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giovedì 15 febbraio 2018

E’ Venerdi? No carne! In speciale modo in Quaresima.


Pubblichiamo di seguito una nota apparsa anni su Facebook (che potete trovare qui) e che riproponiamo in questo tempo di quaresima sull'obbligo di astinenza dalle carni nei venerdì (specialmodo di Quaresima). 
L.



Fino a qualche tempo fa il precetto era di mangiare di magro il Venerdi come penitenza (cioé l'astenersi dalle carni). Di recente tale norma è stata leggermente modificata. Quindi ad esempio o si mangia di magro oppure si può anche scegliere di fare qualcos'altro. Questa cosa non è un “opzional” per “devotoni” ma è un Precetto (il quarto) della Chiesa Cattolica.
Il Codice di Diritto Canonico dice infatti chiaramente quanto segue:
Can. 1249 - Per legge divina, tutti i fedeli sono tenuti a fare penitenza, ciascuno a proprio modo; ma perché tutti siano tra loro uniti da una comune osservanza della penitenza, vengono stabiliti dei giorni penitenziali in cui i fedeli attendano in modo speciale alla preghiera, facciano opere di pietà e di carità, sacrifichino se stessi compiendo più fedelmente i propri doveri e soprattutto osservando il digiuno e l'astinenza a norma dei canoni che seguono.


Can. 1250 - Sono giorni e tempi di penitenza nella Chiesa universale, tutti i venerdì dell'anno e il tempo di Quaresima.
Can. 1251 - Si osservi l'astinenza dalle carni o da altro cibo, secondo le disposizioni della Conferenza Episcopale, in tutti e singoli i venerdì dell'anno, eccetto che coincidano con un giorno annoverato tra le solennità; l'astinenza e il digiuno, invece, il mercoledì delle Ceneri e il venerdì della Passione e Morte del Signore Nostro Gesù Cristo.
Can. 1252 - Alla legge dell'astinenza sono tenuti coloro che hanno compiuto il 14 anno di età; alla legge del digiuno, invece, tutti i maggiorenni fino al 60 anno iniziato. Tuttavia i pastori d'anime e i genitori si adoperino perché anche coloro che non sono tenuti alla legge del digiuno e dell'astinenza a motivo della minore età, siano formati al genuino senso della penitenza.
Can. 1253 - La Conferenza Episcopale può determinare ulteriormente l'osservanza del digiuno e dell'astinenza, come pure sostituirvi, in tutto o in parte, altre forme di penitenza, soprattutto opere di carità ed esercizi di pietà.
La CEI dice quanto segue.

La CEI, secondo il potere conferitole dal decreto conciliare Christus Dominus (n. 38), in data 4 ottobre 1994, nelle «disposizioni normative» dice: “La legge dell’astinenza proibisce l’uso delle carni, come pure dei cibi e delle bevande che,
a un prudente giudizio, sono da considerarsi come particolarmente ricercati e costosi”.
“L’astinenza deve essere osservata in tutti e singoli i venerdì di quaresima, a meno che coincidano con un giorno annoverato tra le solennità (come il 19 e il 25 marzo).
In tutti gli altri venerdì dell’anno, a meno che coincidano con un giorno annoverato tra le solennità, si deve osservare l’astinenza nel senso detto oppure si deve compiere qualche altra opera di penitenza, di preghiera, di carità”.
Fonte: http://www.facebook.com/l/ea62c;www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=741

Nei Venerdi di Quaresima il magro inoltre non è facoltativo.

Per completezza ricordo che il Mercoledi delle Ceneri (o il primo Venerdi di Quaresima nel Rito Ambrosiano) sono di digiuno.

43 commenti:

  1. all'ultimo convegno sul Motu proprio di Ottobre, alla Bonus Pastor (del Vicariato di Roma) si è servito Carne pranzo e cena e hanno mangiato tutti, tranne un tavolo ( noi, i soliti esagerati!). Naturalmente nè P.Nuara nè prelati presenti hanno lamentato nulla con la direzione. E pensare che pagavamo. Bello parlare, ma se non si ESIGE d'autorità un cambiamento, andrà di male in peggio. Mi auguro che non trattiate con sufficienza il mio dire: la penitenza è scomparsa letteralmente dalla Chiesa cattolica sopratutto per la sufficienza del clero che dice ogni volta :"dipende..."
    don Alberto

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  2. Il problema di molti è che non sanno più dell'esistenza del precetto di "astinenza", per cui si mangia carne al Venerdì e non si "compensa" in altro modo!

