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lunedì 17 giugno 2019

Prima Messa all'interno di Notre-Dame ferita. Mons.Aupetit "Ci vergogniamo della fede dei nostri antenati? Ci vergogniamo di Cristo? La cultura senza culto diventa incultura."



Sabato 15 giugno 2019. La festa della Dedicazione della Basilica Cattedrale di Notre-Dame di Parigi è stata celebrata simbolicamente per la prima volta all'interno della chiesa dopo il terribile, rapidissimo incendio che l'ha devastata nel pomeriggio del lunedì santo 15 aprile   . (MiL QUI )  Dopo la tragedia nel giorno del Venerdì Santo l'Arcivescovo aveva guidato l' indimenticabile Via Crucis  per la strada che costeggia il Lungosénna sempre con lo sguardo e con la preghiera rivolti alla Cattedrale piagata. Più volte l'Arcivescovo aveva espresso il  desiderio di celebrare il Santo Sacrificio Eucaristico all'interno della Cattedrale ferita. (QUI) Così è stato!  
Nella Solennità della Dedicazione della Chiesa Cattedrale hanno concelebrato i Rev.mi Canonici del Capitolo Metropolitano e alcuni Sacerdoti fra i quali l'Abbé Jean-Marc Fournier, il cappellano dei vigili del fuoco di Parigi che la sera di quel tragico Lunedì Santo aveva salvato eroicamente il Santissimo Sacramento custodito nel Tabernacolo e le Reliquie impartendo la benedizione eucaristica alla chiesa prima di uscire dalla Cattedrale in fiamme. ( MiL QUI) Una trentina di persone in tutto per ovvi motivi di sicurezza.
Al termine della Santa Messa tutti si sono rivolti verso la statua della Vergine Maria, messa in salvo dai Vigili del Fuoco  e "ingabbiata" (v.foto 2) cantando il "Salve Regina" come avveniva sempre  alla fine delle celebrazioni solenni. L'Arcidiocesi parigina ha deciso di collocare al più presto una copia della famosa e venerata statua medioevale della Madonna nella piazza davanti la cattedrale disponendo la presenza ininterrotta di sacerdoti confessori per accogliere e per confessare quei pellegrini che sentono il bisogno di riconciliarsi con Dio.
L'Omelia dell'Arcivescovo riluce di grande fede e di sincera devozione!
Grazie Mons. Aupetit!
AC

Omelia di mons. Michel Aupetit alla
Messa della Dedicazione della Cattedrale di Notre-Dame de Paris 
Sabato 15 giugno 2019 Cattedrale Notre-Dame di Parigi

La dedicazione proviene da dedicatio che significa consacrazione. 
La dedicazione è la consacrazione di una chiesa al Culto Divino. 
Ciò che celebriamo ogni anno con la dedica è il motivo profondo per cui è stata costruita la Cattedrale di Notre Dame: mostrare l'anelito dell'uomo verso Dio.

La cattedrale nasce dalla fede dei nostri antenati. Ci mostra la fiducia nella bontà di
Cristo: il Suo amore più forte dell'odio; la Sua vita più forte della morte. Ci mostra pure il tenero affetto dei nostri padri per la Vergine Maria, sua Madre, che Gesù  ha affidato a noi  come il Suo dono più prezioso  prima di morire sulla Croce. 

Questa cattedrale nasce dalla speranza cristiana che va ben oltre una piccola vita personale ed egocentrica per entrare in un magnifico progetto al servizio di tutti per essere poi proiettata assai più lontano di  una singola generazione. 

(Questa Cattedrale) Nasce anche dalla carità, poiché aperta a tutti, è il rifugio dei poveri e degli esclusi che hanno trovato qui la loro protezione. Inoltre, l'Hôtel-Dieu, da sempre associato alla cattedrale, era il segno di questa accoglienza incondizionata dei poveri e degli ammalati.

Ci vergogniamo della fede dei nostri antenati? Ci vergogniamo di Cristo? 

Sì, questa cattedrale è un luogo di culto: questo è il suo unico scopo! 
Non esistono i turisti a Notre-Dame, perché questo termine è assai spesso peggiorativo perchè non esprime il diritto a questo mistero che spinge l'umanità a andare alla ricerca di una dimensione (spirituale) diversa da se stessa.  
Questo bene culturale, questa ricchezza spirituale, non può essere ridotto a un bene patrimoniale
Questa cattedrale, opera comune al servizio di tutti, è solo il riflesso delle pietre viventi che sono tutti coloro che vi entrano. 

L'ignoranza o l'ideologia possono veramente separare la cultura dal culto? 
L'etimologia stessa mostra invece il forte legame che esiste tra questi  due termini. 
Lo dico con forza: la cultura senza culto diventa incultura. 
Osserviamo  l'abissale ignoranza religiosa dei nostri contemporanei a causa dell'eliminazione di tutto ciò che è sacro e perfino del nome stesso di Dio nella sfera della vita pubblica. La laicità e il secolarismo hanno prodotto tutto questo per estromettere la dimensione spirituale visibile.

Come ogni edificio, la cattedrale include una pietra angolare che trasporta l'intero edificio.  
Questa pietra angolare è Cristo. Se togliamo questa pietra, questa cattedrale crollerebbe. Sarebbe un guscio vuoto; uno scrigno vuoto senza gioielli; uno scheletro senza vita; un corpo senz' anima.

La cattedrale è il frutto del genio umano: è il capolavoro  dell'uomo.

