Via dell'Arcivescovado
di Martino Mora - Confederazione Civiltà Cristiana, 6 marzo 2016
Non molto tempo fa Pisapia ha ufficialmente cambiato, con pubblica cerimonia, il nome di Via dell’Arcivescovado, la via che costeggia il Duomo di Milano e sfocia in Piazza Fontana. Da domenica scorsa si chiama “Via Carlo Maria Martini”. Pisapia ha detto che da “laico” (cioè ateo) considera l’ex cardinale di Milano un suo maestro spirituale. In particolare ne ha elogiato l’apertura agli immigrati (cioè il mondialismo) e il suo essere “uomo del dubbio” (cioè il relativismo). Era presente il cardinale Scola, quello che vuole introdurre le feste islamiche nella scuola pubblica, il “teorico del meticciato” (parole sue), visibilmente molto contento.
Mi ricordo quando l’attuale sindaco proponeva la legge sulla “stanza del buco” (spazi pubblici per permettere ai tossicodipendenti di iniettarsi l’eroina in santa pace) e leggo delle sue pubbliche cerimonie della sodomia (obbligatoria, presumo). Davanti a cotanto allievo, se fossi Scola qualche domanda sugli insegnamenti del gesuita torinese, per venti e passa anni sulla Cattedra di Sant’Ambrogio, me la porrei. Ma Zingaropoli li unisce tutti: il radical chic ex picchiatore del servizio d’ordine di Marco Capanna (Pisapia, non Martini), l’ex ciellino mondialista (Scola), il defunto cardinale gesuita e l’attuale vescovo di Roma, infinitamente meno colto di Martini ma suo fedele allievo alla Compagnia di Gesù. «Dai loro frutti li riconoscerete», disse Qualcuno di una certa importanza. Rivoglio via dell’Arcivescovado!!!