è stata quella di preparare il terreno per una reazione furibonda. La normale pubblicazione nel mese di giugno di una decisione prima sconosciuta avrebbe limitato la capacità di mobilitazione del movimento pro-aborto. Sia il contenuto trapelato che la buona notizia dell’abrogazione della Roe versus Wade hanno conferito urgenza e passione alla causa della sinistra. La sinistra aveva bisogno di quelle settimane addizionali per fomentare l’isteria collettiva

Nell’atto di eccitare le sue basi, il movimento pro-aborto ha rivelato il suo vero e orribile volto. Il dibattito non è più su una campagna in nome della salute delle donne come quella accuratamente messa in scena e controllata dagli operatori di Planned Parenthood¹. Ormai, l’isteria collettiva dei radicali non nasconde più nulla e permette di vedere ciò che unisce e definisce il movimento pro-aborto, rendendo molto più palese che l’aborto procurato ha generato due correnti, due mentalità e, sì, due Americhe.

Dall’isteria causata dall’abrogazione della Roe versus Wade possiamo trarre cinque lezioni.

  • L’aborto è un dibattito su un concetto sbagliato di libertà. La prima lezione è che la finzione della salute delle donne non è più l’argomento principale di discussione a favore dell’aborto. Gli isterici hanno parlato e hanno presentato la questione come la libertà di fare ciò che si vuole, senza badare alle conseguenze o agli ostacoli umani, anche se ciò significa uccidere degli esseri umani innocenti. I radicali pro-aborto non accettano alcuna restrizione; negano la realtà sia sul piano biologico che metafisico.

  • L’aborto è fattore di unione di tutte le forme di impurità e di tutte le passioni disordinate. All’isteria che ha seguito la fuga della notizia sul parere Alito si sono uniti i promotori dell’intera gamma dei temi caldi della rivoluzione sessuale. Vero, non possono essere separati. Una volta appagate le passioni sessuali disordinate, qualsiasi relazione è possibile. Così, i sostenitori dell’aborto collegano quest’ultimo all’agenda LGBTQ+ (la bandiera di quest’ultima è apparsa durante le proteste) e, correttamente, concludono che vietare l’aborto procurato minaccia “il diritto” a tutte le aberrazioni morali. In effetti, più il giudice Samuel Alito ha ribadito che non c’è alcun legame tra questi temi nel suo parere, più la sinistra ha stabilito un collegamento.

  • L’aborto è fattore di unione della sinistra politica. Purtroppo, la lotta contro l’aborto unisce più la sinistra che la destra. La sinistra non ammette compromessi su questo tema. Il Partito Democratico avrebbe tutto da guadagnare se moderasse la sua posizione sull’aborto ma, sull’argomento, preferisce abbracciare il totalitarismo e non permettere più il dissenso. Socialisti, comunisti e anarchici condividono la stessa passione per l’aborto, consapevoli che esso favorisce infine i loro obiettivi egualitari. Le loro bandiere, i loro simboli e i loro slogan hanno fatto parte delle proteste successive alla fuga di notizie riguardante il parere Alito.

  • Gli abortisti radicali seguono o infrangono la legge a seconda di quando questa li favorisca o meno. Il movimento pro-aborto ha usato Roe v. Wade contro la causa pro-vita a maniera di randello, proclamandola una “legge consolidata”. Tuttavia, ora che la Roe è morta, il detto movimento prospetta di far entrare in vigore la massima marxista per cui la legalità s’identifica con qualsiasi cosa favorisca l’avanzamento della rivoluzione. Difatti, mentre gli attivisti ora cantano: “non obbediremo!”, dei funzionari politici e pubblici ministeri stanno già minacciando che non applicheranno la legge nei luoghi in cui l’aborto diventerà illegale. L’isteria dopo le notizie trapelate ha spinto molti a violare la legge, protestando e minacciando i giudici della Corte Suprema persino nelle loro abitazioni private. Hanno vandalizzato centri di gravidanza e chiese. La decisione di abrogare la Roe potrebbe dare origine a una “estate di rabbia” in cui i manifestanti si ribelleranno, bruceranno, distruggeranno e uccideranno. I loro complici, la sinistra governativa e i media, daranno la loro benedizione alla violenza ripetendo il mantra del 2020, e cioè che si tratta di proteste “mostly peaceful”².