La persona umana è il frutto del genio divino: è il capolavoro di Dio.

Quando  i due (Cielo e Terra) si uniscono nella persona di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, l'Alleanza tra il trascendente e l'immanente  trova il suo perfetto compimento. 

È qui  in questo momento in questa cattedrale e in ciascuna delle nostre celebrazioni eucaristiche  che questa Alleanza si realizza, quando il Corpo di Cristo  viene condiviso da tutti, ci apre alla vita eterna. 

Non è sufficiente affermare che siamo felici di poter celebrare questa Santa Messa per rendere a Dio ciò che è di Dio e per esaltare la sublime vocazione ( religiosa) dell'uomo.

Michel Aupetit, Arcivescovo di Parigi

Fonte: Diocesi di Parigi QUI


Un Canonico  ha donato all'Arcivescovo una Croce di marmo 



I video

  

La preparazione della Messa all'interno della Cattedrale ferita e intervista all'Arcivescovo 

 

9 commenti:

  1. Testimonianza di fede, speranza e carità, virtù che la Chiesa ha urgente bisogno di riscoprire contro l"ignoranza e l'ideologia" denunciate dall'arcivescovo e oggi penetrate anche all'interno della Chiesa. Commovente e lucida la sua omelia che parla di fede degli antenati i quali, secondo le moderniste e relativiste correnti ecclesiali dominanti, avrebbero sbagliato e consegnato a noi una Chiesa da cambiare in tutto. Magistrale e coraggiosa, nella sua chiara sintesi, la denuncia di un'antropologia cristiana deviata, dissociata dalla teologia: infatti se "una cattedrale è il capolavoro dell'uomo, la persona umana è il capolavoro di Dio". Atto di fede dimenticato, contro quella volta antropologica, frutto del CVII che ha posto l'uomo al centro dell'universo, causa della " laicità e del secolarismo". Profetico l'ammonimento che vuole: " l'unico scopo della cattedrale è quello di essere un luogo di culto...questo bene non può essere ridotto ad un bene patrimoniale", cioè ad un bell'arredo urbano. Dai tempi di papa Benedetto non sentivamo parole come queste di profondo valore teologico che la Chiesa deve ascoltare per arrestare ed invertire la rovinosa scristianizzazione del mondo, ad iniziare da quella della Francia, e ritornare ad essere se stessa.

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    1. Bellissime parole da "salvare" grazie Anonimo delle 13:29.

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    2. Tutti i vescovi, come loro dovere apostolico di annunciare il Vangelo e non ideologie socio-politiche. parlassero come l'arcivescovo di Parigi che non perde tempo a stilare inutili sollecitazioni 'filiali' ma denuncia i mali della Chiesa mondanizzata, la Chiesa non patirebbe l'arrogante e persecutorio bergoglianismo del 'capo in testa' e dei suoi tirapiedi carrieristi accuratamente selezionati.

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  2. Nulla da eccepire sull'omelia, ma l'insipido novus ordo, con quelle anti-liturgiche strette di mano e quei comunicandi che si appressano in fila come carcerati per ricevere l'Ostia e restando in piedi, ha rovinato tutto.

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    1. Gustiamoci una volta tanto il "bicchiere mezzo pieno" e non facciamo al solito gli acidetti. Prima o poi la provvidenza divina disporrà la ripresa delle norme liturgiche tradizionali ( = di sempre ) ma questo avverrà dopo l'opportuna purificazione della comunità ecclesiale e dopo la ripresa delle sane catechesi liturgiche.C'era molto raccoglimento nella messa all'interno di Notre-Dame e molta devozione negli animi degli astanti. Questo per ora è sufficiente per avere il sorriso di Dio e la Sua benedizione.

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    2. Lo hai mai visto un cappellano militare celebrare la Santa Messa in una trincea al fronte durante la Prima Guerra mondiale?
      Se fai una ricerca negli archivi Studio Luce, trovi i filmati, e trovi anche tante foto d'epoca.
      Ecco, tu saresti capace, con il tuo codazzo, a metterti a disquisire sulla gestualità, sulle parole, sui paramenti e via dicendo ...
      Eravamo, all'epoca 1915-1918, in pienissimo e santissimo Messale di San Pio, eppure, dei Pontefici non certo tacciabili di modernismo, avevano dispensato anche dall'uso degli paramenti sacri, e la gran parte dei cappellani celebravano la Santa Messa in tuta mimetica con una stola appoggiata sulle spalle.
      Ecco, ci voleva uno come te, ad incensare il filo spinato con movimento rotatorio perfetto.
      Ma per piacere ...

      Prete romano

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  3. Apprezzabilissima l'iniziativa ma personalmente, per la mia sensibilità, avrei preferito che le rubriche fossero rispettate tutte anche quelle che stabiliscono quando ci si debba girare verso i fedeli e quando verso l'altare. Non per criticare, sicuramente il vescovo sarà una degnissima persona, ma anche certe attenzioni sono necessarie come anche il buon senso di utilizzare la medesima melodia per tutte le parti cantate della messa. Preghiamo perché il Signore ci ridoni l'amore di essere intimi con Lui, specialmente dinanzi ai suoi Altari (a cominciare da me ovviamente).

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  4. "Osserviamo l'abissale ignoranza religiosa dei nostri contemporanei a causa dell'eliminazione di tutto ciò che è sacro". Constatazione tragica e amara. Però, se è dalla Liturgia che è stato espunto il sacro, non si vede come lo si possa recuperare.

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