Nomina del Predicatore della Casa Pontificia
Il Santo Padre ha nominato Predicatore della Casa Pontificia il Reverendo Padre Roberto Pasolini, O.F.M. Cap., Docente di Esegesi biblica presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale a Milano.
Il nuovo Predicatore sostituisce il card. Raniero Cantalamessa, anch’egli Frate Minore Cappuccino (come previsto dal breve apostolico Inclytum Fratrum Minorum di Papa Benedetto XIV), che era stato nominato il 23 giugno 1980 da San Giovanni Paolo II.
Ma al di là dei titoli accademici, chi è padre Roberto Pasolini? Con l'aiuto anche di alcune nostre fonti, siamo risaliti ad alcune «perle teologiche» del nuovo responsabile delle prediche di Avvento e Quaresima per la Curia Romana e ne è emerso un ritratto sconfortante: nel video di una conferenza su Omosessualità e vita cristiana (ormai è tra gli argomenti più alla moda dalle parti di Casa Santa Marta) del 10 aprile, in particolare dal minuto 36:23, il nuovo Predicatore della Casa Pontificia sostiene posizioni apertamente filo-LGBT (QUI).
Di seguito ve ne proponiamo la nostra trascrizione, in particolare dei passaggio in cui giudica non sconveniente pensare che vi fosse una relazione omosessuale tra il centurione ed il suo servo e in cui giunge ad ipotizzare relazioni omosessuali tra Gesù ed i suoi discepoli.
Ed ascoltando la videoregistrazione emerge un insano trasporto di padre Roberto Pasolini nei confronti delle schifezze che racconta.
Trascrizione letterale dal minuto 36:23 (sottolineature redazionali)
“Poniamoci una domanda, perché la domanda è legittima: ma nella Scrittura c’è qualche forma di approvazione delle relazioni omosessuali? E la risposta non è facilmente no, perché in realtà ci sono delle storie (io ho citato le più citabili, poi vi dico anche fuori slide anche quelle meno citabili ufficialmente, che comunque possono alludere a questo).
La grande storia che viene spesso invocata come una storia di amore omosessuale è quella tra Gionata e Davide, e se voi la leggete, “il tuo amore per me era più prezioso di amore di donna”: c’è questa famosa espressione di amicizia tra Davide e Gionata che ci fa pensare che erano veramente amici.
È chiaro che arrivare a dire che era una relazione omosessuale è però una forzatura al testo, perché niente allude a questo: lo possiamo immaginare, lo possiamo pensare, ci può far piacere pensarlo, però non c’è scritto. Sicuramente c’erano al tempo storie di amore omosessuale, questo è evidente, quindi nulla ci vieta di poterlo pensare, di poterlo immaginare. Sotto, vedete, ci sono i riferimenti, i momenti clou di questa storia d’amore fra virgolette: nel libro di Samuele e nel secondo libro di Samuele.
Un altro riferimento, questo forse più noto a tutti, è il famoso centurione romano: vi ricordate quello che va da Gesù? Questa è una delle storie per me più belle della Bibbia, perché Gesù e quest’uomo non s’incontrano mai, non si sono mai visti, eppure Gesù non ha mai parlato così bene di una persona come di quest’uomo: “Non ho mai visto una fede così in Israele”, non l’ha neanche mai vista la persona, perché questo centurione manda prima gli scribi e i farisei, poi dei suoi amici da Gesù, gli dice: “Non entrare in casa mia” e Gesù infatti non entrerà in casa sua, “ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà salvato”… quella cosa che diciamo ancora nella Messa tutti i giorni.
E Gesù si ferma e dirà: “Io non ho mai trovato una fede così grande in Israele”: bellissimo quest’incontro.
Ebbene, questo racconto inizia così: “Un centurione aveva il suo servo malato, quel servo gli era molto caro”.
E qui la fantasia dei biblisti e dei lettori della Bibbia va in mille direzioni ed è legittimo perché, capite, per un centurione romano un servo malato è come una scopa di saggina che non funziona più, la butti e ne compri un’altra; invece un centurione che sguinzaglia tutte le amicizie che ha per guarire questo servo accende una domanda: ma perché gli era così caro? Lavorava bene? Forse lavorava più degli altri? Potremmo pensare anche così, oppure, come alcuni dicono, forse c’era una relazione fra loro due.
Non è sconveniente pensarlo, però pensate un po’ se fosse così: Gesù ha fatto l’elogio più grande a chi? Eh, noi siamo nei guai fino al collo qua per un certo modo di pensare, vuol dire che dobbiamo rivedere tutte le opinioni che abbiamo, o meglio dobbiamo accertare che Gesù appunto non aveva così paura di parlar bene delle persone per tornare alla benedizione che il papa ha scritto recentemente e che ha sollevato un vespaio.
Anche perché parlare bene di qualcuno non vuol dire approvare tutta la sua vita: chi di noi c’ha una vita che è al 100 per cento tutta integralmente perfetta o ordinata? Eppure riceviamo benedizioni, cerchiamo benedizioni continuamente, perché tutti abbiamo bisogno di sentirci guardati con rispetto, con fiducia e con amore, perché questo eventualmente ci fa andare verso il 100 per cento, per essere guardati con rispetto anche quando siamo un po’ strani, un po’ irregolari, un po’ non sul pezzo completamente, ecco.
