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martedì 12 agosto 2014

Nel comunicato della CEI si fa finta "che i fondamentalisti non siano islamici"

di Riccardo Cascioli (la nuova Bussola Quotidiana)

«Noi non possiamo tacere», è il titolo del comunicato con cui i vescovi italiani invitano a dedicare il 15 agosto, solennità dell’Assunzione della Vergine Maria, alla preghiera per i cristiani perseguitati, in particolar modo per quelli dell’Iraq (clicca qui). 
È un appuntamento a cui aderiamo con convinzione: ciò che sta avvenendo è una tragedia probabilmente senza precedenti nella storia, se è vero che in queste settimane è stata cancellata in Iraq la presenza di una delle più antiche comunità cristiane che pure per quasi duemila anni aveva superato indenne (o quasi) tutti i marosi della storia.
Peraltro è anche la comunità che parla ancora la stessa lingua di Gesù, l’aramaico, così che la cacciata assume anche un ulteriore valore simbolico. 
 Aderiamo dunque con convinzione. 
Ma mentre ringraziamo la Conferenza episcopale per questa occasione che ci offre, non possiamo non provare anche un certo disagio proprio leggendo il comunicato: perché quel titolo iniziale - «Noi non possiamo tacere» - viene clamorosamente contraddetto dal contenuto, che riflette peraltro un terribile equivoco di cui sembra vittima la Chiesa, ma più in generale gran parte del mondo occidentale. 
Ovvero si tace l’identità dei persecutori, non si vuole vedere chi sono davvero i carnefici e perché lo fanno. 
È una sorta di denuncia contro ignoti, pur avendo benissimo gli strumenti e le conoscenze per identificare i colpevoli. 
Nel comunicato si parla di cristiani perseguitati, scacciati, uccisi; si parla di Iraq e Nigeria; ma poi si fa riferimento a non meglio precisati terroristi e, più avanti, a integralisti. 
Fine. 
Ma chi sono costoro? 
Chi vuole l’eliminazione dei cristiani in Iraq, Nigeria e nella maggior parte dei paesi in cui i cristiani sono perseguitati? 
Ecco, si ha paura a dire che si tratta di islam, che i persecutori sono islamici
E non riguarda solo il comunicato della Cei, è un fatto generalizzato, nella Chiesa e nelle nostre società occidentali. 
Un esempio: due anni fa in Inghilterra è stato scoperto che dei fondamentalisti islamici avevano elaborato una strategia, già in fase avanzata di realizzazione, per prendere il controllo – ovvero islamizzare – alcune scuole statali a Birmingham. 
Da qui è suonato l’allarme, ma la cosa che è poi emersa è che le autorità locali avevano capito già da tempo quanto stava accadendo, ma non avevano detto nulla per evitare di offendere i musulmani. 
Ecco il dramma: si ha paura di offendere i musulmani. 
E quando si è proprio costretti a dire che i carnefici sono islamici, ci si affretta immediatamente ad aggiungere che però si ha a che fare con frange radicali che tradiscono il vero islam, che invece sarebbe una religione di pace. 
Ed ecco l’equivoco in cui si tiene l’opinione pubblica occidentale: si sta facendo credere che i casi dell’Iraq, della Siria, della Nigeria siano opera di gruppi tutto sommato circoscritti, che usano la religione contro lo stesso islam. 
E a questo scopo si dà uno sproporzionato risalto ai casi di musulmani che difendono i cristiani o che prendono posizione contro quanto sta combinando l’Isis in Iraq. 
Giusto fare emergere anche queste storie e valorizzarle, ma non a scapito della realtà. 

 Continua QUI 

 Fonte : La nuova Bussola Quotidiana 

Immagine : San Christodoulos Martire, sarto , ucciso agli Islamici in odio a Cristo Signore. 
Il Martire si presentò con una croce in mano davanti ai musulmani  che a Salonicco con la forza cercavano i far apostatare dei giovani dalla vera fede  dicendo coraggiosamente loro : « Cosa ti sta succedendo fratello ? Perché la tua fede vacilla ? Perché vuoi lasciare Cristo Salvatore che solo per amor nostro è stato crocifisso  ?» Spogliatolo gli Islamici crocifissero il Martire  inchiodandogli la croce dietro la schiena nei pressi della Chiesa di San Minas a Salonicco. 
I cristiani diversi giorni dopo il martirio  dovettero comperare il corpo del Martire per dargli cristiana sepoltura. 

 AsiaNews "Adotta un cristiano di Mosul": " rispondere nei fatti e con la vita all'emergenza irachena

2 commenti:

  1. Trovo ingiusto criticare il Papa e la CEI. C'è un diplomazia sotterranea che sta lavorando in condizioni difficilissime. E non è giusto accomunare tutti i mussulmani all'Isil. la questione è prettamente politica.

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  2. Ho letto la "Lettera" della CEI, è infarcita di tautologismo, si è mantenuta sul generale, affermazioni fatte e rifatte, ma si è stato attenti a non nominare gli islamici, ne tanto meno l'ISIS, ne il Califfato, il dialogo a tutti i costi.
    Pensare che San Paolo rimproverò pubblicamente San Pietro per il suo voltafaccia, non si domandò se era o meno politicamente corretto, ma si sa che con il CV II equiparando tutte le religioni sullo stesso piano bisognava stare attenti a ciò che si diceva e a come lo si diceva, in sostanza si è gettata alla spazzatura l'affermazione " Extra Ecclesia nulla Salus"

    Francesco

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