    Da me, puntualmente ogni anno, prima della quaresima, viene letto in Chiesa un piccolo promemoria sui digiuni e le astinenze del periodo pasquale, ma credo che certi concetti, come appunto quello relativo a tutti i venerdì dell'anno, andrebbero meglio inculcati, perchè caduti nel dimenticatoio!
    Penso sia facile constatarlo, basta chiedere un pò in giro, anche molte persone praticanti, finiranno col rispondere che l'unico venerdì "magro" è il Venerdì Santo.
    Considerato il valore "simbolico" (oltre che pratico!) della rinuncia alla carne e ad altre cose prelibate, bisognerebbe insisterci di più...

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  3. evidentemente P.Nuara e prelati presenti hanno fatto altra penitenza per il venerdi (era ottobre, non quaresima).
    Se al di fuori della quaresima il magro (non la penitenza in sé) è facoltativo, non vedo motivi per lamentarsi con la direzione.

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  4. X Don Alberto: mi trova d'accordo. Un conto è che si evitino le penitenze "all'estremo", considerando anche il fatto che oggi la vita ha ritmi diversi da una volta e che il clero è sempre in "formato più ridotto" (numericamente parlando, per il calo di vocazioni), ma bandire ogni forma di "sacrificio" è solo un negare l'essenza stessa della vita del cristiano, che è gioia acquistata attraverso la Croce!
    E questo, a mio avviso, si manifesta e si testimonia, anche attraverso questi piccoli gesti di penitenza.
    Se poi lo stesso Clero applica la teoria del "dipende", di cui lei scrive, figuriamoci se poi si possa ottenere qualcosa dai laici, che ne seguono l'esempio!
    La dispensa va bene per casi eccezionali (mi è capitato, in vacanza, di non riuscire a trovare un piatto di pesce o formaggio, in un self service, visto che il venerdi' non va più "di moda" prepararli!), ma non deve essere abitudine, altrimenti perde il senso dell'eccezionalità che è insita nella nota.
    Ma come sempre, l'interpretazione scorretta, prevale sul significato in sè buono della disposizione.
    Mi scusi per la lungaggine, ma mi ha trovato pienamente d'accordo con quanto ha scritto.

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  5. ALL'anonimo delle 8,36

    Appunto "DIPENDE" dicono gli ecclesiastici...allora non fateci perdere tempo.

    è sempre così, con i "dipende" si è svuotata la pratica cristiana. Auguri, continuate così.

    don Alberto

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  6. La questione del digiuno e dell'astinenza è un bell'esempio di come certe scelte dettate da "adeguamento allo spirito dei tempi" vengano poi a breve distanza confutate dallo stesso "spirito dei tempi", che muta rapidamente.
    Negli anni Sessanta alla Chiesa sembrò che fosse più "moderno" mettere la sordina alle antiche regole sul digiuno e l'astinenza ormai "fuori moda". Meglio, si disse e si continua a dire, un "digiuno spirituale", "interiore", rispetto a uno "materiale" ed "esteriore". Ci sono stati vescovi secondo i quali il vero digiuno era non guardare la televisione...
    Bene, lo stesso mondo laicizzato e secolarizzato si è incaricato di confutare questa visione vagamente manichea! Il digiuno "materiale" è stato riscoperto come dieta per rimettere in salute i nostri corpi che si ammalano per il troppo cibo, e in questi giorni si sente addirittura dire che l'allevamento dei bovini è una delle principali cause dell'inquinamento atmosferico e che quindi bisogna consumare meno carne per diminuire l'effetto serra!
    Ecco, se la Chiesa avesse mantenuti fermi i propri insegnamenti tradizionali in materia, magari rischiando ai tempi l'irrisione dei soliti Soloni illuminati e avanzati, oggi potrebbe rivendicare davanti al mondo l'efficacia per lo spirito e per il corpo delle sue pratiche tradizionali (nessuno si scandalizzi se si parla di efficacia per il corpo: la Chiesa ha sempre saputo che siamo fatti di anima e di corpo e che si deve provvedere a entrambi). Ma siamo sempre in tempo per rimetterle in auge...