  • La questione dell’aborto rappresenta sempre più coloro che sono anti-Dio e pro-Satana. La rivelazione più scioccante dell’isteria post-fuga del parere Alito è stata l’ira apertamente anti-Dio e pro-Satana. Infatti, simboli satanici, cartelli blasfemi e slogan odiosi hanno trovato spazio nelle proteste. In alcuni casi, gli attivisti dell’area hanno invitato ad attaccare e vandalizzare le chiese cattoliche (nel giorno della festa della mamma). I gruppi satanisti hanno ribadito che per loro l’aborto ha un carattere “sacramentale”. Dei tabernacoli sono stati rubati e il Santissimo Sacramento è stato profanato. I politici cattolici che sostengono l’aborto hanno sfidato le autorità della Chiesa facendo comunioni sacrileghe. E tutto ciò è avvenuto senza proteste ufficiali o rimpianti da parte di coloro che fanno parte del movimento abortista.

Pertanto, l’isteria seguita alla fuga di notizie e la tempesta ora in arrivo rivelano molto del movimento abortista. Roe versus Wade non riguarda solo l’aborto. È legata a un insieme di questioni e a una visione del mondo. La sinistra lo vede chiaramente. No altrettanto la destra.

Le proteste hanno dato alla nazione un’idea reale di dove la sinistra e il movimento abortista vogliano andare. La destra deve ancora vedere con chiarezza il divario esistente tra visioni del mondo e deve fare appello alla fede e alla civiltà cristiana, adottando un programma opposto che unifichi tutto ciò che è secondo la legge di Dio e secondo la legge morale naturale.

Ecco cinque modi in cui la destra dovrebbe reagire per trovare la strada della vittoria:

  • Il movimento pro-vita deve unirsi intorno alla vera visione della libertà. La libertà è una regola di autocontrollo che permette alla persona di vivere affrancata dalla tirannia delle passioni favorendo una vita piena di verità e bellezza. La libertà è ordinata, non è licenza sfrenata.

  • Il movimento pro-life deve abbracciare tutto ciò che è puro e morale. Deve unire tutti coloro che credono nella legge morale naturale. La sinistra proclama che non esiste una politica su un solo tema, poiché tutte le questioni sono interconnesse. Allo stesso modo, il movimento pro-vita deve vedere nel complesso la dura realtà e raccogliere la sfida; in modo particolare, deve resistere all’offensiva LGBTQ che mina tutto ciò che essa rappresenta.

  • La lotta antiabortista deve servire da piattaforma per unire la destra politica. Una volta che la sinistra si è definita in modo così schiacciante a favore dell’aborto, la destra deve essere coerente e unirsi attorno a questo tema che si è dimostrato vincente. Deve continuare la battaglia politica approvando leggi che rendano l’aborto impensabile. L’obiettivo deve essere la vittoria totale.

  • Il movimento deve attenersi alla legge. Anche se la sinistra infrange la legge e crea il caos, ciò non significa che i pro-vita possano agire al di fuori della legge. La sinistra sa fin troppo bene come sfruttare a proprio vantaggio qualsiasi violazione della legge da parte di chi è di destra. Che saggezza c’è nel fare il gioco della sinistra? Gli attivisti pro-life che violano la legge tradiscono il movimento. I pro-life devono mantenere la lotta legale e pacifica. Sia gli attivisti pro-life che quelli pro-aborto che infrangono la legge vanno denunciati.

  • La lotta per la vita deve sempre essere religiosa, a favore di Dio, fonte di ogni grazia e vita. La sinistra sa che Dio è al centro del dibattito. Sa che la Chiesa rappresenta la legge morale e ne fa il bersaglio della sua azione. I suoi esponenti radicali invocano l’aiuto di Satana. Tanto più, dunque, il movimento pro-vita dovrebbe invocare il potere soverchiante di Dio e della Madonna per assicurarsi la vittoria finale.

L’isteria collettiva verificatasi dopo la fuga del parere Alito è servita a cambiare la natura del dibattito sull’aborto. L’aborto procurato non è più una questione sanitaria, femminile, politica o secolare. L’aborto procurato è quella questione morale che è sempre stata: l’uccisione di una vita umana innocente.

La sinistra sta ridefinendo la lotta contro l’aborto in termini universali d’indole morale, religiosa, etica e metafisica. Questo nuovo inquadramento del dibattito dà un vantaggio ai difensori della vita. La parte pro-life deve essere all’altezza della situazione e spingere l’attacco.

Note

¹ Planned Parenthood è, storicamente, l’istituzione più prominente della lotta abortista a livello nazionale e internazionale.

² Sono, cioè, “per lo più pacifiche”: così dicevano frequentemente i grandi media quando si riferivano alle proteste dell’estate 2020 che misero a ferro e fuoco diverse città americane.

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