Ma questi prelati non si potrebbero occupare di più delle chiese vuote, dei seminari che si svuotano, dei bambini morti ammazzati nella pancia delle madri, invece di occuparsi di Salvini?
Andra Zambrano, felicemente QUI, gli ricorda l'organizzazione del galà al MET di New York con la papessa Rihanna e contorno di casule di Giovanni Paolo II mischiate a cappucci in cuoio per bondage (sulla disgustosa vicenda vedere MiL QUI). Ma, si sa, come diceva Merlino nel film Excalibur, il guaio dell'uomo è che dimentica.
Luigi
domenica 16 giugno 11:00 - di Carlo Marini, Il Secolo d'Italia
Anche il cardinale Gianfranco Ravasi, il “ministro della cultura” vaticano, si schiera contro Matteo Salvini. «La fede è un’esperienza esistenziale, una scelta radicale. La religione è la manifestazione esteriore. Agitare il Vangelo, ostentare il rosario, baciare il crocefisso non fa di te necessariamente un credente». Così in una intervista al Corriere della Sera il cardinale Ravasi, teologo e biblista e presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.
“Cristo condanna chi fa gesti esteriori”
In particolare, alla domanda del cronista sul fatto che il ministro Matteo Salvini con i suoi comportamenti recenti abbia sbagliato o meno, Ravasi risponde: «Sono segni che di per sé non rappresentano l’autenticità del credere. Cristo condanna chi prende i primi posti in sinagoga, chi allunga i filatteri, le pergamene con i versetti della Torah. Cristo perdona tutte le colpe, ma non sopporta le ipocrisie. Non esiste l’autosalvezza. Non ci si salva con le manifestazioni esteriori, ma con la profonda adesione alle scelte morali ed esistenziali. Non è il gesto rituale che salva. Il sacramento è “opus operatum”, atto oggettivo segnato dalla presenza divina, ma anche “opus operantis”, atto soggettivo, scelta vitale e morale. Altrimenti è rito magico. Magia».