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  7. Ricordo che anche il Venerdi Santo è di digiuno.

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  8. Non vedo cosa ci sia da lamentarsi. La penitenza del venerdì(aldifuori dalle giornate in cui è prevista) non deve essere per forza l' astinenza dalle carni.

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  9. da certe parti lunedi martedi mercoledi giovedi venerdi sabato domenica, non c'è carne pesce pane acqua, niente.....

    "ma in fondo a noi cosa è che importa, il nostro bimbo è li che sogna" cantava Concato

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  10. Concordo con le osservazioni di don Alberto.
    E' vessillare far vedere che noi cattolici amiamo Dio, la sua Chiesa e seguiamo Gesù
    AMDG
    LC

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  11. Ad anonimo delle 8.36. La Chiesa raccomanda l'astinenza. Il non farla e sostituirla con un atto di carità è un "indulto" come la Comunione in mano. E' meglio non farlo pervhè da pure scandalo agli altri. Almeno lo da a me.
    AMDG
    Luigi C

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  12. mio...nonno diceva sempre...non e' peccato quello che va in bocca...ma quello che esce...

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  13. Il digiuno, a mio modo di vedere, va inteso come rinuncia a tutto ciò che tenta l'uomo.
    Faccio un esempio. Se una persona sa che la sua tentazione è l'alcool il venerdì rinunci all'alcool e mangi pure una bistecca. Altro esempio? Una persona è dedita alla mormorazione? rinunci una volta alla settimana alla mormorazione e si mangi un controfiletto!
    poi èer quanto riguarda i Sacerdoti li vedo come monaci e quindi "fuori" dal mondo!
    Matteo Dellanoce

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  14. Il mio padre spirituale di quando ero in terza superiore mi aveva detto anche che non era una cosa buona che facessi astinenza tutti i venerdì, dato che ormai era sconsigliata, fuorchè in quaresima.

    Io ho continuato a farla.

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  15. devo dire che tra alcuni miei amici abbiamo discusso di ciò, e le risposte date rifelttono il clima di "fai da te" in cui è sta cadendo sempre più la Chiesa, me compreso. per quel che mi riguarda, infatti, sto tentando, giorno dopo giorno, di una tradiziono cacciata nel dimenticatoio, come le scarpe fuori moda ( che pur essendo ancora buone, vengon buttate via!).
    ebbene, quando mi si chiede perchè fo venerdì di magro, rispondo:"perchè no?". ebbene, nessuno sa darmi un motivo valido. oltre a evitare la carne (il cui abuso, nella nostra società, porta a tumori e alla sovrapproduzione di gas serra!) per motivi logici, bisognerebbe farlo anche per motivi dottrinari: se c'è scritto va fatto. tutte le sovrastrutture sono frutto del patteggiamento con il secolarismo. di questo passo d'estate vedremo i preti a celebrar messa in costume perchè i vescovi dicono che fa caldo, come se prima non lo fosse mai stato.
    concludo dicendo: è mai possibile che sia così difficile rinunciare a due fette di mortadella? se non siamo capacici di rinunciare a qualcosa significa che siamo dipendenti, drogati...

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  16. Quella sulla produzione dei gas serra fa molto Malthus!
    Lasciamo stare i ciarlatani e parliamo di cose serie per piacere!
    Matteo Dellanoce

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    1. Complimenti per la spiccata attenzione ai problemi ambientali..non credo che le alluvioni si risolvano con le preghiere...