Quindi ecco ci sono questi due episodi, ce ne sarebbero anche altri, quelli più, diciamo, spinti sono anche quelli che arrivano ad ipotizzare che delle relazioni omosessuali potrebbero esserci state, per esempio, all’interno della cerchia dei discepoli, tra Gesù e i discepoli, Gesù e Lazzaro, perché ci sono delle espressioni che “amava Lazzaro Gesù”, ci sono delle espressioni molto forti.
Però evidentemente è tutto un modo di cercare di proiettare nella Scrittura delle domande nostre, una curiosità nostra, cioè noi vogliamo trovare qualcosa che non c’è scritto: è un po’ come se tu leggi le nozze di Cana e vuoi scoprire come era vestita la sposa: non c’è scritto, non te lo dice il Vangelo, quindi la Bibbia non ci da tutte le risposte, perché non sono necessarie.
Un’altra cosa che mi sembra importante segnalare in questa e lo stavo già facendo in qualche modo è che nella Scrittura è molto chiaro un atteggiamento che manifestava Gesù di misericordia nei confronti delle persone che nell’ambito della sessualità, o nell’ambito di quelle cose che socialmente mettevano le persone ai margini, manifestava una grande pazienza e misericordia da parte di Dio. […]
Allora, tentativo di sintesi, e sottolineo tentativo, perché la faccenda è molto articolata.
Ora, nella Bibbia emerge una certa condanna di quella che noi potremmo definire l’omosessualità, anche se abbiamo fatto diventare un concetto, un sostantivo delle cose che nella Bibbia sono indicate, vi ricordo, in modo più preciso: atti omosessuali, passivi e attivi: la Bibbia non parla mai di omosessualità in termini generici, deplora alcuni atteggiamenti concreti, alcuni episodi, alcune azioni, non la persona.
Ecco, non c’è nessuna parola contro l’inclinazione, ma contro gli atti omosessuali, quella che potremmo definire l’omogenitalità, cioè secondo la Scrittura un atto genitale dello stesso sesso ha potenzialmente un significato attivo.
Quindi sembra assente nella Scrittura, dobbiamo riconoscerlo, un giudizio sulla condizione o sull’orientamento omosessuale, quella che noi oggi potremmo definire omosessualità in quanto orientamento psicologico o condizione esistenziale, cioè non c’è nessuna parola che va a colpire questa categoria di persone, cioè quelli che si svegliano e guardano una persona dello stesso sesso e ne provano attrazione, perché di questi oggi noi parliamo, non delle persone che hanno degli episodi di omosessualità, ma delle persone che si trovano a vivere qualcosa a livello emotivo, psicologico da cui non riescono e non vogliono trovare una distanza.
È da dire che la Bibbia non ipotizza nemmeno un mondo in cui ci sia una tendenza che non sia quella eterosessuale: nella cultura di quel tempo, l’unica tendenza che esisteva agli occhi degli autori e delle persone che vedevano era quella eterosessuale, noi oggi parliamo di persone omosessuali ma al tempo non si parlava di questo, per questo venivano anche stigmatizzati con quella forza di atti omosessuali: erano atti che venivano immediatamente catalogati come una cosa che non esisteva, come una donna che mette i pantaloni.”
Curriculum vitae
P. Pasolini è nato il 5 novembre 1971 a Milano (Italia). Ha emesso i voti perpetui nell’Ordine Francescano dei Frati Minori Cappuccini il 7 settembre 2002 ed è stato ordinato presbitero il 23 settembre 2006. Dopo aver conseguito il Dottorato in Teologia biblica presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma, è stato Docente di Lingue bibliche e di Sacra Scrittura presso lo Studio Teologico Laurentianum Interprovinciale dei Frati Minori Cappuccini a Milano e a Venezia. Attualmente, oltre a insegnare Esegesi biblica presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale a Milano, collabora con l’Arcidiocesi ambrosiana nella formazione dei docenti di religione e con la Conferenza Italiana dei Superiori Maggiori. Autore di diversi articoli e libri di spiritualità biblica, si dedica alla predicazione di ritiri e di esercizi spirituali.
L.V.
Bè, visto che tutte queste "certezze bibliche" sull'omosessualità si fondano su IPOTESI, supposizioni, immaginazioni... possiamo affermare con certezza evangelica che: "se il tuo occhio è nella luce, tutto in te sarà luce, ma se il tuo occhio è tenebra, quanto grande sarà la tenebra in te!". E questo cappuccino allungato con acqua di pozzo insegna esegesi? Ma va!
RispondiEliminaEcco qualche spunto (serio) sulle questioni bibliche.
RispondiEliminahttps://www.amicidomenicani.it/sono-gay-fiero-di-esserlo-e-felicemente-fidanzato-vorrei-che-mi-dicesse-in-quale-punto-gesu-condanna-l-amore-omosessuale/
Non vuole essere un commento irriverente, sed, solo una costatazione : mi sembra che in questi tempi i francescani di frate Francesco siano "in gran spolvero" come si dice in gergo: vanno per la maggiore. Gia' da prima di "un mattone per Assisi" non si sono piu' fermati..
RispondiEliminaChe pena rilevare come in certi ambienti che dovrebbero essere maestri si sprofondi facilmente dallo scandaloso al ridicolo, cercando cavilli per sdoganare la sodomia.
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