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lunedì 21 ottobre 2019

I grandi protagonisti della musica sacra romana. Nono"Medaglione": Giuseppe Baini

Pubblichiamo il nono contributo che il Maestro Aurelio Porfiri ha donato a MiL:
il primo, su Palestrina, QUI,
il secondo, su Orlando di Lasso, QUI,
il terzo su de Victoria QUI,
il quarto QUI su G. M. Nanino,
il quinto QUI su Domenico Massenzio da Ronciglione e le aggregazioni laicali,
il sesto QUI su Cristobal de Morales.
il settimo su Giuseppe Ottavio Pitoni QUI ,
l'ottavo su Gregorio Allegri QUI).
I nostri lettori possono anche leggere alcuni recenti interventi del Maestro Porfiri QUI (sulla Cappella Sistina e la vocalità romana) e QUI (su musica sacra e popolo di Dio).
Luigi

IL PESO DELLA TRADIZIONE

Pochi oggi ancora ricordano l’esistenza di Giuseppe Baini (1775-1884), che fu Maestro della Cappella Sistina nel 19mo secolo. Nato e morto a Roma, fu personalità enormemente rispettata dal mondo musicale dell’epoca, custode di una tradizione esecutiva che gli era stata consegnata dai suoi predecessori. Predecessori come cantori, in quanto egli fu il primo
Maestro Direttore del coro nel senso moderno del termine, con la possibilità di un magistero esteso nel tempo. Si pensi che dal suo tempo ad oggi, contando l’attuale Maestro pro tempore, ci sono stati solo 7 direttori della Sistina, considerando che alcuni di essi hanno avuto un magistero molto lungo nel tempo. Il maestro del Baini fu Giuseppe Jannacconi, che lo iniziò allo studio delle opere di Giovanni Pierluigi da Palestrina, a cui dedicherà uno studio importante di cui parleremo più avanti.

Baini fu un grande difensore della tradizione della scuola romana e del ruolo di grande preeminenza del coro della Cappella Sistina anche nella stessa Roma Pontificia. Noti sono i suoi frequenti contrasti con i membri della Congregazione di Santa Cecilia, che raccoglieva i Maestri romani al di fuori della Sistina, contrasti dovuti al desiderio di mantenere certe gerarchie di importanza fra le altre cappelle musicali, pur importanti, e la Sistina. Egli avvertiva il peso della tradizione che era stato chiamato a perpetuare. 

Fu anche compositore, ma della sua opera, celebrata a suo tempo, oggi rimane quasi nulla lei repertori. In YouTube (che qualcuno chiama “l’infinito”, perché ci si trova tutto tutto o quasi) di lui c’è poco o niente, un “O Roma Nobilis” e un “Panis Angelicus” (ma in realtà quello che viene cantato nei video che ho consultato è spesso attribuito a Claudio Casciolini, non a Baini).

Fu certamente importante come saggista. Fu autore di numerosi scritti teorici, tra cui il più importante fu certamente “Memorie storico-critiche della vita e delle opere di Giovanni Pierluigi da Palestrina, cappellano cantore, e quindi compositore della cappella pontificia, maestro di cappella delle basiliche vaticana, lateranense e liberiana, detto il Principe della musica” (1828). In questo scritto Baini contribuisce al mito di Palestrina, ma mito in senso buono e non in senso di non vero. Nel suo “Alla luce del mito”, Marcello Veneziani spiega bene questa visione del mito: “Il mito è visione della realtà nelle sue connessioni profonde e trascendenti, è la realtà elevata a racconto, disegno e profezia. Il mito non mente ma narra la vita su un altro piano, da un punto di vista superiore. Per dirla nello stesso linguaggio mitologico, è la vita e il mondo visti con gli occhi degli dei”. L’opera del Baini su Palestrina certamente sarà stata oggi superata in certi aspetti visto l’avanzamento della ricerca musicologica, ma conserva ancora una grande importanza. Nel suo libro troviamo scritto: “Giovanni Pierluigi sopra tutti famoso, il genio immensamente più vasto, più sublime, più inesauribile di quanti mai furono e saranno compositori di musica; cui quest'arte bella fra le arti belle deve il suo compimento, la sua perfezione, ed il rilievo dello stesso vero suo bello, dovrà contentarsi di essere stato encomiato in succinti articoli 7 in brevi cenni, e tutto al più di avere dopo quasi tre secoli trovate a suo prò le ignobili cure di un oscurissimo scrittorello qual'io mi sono? Se v'ha emulazione in Italia, io intendo di provocarla con questo scritto, perchè la fama del principe della musica non iscemi per me, ma rinvigorisca per le dotte ricerche di alcun famoso scrittore; onde, esposta nel suo vero lume e la gloria delle azioni del Pierluigi a favor della musica, ed il merito delle sue opere, serbisi alla nostra Italia quel vanto di primazia musicale, che nel secolo di Leone le raffermò Giovanni inalterabilmente per le future età co'suoi impareggiabili talenti”. Oggi che siamo alla nuova ricerca di quella “primazia” di cui il Baini parlava, certamente ripercorrere queste opere del passato non può che farci bene.

Aurelio Porfiri

1 commento:

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