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  17. le risposte fai da te nascono dall'ambiguità delle norme.
    Ma anche così come formulate e nel post riportate mi sembra che il concetto risulta chiaro: gli adulti devono di venerdì fare penitenza.
    Astinenza dalla carne, certo, ma anche dai cibi costosi. Non mangiar carne e poi comprar l'aragosta o il tartufo non significa far penitenza.
    In particolari casi anche le persone adulte sane, ma stressate da lavoro o viaggi non son tenute all'astinenza: han bisogno di nutrimento adeguato. Ad es. un sacerdote che da Milano in auto o treno raggiunge Napoli dove deve dir messa o per altri motivi legati alla sua missione, e poi magari deve tornar indietro, è esentato dall'astinenza.
    In altri cai anche si può esser esentati, ad es. se siamo invitati non possiamo rifiutare il cibo che ci vien offerto.

    La "compensazione" con opere di carità, ovviamente va adeguatamente pensata e pesata: astenersi dalla carne o da un cibo di cui si è particolarmente ghiotti può esser un grosso sacrificio, per cui la penitenza dev'esser altrettanto pesante.
    Insomma, se io di venerdì vo a mangiar la bistecca al ristorante, non me ne posso uscir dicendo: però ho dato due euro al vu cumprà.
    Sarebbe troppo comodo. O no?

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    Risposte
    1. Anche perché se si continua a dare soldi ai vu cumprà la penitenza la si sta facendo fare anche agli altri.

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  18. Mi pare chiaro un dato:
    "Sono giorni e tempi di penitenza nella Chiesa universale, tutti i venerdì dell'anno e il tempo di quaresima"; NON SOLO I VENERDI' DI QUARESIMA!
    Concordo con il signor Pastorelli.
    Il fatto di infrangere il digiuno e l'astinenza deve essere un fatto eccezionale e "compensato" adeguatamente.
    Inoltre è vessillare far vedere a tutti che noi cristiani sappiamo rinunciare a qualcosa per Gesù.
    Lo stesso documento di Paolo VI del 1966 (mi pare la Paenitemini) riaffermava il valore importantissimo del digiuno e dell'astinenza dalle carni, dai cibi costosi e dai divertimenti TUTTI i venerdì dell'anno.
    Cerchiamo di essere coerenti con i precetti che Gesù per primo ci ha dato e poi S. Madre Chiesa ci ordina o ci consiglia.
    Ho letto dei commenti veramente lassisti che mi addolorano e mi preoccupano, soprattutto venendo da un ambiente legato alla tradizione.
    AMDG
    Luigi C

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  19. caro Matteo, questa volta condivido tutto quello che hai scritto (per dirti che non sono per natura polemico). Buona preparazione al S.Natale.

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  20. ringrazio LuigiC: è importante che la penitenza sia anche pubblica, di popolo, memoria del giorno di Passione di Nostro Signore...è educativo per sè ed evita che il fatto della redenzione sia così spiritualizzato da dimenticare che da esso dipende la salvezza del mondo intero.

    sostituire poi il gesto di penitenza con altro...è veramente raro che sia necessario. La vita è dura...per ogni persona seria, e sono proprio le persone serie che devono ancorarsi alla passione del Signore...anche con il magro del Venerdi...per ricordare. Cosa dovevano fare i contadini, i montanari, gli operai delle fabbriche d'inizio secolo? Eppure se cattolici rispettavano il Venerdì!!! Attenti ecclesiastici e amici, non possiamo diventare ridicoli o insopportabili.

    don Alberto

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  21. Don Alberto, non si sostituisce il gesto di penitenza con altro: si sostituisce, nei casi opportuni che la stessa Chiesa più o menmo genericamente indica (età, stato di salute, lavoro usurante ecc.) l'astinenza dalle carni e dai cibi costosi con altra penitenza.
    Si provi, ad es., a portare a spasso una vecchietta, andar a far visita ai malati ecc: insomma a fare qualche opera di misericordia, di quelle che costan di più al nostro orgoglio e alla nostra pigrizia.
    E' più pesante rinunciare a una fetta di carne, a un etto di prosciutto o portare ai giardini un /a novantenne e starci un paio d'ore a chiacchierare anche quando è fuor di testa?

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  22. L'invito della Chiesa alla penitenza e le modalità sono chiarissime. L'eventuale risposta nasce poi dall'amore per Gesù e dallo spirito di sacrificio, che rendono significativo un obbligo. Speculare ulteriormente su questa semplice realtà ricorda tanto il passo del Vangelo sul cumino l'aneto e la menta, o quello per cui gli uomini annullano la parola di Dio in nome della loro tradizione.

