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venerdì 19 giugno 2015

Sabato 20 giugno, Roma piazza San Giovanni "esiste un popolo che non accetta di essere cancellato"

Il 20 giugno a Roma! 
Esiste un popolo che non accetta di essere cancellato. 
Per questo, il 20 giugno (15.30, Piazza San Giovanni) non si potrà mancare di essere a Roma per la manifestazione a difesa della famiglia e dei figli. 


Anch'io vescovo aderisco alla manifestazione per la famiglia 
di Giampaolo Crepaldi * 
Sabato si terrà a Roma, in Piazza San Giovanni, la manifestazione indetta dal comitato “Difendiamo i nostri figli”. 
Il nostro Osservatorio Cardinale Van Thuân di Trieste aderisce alla manifestazione e invita a partecipare. 
Sono in atto dei poteri molto forti, presenti e attivi nella politica, nell’economia e nella società, che stanno imponendo, in modo violento anche se apparentemente democratico, un’etica nuova e addirittura una nuova visione di uomo e di donna, di procreazione e di famiglia. 
La rete di alleanze che operano a questo fine è molto diffusa ed è presente nella pubblica amministrazione, nei sindacati, nell’associazionismo, negli ordini professionali, oltre che nella politica. 
Si può parlare di un “blocco storico”, ossia un blocco di interessi ideologici ed economici che si fa prepotente e che non tollera opposizione. 
La libertà di espressione e di coscienza è seriamente messa in pericolo. 
Due sono i principali teatri d’azione di questo blocco storico. 
Il primo è l’educazione e la scuola. 
Forti delle Linee Guida dell’Oms-Europa e delle Linee Guida del Ministero delle pari opportunità-Unar e adoperando le possibilità offerte dalla Re.a.dy (la Rete della pubblica amministrazione contro la discriminazione di genere), il blocco storico della nuova ideologia penetra nelle scuole pubbliche in modo silente ma deciso e sistematico. 
Accordi formativi con l’associazionismo Gay e Lgbt stilati da Comuni, Als e scuole statali, dal livello delle materne alle superiori, di fatto delegano, spesso all’insaputa dei genitori, a questo associazionismo l’educazione “affettiva” e “sessuale” dei nostri bambini e ragazzi ai quali viene insegnato l’omosessualismo e il transgenderismo come atteggiamenti normali equiparabili all’eterosessualità. 
I corsi sono molto espliciti, gli insegnanti non vengono ammessi in classe e i genitori, informati in modo approssimativo e generico, non ne sanno quasi nulla. 
Approfittando dell’indifferenza e dell’inerzia della pubblica amministrazione, ai nostri ragazzi stanno arrivando messaggi fortemente diseducativi. 
Il secondo à l’ambito legislativo. 
Il Parlamento italiano sta discutendo, ormai da tempo, ma alcune voci dicono che è in atto una accelerazione delle procedure parlamentari per volontà politica, tre testi legislativi tutti e tre molto pericolosi. 
Il ddl Scalfarotto, se approvato, considererà cosa penalmente perseguibile affermare in pubblico l’unicità della famiglia naturale; il ddl Cirinnà riconoscerà le unioni civili, ossia il matrimonio omosessuale e, di conseguenza, per volontà dell’Unione Europea, a quel punto l’Italia sarà costretta ad approvare le adozioni di minori da parte di coppie omosessuali; il ddl Fedeli imporrà l’insegnamento dell’ideologia del gender in tutte le scuole. 
Con queste tre leggi verrebbe costruito un “sistema” giuridico, culturale, etico ed educativo nel quale diventerà molto difficile la coerenza con le proprie convinzioni di etica naturale e religiose. 
Il sistema di pensiero che sorregge questo attacco sistematico è la concezione del corpo come uno strumento, dall’uso puramente tecnico, fungibile e intercambiabile; la sessualità come esercizio indifferente alla identità sessuata; la stessa identità sessuata come qualcosa da scegliere e non da ereditare; l’indifferenza tra i vari percorsi sessuali; la procreazione come l’affermazione di un desiderio; la maternità e la paternità come sganciate dalla fisicità e come fatto di elezione; l’inesistenza di una natura umana sessuata e di una natura umana in quanto tale; la parcellizzazione della persona che viene privata della continuità tra i diversi suoi atti legati alla sessualità e alla procreazione, il diritto al figlio e il figlio come prodotto. 
Si tratta della progettazione di un’umanità nuova che, tramite la fecondazione eterologa e l’utero in affitto, trasformerà la comprensione che dell’umano si è avuta finora. 
Si tratta della progettazione del postumano. ( nostra sottolineatura N.d.R.)
Papa Francesco, ormai da tempo, fa sentire puntualmente la sua voce contro queste forme di «colonizzazione ideologica». 
Appena il 14 giugno scorso ha detto che la migliore testimonianza contro il relativismo è fornita dagli sposi cristiani e che «essere genitori si fonda sulla diversità di essere, come ricorda la Bibbia: maschio e femmina». 
Pochi giorni prima, l’8 giugno, Papa Francesco aveva detto che l’ideologia del genere mette in discussione «la complementarietà tra l’uomo e la donna», complementarietà che è «il vertice della creazione divina». 
Il nostro Osservatorio da tempo segue in profondità questi fenomeni culturali, cercando di coglierne il senso e i pericoli più profondi. In questo momento, nel nostro Paese, si è ormai giunti al momento dell’azione. 
Sono molti – insegnanti, genitori, amministratori, operatori sanitari – che si oppongono nel loro ambito di vita e di lavoro a questa ricostruzione dell’umano. 
É ora il momento che si riuniscano per far sentire la propria voce al Paese. 

* Vescovo di Trieste e presidente dell’Osservatorio Cardinale Van Thuân