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  23. Quanto voi dite è semplicemente falso.
    Uno può anche fustigarsi il venerdì e offrire la fustigazione a Dio. E' buona cosa.
    Ma criticare chi non si fustiga è delirante!
    Confessai la mancata astinenza dalle carni ad un sacerdote(della FSSPX nello specifico, ma poco conta. Si tratta di sacerdote cattolico comunque) e lui mi ricordò l' esatta norma, che prevede, in caso di mancata astinenza, un' altra mortificazione o penitenza.

    Per il resto quoto il messaggio di Matteo Dellanoce delle 14.05 che ha colto il senso della penitenza.
    Un tempo riguardava specificatamente le carni perchè non mangiarle rappresentava un sacrificio enorme per le famiglie, che si sfamavano quasi solamente di carne.

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  24. Ricordo anche un omelia, questa volta di un sacerdote dell' Opus Dei, l' anno scorso a mercoledì delle ceneri che spiegava benissimo la questione della penitenza che va ben aldilà della questione "carne"(questione più storica che altro) ma riguarda la purificazione dell' io attraverso il sacrificio.
    Un sacrificio che però sia realmente sacrificio per la persona.
    Non mangiare carne per molti oggigiorno, è tutt' altro che un sacrificio.

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  25. C.C ha detto...

    Quanto voi dite è semplicemente falso.
    --------------

    a chi ti riferisci?

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  26. A chi sembra trattare la mancata astinenza dalle carni il venerdì quasi come fosse un peccato.

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  27. I precetti della Chiesa son norme che applicano il decalogo.
    Santificare i giorni di penitenza è uno dei 5 precetti generali della Chiesa e come tale va rispettato, nell'ambito delle precisazioni fornite dalla Chiesa.
    Non rispettarlo perché non lo si ritiene importante o superato dai tempi sulla base di vedute personali o difuse (e non voglio parlar di volontà di "sfida") è peccato che valuterà il confessore. Una violazione continua da parte di chi sia tenuto al precetto è chiaramente una colpa.
    Visto che hai parlato di un sacerdote della S. Pio X, mi risulta per esperienza personale che i sacerdoti di tale Fraternità - ne ho conosciuti diversi - non mangiano carne il venerdì, ma la mangiano se, ad es., sono in viaggio e ritengono che in quella situazione di stress quell'apporto di nutrimento sia necessario.

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  28. Facciamo tutte le opere di misericordia...ma non togliamo il gesto pubblico del venerdì, altamente educativo in ogni famiglia, in ogni convento e in mezzo al mondo! Vedranno che ci ricordiamo di Cristo in Croce il Venerdì.I bambini impareranno.Tutti potranno fare memoria. Poi facciamo tutte le opere di misericordia che Dio ci indica,TUTTI i giorni. Anzi, DIAMO la VITA per Cristo.

    don Alberto

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  29. Io sono vegetariano e quindi faccio qualcos'altro. Pero` mi sembra molto importante, specie per i tradizionalisti, non limitarci a riscoprire una prassi meramente rubricista ma una liturgica in senso piu` ampio, che coinvolge ogni aspetto della vita del cattolico lungo le stagioni.

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    1. Chi sono i tradizionalisti? Attendo fiducioso una risposta.

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  30. Can. 125… astinenza, digiuno, mortificazione, penitenza?

    Devo dire che mi ha confuso l’ultimo Venerdì Santo, vedere un gruppo di francescani (v.marrone) , parroco compreso, in ristorante davanti ad un ‘sostanzioso’ pranzo di pesce. Tante parole avevo ascoltato da loro durante le Messe dei giorni precedenti,e da quel mezzogiorno hanno per me perso ogni credibilità.

    Dentro di me dicevo, così viveva S.Francesco il giorno della Passione di Nostro Signore?
    La diversità di ogni ordine, non si distingue per seguire la sensibilità del suo fondatore?
    Perché ci sono tanti che si ostinano a chiamare francescani, quando l’umiltà, semplicità e povertà così tanto care al Santo non sono di casa? e quando queste non si riesce a ‘imitare’ nemmeno nel giorno del dolore?
    Mah!

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  31. Un rispetto del precetto del venerdì puramente "formalistico" (non mangio carne ma prendo cibo magari più ricercato e costoso, o la sera vo a divertirmi in discoteca) è chiaramente non in linea col senso del precetto stesso.
    La facoltà di non ottemperare al precetto non è assoluta, ma relativa: coloro che per vari motivi possono esser esentati da quel precetto offrano altro sacrificio.

    D'accordo con don Alberto: la pubblica testimonianza è necessaria per la retta formazione.

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  32. Non ho invitato a non rispettare il precetto del venerdì.
    Ho semplicemente detto che esso non necessariamente è l' astinenza dalle carni, ma come ci dice la Chiesa, può essere anche altro tipo di mortificazione.
    Mi pare di una semplicità unica la cosa.

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  33. Con tutto quello che ci sta piovendo addosso la questione carne si o carne no il venerdì mi pare di pura lana caprina. I vescovi svizzeri sono a favore dei minareti, il vaticano e la conferenza episcopale italiana idem, il nuovo presidente della conferenza episcopale svizzera Brunner si dichiare favorevole ai preti sposati ed alle diaconesse e dal Vaticano nessuna replica o rimprovero,i preti sono disobbedienti ai vescovi ed i vescovi se ne infischiano del papa, in armonia con il concetto della collegialità e potrei continuare così per ore. La Chiesa Cattolica, il Monolite, quella che in qualsiasi parte del mondo si andasse si esprimeva una lingua uno ore, cari amici, non esiste più e si sta a diquisire sul venerdì. Ma siamo seri!

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    1. Hai perfettamente ragione, la Barca sta affondando e qui si sta a disquisire su carne o non carne. Roba da matti....

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  34. Astinenza dalla carne il Venerdì è una rinuncia per amore di Dio, per penitenza, per temprare lo spirito sull'esempio del Cristo. Ma è una rinuncia a una cosa LECITA (mangiare carne non è peccato in sè).

    La "mormorazione" invece è un peccato, quindi ci dobbiamo rinunciare sempre e comunque, non solo di Venerdì. (che facciamo mormoriamo 6 giorni alla settimana e 1 no?, questa non è astinenza ! è furbizia.)

    non credo sia un paragone adatto insomma.

    lo dico senza offesa signor Dellanoce.

    G.Mandis

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  35. I Precetti non sono "roba caprina"; definizione che ben poche cose attinenti al Cattolicesimo meritano, a mio avviso.

    C.

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    1. Concordo con Cattolico. Come se poi non mangiare carne il venerdì fosse una cosa di forma e non di sostanza: cosa c'è di più sostanziale del cibo? Sempre ammesso che esista una vera distinzione tra forma e sostanza. Un precetto è un precetto, stop. Non sta a noi configurare una gerarchia dei precetti in base alla loro presunta importanza, o addirittura giudicarne la legittimità. È dalla cose (ritenute) piccole che occorre partire per arrivare alle grandi. La verità è che assistiamo a un diffuso rammollimento che tocca anche i cattolici: qualsivoglia sacrificio, anche il più piccolo, diventa una cosa pesante e insostenibile. Siamo diventati delle "pappamolle", e costruiamo strampalate teorie giustificative di questa debolezza. E pensare che Gesù non ebbe paura di dare la vita.

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  36. Personalmente, il venerdì (fuori del tempo di quaresima, beninteso) dico sei pater, ave e gloria in memoria e invocazione delle cinque piaghe e della santa croce del Nostro Signor Gesù Cristo. Fo penitenza in questo modo.

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  37. il signor L predica i digiuni, ma poi va ai concerti di musica rock in tempo di Quaresima (ih, ih, ih).

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    1. Ti consiglio di stampare la chat con questa tua risata isterica (ih ih ih) e di portarla allo psichiatra che ti sta seguendo. Magari cambiandoti semplicemente il dosaggio delle gocce che già stai prendendo forse migliori di salute mentale.

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